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Autore: AutumnLeaves98    05/11/2012    1 recensioni
È una fanfiction principalmente incentrata su quattro ragazzi, Rose Weasley, Albus Potter, Scorpius Malfoy e Katherine Page, e il loro sesto anno ad Hogwarts.
Rose è sicura di se e conserva da parte dei geni Granger solo l'intelligenza e la lieve isteria cronica. Odia Scorpius Malfoy, ma poi si ritroverà ad essere sua amica senza neanche accorgersene. Sta con Stuart ma qualcosa con lui è destinata a rompersi.
Albus è leggermente melodrammatico ed è capace di incantare e manipolare con i suoi modi di fare e i suoi occhi verdi. Non ha mai notato Kate prima ma quando finalmente lo fa ne rimane colpito.
Scorpius è un Serpeverde, orgoglioso e con una capacità di sputare veleno che ha dell'incredibile.
Kate è una Tassorosso permalosa, che ha una propensione naturale a usare il sarcasmo, è cotta del secondogenito dei Potter, e con la sua perenne indecisione fa guai di ogni sorta senza neanche rendersene conto.
All'inizio dell'anno vengono a sapere che Hogwarts participerà al Grande Torneo di Quidditch, disputato tra otto scuole. Dovranno trasferirsi in una scuola nuova, conosceranno persone nuove, ma di mezzo c'è qualcosa di molto più grosso: un complotto.
E allora? Allora si vola in Egitto, a Saharmisr!
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Cap. 5 'TGT'
Capitolo V - Buone nuove e nuove pessime (ossia ciò che non vorresti sapere)




23 settembre 2022, 8:34
Hogwarts, Sala Grande

Tutta Hogwarts, professori e preside inclusi, era stupita dal rapporto di amicizia che era nato e che si stava sviluppando tra Rose Weasley e Scorpius Malfoy. Il più stupito, ma anche piuttosto compiaciuto, era Albus Potter. Il ragazzo non faceva altro che dire: "Sono anni che cerco di convincere quei due coglioni ad essere amici". Invece, Stuart parve molto contrariato a questa nuova svolta.
«Ma insomma! È Malfoy! Cioè la persona che hai sempre odiato perché è borioso, egocentrico e completamente ottuso!» sbottò il ragazzo durante la loro prima discussione in proposito.
Rose sbuffò e, prima che potesse rispondergli che si era sbagliata sul biondo, un aereoplanino di carta le sfrecciò tra i capelli. Se lo tolse dalla testa e lo lisciò guardandosi attorno. Lesse:

Riunione d'emergenza.
Stanza delle Necessità, ora
Teddy&Victoire.

P.S.: Solo i Potter-Weasley, nessun'altro!

Si alzò in piedi preoccupata e mollò lì Stuart senza una parola. Si diresse in fretta al settimo piano e appena entrò nella Stanza notò che era l'unica a mancare. 
«Ehi, che succede?» chiese la rossa con il fiatone. Restò sollevata a vedere tutti i suoi cugini e suo fratello bene, a ridere e scherzare. Però voleva delle spiegazioni.
«Roooose!» esclamò Dominique euforica come non mai. Chissà perché, poi. La bionda si alzò e la trascinò sul davanti al divano dove erano seduti Teddy e Vicky, quest'ultima sul bracciolo e l'altro che le stava il più vicino possibile, mano nella mano.
«Guarda cos'ha al dito mia sorella!» le ordinò con voce carica di entusiasmo, le mani sulle sue spalle. Victoire le sventolò davanti al naso la mano sinistra, al cui anulare faceva la sua bella presenza un anello di fidanzamento. Restò impalata per un momento ma in quello successivo saltellava e strillava euforica, abbracciando la cugina con tale foga che quasi caddero a terra tutte e due.
«Teeeeddy!» esclamò poi, buttandosi ad abbracciare lui, che ricambiò con un sorriso che era più esasperato che felice. Il che era tutto dire.
Restarono lì una mezz'oretta a parlare di date, luoghi, vestiti, regali, figli futuri e partite di Quidditch. Quando Lucy saltò su sbottando isterica di essere in ritardo ad Aritmanzia, tutti si agitarono e si volatilizzarono, mischiandosi tra i corridoi di Hogwarts.

