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Autore: HidanJashinist    05/11/2012    2 recensioni
Una sera fantasticavo e mi sono immaginata l'Akatsuki a casa mia! Mi è venuta l'ispirazione e così ho cominciato a scrivere! Il primo capitolo parla dell'arrivo del mio preferito che sicuramente avrete già capito xD Spero vi piaccia: è la mia prima FanFiction
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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"Andre..." Sentii il mio nome ma non ci feci caso.“Andrew…” Questa volta non feci finta di niente. Borbottai: “Non rompere…” Non sapevo chi mi stesse chiamando,ma non me ne importava: nessuno,al di fuori di mia madre e della sveglia,può rovinarmi il sonno. Ero così comoda a pancia in giù,nel calduccio del mio letto e nemmeno l’Apocalisse mi avrebbe fatto alzare! Qualcuno mi tirò un ciuffo di capelli della nuca,mi alzai di scatto e sbottai incacchiata nera: “Che cazzo c’è!?!?! Vorrei continuare a godermi le mie poche ore di sonno!” Il qualcuno cadde all’indietro sul letto per colpa del mio scatto. Rispose alzandosi: “Per Jashin! Giuro che non ti sveglierò mai più… Mi hai fatto venire un colpo rispondendo in quel modo!” Presi la sveglia che per fortuna aveva le lancette fosforescenti e guardai l’orario: 5:00. Mi girai e domandai: “Cosa c’è di così urgente da svegliarmi alle cinque del mattino? Sai bene che mi dovrei alzare tra un’ora e sicuramente non riuscirò a riaddormentarmi.” Hidan non rispose subito,lasciando una breve pausa di silenzio,poi mi rispose abbassando la voce: “Volevo parlarti della faccenda di ieri…” Mi sentii una merda: gli avevo risposto male,solo perché mi voleva parlare e mi aveva svegliato. Mi scusai: “Perdonami Hidan,la mattina sono intrattabile. Dimmi tutto.” Si spostò nel buio,forse si stava sedendo meglio,cominciò: “Mi voglio scusare per come mi sono comportato ieri e voglio dirti chi sono davvero.” Lo rassicurai: “Ti ho già perdonato… Per me è impossibile tenerti il muso…” Non rispose alla mia affermazione e continuò: “Da quando Nara mi ha imprigionato là dentro,ho avuto molto tempo per riflettere su me stesso in attesa che accadesse qualcosa… E sono cambiato,sono diventato più prudente,attento e più maturo… Ma alcune cose in me non sono cambiate e quello che è accaduto ieri ne è un esempio…” Non sapevo cosa rispondere: ero profondamente colpita e il sentimento per l’akatsukiano divenne più forte. Decisi di chiarirgli per filo e per segno quello che pensavo: “Ascoltami bene,non me ne frega niente di quello che è successo ieri. Ho notato che c’è qualcosa di diverso nel tuo modo di fare e questo mi rende orgogliosa di te: hai dimostrato che non sei uno stupido e che puoi migliorare! Anche se per me sei perfetto così come sei…” Hidan prese il mio cellulare dal comodino e lo sbloccò per fare luce,lo girò e illuminò il mio volto mezzo coperto dalla frangia, con la mano libera la spostò e mi guardò negli occhi. Voleva capire se ero seria? Non sapevo che sguardo avevo,probabilmente sembravo una statua,dato che era così che mi sentivo. Vidi l’ombra di un sorriso sul suo volto: “Grazie… Non avevo mai sentito un discorso del genere su di me…” Gli misi una mano sulla fronte e la feci scorrere verso l’alto,tirandogli indietro i capelli e ricambiai il suo sorriso. Scherzai: “Ora che ti sei “confessato” mi lascerai dormire?” Rise piano per non svegliare Kakuzu,anche se né io né Hidan sapevamo se ci aveva ascoltati tutto il tempo o se dormisse, e mi rispose: “Sì,ti lascerò dormire… Posso rimanere qua?” Spostai la trapunta e mi schiacciai contro la parete per fargli spazio: “Sì,ma quando la sveglia suonerà,dovrai alzarti.” Hidan fece un sorriso e si intrufolò sotto la coperta,mise il blocco al cellulare e lo appoggiò sul comodino. Si sistemò e appoggiò la testa sul cuscino,dandomi le spalle. Sentii il suo profumo e richiusi gli occhi.

