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Autore: Perfect_Denial    10/11/2012    3 recensioni
“Shannon, ma mi stai ascoltando?” Eravamo seduti a un tavolo di Starbucks per un caffè e mangiare qualcosa, in attesa che chiamassero il nostro volo. E l’avevo fatto di nuovo. Mi ero incantato a guardarla ed avevo completamente perso il filo del discorso.
“Certo che ti ascolto! Mi parlavi di quella volta in cui hai conosciuto Karl Lagerfeld…”
“See, buonanotte…perdi colpi eh? Ti stavo chiedendo di raccontarmi di quando sei stato in Cina, per girare il video di From Yesterday…”
Accidenti a me!
Una storia "on the road" tra i suoni graffianti del rock e le passerelle dell'alta moda, tra amori e tradimenti, successi e clamorose sconfitte.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 16

Capitolo 16 –In between days

 

 

«…Go on go on, just walk away
go on go on, your choice is made
go on go on, and disappear
go on go on, away from here

yesterday i got so scared, i shivered like a child
yesterday away from you, it froze me deep inside
come back come back, don't walk away
come back come back, come back today
come back come back, why can't you see?
come back come back, come back to me»

The Cure – In between days (*)

 

 

 

June 7th 2011 - sunset

@Mandarin Hotel - Paris

 

 

Una busta quadrata, apparentemente insignificante.

Sul retro, un logo stampato in rilievo e nient’altro.

La busta è trasparente e lascia intravedere un cartoncino di dimensioni

leggermente più piccole, chiuso all’interno.

E’ appoggiata alla massiccia specchiera rettangolare sopra il comò in lucido wengé,

della suite al piano attico del Mandarin Hotel di Parigi.

I fiori freschi nei vasi disseminati in ogni angolo, diffondono un odore nauseabondo, soffocante, complice anche l’aria di chiuso e la puzza stagnante

di fumo che impregna la suite.

All’interno, tutto è silenzio e immobilità,

se non per l’uomo che misura la stanza a grandi passi, nervoso,

lanciando di tanto in tanto un’occhiata furtiva alla busta e

all’orologio ticchettante alla parete.

Un asciugamano bianco appuntato sui fianchi e un altro, più piccolo, intorno al collo; la pelle ed i capelli ancora bagnati, dopo la doccia e le goccioline d’acqua che scendono

tra le scapole, seguendo la linea scolpita dei muscoli, giù fino a perdersi

al di sotto dell’asciugamano.

Chi lo vedesse per la prima volta in questo momento, direbbe di avere di fronte un pugile, appena prima di salire sul ring per un incontro.

No, non per via dell’abbigliamento,

bensì per quella vena pulsante e contratta sulla fronte, proprio al centro, e quel sopracciglio lievemente alzato, tipico di chi – allo stesso tempo –

attende e teme quell’occasione da troppo tempo.

 

Shanimal afferrò il pacchetto di sigarette mezzo vuoto e sfilò una bionda,

portandosela alle labbra.

L’orologio segnava le 9 e 17 minuti e, secondo il pass che gli aveva procurato Jared, l’evento doveva essere già iniziato.

Sbuffò, perso nei suoi pensieri, prima di avvicinare lo Zippo alla sigaretta,

inclinando leggermente il capo e schermando la fiamma blu e viola con la mano.

 

 

Jared.

E’ entrato tutto allegro in camera mia meno di un’ora fa, parlando francese e

chiedendomi se avevo preso una decisione per stasera…

tanto lui non entrerà al party prima di un’altra ora, come minimo, perché prima ha un appuntamento con non so chi, insieme ad Emma.

Alla fine, per farlo contento, gli ho detto che non ci sarei andato, per farlo smettere

 di starmi addosso.

Voglio stare da solo, stasera.

Il pensiero di essere nella stessa città, sotto lo stesso cielo,

basta a togliermi il respiro, non saprei proprio come comportarmi,

se me la ritrovassi di fronte, in mezzo alla folla, ai paparazzi, a Jared e al mondo intero….

No, è meglio che non vada, farei solo la figura del coglione.

Chissà se sa che sono a Parigi anche io…

….ah, cazzo, è vero! Come potrebbe non saperlo, l’avrà letto ovunque della presentazione che abbiamo fatto oggi pomeriggio da Gibert!

 

“Shan, tesoro, mi passeresti la mia borsa? E’ sulla poltrona vicino al comodino…”

Cheppalle, mi ero quasi dimenticato di lei.