Scorpius era seduto su uno degli scalini alla Guferia, ben nascosto, e si rigirava una sigaretta tra le dita. Con un sospiro se la infilò in bocca e scavò nelle tasche per recuperare quel dannato accendino. Con un gemito di disapprovazione, concluse che lo aveva dimenticato nel dormitorio. Si alzò di controvoglia e salì piano le scale, con l'intenzione di andare a spedire a sua madre la lettera che aveva scritto con tanta cura e tanto tempo per rendere tranquilla colei che l'aveva amato dalla prima volta che l'ha avuto tra le braccia. Raggiunse il proprio gufo reale, Horus, con sguardo affranto e tirò fuori la busta e qualche biscottino per tenersi buono il suscettibile uccellaccio. Si erano sempre detestati cordialmente sin dal primo momento che si erano visti. Un odio viscerale che era costato a Scorpius un sacco di graffi e lividi dall'età di dodici anni. Gli mollò un biscottino che l'odioso essere divorò in un colpo prima di mordergli dolorosamente un dito a portata di becco. Scorpius saltò su e si portò a distanza di sicurezza con il dito sanguinante in bocca.
Stronzo di un pennuto!
Il Serpeverde sporse un po' la busta, stando attendo ad avere le dita sul bordo in modo che l'infame non potesse arrivare a lui. Horus L'Infame Pennuto la afferrò malamente e lanciandogli un'occhiataccia volò via. Scorpius borbottò qualcosa di sconnesso e volgare prima di girarsi e sparire in fretta da quel luogo pieno di cacche di stupidi volatili. Il ragazzo si diresse di corsa alla biblioteca e, quando si rese conto di essere in ritardo come suo solito, si preparò alla ramanzina da mammina in piena crisi da 'quei giorni del mese'. Oltrepassò l'uscio della biblioteca con faccia scocciata e si sedette con un tonfo da infarto. Albus gli mollò un ceffone sulla nuca e si rimise a studiare senza una parola.
E io che mi aspettavo una partaccia di quelle...
Zac lo ignorò e Marcus gli fece un cenno con la mano senza neanche alzare il viso.
«Che si studia?» chiese ancora più irritato di prima.
Mi ci vuole una sigaretta, dannazione.
Il suo migliore amico si limitò ad un'occhiataccia, suo cugino continuò ad ignorarlo mentre Marcus alzò appena il libro per fargli vedere il titolo. Aritmanzia. Stavano studiando Aritmanzia.
Oh merda.
Emise uno sbuffo ben poco elegante e sbatté la testa contro il tavolo. La bibliotecaria, Roll gli sembrava si chiamasse, gli lanciò un'occhiata inceneritrice prima di tornare a mettere in ordine alfabetico lo schedario dei prelievi. Appena fu sicuro che non lo guardasse sventolò il dito medio nella sua direzione.
«Smettila di fare il coglione e studia» sbottò Potterino a cui fu risparmiato lo sguardo incazzato della Roll (o era Sroll?).
Stupidi favoritismi e stupide vecchiaccie con la fissa dei libri!
Ignorando l'ordine ben preciso, gli fece il verso e continuò ad agitare il dito in modo parecchio infantile, facendogli anche la linguaccia.
«Bene. La prossima volta che vedrò Astoria, allora, le dirò che suo figlio è un ritardato...» sibilò Occhi-Da-Cebiatta-In-Calore. Lo ignorò e afferrò la pergamena per poi sporgersi verso Zac e tentare di copiare. Tentare, esatto, perché il cugino si scansò abilmente e nascose il compito con un braccio.
«Che cugino traditore! Scommetto che Is mi avrebbe fatto copiare» gli disse con tono falsamente ferito e Zacharias storse la bocca a sentir nominare il fratello gemello.
«Sì, ma soltanto perché gli avresti fatto pena. Oppure perché lo avresti appeso in testa in giù dal terzo piano come l'ultima volta...» ribatté allora con una smorfia il Serpeverde. Scorpius afferrò il primo libro che vide e si mise a sfogliarlo a caso, cercando di capire qualcosa in tutta quella sequela scomposta di numeri. Marcus arrotolò la propria pergamena dopo averla riletta attentamente e la passò all'amico biondo, che lo guardò stupito e poi sorrise prendendola.