La sveglia suonò ma Hidan non la spense: dormiva beato schiacciandomi contro la parete con la schiena. Mi mancava un po’ l’aria e avevo caldo per colpa del suo calore corporeo. Lo spinsi con le mani,ma invece di svegliarsi,si girò e mi abbracciò come se fossi un peluche. Ora sì che mi mancava l’aria! Annaspai in cerca di ossigeno e gli tirai un calcio alla gamba,sperando che si svegliasse,ma fece solo una smorfia infastidita. Decisi di giocare la mia ultima carta: Kakuzu. Lo chiamai: “Kakuzu! Sveglia l’Orso Abbracciatutti che mi sta stritolando! Ah e per favore,spegni quella stupida sveglia…” Nella penombra vidi che non si mosse,ma utilizzò i suoi filamenti per spegnere la sveglia,mi chiese: “Che cos’è un Orso Abbracciatutti?” Ridacchiai pensando a Kakuzu che si guardava una puntata di Colorado e risposi: “E’ un tizio vestito da orso rosa che abbraccia tutti quelli che incontra…” Mi chiese stupito: “Perché? Hidan si è travestito da orso rosa?” Mi misi a ridere ma me ne pentii,perché Hidan strinse di più la presa sentendomi muovere, risposi implorante: “Ti prego Kakuzu,sveglia Hidan! Rischio di crepare per mancanza d’ossigeno!” Kakuzu si alzò e tirò una sberla sonora sulla testa di Hidan,il poveretto saltò per aria e cadde dal letto,rimanendo col sedere sul pavimento. Si massaggiò la testa e sibilò: “Che ho fatto brutto stronzo? Che bisogna c’era di prendermi a sberle??” Kakuzu lo ignorò e accese la luce. Strizzai gli occhi per abituarmi e risposi al posto di Kakuzu: “Gli ho chiesto io di svegliarti,ma non immaginavo che lo avrebbe fatto così.” Hidan si rialzò e chiese: “Non potevi svegliarmi te?” Sbuffai: “C’ho provato,t’ho pure dato un calcio,ma hai continuato a dormire stritolandomi con le braccia!” Hidan arrossì: “Stai dicendo che ti stavo abbracciando?” Annuii e lui non aggiunse altro. Kakuzu ci prese in giro: “Invece di parlare di abbracci e schifezze varie,guardate un po’ chi c’è sul pavimento…” Sia io che Hidan guardammo in direzione del tappeto e mi portai le mani sulla faccia,mugolando: “No no no… Ma perché lui?!? Dannazione,potrebbe farmi saltare in aria la casa!” Proprio così,il famoso dinamitardo biondo era rannicchiato sul tappeto e non dava segno di volersi riprendere. Mi alzai e andai ad osservarlo da vicino: sembrava addirittura innocuo mentre era incosciente. Lo scossi leggermente per svegliarlo. Aprì gli occhi azzurro pallido e urlò: “Chi sei tu,un???” Per la prima volta potei sentire con le mie orecchie il famoso “un” e risposi tranquilla: “Benvenuto a casa mia,Deidara. Stai calmo,oltre a te qui ci sono Hidan e Kakuzu,fammi il piacere di non far saltare in aria niente…” Deidara mi fissò sbalordito e quando aprì bocca per dire qualcosa,sapevo già cosa avesse voluto chiedermi e lo anticipai: “Mi chiamo Andrea e no,non sei più nel Mondo dei Ninja. So il tuo nome perchè lo so e non ho voglia di spiegarlo una terza volta anche a te…” Deidara richiuse la bocca e mi guardò seccato,poi rivolse lo sguardo a Hidan e a Kakuzu: “Ciao Zombie Konbi… Sarete voi a darmi spiegazioni,un?” Hidan alzò le braccia ed esclamò: “Io me ne lavo le mani! Non ho voglia di spiegare tutto il poema!” Tutti ci girammo verso Kakuzu che era appoggiato alla parete,lui ci ricambiò lo sguardo e sbuffò: “Sì sì va bene… Però voglio 15 euro per il servizio!” Lo fulminai con lo sguardo e ribattei: “Facciamo 3 e siamo a posto.” Kakuzu sogghignò: “Stai cercando di contrattare con me? Hai scelto il Nukenin sbagliato! Pretendo 13 euro.” Sbarrai gli occhi e poi sorrisi malignamente: “E tu hai davanti la Kunoichi più testarda del pianeta! Facciamo 6 e non parliamone più!” Kakuzu socchiuse gli occhi: “10,è la mia ultima offerta!” Volevo vincere questa discussione a tutti i costi e ci sarei riuscita! Sbottai: “7 euro!” Kakuzu sbuffò: “10. E sono irremovibile…” Deidara e Hidan ci guardavano mentre continuavamo a discutere e alla fine Hidan ci interruppe: “Piantatela… La racconterò io ‘sta storia a Deidara,così la facciamo finita.” Ci bloccammo e io rimasi piacevolmente sorpresa dal gesto di Hidan,mentre Kakuzu fece una specie di broncio e se ne andò verso la cucina ancora deserta. Hidan cominciò a spiegare tutta la storia a Deidara e io ne approfittai per andare a prepararmi. Quel giorno avevo voglia di “farmi bella” così dopo essermi lavata i denti,mi pettinai i capelli e col gel spostai la frangia a sinistra in modo che mi si vedesse in faccia,poi mi passai la matita nera sotto gli occhi e misi un rossetto bronzeo al profumo di ciliegia. Mi guardai allo specchio e sistemai una sbavatura,perfetto. Ritornai in camera e chiesi: “Ora sai tutto DeiDei-kun?” Il biondo annuì e così ringraziai Hidan: “Grazie Hidan per avere interrotto la discussione,se no a quest’ora saremmo ancora lì a parlare di prezzi.” Hidan non mi rispose e mi fissava,lo guardai alzando un sopracciglio: “Stai bene Hidan?” Lui si alzò e si avvicinò a me: “Che hai fatto?” Lo guardai perplessa: “Non ho fatto niente Hidan,sono solo andata a prepararmi.” Mi prese per un polso e mi trascinò verso lo specchio che c’era in corridoio,indicò il mio riflesso e ripetè la domanda: “Che hai fatto?” Lo guardai come se si fosse totalmente rimbambito e gli risposi: “Ho messo un filo di trucco e mi sono spostata la frangia,che c’è di male?” Prese il mio mento tra il pollice e l’indice e rispose: “Non sembri più tu…” Ribattei un po’ imbarazzata: “Avevi detto che ti piaceva il colore dei miei occhi… Ora che li ho resi ben visibili non ti piacciono?”  