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Autore: MagieSinisterForum    24/05/2007    2 recensioni
La raccolta di fanfictions (23 tra one-shot e flash-fic) che state per leggere nasce quasi per gioco, su un forum, “Magie Sinister” (http://magiesinister.forumcommunity.net/), dedicato al mondo di Harry Potter in generale e a Severus Piton in particolare. Gli utenti del forum, che sono poi anche gli autori (ben 13 persone) dei vari racconti, un pomeriggio chiacchieravano placidamente sul rapporto del loro beniamino, Severus, con il cibo e le bevande. (http://magiesinister.forumcommunity.net/?t=5055779) Perché è così (almeno nei libri) magro? Non gli piace mangiare? O non ha mai tempo per nutrirsi come si deve, tra una lezione e una sessione di spionaggio? Oppure, magari, si priva dei peccati di gola per punirsi dei troppi rimorsi? Secondo l’idea di base, in ogni fanfictions Severus Piton doveva mangiare o bere qualcosa (non importava cosa e, come vedrete, in alcuni casi, il gesto di mangiare diventa mera metafora), oppure desiderare un cibo e, anche nel caso in cui lo si fosse lasciato a digiuno, l’autore doveva rendere, anche solo implicitamente, la propria idea del rapporto di Piton con il cibo.
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Severus Piton, Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pranzo

Pranzo




Genere: Introspettivo

Personaggi: Piton e Minerva

Era: Harry a Hogwarts


Materne preoccupazioni (Ida59)


Il pranzo è iniziato ormai da un pezzo, ma il posto del Professor Severus Piton è ancora vuoto.

Minerva scrolla appena la testa cercando lo sguardo azzurro di Silente: il Preside si sta servendo un’abbondante razione di purea di patate. I suoi occhi brillano interessati, pregustando il sapore della traboccante cucchiaiata di cibo che si sta generosamente infilando in bocca: è incredibile di quanto appetito sia ancora dotato alla sua veneranda età, pensa l’insegnante di Trasfigurazione.

Finalmente Minerva riesce ad agganciare lo sguardo di Silente e fargli notare che il posto del Professor Piton è, ancora una volta, desolatamente vuoto: quel povero ragazzo finirà per morire di fame!

Per un breve attimo la luce azzurra degli occhi del Preside s’incupisce e lui sospira appena, mentre deglutisce il saporito boccone: Minerva ha ragione, quel ragazzo non si cura abbastanza di se stesso.

Un lieve cenno affermativo di Silente e la McGranitt si alza, le labbra tirate ed il viso preoccupato, mentre si dirige ancora una volta verso lo studio di Piton per sollecitarlo a venire a pranzare.

Minerva rabbrividisce appena quando l’aria umida del sotterraneo penetra nelle fragili ossa e la sua ombra sottile si allunga sulle vecchie pietre del corridoio.

Bussa discretamente alla pesante porta dello studio.

Nessuna risposta.

Ma la vecchia insegnante sa che Severus è nel suo studio: glielo ha confermato lo sguardo limpido di Albus; nessuna pericolosa missione per lui, in questo grigio e freddo sabato mattino.

La mano torna a bussare con più insistente decisione finché la porta si apre da sola, girando piano sui cardini, con un sibilo acuto: Severus è di spalle, chino su un calderone a rimestarne con attenzione il contenuto.

- Severus! – sussurra la maga in tono di contenuta esortazione.

Il mago si raddrizza piano e volge appena il capo verso di lei, il viso pallido e scavato in parte coperto dai lunghi capelli neri.

Minerva fa il solito, lieve ma deciso cenno di richiamo: è un rituale conosciuto, che si ripete ormai quasi ogni giorno.

Severus sbuffa appena, poi guarda con aria incerta il calderone ed il liquido ribollente dal quale si sprigiona un esile filo di fumo. Chissà se da quella pozione, dopo un lungo e minuzioso lavoro, potrà emergere la salvezza per Silente?

Le fiamme per un attimo si riflettono nei suoi occhi neri e profondi mentre rivolge nuovamente il viso verso la maga.

Il sorriso che Minerva gli rivolge cela come sempre un piccolo rimprovero, ma, soprattutto, racchiude una tenera e materna preoccupazione che lo mette ogni volta a disagio. Severus raddrizza le spalle e serra le labbra sottili mentre solleva un poco il sopracciglio, simulando un’infastidita indifferenza; quindi lancia un’occhiata alla vecchia pendola: si è fatto veramente tardi, come ogni volta, e la vecchia maga è preoccupata per lui, che non mangi abbastanza.

Se avesse solo quello di cui preoccuparsi, sarebbe un uomo tranquillo e quasi felice.

Un sorriso amaro piega gli angoli delle labbra, mentre con la bacchetta, obbediente e rassegnato, spegne il fuoco ed il bollore subito si calma. Un’ultima occhiata alla sua pozione, quasi di desiderio, poi segue in silenzio Minerva, nel frusciare elegante e discreto del suo lungo mantello nero.


  
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