«Ah, se solo fossi gay anch'io! Di certo mi innamorerei di te» scherzò e l'altro fece finta di arrossire rispondendo con un ghigno: «Così mi lusinghi».
Scorpius copiò in fretta e, non avendo capito nulla di quello che aveva scritto, decise che avrebbe lasciato Aritmanzia al più presto. Era passata circa un'oretta quando Al saltò su violentemente e guardò fuori dalla porta della biblioteca confuso, per poi alzarsi senza parlare o prendere nulla e correndo via.
«Ma... È impazzito?» borbottò Marcus.
Intanto Albus correva a perdifiato cercando di raggiungere una persona e quando inciampò rovinando a terra sentì qualcuno ridere. Almeno aveva finalmente attirato la sua attenzione.
Insensibiloni... Ridono quando un compagno è a terra!
«Al! Ma che... Stai bene?»
Il ragazzo sorrise e si sedette con una mano intorno alla caviglia, che gli faceva un male cane essendoci praticamente cascato sopra. Involontariamente fece una smorfia di dolore e la ragazza che lui aveva rincorso si inginocchiò al suo fianco con aria preoccupata.
«Ti sei fatto male? Sei completamente impazzito per caso? Perché correvi? Non sai che non si corre nei corridoi? Allora, ti sei fatto male sì o no?». Kate sparò le domande una dietro l'altra, senza curarsi che lui rispondesse, e sembrava isterica.
«Stai tranquilla, non è nulla...» la rassicurò senza sforzo, cercando di alzarsi e fallendo miseramente. Katherine sbuffò, si alzò e se ne andò lasciandolo lì con un espressione perplessa sul viso. Raccogliendo tutte le sue forze, si alzò su una gamba e la seguì zoppicando.
«Chi ti ha detto di seguirmi?» sbottò la ragazza non guardando dietro dov'era lui. Il Serpeverde la guardò stranito e le prese la mano cercando un equilibrio che non possedeva. Quasi le cadde addosso, infatti.
«Cosa vuoi, Albus?» chiese la ragazza ritirando la mano come se si fosse scottata. L'altro si poggiò contro il muro e la caviglia era più dolorante che mai.
«Sono giorni che mi eviti. E non abbiamo ancora parlato di quello che è successo nel parco!» rispose con rabbia Al, cercando di farle capire che dovevano assolutamente parlarne. Ne andava della sua salute mentale.
«Io non ti evito. E... Perché, cos'è successo nel parco? Niente. Non è successo assolutamente niente, no?» chiocciò Kate agitando le mani per aria, inutilmente intestardita a non voler dire niente di compromettente o a fare confessioni amorose proprio nel periodo in cui doveva prendere una decisione.
Sì, è decisamente isterica. pensò il Serpeverde guardando lo sguardo dell'altra vagare lì intorno cercando una via di fuga. Albus la prese per le spalle per assicurarsi che non scappasse e le puntò gli occhi addosso. Katherine arrossì e respirò pesantemente con il capo chino.
«Non ho niente da dirti. Non è successo nulla di importante al parco. E questo è tutto. Puoi anche lasciarmi andare» mormorò con gli occhi chiusi e quando sentì la presa di Al allentarsi e poi sparire provò solo un'immensa tristezza e una gran voglia di darsi della stupida. Katherine udì i passi affrettati del ragazzo e si sforzò di ingoiare il groppo che aveva in gola. Non doveva piangere.
Ci manca solo questo. Che mi metta a frignare come una povera idiota. pensò cercando di sviare l'ovvietà, cioè che lei era davvero una povera idiota.




24 settembre 2022, 19:11
Intorno alle cucine

Sebastian si stava per sedere accanto alle botti accatastate contro il muro quando la seconda dal basso si aprì per lasciar passare proprio la ragazza che voleva aspettare e che, appena lo vide, sbarrò gli occhi cercò di tornarsene nella botte. Però il ragazzo le chiuse l'accesso alla Sala Comune dei Tassorosso con una mano e con l'altra le alzò il viso per poterla guardare bene negli occhi.
