Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: gigietta90    07/11/2012    4 recensioni
Ciao a tutti! E' da un po' che volevo scrivere delle FF su Harry Potter. Finalmente mi sono decisa! Spero che questa mia "opera" vi piaccia! Questa è solo l'introduzione, ma presto arriveranno altri capitoli! La storia non sarà la solita storia d'amore tra Tom Riddle e la sfortunata di turno. No. Astrid non è una sfigata, nè una redentrice, nè nulla di tutto ciò che ho letto qui! Se volete leggere una bella storia d'amore "con gli attributi" (e trattandosi di Tom Riddle come potrebbe essere una cosa smielata???) Continuate a seguirmi! Ciao a tutti!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Harry immerse il volto nel Pensatoio e dopo pochi istanti atterrò accanto a Silente. La prima cosa che vide fu il rosso. Un rosso accecante proveniva direzione, tanto che per un momento temette di trovarsi nel mezzo di un incendio. Pochi istanti dopo si rese conto che quel rosso accecante non era altro che un enorme, immenso prato, puntellato da papaveri che si estendeva a perdita d’occhio. Senza dire una parola Silente avanzò nel mezzo della distesa rossa, diretto a una figura tremolante in lontananza. Avvicinandosi, Harry riconobbe in quella figura il Preside, ringiovanito di parecchi anni. Indossava una lunga tunica blu notte e, come la sua versione invecchiata, avanzava deciso verso un punto nel campo di papaveri. Dopo pochi istanti fu visibile al trio un’unica, solitaria, rosa bianca. Il giovane Silente si chinò appena verso i suoi pallidi petali e annunciò con voce chiara: - Sono Albus Silente. Ho un appuntamento.- Non appena ebbe pronunciato l’ultima parola, la rosa prese a contorcersi su se stessa, emerse dalla terra di parecchie decine di centimetri e qui iniziò a diramarsi. Presto da quell’unico stelo spuntarono altre rose che presero a contorcersi a loro volta e a crescere. Ben presto il groviglio era tale da stagliarsi con prepotenza nel mezzo del campo di papaveri. Apparve così, dal nulla, un elaborato cancello, formato da un insieme di rose bianche e candide intrecciate tra loro. Harry e i due Silente attraversarono il cancello e ciò che videro al di là di questo fu sensazionale: il campo di papaveri era sparito, lasciando spazio al giardino più stupefacente che Harry avesse mai visto. C’erano salici, querce, olmi e ogni sorta di albero Harry avesse mai visto. Ma oltre a questi vi erano alberi dalle forme e colori più assurdi; alcuni parevano di vetro, altri di gelatina, e tutt’attorno vi erano fiori e laghetti in cui nuotavano pesci dai mille colori. Uccelli dal piumaggio argentato cantavano, appesi qua e là, e un sentiero di mattoni bianchissimi si arrampicava su una collinetta in un susseguirsi di curve. In cima a questo paradiso c’era una casa, che non assomigliava affatto ad una casa, piuttosto ad una di quelle serre ottocentesche che Harry aveva visitato a Londra con la scuola. Era interamente costituita di vetro, saldato con sottili lamelle d’argento scintillante. Arrivarono alla porta (anch’essa di vetro) la cui maniglia rappresentava due elaborate lettere, una “V” ed una “H”. Il giovane Silente suonò un campanellino di cristallo lì accanto e di lì a poco la porta si aprì rivelando l’interno della magione. Se l’esterno era così Harry non sapeva cosa aspettarsi dall’arredamento di quella casa. E infatti aveva ragione: non vi erano pareti in quella sontuosa dimora, o almeno così pareva, perché tutto era ricoperto da specchi enormi e lucidissimi. Vi erano poi giganteschi lampadari di cristallo ed oro appesi al soffitto e i mobili richiamavano i motivi dell’oro e del cristallo. Nello stupore generato da quella visione, Harry si era dimenticato di seguire il Preside, che era appena entrato in una porta alla sua destra. Quando lo raggiunse, il giovane Silente era appena stato fatto accomodare da un minuscolo elfo domestico avvolto in un candido lenzuolo, avvolto attorno al corpo come una veste romana. Dopo qualche istante entrò nella stanza una donna:- Salve, lei deve essere il Professor Silente. Mio marito è in ritardo. Impegni di lavoro…non danno tregua! Io sono Isabelle Hallow, la moglie di Victor; ma gradisce qualcosa?- Isabelle Hallow era una donna alta e dalla pelle giallognola. Aveva un viso rotondo e dolce, circondato da capelli di un castano molto scuro e lisci. – La ringrazio Signora Hallow, ma ho appena pranzato. – Rispose il Preside con un largo sorriso. La signora Hallow contraccambiò con esitazione, quasi fosse preoccupata di qualcosa. Lanciò una fugace occhiata fuori dalla finestra del salone, in direzione del laghetto in fondo al giardino. Silente colse questo gesto: - Forse potrebbe presentarmi lei alla bambina. Dopotutto è per lei che sono qui.