Scosse la testa e sussurrò al mio orecchio: “Mi piacciono talmente che voglio vederli solo io…” Divenni bordeaux e pensai che mi sarei sciolta da un momento all’altro: non avevo mai ricevuto un complimento del genere,perlomeno non da un ragazzo (alcune compagne mi dicevano che invidiavano i miei occhi e facevano complimenti,ma non le ho mai prese sul serio). Cercai di guardarlo negli occhi e chiesi: “Mi prendi in giro?” Sorrise e scosse la testa: “Mai stato più serio in vita mia…” Arrossii ulteriormente e ringraziai: “Grazie Hidan… Sei stato molto carino.” Gli presi delicatamente le dita con cui mi teneva e le spostai per potermene andare in camera per presentarmi meglio a Deidara,il jashinista mi seguì e si sedette sul letto. Deidara era seduto al contrario sulla sedia della scrivania e soffiava sotto il ciuffo che gli copriva l’occhio,facendolo sollevare e abbassare in un gesto ripetitivo. Mi avvicinai e gli porsi una mano: “Scusa per prima. Come già sai,mi chiamo Andrea,ma puoi chiamarmi anche Andrew o Andre.” Il biondo allungò la sua e strinse la mia. Sentii con orrore che qualcosa mi aveva inumidito la mano,Deidara socchiuse gli occhi e commentò: “Mmmh,sai di fragola,un.” Ritrassi la mano disgustata e la strofinai contro la spalla di Hidan,che fece una smorfia: “Ma che schifo! Santo Jashin ma devi proprio pulirti su di me!?!” Io risi e poi ripresi Deidara: “C’era bisogno di leccarmi la mano?” L’artista fece spallucce: “Eh scusa… Volevo sapere che sapore avessi…” Lo guardai e risposi: “Ehm… Ok… Vado a lavarmi le mani…” Deidara sghignazzò e sentii Hidan che gli diceva qualcosa. Ci riunimmo in cucina e aspettammo l’arrivo di mia madre per poter andare a prendere il pullman. Sentimmo un rumore e i 3 sparirono alla vista. Mia madre si affacciò in cucina e si preparò un caffè,poi mi salutò dandomi un bacio in testa: “Ciao.” Ricambiai il saluto e andai a prendermi le Converse e il giubbotto.

Alla fermata del bus,tremavo di freddo,erano le 7:00 e il pullman sarebbe arrivato dopo un quarto d’ora,sbuffando feci una grossa nuvola di vapore e Deidara la guardò dissolversi lentamente nell’aria. In 4 occupavamo tutta la panchina e io mi stringevo in mezzo a Deidara e Hidan per potermi riscaldare,Hidan notò che avevo freddo e appoggiò un braccio sulle mie spalle,gli feci uno sguardo di gratitudine e mi soffiai sulle mani per riscaldarle. Deidara commentò: “Se facessi esplodere un po’ di argilla farebbe meno freddo…” Io,Hidan e Kakuzu ci girammo all’unisono verso Deidara che alzò le braccia in segno di resa: “State tranquilli,un!! Non farò esplodere nulla,uffa,un…” Poi si guardò le mani e mi chiese: “Perché mi hai fatto mettere per forza i guanti,un?” Gli avevo fatto indossare i miei guanti di lana nera senza dita,per ovvie ragioni che gli spiegai: “Non è molto normale che tu abbia 2 bocche sulle mani… Non trovi?” Sbottò offeso: “No che non trovo! Non hanno nulla di strano,un! Sono loro insieme al mio genio a dar vita all’arte,un!!” Alzai gli occhi al cielo e ribattei: “Mettila così: almeno le tue creatrici d’arte non prenderanno freddo…” Mi fece una smorfia e non rispose. Finalmente il bus arrivò e le porte si aprirono col classico cigolio,entrai e passai 4 biglietti nella macchinetta poi mi sedetti al posto a 4 e stavolta eravamo al completo. Io e Hidan stavamo nei posti che erano rivolti verso il dietro del pullman,mentre Kakuzu e Deidara stavano nei posti rivolti verso il davanti. Il nostro gruppo era osservato da metà pullman ed era strano avere addosso tutti quegli occhi,per distrarmi proposi a Hidan di ascoltare un po’ di musica e lui accettò di buon grado. Accesi l’MP3 mentre lui si metteva l’auricolare e scelsi She Will Be Loved dei Maroon 5,Hidan mi guardò e chiese: “Come mai questa così malinconica?” Risposi: “Così… Mi piace,ma se vuoi cambio musica e metto qualcosa di più energico.” Hidan non disse niente,ma cambiai comunque e ne misi un’altra: Moves Like Jagger. Hidan chiuse gli occhi e si rilassò sul sedile mentre si perdeva nel ritmo,notai che ondeggiava un po’ la testa e sorrisi. Guardai Kakuzu e Deidara per sapere cosa stessero facendo: DeiDei guardava fuori dal finestrino,mentre Kakuzu fissava l’MP3. Mi tolsi l’auricolare e