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Autore: Book boy    02/11/2012    1 recensioni
E se la guerra fredda non fosse stata solo una guerra "teorica" ma se si fosse combattuta veramente tra le due potenze mondiali ovvero gli USA e l'URSS?
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Guerre mondiali, Dopoguerra
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-Quì wiskye one, ripeto quì wiskye one, sono a sessanta secondi dal bersaglio, riconfermare regole d'ingaggio.- Era il 1951, la guerra si combatteva da sei anni, almeno quella tra USA e URSS, in totale erano 12 anni che si combatteva nel mondo, qualche soldato non rivedeva casa sua da 12 lunghissimi anni. L'aereo volava sopra a San Pietroburgo, obbiettivo primario dopo mosca per gli americani, trasportavano a bordo dell'aereo 10 bombe ch12, capaci di ridurre in polvere l'intera città. Gli scontri armati continuavano nelle zone della Germania e della Polonia ma era ora di dare una svolta al conflitto. -Quì wiskye one, sono sul bersaglio, sgancio!-Il pilota stava per premere il pulsante che avrebbe rilasciato le bombe quando -Quì wiskye two! vattene da lì one!- Subito un missile di contraereo abbattè il velivolo che iniziò a precipitare. -Quì wiskye one, sto precipitando cazzo, mi stacco.- Poi tirò una piccola leva e il sedile su cui era seduto venne espulso verso l'alto, subito si sganciò le cinture di sicurezza e aprì il paracadute. Atterrò pochi minuti dopo, sganciò dalla schiena il paracadute e, dato che si era paracadutato in un quartiere malfamato si andò a nascondere in una piccola baracca. Controllò che fosse vuota e sbarrò la porta. -Sono wiskye one, qualcuno mi sente? Mi sono paracadutato e ora sono in città. Ripeto mi sentite?- La radio non rispondeva, poi produsse qualche rumore ma non rispose nessuno, era isolato dietro le linee nemiche. -Stai calmo Jack, vedrai che andrà tutto bene...- Si disse fra sè per tranquillizzarsi. Da fuori provenivano diversi rumori e grida allora estrasse la pistole che portava sempre nella fondina attaccata alla coscia e si nascose dietro ad una cassa di legno. Intano in Polonia, al quartier generale delle forze statunitensi in Europa, arrivò la notizia del fallimento dell'operazione di distruzione di San Pietroburgo -Signore, il velivolo che avrebbe dovuto rilasciare gli ordigni sulla città è stato abbattuto, il pilota è riuscito a espellersi dall'aereo e adesso è disperso, ma Wiskye two, un aereo di pattuglia nelle vicinanze p sicuro di averlo visto paracadutarsi e arrivare a terra incolume.- Il comandante che sentì quelle parole si lasciò sfuggire una sorda imprecazione -Non possiamo lasciarlo là allora, dobbiamo recuperarlo, manderemo una squadra di unità speciale di marines, 10 uomini ben addestrati e ben preparati, gli faremo paracadutare sull'obbiettivo, li volgio lì per questa notte, sfruttando il buio, maggiore- E si rivolse ad un soldato seduto davanti ad una radio da campo -Lei cerchi di mettersi in contatto con il pilota- Il maggiore annuì e tornò al lavoro. IL pilota era nascosto dietro alla cassa da diverse ore, tra poco sarebbe scesa la notte e sarebbe potuto uscire dal suo nascondiglio per cercare un modo si scappare. Si alzò, si sistemò in testa il berretto e si avvicinò con cautela alla porta, sempre con la pistola in mano. Aprì e uscì fuori, subito si ritrovò davanti una donna che camminava a passo spedito verso casa sua, guardandosi intorno notò che la Russia se la stava passando male, dato che la maggior parte degli abitanti viveva in case di legno o in baraccopoli. Iniziò a dirigersi verso un edificio che sembrava un negozio o una bottega e poi seguì il muro laterale fino ad arrivare in una piazza dove militavano alcuni soldati. Erano in totale cinque, troppi però poco dopo tre si loro presero una via secondaria e si allontanarono, allora Jacke estrasse con cautela un coltellaccio e si avvicinò agli altri due rimasti lì, impugnò il coltelli più saldamente e lo conficco con forza nella gola di quello a sinistra, poi l'altro allarmato gli puntò addosso il fucile ma lui con un calcio lo allontanò e una volta estratto il coltello dalla gola di quello a destra lo piantò nel petto di quello a sinistra, tappandogli la bocca per non farlo urlare. Si rialzò e iniziò a correre verso una casa abbandonata. L'aereo che stava trasportando i marins era vicino alla città, su di esso i soldati stavano ultimando il briefing della missione -Allora, ci paracadutiamo quì- E indicò un punto preciso sulla mappa che stava su di uno sgabello davanti ai presenti, poi continuò -Passiamo per questa via e arriviamo in questa piazza, lui dovrebbe essere nei paraggi, ci dividiamo in cinque squadre da due e iniziamo a cercarlo per queste vie laterali, ricordate di utilizzare il visore notturno, tutto chiaro?- I marins risposero in coro -UA!- poi il comandante ordinò -Ottimo, "Semper Fidelis" ragazzi- E iniziarono a paracadutarsi dall'aereo. Atterrarono in una piccola via pattugliata da un soldato che fu freddato da un colpo di arma con il silenziatore. Avanzarono verso la piazza eliminando alcune pattuglie e una volta arrivati nella zona-obbiettivo videro a terra i corpi dei soldati russi uccisi dal pilota. Allora il comandante capì subito e disse -D'accordo deve essersi salvato, dividiamoci.- Si divisero e dopo pochi minuti il pilota fu ritrovato da una della squadre, chiamarono l'aereo che avrebbe dovuto estrarli dalla zona, era stato tutto pensato, infatti sull'aereo per il trasporto merci che gli aveva portati fino a lì era stato caricato un elicottero, e questo fu fatto uscire per prelevarli, atterrando nella piazza, tutti salirono in fretta dato che il rumore attirò svariati soldati nemici, però riuscirono comunque ad andarsene. Ce l'avevano fatta, l'avevano salvato.
  
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