«Allora? Ti ho dato cinque giorni di tempo. Adesso voglio una risposta» disse perentorio, con un malcelato senso di nausea. La ragazza si morse l'interno della guancia e si diede un paio di secondi prima di parlare.
«Puoi darmi ancora qualche minuto. Solo per ponderare al meglio la situazione» soffiò al limite della sopportazione. Era così stressata, con lo studio accumulato, i pensieri soffocanti e le scelte da prendere.
Non posso scegliere alla cieca. Devo calmarmi e pensare. Non sono affatto sotto torchio e non devo sentirmi oppressa. Va tutto bene. Sì, come no...
Sebastian rimase un attimo immobile e senza espressione, poi sospirò e le accarezzò una guancia. Quel gesto fece sobbalzare Katherine, che lo guardò rossa d'imbarazzo.
«Non devi sentirti obbligata» sussurrò il ragazzo cercando di farle capire che lui non voleva soltanto un semplice appuntamento ma un occasione. L'occasione.
«Io... Non è che... Insomma...» balbettò in modo sconnesso l'altra «D-d'accordo»
«Eh?» se ne uscì in modo piuttosto stupido il Grifondoro, spaesato. «Sei d'accordo che non sei obbligata o... l'altra cosa?»
«L-l'altra cosa» disse con una vocina piccola piccola. Sebastian boccheggiò e poi sorrise a tratti incerto.
Non... Non sta dicendo sul serio. Ho... Ho sentito male, sicuramente.
«Sto dicendo sul serio. Questo sabato andremo ad Hogsmeade insieme. Da soli. È una promessa» disse guardandosi le scarpe. Sebastian sentì il cuore scalpitare frenetico e stava per abbracciare Kate e baciarla e... e... e tutto, quando la ragazza guardò l'ora e sbuffò irritata.
«Devo andare. Rose ed Helena mi aspettano» lo informò la Tassorosso e lui non seppe cosa fare.
«Ok. Allora...» lasciò in sospeso cercando di connettere bocca e cervello.
«Ci vediamo» completò Katherine, sgusciando via imbarazzata. Aveva preso una scelta. E non poteva cambiarla. Camminò come in trance, pensando a ben altro che alla sua destinazione e così si ritrovò al settimo piano mentre invece doveva andare al parco.
Sono messa male. pensò, rendendosi conto che ormai non sapeva più nemmeno orientarsi nel castello che considerava una seconda casa. E tutto perché ho accettato di andare ad un appuntamento con uno dei miei migliori amici. Ah. Chissà che succederebbe se Albus mi chiedesse di uscire. Mi ritroverei come minimo in Giappone.
Arrivò a destinazione con un ritardo mostruoso ed infatti non si sorprese quando Rose iniziò una filippica contro i ritardatari. Intanto, Helena e Muse la guardavano stranite e lei s'incuriosì. Poi Helena prese a zittire la rossa e Kate sospirò con la fronte aggrottata, notando che Muse continuava a fissarla.
Che c'è? Ho qualcosa in faccia? si chiese e rivolse a Muse una timida domanda. Lei e la bionda non avevano un rapporto molto intimo però Katherine le voleva bene comunque. Muse sorrise cauta e le si avvicinò, parlando a bassa voce in modo educato e un po' formale.
«Per caso ti è successo qualcosa di brutto?»
Kate storse la bocca e sospirò, titubante. Non era in grado di dirlo ad alta voce, sarebbe stata difficile e imbarazzante; quindi restò qualche secondo di troppo in silenzio prima di rispondere così che Muse interpretò male e disse in fretta: «Se non vuoi, non dirmelo, eh. Non vorrei forzarti a fare ciò che non vuoi». Kate scosse la testa con un altro sospiro e parlò all'istante per non dar adito ad altri fraintendimenti.
«No, non è questo. È che...» si interruppe, non sapendo bene cosa dire.
«È difficile dirlo?» suggerì Helena, che sì, aveva origliato ponendo fine alla partaccia contro Rose. La Tassorosso annuì guardandola e poi pensò a come spiegarsi al meglio, con l'attenzione delle ragazze su di lei. Però, tra i tanti possibili discorsi che le affollavano la testa incasinata, scelse un'unica e risolutiva frase.