glielo porsi,lo prese in mano,mi guardò e poi se lo mise nell’orecchio,notai dal display che la canzone era finita così ne scelsi un’altra di un genere totalmente diverso: Whispers in the dark degli Skillet. Hidan aprì gli occhi e mi guardò stupito: “Che cambiamento… Non hai un gusto in particolare per la musica?” Risposi scuotendo la testa: “Quel che mi piace lo prendo,non sto a guardare il genere.” Sorrise e tornò ad ascoltare la musica. Guardai Deidara che era perso nei suoi pensieri nell’osservare il forte fiume che scorreva impetuoso nel paesaggio montano che costeggiava la strada e gli chiesi: “Ti piace guardare fuori,Deidara?” Si girò e rispose: “Sì… E’ un bel posto,un.” Sorrisi: a me non diceva nulla,ma forse perché l’avrò visto così tante volte che oramai non ci facevo più caso. Pensai al programma della giornata e il mio pensiero corse subito alla serata: avevo una sorpresa per i 3 akatsukiani. Arrivammo al parcheggio e scendemmo uno dopo l’altro,mi accorsi di non avere la cartella e il bus era già ripartito,esclamai: “Oh merda!!! LO ZAINO!!!” Nessuno dei 3 disse nulla,ma cominciarono a ridere e Kakuzu mi fece ondeggiare lo zaino davanti: “Che baka,meno male che ci sono io.” Gli presi lo zaino e sbuffai: “Grazie nonno Kakuzu…” Sorrise soddisfatto e non resistetti,lo presi per mano,in un momento di dolcezza inaspettata, e con l’altra presi quella di Hidan,sembravamo un allegra famigliola più che un gruppo di fuori di testa ed entrambi mi guardarono confusi,spiegai: “In questi 2 giorni e mezzo,sono stata molto bene insieme a voi… Spero che non dobbiate più tornare indietro. Kakuzu,ti vedo come un nonno e il mio affetto per te è come tale.” Kakuzu rimase interdetto e mi sentii come una bambina,invece che una liceale in piena adolescenza, ma quando mi girai verso Hidan, ripresi di colpo tutti i miei anni,perché il mio sentimento per lui,non era semplice affetto,era qualcosa di più forte che il solo pensarlo mi metteva disagio: sono sempre stata timida e non ho mai avuto il coraggio di dichiararmi a nessuno,figuriamoci con uno che era fuori dal comune come Hidan! Deidara interruppe il mio ragionamento e chiese: “Se per te Kuzu è un nonno,allora io cosa sono?” Deidara? Ho sempre pensato che sarebbe stato un cugino o un fratello perfetto,lo guardai: “Ti vedrei bene come fratello o cugino…” Deidara fece un sorriso e urlò nel mezzo della strada: “KATSU!” Tutti i presenti si girarono e io mi coprii la faccia con la mano. Pensai: *Non è possibile…* Deidara si fregò altamente degli sguardi e tirò fuori un ragnetto d’argilla che poi fece esplodere per davvero. Impallidii e gli bloccai le braccia: “Sei impazzito!?!?” Deidara rise: “Ahaha,suvvia,un. Cosa vuoi che faccia un innocuo C1?” Lo trascinai verso la scuola,seguita da Hidan e da Kakuzu.

-5 ore e mezza dopo

Il ritorno a casa fu tranquillo e Deidara non aveva fatto disastri a scuola grazie a Hidan e a Kakuzu che lo avevano tenuto d’occhio in mia assenza. Sospirai felice: avrei avuto 2 giorni di vacanza grazie alla festa dei Morti e quella dei Santi e sabato avevano deciso di farci fare il ponte, così in totale avevo 4 giorni di vacanza. Mi sdraiai sul divano e presi un libro per leggere un po’. Avevo detto ai ragazzi che potevano andare a farsi un giro per il mio piccolo paese che è in riva al lago di Lugano,magari fare un po’ di corsa o tenersi in forma con qualche esercizio fisico. Avevo incaricato Kakuzu di prendersi cura degli altri due e di tenerli sott’occhio,soprattutto Deidara che era il più attivo e giovane del trio. Lessi qualche pagina nel silenzio autunnale,ma mi stancai subito,non ero in vena di lettura. Non sapendo cosa fare,decisi di uscire anch’io e di farmi una passeggiata al parco che si trovava a 4 minuti di cammino da casa mia. Mi alzai e mi misi il giubbotto,presi l’MP3 e invece degli auricolari,presi le cuffie,che oltre a isolarmi dai rumori mi tenevano al caldo le orecchie. Scelsi Boom Boom di Justice Crew e mi avviai con calma. Non facevo caso a nulla,sentivo solo la musica e camminavo automaticamente verso la direzione giusta che sapevo alla perfezione da anni. Notai con la coda dell’occhio un movimento alla mia destra e mi voltai di scatto,ma non vidi nessuno. Feci una smorfia e anche se mangiavo i metri grazie alle gambe lunghe, accelerai il passo. Il pensiero che qualcuno mi stesse seguendo mi dava ai nervi e abbassai il volume delle cuffie per poter usare meglio l’udito. Ero ormai arrivata al parchetto e nel frattempo non avevo più notato nulla di strano. Per arrivare a una specie di spiaggia sul lago,dovevo attraversare un ponticello in cemento che scavalcava un fiumiciattolo quasi inesistente. Camminai sentendo il leggero rumore delle All Stars sul cemento rosa e andai a sedermi su una delle due altalene che c’erano nel minuscolo spazio dedicato ai marmocchi,che era