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Autore: Nimel17    05/11/2012    2 recensioni
Come ha fatto Rumpelstiltskin a dare a Regina la maledizione? E qual è il suo ruolo nella storia della principessa Aurora?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Rumpelstiltskin uscì e si materializzò nel castello della regina Selene e di re Stephen. Come aveva previsto, li trovò nella stanza della bambina. Il re aveva le mani appoggiate sulle spalle della regina, che sembrava vuota, gli occhi privi di vita.
“Maestà.”
I due sovrani sussultarono e lo guardarono come se avessero visto un fantasma.
“R-Rumpelstiltskin… come avete fatto ad entrare?”
“Per favore, sire non fatemi un così grave torto. Non sono venuto per fare del male, anzi sono qui per dare un consiglio.”
“Diteci, diteci, ve ne prego.”
“Voi non dovrete saperne niente. Ne discuterò con le fate. Loro conoscono la magia di Malefica, ma voi siete troppo facilmente ingannabili e potrebbe leggere i vostri ricordi, la vostra mente e sapere qualcosa che potrebbe nuocere alla principessa.”
La regina non perse tempo e uscì dalla camera, quasi correndo, seguita dal marito. Rumpelstiltskin ne approfittò per rivedere la piccola Aurora. La bimba era tutt’altro che addormentata, e non appena lo vide spalancò gli occhi chiari e aprì le manine verso di lui, agitando le mani.
“Buonasera anche a te, dearie. O forse dovrei dire buongiorno. Ma a te non importa, vero?”
Aurora gorgogliò e tese le braccia corte e paffute.
“Vuoi che ti prenda in braccio, dearie? Stanca di stare nella culla?”
La principessine si mise un ditino in bocca e lo guardò con aspettativa.
“Come Sua Maestà desidera.”
La prese e se l’alzò sopra la testa. La piccola aprì le braccia e fece un urletto di gioia, deliziata dal trovarsi per aria. Sentendo dei passi avvicinarsi, lui si affrettò nel rimetterla a posto, ma Aurora protestò.
“Su, dearie, se mi trovano a prenderti in braccio crederanno che ti voglia rapire, trasformarti in goblin o mangiarti. In effetti sei molto tenera, potrei anche farlo sai?”
Lei gli afferrò il dito e lo strinse.
“Ahi! Scherzavo, dearie. Sei permalosa come tuo padre, non c’è dubbio.”
La porta si aprì e Rumpelstiltskin si girò, aprendo le braccia come se accogliesse dei vecchi amici. Tre fate stavano davanti a lui. La prima era la più anziana, con i capelli grigi e l’abito rosso; vicino a lei stava quella vestita di verde, che aveva tentato di fare amicizia con lui alla festa e in disparte c’era la più giovane, dalla veste azzurra. Sempre esibizioniste, le fate.
“Ma buonasera, signore.”
S’inchinò e fu ricompensato da un sorriso dalla fata verde, la cui bontà si manifestava attraverso due bellissime fossette. Quella più anziana la fulminò con gli occhi e di conseguenza la terza, dopo aver preso atto del silenzioso rimprovero, avanzò di un passo e gli rivolse un sorriso smagliante.
“Buonasera, Signore Oscuro.”
Non doveva correre buon sangue tra le due fate. Lui ne fu compiaciuto.
“Lasciate stare i titoli, potete chiamarmi Rumpelstiltskin.”
“Io sono Merryweather.”
La Signorina Bontà fece un piccolo inchino.
“Io sono Fauna.”
Controvoglia, la terza fata fece un cenno del capo. Doveva essere amica per la pelle di Reul Ghorm.
“Flora. La regina ci ha detto che dovete parlarci.”
Rumpelstiltskin schioccò le dita e isolò il castello da magie estranee.
“Proprio così. Certo saprete che Malefica è più che determinata nel suo proposito di danneggiare la cara principessa.”
“Non ci dite niente di nuovo. E poi, perché dovremo fidarci di voi?”
Lui si portò una mano al petto.
“Sono ferito, davvero.”
Con sua grande sorpresa, Fauna gettò uno sguardo obliquo a Flora. Non gli aveva mica creduto?
“Vi dimostrerò che sono degno di fiducia dicendovi tutta la verità. Poco fa Malefica ha stretto un patto con me, chiedendo il mio arcolaio per far pungere Aurora il giorno del suo sedicesimo anno.”
Le tre trattennero contemporaneamente il respiro.
“Come avete potuto, essere malvagio e abietto?”
“Ma non ho promesso di aiutarla ulteriormente. Infatti, sono qui per comunicarvi come proteggere la principessa per più di sedici anni.”
Fauna sospirò, rassicurata. Flora era scettica e Merryweather sembrava soppesarlo.
“Come?”
“Portatela al sicuro. In una capanna nel bosco di questo reame. Che sia vicino: Malefica certamente la cercherà più volentieri lontano che non sotto il suo naso. Voi sarete tre contadine che hanno adottato una trovatella.”
“Ma la principessa vorrà stare con i suoi genitori!”