«Andrò ad Hogsmeade con Sebastian»
«Per un appuntamento?» chiese Rose con gli occhi che le brillavano. Sapendo doveva voleva andare a parare, Katherine le rispose in modo sarcastico e distaccato, in modo che l'altra capisse che non era il momento per certi discorsi.
«No, Rose. Andiamo ad Hogsmeade per rubare piume da Scrivenshaft». Poi, quasi ringhiando come un cane rabbioso, aggiunse aggressiva: «Guai a te se dici quello tre odiose paroline.»
«Io te l'avevo detto. E non accusarmi di niente perché sono quattro le paroline che ho detto» gongolò la rossa, che da parecchio tempo aveva la forte convinzione che Sebastian provasse qualcosa per la sua amica.
E non a torto, per sfortuna. Che cosa irritante!
Kate, che non a caso era finita a Tassorosso (in cui regnavano pazienza, lealtà e laboriosità), frenò la lingua e le mani, che volevano stringersi attorno al collo dell'amica. O perlomeno schiaffeggiarle un braccio.
«È talmente ovvio! Me ne sono resa conto subito. Perché io, al contrario di te, un cervello funzionante ce l'ho e-»
«Basta, Rose! Ci stai triturando le palle! Chiudi il becco» sbottò Helena guardando di sottecchi Katherine, che non sembrava stare troppo bene. Aveva uno strano sguardo, accompagnato con un innaturale colorito pallido e le mani che si torturavano a vicenda.
«Ditemelo, avanti...» bisbigliò la Tassorosso chinando il capo.
«C-cosa?» balbettò Rose confusa scambiando un'occhiata perplessa con Helena, che scosse la testa non sapendo a che si riferisse la loro amica.
«Che non la più minima idea di quello che sto facendo» grugnì a disagio, sempre con gli occhi rivolti al basso. Muse fece un espressione contrita e le avvolse le spalle con un braccio, per infonderle un po' di affetto. Non era molto brava nei contatti fisici, Muse, perché era sempre un poco rigida, ma Kate non si lamentò. Le rivolse uno sguardo grato e si lasciò abbracciare, anzi, stritolare anche da Helena e Rose. Quest'ultima, che era a corto di fiato perché l'ammucchiata che avevano fatto non le permetteva di rilasciare aria dai polmoni, ansimò ridacchiando: «Che belli gli abbracci di gruppo, eh?»
Passarono il pomeriggio a scherzare come solo un gruppo di adolescenti sa fare, prima che venisse l'ora di cena, che Katherine saltava da tre o quattro sere per motivi a loro oscuri. Quindi, la trascinarono in Sala Grande e la fecero sedere al tavolo dei Grifondoro per non perderla d'occhio. Rose continuò a spiattellare barzellette Babbane squallide e vecchie quanto il mondo per tutta la sera, facendo irritare Helena e provocando un leggero sorriso in Muse. Venne, però, il momento di separarsi, perché Kate doveva parlare a Donald di non si sa quale ragazza con cui lui aveva un appuntamento. Quindi, la Tassorosso sparì per la strada che porta alle cucine, mentre la rossa si diresse con passo di marcia verso un gruppetto di Serpeverde appostato vicino all'entrata per i sotterranei.
«Albus. Dobbiamo parlare, muovi il sederino» disse con un tono che non ammetteva repliche e il secondogenito Potter la guardò esasperato prima di salutare brevemente i suoi amici e seguirla. Si fermarono di fronte alle scale nella Sala d'Ingresso.
«Qualunque cosa sia successa, io non centr-» cominciò il ragazzo, interrotto subito da una gesto della mano di sua cugina. Alzò gli occhi al cielo e si preparò al discorso che ne seguì, sputato alla velocità della luce dalla bocca di Rose.