stato rovinato da ragazzi più grandi,con scritte in sbianchetto e in pennarello indelebile. Osservai il lago incupito per il cielo scuro dell’autunno e inspirai a pieno l’odore umido,di pioggia, che si sentiva tra gli alberi. Qualcuno mi coprì gli occhi con le mani,io sussultai e mi venne l’istinto di urlare,ma non avevo voce. Lo sconosciuto mi abbassò le cuffie dalle orecchie e chiese: “Chi sono?” A quella domanda mi calmai di botto,chi faceva quella domanda,solitamente era un qualche amico burlone che giocava a “Indovina chi”. Allungai le mani verso quelle che mi oscuravano la vista e salii lungo le braccia,forti e muscolose. Primo indizio: era un maschio. Sentii le spalle e le seguii fino al collo,spostando la mano percepii i capelli,morbidi e di media lunghezza. Avevo abbastanza indizi e avevo capito chi fosse,ma decisi comunque di sbagliare: “Mmmh,sei Kakuzu?” Il ragazzo tolse le mani,fece il giro dell’altalena e si piegò verso di me: “Mpf,hai proprio una grande abilità nel riconoscere le persone…” Risi: “Ho sbagliato apposta,usuratonkachi. Come si fa a non riconoscerti?” Hidan fece un sorriso misto a una smorfia: “E in base a cosa,riesci a riconoscermi così facilmente?” Accavallai le gambe: “Le tue braccia sono state il primo indizio,le hai muscolose. Come la maggioranza dei maschi,hai le spalle larghe e i tuoi capelli sono morbidi e ti arrivano al collo. All’inizio pensai di riconoscerti grazie alla tua collana ma” Mi interruppe: “Ma la mia collana ce l’hai ancora te,da quando te l’ho messa al collo.” Sorrisi: “Mi hai tolto le parole di bocca.” Nel dirlo mi sfilai la collana e gliela porsi: “Questa è tua. So che ci tieni.” Hidan si abbassò e gliela rimisi al collo,ora era lui in tutto e per tutto. Si sedette sull’altalena al mio fianco: “Visto che ti sto convertendo senza problemi alla religione Jashin,ti meriteresti una collana tutta tua.” Feci un sorriso raggiante,come accessorio la sua collana mi era sempre piaciuta. Mi alzai e chiesi: “Ma se tu sei qui,dove sono Deidara e Kakuzu?” Sogghignò: “Sono sfuggito alle grinfie di Kakuzu,sono stato molto fortunato a non farmi prendere. L’ho rassicurato dicendogli che sarei tornato a casa,ma quando ho visto che non eri lì sono venuto a cercarti.” Scossi la testa: “Dopo, Kakuzu ti ucciderà…” Rise: “Se ci riuscirà! Ti ricordo che sono immortale.”  Sorrisi: “Dai immortale. Torniamo a casa.” Mi girai verso il ponticello e attesi che Hidan mi raggiungesse. Camminavamo fianco a fianco,con le mani in tasca,sulla strada del parchetto piena di foglie rosse,gialle e marroni. Sbirciai Hidan con la coda dell’occhio: guardava verso l’alto,con uno sguardo perso. Chissà cosa pensava… Mi fermai davanti a casa mia e aprii il cancello,scesi le scale e aprii la porta di casa. Una volta entrati,mi venne in mente una curiosità: “Hidan, come hai fatto a entrare?” Alzò un sopracciglio e mi prese in giro: “Non sono un comune mortale,in tutti i sensi, sono un ninja,dannazione. Per me è uno scherzo entrare in casa d’altri.” Sbuffai: “Non sono abituata ad avere dei ninja come conoscenti! Non mi sono abituata a tutte le vostre abilità!” Scosse la testa e si sedette sul tappeto per pregare. Ad un certo punto la porta si aprì ed entrarono Kakuzu e Deidara,quest’ultimo era bagnato da capo a piedi. Lo fissai a bocca aperta: “Ma cosa ti è successo?” Deidara fulminò Kakuzu con lo sguardo e rispose: “Il nostro caro Kakuzu mi ha scaraventato nel lago…” Guardai Kakuzu con uno sguardo interrogativo,si giustificò: “Voleva far saltare in aria un tipo ubriaco che gli aveva palpato il sedere dicendogli: “Ciao bella bionda. Facciamo quattro salti?” Deidara aveva tirato fuori un C1 e” Deidara lo interruppe: “E gli risposi: “Vuoi fare 4 salti? Allora adesso vedrai!” e stavo per fargli saltare la testa,ma poi Kakuzu mi ha lanciato nel lago…” Guardai male Kakuzu e chiamai Deidara: “Vieni “bella bionda”,che ti aiuto ad asciugarti.” Il biondo urlò: “NON DARMI DELLA “BELLA BIONDA” O FACCIO SALTARE IN ARIA TE!” Risi divertita: “L’ho detto con affetto DeiDei-kun. Non fare il permaloso.” Sbuffò e gli feci strada verso il bagno. Gli ordinai: “Togliti la maglia o ti ammalerai,poi vedrò di procurarmi una camicia…” Il biondo si tolse la maglia a rete fradicia e la appoggiò nel catino accanto, gli dissi: “Puzzi di acqua di lago… Dovresti farti una doccia,ma dato che non c’è tempo,ti laverò i capelli.” Gli chiesi con lo sguardo se potevo sciogliere il codino che aveva in testa,annuì e con qualche difficoltà,riuscii a togliergli il nastro rosso così ben intrecciato. Aprii il rubinetto dell’acqua calda del lavandino e gli chiesi: “Potresti abbassarti?” Il dinamitardo si piegò un po’ e gli misi lo shampoo in testa,ma aveva così tanti capelli che dovetti mettergli una dose extra. A ciocche lavai con accuratezza la testa,facendo attenzione a non tirargli i capelli