“La principessa non dovrà sapere la sua reale identità. Dovrà vivere nella finzione, per il suo bene.”
Calò il silenzio. La prima a parlare fu Merryweather.
“E cosa impedirà a Malefica di trovarci?”
“Lei può rintracciarvi solo se userete la magia.”
Tutte e tre si coprirono la bocca con le mani.
“Senza magia?”
“Come faremo?”
“È impossibile!”
Lui ascoltò le loro rimostranze con le mani unite davanti  a sé, paziente.
“Se preferite, posso tenerla al castello con me. Malefica non oserà fare niente lì.”
Accarezzò la testa vellutata della bambina, che tese le braccia ed emise piccole risatine.
“Lei ne sarebbe più che felice.”
Flora scattò in avanti.
“No! Lo faremo!”
Rumpelstiltskin ne fu un po’ dispiaciuto, ma chinò il capo.
“Ma certo, ma certo. Saprete anche che i nomi hanno un potere: d’ora in poi, il nome di Aurora non verrà più pronunciato. Il suo nome sarà Rosaspina.”
Merryweather, chiaramente la più pratica e obiettiva tra le sue compagne, incrociò le braccia sul petto.
“Come ci fidiamo di voi?”
“Avete mai sentito che non abbia mantenuto la mia parola?”
L’altre arricciò le labbra, poi le rilassò.
“No. Ma questo non significa niente.”
“Vi sentite più sicure stringendo un accordo?”
“Sia mai! Chiunque faccia un patto con voi poi se ne pente.”
Rumpelstiltskin fece comparire un contratto.
“Potete leggerlo e metterlo alla prova con la vostra magia.”
Tutte e tre lo lessero avidamente. Alla fine, persino Flora fu costretta a fare un cenno di approvazione.
“Non c’è niente che non vada. Qual è il vostro prezzo?”
Lui si prese il mento tra le dita, meditabondo. Poteva chiedere una bacchetta magica. Un lasciapassare nella Terra delle Nebbie. I suoi pensieri vennero interrotti da uno sbadiglio della principessa.
“Il mio prezzo è che mi permettiate di vedere la bambina, una volta al mese. Naturalmente, assumerò una forma umana. Sarò una specie di zio, prendetela come volete.”
Flora e Merryweather socchiusero gli occhi.
“E perché vorreste questo?”
“Non intendo fare del male alla piccola. Certo ricorderete che sono stato io a commutare la sua condanna a morte. No, voglio verificare che col tempo vada tutto secondo i piani. Inoltre, mi sono affezionato alla maestà qui presente.”
Tese un dito e Aurora lo afferrò, come aveva previsto.
“Lei si fida di me, vero dearie?”
La principessina gorgogliò divertita e aprì e chiuse le mani sistematicamente. Personalmente, Rumpelstiltskin aveva sempre trovato inquietante quel movimento nei bambini: sembrava si esercitassero a strangolare. Fauna lo guardava intenerita, Flora era sospettosa come sempre e Merryweather non lo stava guardando per niente, assorta nei suoi pensieri.
“Molto bene, Rumpelstiltskin. Accettiamo il patto, se questo può salvare la bambina.”
Lui rise e batté le mani, soddisfatto. Aurora ne fece un eco e Rumpelstiltskin le sorrise, deliziato.
“Stai già imparando a fare come lo zio Rum, vero tesoro?”
Flora rabbrividì e fece alcuni passi indietro.
“Vado ad avvertire il re e la regina che la loro figlia sarà al sicuro e di non cercarla. Non diremo loro che c’entriamo anche noi.”
“Un istante.”
La voce di lui era diventata fredda, proprio come quella che ci si aspetterebbe da un Signore Oscuro.
“In questi sedici anni, non usate la magia. Il giorno del sedicesimo compleanno della piccola, non perdetela di vista. Fatela addormentare con delle erbe se necessario, state sempre con lei. Se vorrà raccogliere delle bacche, andate con lei. Se andrà in paese, accompagnatela. Non avvicinatevi ad estranei. Aspettate un giorno ulteriore per rivelarle la verità e riportarla a palazzo, o tutto sarà stato vano. Mi sono spiegato?”
Le tre fate annuirono, solenni. Lui non era del tutto tranquillo: le persone pure e in buona fede erano quelle più facili da turlupinare, ma doveva accontentarsi.
Sedici anni dopo, avrebbe seppellito la testa tra le mani e avrebbe maledetto l’idiozia degli esseri fatati.
 
 
 
Angolo dell’autrice: Mi dispiace d’essere arrivata alla fine, ma ho troppi progetti di storie (su Rumpel ovviamente) che mi frullano in testa quindi era meglio finirla questa fic. Grazie a jarmione e Samirina per le recensioni, a Samirina e Ginevra Gwen White per aver messo la storia tra le preferite, a nari92 per averla inserita tra le seguite. Alla prossima storia!
P.S. potevo sopportare Flora e Fauna, ma Serenella…… proprio no, così ho tenuto l’originale inglese Merryweather. Chiedo scusa se ho causato fraintendimenti (anche se spero di no). 
  
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