«So benissimo che Kate ti piace. Lei è la mia migliore amica e tu sei il mio cuginetto con gli occhi da cerbiatta, quindi è normale che vi conosca meglio di voi stessi. Ho un mucchio di esempi per confermare la veridicità di ciò che ho detto, ma non abbiamo tempo. Sono stanca e non voglio sprecare il mio preziosissimo fiato. Ci ho pensato tutto il pomeriggio e... beh, ho deciso che starò dalla tua parte. Non alla luce del giorno, però lo sarò lo stesso. Perciò, adesso ti darò un consiglio. Non lo ripeterò due volte, quindi stammi bene a sentire. O muovi le chiappe e fai qualcosa o te la lasci soffiare da sotto il naso. Non credo che dovrei essere io a dirtelo ma... Sebastian le ha chiesto di uscire. Indovina quale risposta gli ha dato? Ti consiglierei di non fare scenate e di rimanere il solito Serpeverde di ghiaccio. Fai qualcosa. Qualcosa che... Che non si noti e, per favore, che non sia un'azione estremamente stupida. Perché se lei soffre te la vedrai con me. Katherine sa prendere le decisioni sbagliate più di quanto sappia prendere quelle giuste, ma se vuole uscire con Baston, lo farà, e se vuole stare con lui -possibilità alquanto remota ed improbabile, ma pur sempre una possibilità- farà anche questo. Capita la manfrina?». Durante il tutto si era fermata solo per riprendere fiato, cosa che aveva sicuramente imparato da sua madre. Era stato uno spettacolo leggermente inquietante, come sempre quando Rose faceva qualcosa che l'associava inevitabilmente ad Hermione Granger in Weasley. Con un sospiro, la ragazza raddrizzò per bene le spalle e gli rivolse la schiena, iniziando a camminare verso la grande scalinata e lasciandolo lì a riflettere su quanto c'era da fare. Aveva bisogno di un amico, di uno di quelli che erano bravi con le parole. Le gambe gli si mossero come se fosse un automa e in cinque minuti era arrivato a passo di corsa al muro freddo e compatto che era l'entrata della sua Sala Comune. Entrò in fretta e si guardò intorno, notando il piccolo Dominic Tanner che leggeva rintanato nell'angolino più isolato della stanza. Non era di lui che aveva bisogno, però.
Ha solo undici anni. Che vuoi che ne capisca di ragazze!
Serrò la mascella pensando a Baston e Kate che andavano in giro per i corridoi mano nella mano lanciandosi sguardi languidi, poi, disgustato, scosse la testa come per scacciare quei pensieri molesti. Con uno strano verso arrabbiato, entrò nel dormitorio del sesto anno, pronto a prendere a testate il cuscino. Quando vide un ragazzo dalla pelle scura disteso sul proprio letto emise uno sbuffo sollevato, poi si sedette sul letto di fronte a quello dell'altro e rimase a guardarlo. Zacharias sollevò aristocraticamente un sopracciglio e con voce lenta gli chiese: «Perché mi fissi come l'ebete che sei?».
«Ho bisogno della tua maestria con le ragazze. E di un amico, ma questo dettaglio è irrilevante» borbottò Al, mangiandosi letteralmente il labbro inferiore e mettendosi comodo sul materasso. Zac disse soltanto: «Spiegati» e poi rimase disteso con le mani intrecciate dietro la nuca ad ascoltare il breve racconto di Albus.
«Allora?» gli chiese quest'ultimo quando ebbe finito.
«Allora... Beh, direi che allora ci serve un piano».


Buonsalve!
Vorrei ringraziare Raven_181 e lizzybanny per aver messo la storia nelle seguite, Giulia_Pizzol per averla messa nelle preferite e MoganoThestral7629 per averla seguita e recensita. Vi voglio bene, sappiatelo.
Ok, adesso passiamo alle note vere e proprie.
I nostri cari Teddy e Victoire si sposano, ma questa non è che è la notizia più importante, ma vabbeh. Subito dopo avete avuto un assaggio del quartetto di Serpeverde più amato al mondo.
E poi... *rullo di tamburi*
Ebbene sì, signori e signore, Zac Zabini ha un gemello. E se volete saperne di più, prima o poi avrete un capitolo con la famiglia Zabini completa. ;-D
Dopo ci sono Al, Kate, Sebastian e cose varie, con un approfondimento di Muse in uno degli ultimi paragrafi.
Sinceramente, ve lo ri-chiedo: con chi preferite stia Kate? Con Albus o con Sebastian?
Detto questo, vi saluto.
  
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