o sicuramente mi avrebbe mandato a quel paese con un C2 come souvenir. Finito lo shampoo gli risciacquai la testa e gli strizzai piano i capelli,poi presi l’asciugamano e gli strofinai la testa. Gli indicai uno sgabello basso e si sedette,mentre io abbassai la tavoletta del gabinetto e mi sedetti lì. Mi chiese: “Perché ti prendi cura di me con così tanta attenzione,un?” Sbuffai: “Preferivi che ti lasciassi bagnato fradicio a puzzare di lago?” Rispose un po’ piccato: “No. Però potrei lavarmi anche da solo…” Soffocai un risolino: “Tu non sai dove si trovano gli oggetti,come ad esempio,la boccetta dello shampoo. E poi non saresti riuscito a toglierti le alghe che ti si erano impigliate nei capelli.” Fece una smorfia disgustata quando dissi l’ultima frase e sorrisi. Presi il phon e Deidara lo guardò con gli occhi sbarrati: “Cos’è quel coso,un?” Risposi: “E’ un phon. Serve ad asciugare i capelli. Fa un po’ di rumore ma non è pericoloso.” Accesi il phon e un casino tremendo invase il bagno,Deidara si irrigidì,ma feci finta di niente e gli asciugai con pazienza la folta chioma bionda. Terminata l’asciugatura,l’artista sembrava un pulcino che aveva subito l’elettro-shock, sospirai e presi la spazzola,cercando di domare i lunghi capelli spettinati di DeiDei che si lasciò fare e aspettò pazientemente. Quando finii di pettinarlo mi accasciai e osservai la spazzola: era piena di capelli. Deidara si osservò al grosso specchio del bagno e sembrava soddisfatto, gli chiesi: “Ti va bene DeiDei?” Rispose: “Sì. Sanno di camomilla… Non è molto adatto un odore del genere su un criminale di rango S,però non mi dispiace.” Sorrisi e pulii la spazzola. Quando uscimmo Hidan sbuffò: “Alla buon’ora. Dovevi asciugarlo o stavate tessendo l’asciugamano?” Alzai gli occhi al cielo e gli tirai una piccola pacca: “La prossima volta ci provi te ad asciugare la chioma di Dei,così vediamo se avrai ancora da ridire sul tempo che impiego io.” Ghignò: “Accetto la sfida!” Deidara lo guardò contrariato: “No no! Tu non metti le zampe sui miei capelli! Non voglio ritrovarmi pelato o con strane capigliature per colpa tua!” Hidan alzò un sopracciglio: “Ti sei fatto lavare e asciugare come un poppante da Andrew,che conosci da neanche un giorno,e non vuoi farti fare lo stesso trattamento da me che mi conosci da qualche anno?” Deidara ribattè sicuro di sé: “Lei è una donna,se non lo sa lei come si sistemano i capelli! E poi di te non mi fido neanche morto,proprio perché ti conosco da più tempo so come sei!” Che lingua biforcuta ha il ragazzo… Hidan alzò una mano in un gesto che diceva: *Oh,al diavolo. Lascia perdere.* E tornò in camera. Ormai era sera e i miei sarebbero tornati a breve,così chiesi ai ragazzi di entrare nella camera: volevo svelare la mia sorpresa per loro. Cominciai: “Stasera è il 31 ottobre e ci divertiremo un po’. Nel mio mondo,in un posto particolare chiamato America, si festeggia questo giorno uscendo di notte,travestiti o truccati, e si bussa alle porte delle case,chiedendo: “Dolcetto o scherzetto?” Se tutto va secondo i piani,il padrone di casa regala caramelle e dolciumi vari ai ragazzi. Se invece quest’ultimo si rifiuta,gli si fa uno scherzo. Ma dato che questa cosa la fanno i bambini,ci limiteremo a mostrarci in giro e a non fare scherzi stupidi se qualcuno si rifiuterà di darci qualcosa. Tutto chiaro?” Deidara chiese: “E dove sta il divertimento se non possiamo fare scherzi?” risposi: “Tanto per cominciare,voi non dovrete vestirvi per forza coi vestiti che si usano qui,ma potrete rimettere le vostre uniformi e non sarete costretti a nascondere le vostre peculiarità,ad esempio: Deidara,tu potrai mostrare con tranquillità le mani,ma se qualcuno ti chiede qualcosa al riguardo,dì che è un effetto speciale che ti è costato parecchio,in questo modo nessuno saprà che le tue bocche sono vere. E poi è una serata che passeremo stando insieme,quindi ci si diverte comunque in un modo o nell’altro.” Deidara non era ancora convinto: “E perché non dovrei far sapere che le mie bocche sono vere?” Sbuffai: “Perché chiamerebbero subito un medico per cucirtele o tagliartele! E non credo che tu voglia questo,giusto?” Deidara scosse subito la testa e rimase zitto. Hidan commentò: “Hai detto che si esce travestiti o truccati… Allora tu cosa ti metterai?” Sorrisi: “A proposito,ho bisogno del tuo aiuto per il mio travestimento,Hidan. Ti farebbe piacere aiutarmi?” Piegò la testa di lato e rispose sorpreso: “D’accordo… Ti darò una mano.” Guardai Kakuzu: “Domande?” Lui annuì: “Sì.” Lo fissai incuriosita: “Quale?” Rispose con serietà: “Posso chiedere dei soldi invece dei dolci?” Risi: “Provaci pure,ma non credo che qualcuno ti darà dei soldi.” Si sentirono dei rumori,ciò significava che la mia famiglia era rientrata, gli akatsukiani sparirono e io andai alla porta per accogliere i miei familiari.