- La signora Hallow parve sollevata: - Dunque mio marito le ha accennato il motivo per cui le ha chiesto di venire qui?- , domandò speranzosa, scrutando gli occhi di Silente. – Mi ha detto che sua figlia è spaventata per l’inizio dell’anno scolastico ad Hogwarts. Se è così, è questione di pochi minuti.- Continuò il Preside sorridendo con dolcezza. La signora Hallow riassunse la sua espressione ansiosa: - Ecco. Immaginavo che Victor non le avesse spiegato tutta la situazione. Per lui l’importante è che la bambina vada a scuola! Ma non basta chiudere gli occhi per liberarsi di un problema!- Silente cambiò espressione di botto; Harry sapeva bene che il fatto di definire una bambina come “problema” seccava il preside più di ogni altra cosa. – Che cosa intende dire signora Hallow? Di che problema si tratta?- Stringendo le proprie mani in grembo, quasi colpevole per ciò che aveva appena detto, la signora Hallow iniziò:- Oh…ecco…io…Credo che toccherà a me spiegarle la situazione.- Concluse sospirando. - Vede la figlia di Victor, Astrid, ha un carattere difficile. Ma come darle torto, povera creatura. Come lei saprà, Victor è uno dei più grandi esperti di giganti di tutta l’Inghilterra. Ma non è sempre stato così. Non è sempre stato così dedito al proprio lavoro, intendo. Fino a dieci anni fa era solo uno scapolo di ottima famiglia, ricco, con un brillante futuro davanti a sé. Faceva la bella vita, capisce? Viaggiava molto e non aveva limiti. Durante un periodo di studi sui giganti in Norvegia conobbe questa donna, la madre di Astrid, Mariken. Lei era molto giovane e si innamorò perdutamente di Victor. Rimase incinta della bambina, ma quando lo confessò a Victor lui la lasciò. Non aveva intenzione di sposarla. Non aveva intenzione di prendersi cura della bambina. Ha sbagliato. Ha tremendamente sbagliato. Ma la cosa più terribile è ciò che ha dovuto patire quella povera bambina. Quella donna, dopo l’abbandono di Victor, ebbe un tremendo crollo emotivo. Forse soffriva già di qualche disturbo mentale, o forse no. Ho sentito storie terribili sul suo conto. Si dice che incolpasse la piccola del fatto che Victor l’avesse lasciata. Non voglio nemmeno immaginare cosa abbia subito quella creaturina! Ma pochi mesi fa è morta. Finalmente ha trovato pace, o così spero. La piccola è venuta a stare con noi. Io ero felice e anche Victor! Per la prima volta in vita sua desiderava fare il padre, desiderava redimersi e cancellare i propri errori. Ma probabilmente è troppo tardi. Astrid non parla, non lo chiama nemmeno papà. Sa l’inglese, ma si rifiuta di usarlo con noi: se risponde, risponde in norvegese. Due notti fa è scappata di casa, ha preso il Nottetempo e l’abbiamo ritrovata a Londra solamente il mattino dopo. L’abbiamo chiamata per parlarle, per convincerla ad andare ad Hogwarts. Per garantirle un futuro. Altrimenti, Victor ha deciso di rimandarla in Norvegia, in un istituto.- Durante il racconto Silente aveva mantenuto gli occhi azzurri fissi su quelli nocciola di Isabelle Hallow. Non aveva mosso un muscolo, intento com’era a non perdere una sola parola. Ora che la donna pareva avere terminato, si alzò in piedi e disse:- Capisco. Vorrei vedere la bambina.- Isabelle Hallow lo guidò oltre una porta sul retro della casa. Gli fece strada tra i numerosi animaletti, fiori, arbusti e strane radici che riempivano il prato, fino all’altro capo del laghetto che avevano scorto dalla finestra del salone. Qui, stesa sulla riva del lago, intenta a creare piccoli vortici acquatici, che guizzavano fuori dalla superficie verdastra e saettavano in aria di diversi centimetri, stava una bambina di circa undici anni. Non si girò a vedere chi fosse arrivato. – Astrid, questo è il Professor Silente. E’ venuto a parlarti di un posto, una scuola. Si chiama Hog…- Ma prima che potesse terminare, Silente le fece un cenno con la mano e la donna capì che poteva lasciarlo solo con la bambina. L’uomo restò in piedi a fissare la nuca della piccola, che dopo poco si girò con aria incuriosita. Scrutando il nuovo venuto si mise in piedi, scrollando la polvere dal vestito azzurro pallido. Si trovarono così faccia a faccia, l’uomo e la bambina. Astrid Hallow era la bambina più bella che Harry avesse mai visto. Non era convenzionalmente bella, ma c’era nel suo aspetto, qualcosa di selvaggio, di indomito, di dannatamente attraente nonostante la giovane età. Aveva lunghi capelli di un biondo dorato, che qua e là mostravano riflessi ora platino, ora rossastri; non erano lisci, ma selvaggiamente sciolti sulle spalle e con una carnagione bianca e perfetta che le conferiva l’aspetto di una bambola di porcellana. Il