Finita la cena,annunciai a mia madre e a mio padre: “Sapete che stasera è Halloween e sapete anche che stasera uscirò con degli amici. Fino a che ora posso stare in giro?” Mia madre rispose: “Al massimo 23:00… E portati dietro il cellulare.” Annuii e me ne andai in camera. Chiamai Hidan: “Ehi Hidan,mi serve il tuo aiuto per il mio travestimento!” Hidan riapparve: “Ma ci sono i tuoi genitori in casa!” Lo rassicurai: “Stanno cenando,nessuno ci darà fastidio in bagno.” Annuì e andammo nel bagno. Chiese incuriosito: “Allora… Per cosa hai bisogno del mio aiuto?” Gli sorrisi: “Il mio travestimento… Sarai proprio tu! Dovrai gellarmi i capelli come solo tu sai fare e mi dovrai dare una mano a truccarmi di bianco e nero!” Hidan sorrise: “Hai proprio una gran fissazione per me…” Sussurrai,sperando che non mi sentisse: “Non immagini quanto…” Probabilmente mi sentì eccome ma non disse nulla. Gli porsi il tubetto del gel,lui lo aprì e ne prese una grossa manciata,se lo spalmò sulle mani e poi mi premette le mani sull’attaccatura dei capelli sulla fronte e tirò indietro,sistemò alcune ciocche ribelli e distribuì meglio il gel. Fece un passo indietro e mi guardò: “Mi sono superato stavolta.” Sorrisi: “Grazie sommo sensei del gel. Ora tocca al make-up!” Mi guardò stranito e gli chiarii: “Tocca al trucco.” Gli porsi una matita nera e cominciò a tracciare delle linee sul volto,poi prese una specie di crema bianca e riempì gli spazi giusti,poi prese un’altra crema nera e coprì il resto. Mi guardai allo specchio: aveva fatto un ottimo lavoro,mancava solo il colore dei capelli. Mi abbassai e aprì una credenza,dal quale tirai fuori una bomboletta con il tappo argentato,gli spiegai: “Questa bomboletta serve a colorare i capelli,l’ho già usata una volta,ha un colore più metallizzato del tuo.” Hidan prese la bomboletta,la scuotè forte e poi la spruzzò sui miei capelli che da castani passarono a un bell’argento metallizzato. Gli feci un sorriso: “Hai fatto un ottimo lavoro!” Annuì soddisfatto: “Sì,hai ragione.” Uscimmo dal bagno e ritornai in camera. Chiesi sorridendo: “Che ve ne pare?” Kakuzu mi guardò e fece finta di star male: “Oh no… Un altro Hidan,potrei avere 5 infarti per questo…” Hidan alzò gli occhi al cielo. Deidara sogghignò: “Concordo con Kakuzu.” Sorrisi e guardai Hidan con uno sguardo complice. Battei piano le mani: “Forza. Andiamo fuori!” Kakuzu e Deidara si alzarono e mi seguirono verso la porta,Hidan chiuse la porta della mia camera. Feci loro cenno di uscire e salutai la mia famiglia: “Ciao. A dopo.” Libertà!! Uscimmo dal cancello e lo richiusi. Kakuzu chiese: “Dove andiamo?” Indicai un punto verso una salita: “Saliremo lì e poi cominceremo a suonare i campanelli delle case.” Deidara modellò un C2 prima che potessimo fermarlo ed era un C2 a forma di volatile,si sedette sopra la sua creazione e disse: “Se avete voglia di camminare fate pure,io volerò,un.” Urlai allarmata: “NO! Ma che razza di baka sei!?! Se qualcuno ti vedesse volare finiremmo tutti nella merda fino al collo!” Deidara fece uno sguardo di superiorità: “L’hai detto tu che possiamo mostrare le nostre “peculiarità” e questa è una mia caratteristica,un.” Sbottai: “Mi sembrava sottinteso che tu non dovessi volare,che Hidan non deve tagliarsi la testa o che Kakuzu non deve strappare i cuori ai passanti!!!” Deidara sbuffò: “Ormai ho creato la mia arte e non ho intenzione di sprecarla,un!” Kakuzu si stancò della testardaggine di Deidara e lo tirò giù dal C2 con le fibre del suo corpo, gli intimò: “Piantala. Non siamo nel nostro mondo. Non sappiamo nulla di quello che potrebbe accaderci se facessimo i cattivi ragazzi. Per ora ci limiteremo a stare al gioco fino a che non torneremo a casa.” Ebbi un tuffo al cuore,stava dicendo sul serio Kakuzu? Stava solo al gioco? Mi girai verso Hidan chiedendo spiegazioni con lo sguardo,lui mi ignorò. Mi avvicinai a Kakuzu: “Vuoi dire che… State solo recitando? Che non c’è nulla di vero in quello che è accaduto finora?” Sentii un groppo in gola nel terminare la frase. Kakuzu mi fissò con gli occhi verdi,ma non potei decifrare la sua espressione,dato che si era rimesso la maschera. Esitò: “No… non è tutta una recita,intendevo solo che…” Sentii un dolore ai polmoni per la loro improvvisa contrazione,chiesi con la voce che era sul punto di spezzarsi: “Cosa intendevi Kakuzu? Che mi assecondate? O che mi state “tenendo a bada” facendo quello che voglio?” Hidan ruppe il suo silenzio: “Assolutamente no! Questo proprio no! Io non ho mai recitato,non ho mentito con le mie azioni! Non è un inganno! Kakuzu si sarà solo espresso male…” In fondo erano sempre dei criminali… dovevo davvero fidarmi? Fissai gli occhi ametista di Hidan,cercando di leggere dentro di lui. Sembrava sincero… *Dai Andrea… Fidati di loro. Al massimo rimarrai delusa ancora una volta dalla poca onestà della gente e soffrirai per un periodo…* Oh no,il mio io interiore si sbagliava su un particolare: non avrei sofferto per un semplice periodo,ma per molto,molto tempo… Presi aria e resistetti a strofinarmi gli occhi per non rovinare il trucco. Guardai i 3 akatsukiani,che aspettavano una mia risposta… Cercai di rompere il groppo e sussurrai: “Mi fiderò… Ma sappiate che se mi mentirete,non avrete più la mia fiducia…” Kakuzu sembrò rilassarsi,Deidara non rispose e Hidan si calmò. Camminammo in silenzio verso la salita e suonammo a un paio di campanelli. Dopo una mezz’ora l’atmosfera sembrò migliorare e si cominciò gradualmente a parlare,poi si scherzò e si finì col cantare in mezzo alla strada. Non avevo già dimenticato quello che era appena successo,anzi,rimaneva ben vigile nel cervello e si faceva vivo ogni tanto.

Mancavano 10 minuti alle 23:00, il tempo sarebbe bastato per tornare in orario. Deidara aveva un sorriso contento e commentò: “Hai avuto ragione Andre,è stato divertente!” Feci un sorriso forzato e Kakuzu rafforzò il commento di Deidara: “Vero! Mi sono rilassato dopo tanti anni di preoccupazioni,legati all’organizzazione e allo stile di vita.” Commentai: “Mi fa piacere che vi sia piaciuto,non so voi,ma io sono distrutta…” Rientrammo nella casa e andai a struccarmi mentre gli altri si preparavano a dormire. Andai da mia madre e le diedi la buonanotte,notò che c’era qualcosa che non andava e chiese col suo tono preoccupato: “Cosa c’è che non va? E’ successo qualcosa?” Ho sempre voluto bene a mia madre e in questo momento gliene volevo ancora di più: “Niente… Ho solo discusso con i miei amici e ora sono un po’ giù… Buonanotte mamma.” Le diedi un bacio e non insistette nel chiedermi dettagli. Mi misi una canottiera e dei pantaloncini in cotone,entrambi di un colore grigio pallido. Aprii la porta della mia camera e mi misi a letto. Sussurrai: “Buonanotte ragazzi…” Non ricevetti risposta,ma il letto cigolò sotto il peso di qualcuno che si era appena seduto: “Sono Hidan… Posso dormire ancora vicino a te?” Avrei voluto dire di no,ma sapevo perfettamente che invece avrei voluto abbracciarlo e dirgli tutto quello che stavo provando,ma non feci nulla di tutto ciò: “Sì. Puoi dormire qui.” Si mosse e alzò la trapunta,si sdraiò e stavolta non mi diede le spalle. Mi spostò i capelli e mi diede un bacio leggero sulla fronte: “Buonanotte… Scusaci.” Oh… Quale dolcezza… Un cerotto perfetto sulla mia ferita. Mi si chiusero gli occhi e sussurrai: “Non posso e non voglio tenerti il broncio… Hidan…” Mi addormentai,stravolta dalle emozioni e dalla giornata che aveva prosciugato tutte le mie energie.

Scusate per il mio giorno di ritardo,ma ricominciata la scuola,non ho avuto lo stesso tempo che ho avuto nei giorni precedenti. Perdonatemi se questo capitolo è lungo mezzo chilometro ^^’ Spero vi piaccia! Al prossimo capitolo! 

  
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