viso era ovale e minuto, con due labbra rosse come boccioli di rosa. Ma la cosa più straordinaria di Astrid, erano gli occhi. Ad una prima occhiata parevano neri, o castani, ma osservandoli più attentamente Harry notò che erano di un verde straordinario. Erano scuri, come certi abeti imponenti che aveva visto da bambino sulle riviste botaniche di zia Petunia, e al tempo stesso brillanti e intensi come smeraldi; fissavano la versione ringiovanita del Preside con un’intensità che Harry non aveva mai visto osare a nessuno. Astrid rispondeva allo sguardo penetrante di Silente con profondità e interesse estremi, e dopo qualche minuto il Preside interruppe questo silenzio con una risata. La bambina non smise di fissarlo, tuttavia qualcosa cambiò nel suo sguardo, divenne meno grave e solenne. –Buongiorno Astrid, io sono il Professor Silente.- Il Silente più giovane pronunciò queste parole senza gravità, senza importanza, quasi stesse dicendo qualcosa di scontato ad un amico di vecchia data che stentava a riconoscerlo. Astrid gli strinse la mano di rimando, ma non disse nulla. – Eg jar vastù…no aspetta…lavù? Com’era…- Chiese a se stesso il Professore. Con enorme sorpresa di Harry, Astrid rise. Era un suono strano, come un singhiozzo, e Harry stesso stava per mettersi a sghignazzare nel sentire quella risata così strana e buffa: - Non è mica norvegese quello!- Disse sorridendo rivolta a Silente. – Ah, no? Devo essermi confuso con qualche altra lingua. Ma vedo che parli inglese molto bene! Potremmo continuare su questa linea che ne dici?- Lo stratagemma del Professore, fece aprire il viso di Astrid in un sorriso ancora più grande e gioioso, e per la seconda volta Harry fu sconvolto da qualcosa infondo al cuore. Il sorriso di Astrid era qualcosa di caldo, dolce, una sensazione di tranquillità e tepore che sapeva di avere provato una sola volta nella propria vita. Era materno. –Non è la lingua il problema, ma con chi si parla. – Concluse la ragazzina. - Dunque, non ti trovi bene qui in Inghilterra?- Chiese Silente, comprensivo. Astrid rispose: - Non mi trovo bene in una patria non mia, in una casa non mia, in una vita non mia.- Il Preside sorrise:- Capisco il tuo astio, Astrid, ma permettimi di non condividere il tuo scetticismo. E’ scontato dirlo ma ad undici anni molte cose si possono cambiare e scoprire. Io, parlando per me, ad undici anni sono andato ad Hogwarts e proprio lì ho trovato una casa ed una vita. Ora sono mie. Non le cambierei per nulla al mondo.- - Lei è andato ad Hogwarts?- Chiese la bambina, incuriosita. – Certamente! E ci vivo tutt’ora.- - E non si annoia?- -Al contrario! Non potrei immaginare la mia vita senza quel luogo. Ma soprattutto, senza coloro che vivono, seppur per breve tempo, in quel luogo. - -Non ho mai conosciuto nessuno così “professore” quanto lei. - -Lo prenderò come un complimento.- Concluse Silente sorridendo. Dopo poco aggiunse: - Parlando chiaramente, Astrid, sai benissimo che se non verrai ad Hogwarts tuo padre ti rimanderà in Norvegia. Il punto è: cosa ti aspetta là?- -La mia vita!- Rispose Astrid con una forza incredibile. –E cosa intendi fare, undicenne, se mie è consentito saperlo?- Astrid non esitò nemmeno un istante a rispondere alla domanda: -Vivrò da sola e baderò a me stessa. Lavorerò in qualche modo. Ma sarà come voglio io.- Silente sorrise ancora, comprensivo e divertito dalla caparbietà di quella bambina, che sempre più sembrava un’adulta in miniatura:- Spesso gli adulti sbagliano, dimenticano cosa voglia dire essere bambini. Credono che non possano pensare, agire o lottare solo perché li vedono come piccoli e inesperti. Ma le esperienze dei bambini spesso sono più significative e sagge di quelle degli adulti. Non è vero? Mi rendo conto che la possibilità di vivere qui, ora e per te, suonano in maniera orribile e vuota. Non hai nulla qui, se non rancore e incomprensione. Ma ti chiedo, in nome delle capacità che credo tu possieda, di dare una chance alla mia scuola. Vieni ad Hogwarts. Prova. Se non ti troverai bene sarai libera di tornare in Norvegia e vivere la vita che tanto sogni. – Astrid guardò il professore negli occhi, di nuovo con quella gravità, e rispose: - Perché ci tiene tanto che io venga ad Hogwarts? – Silente sorrise ancora una volta e disse: - Perché sono un Professore!Proprio come hai detto tu! E non c’è cosa più importante per me che vedere una mente formarsi e crescere. Soprattutto se si tratta di una mente ben funzionante. – Continuò a sorridere aspettando che Astrid facesse la mossa successiva. E dopo poco la bambina prese la mano dell’uomo nella sua e decretò: - Affare fatto, Prof.!-
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: gigietta90