Con quella voce insopportabile e quell’accento del North Dakota…

Jeena? Jenna? Jane? Non me lo ricordo e francamente non mi interessa...

ho bisogno di stare da solo, per riflettere.

Appena esce dalla doccia, le dico di togliersi di torno.

  

******

 

 

“Può informare la signora Victoria Winter che Emma Ludbrook e Jared Leto la stanno aspettando nella hall?”

Bien sur, Madame.” L’uomo in livrea dietro il bancone in marmo rosa, sollevò il ricevitore e compose il numero della camera, con un sorrisetto di circostanza spalmato in faccia. Dopo qualche parola in un pessimo inglese, annunciò soddisfatto: “La signora scende subito”.

 

“Che allegria, non vediamo l’ora…” borbottò Jared, voltando le spalle alla reception e guardandosi intorno annoiato.

“Uff, senti, te l’ho già spiegato! Dieci minuti, poi sarai libero di fare quel cavolo che ti pare! Non ho potuto dirle di no…poi si tratta solo di un abito da indossare, santissimo Iddio, non ti sto chiedendo la luna!” Emma ripose il Blackberry nella borsa, per evitare di scaraventaglielo addosso e si passò le mani tra i capelli. Doveva ancora riprendersi dal jet lag, figurarsi se aveva le forze per litigare con Jared (cosa per la quale, tra l’altro, aveva alle spalle anni di allenamento).

“E va bene, ho capito! Ti ho dato la mia parola che lo indosserò….solo, non pretendere che faccia i salti di gioia. Non solo sono costretto a partecipare alla Vogue’s Night Out…dovrò farlo anche vestito da pinguino!!” Si sfilò gli occhiali da sole e puntò dritto verso il bar “Non potevano semplicemente farmelo portare in hotel? Perché mi vuole incontrare di persona?”

Emma alzò gli occhi al cielo, esasperata, mentre allungava il passo per stargli dietro “Te l’avrò ripetuto cento volte…se magari mi stessi a sentire ogni tanto! Dobbiamo metterci d’accordo per lo shooting nello show room di New York, per il redazionale di Vogue...Non è difficile da ricordare!”

“E’ il mio cervello che si rifiuta di memorizzare le informazioni che non giudica rilevanti…” si accomodò sulla poltroncina di chinz nell’angolo più appartato della hall e fece un cenno al cameriere, prima di scostare la poltrona libera di fronte a sé, per invitare Emma a sedersi.

“Senti Jay, capisco che non sopporti questi eventi. Capisco che al momento sei preso da altre cose ben più pressanti ed incombenti. Però, davvero, si tratta solo di stasera, tanto dopodomani ripartiremo e di tutta questa faccenda non se ne parlerà più prima di qualche mese…Renditi conto che parliamo di VOGUE! Ho dovuto faticare non sai quanto per mettermi in contatto con le persone giuste e farti diventare testimonial per Tod’s. Lo sai bene, quanto è importante questa occasione….” Restò a fissarlo per qualche istante, sentendo rabbia e frustrazione montare dentro di lei, mentre lui, gli occhi puntati sul blackberry, sembrava non aver ascoltato una sola parola di ciò che gli aveva appena detto.  Ormai esasperata, scattò in piedi, per cercare di far sembrare più minacciose le sue parole: “E tutto dipende da questa STRONZA che dobbiamo incontrare adesso, quindi vedi di non fare la Diva e comportati bene!!!”

Jared, di fronte a lei aveva alzato gli occhi esterrefatto e fissava un punto imprecisato dietro Emma, più o meno al di sopra della sua spalla sinistra.

“Jay, ma che ti prende? Ti sei incantato??” Jared deglutì rumorosamente, mentre Emma si voltò avvampando di vergogna all’istante.

“Buonasera...beh, deduco che stiate aspettando me. Victoria Winter, Tod’s New York.”

  

 

******

 

 

 

“Serena, comment ça va ma chèrie?” Madeleine le andò incontro a braccia aperte, facendo svolazzare l’abito di chiffon color pesca e facendo tintinnare i mille braccialetti, anelli e pendenti vari che esibiva come medaglie al valore. I capelli bianchi elegantemente stretti in uno chignon, che lasciava sciolta solo qualche ciocca a incorniciarle il volto, luminoso e solare, nonostante l’età.

“Madeleine! Je vais bien, merci et toi?”

“Je vais comme toutes les vieilles de mon age. Tu viens d’arriver? C’est un plaisir de te voire! Mais tu est fatiguée? Tu travaille trop, ma chèrie, ce soir je parlerai avec Victoria….”

Serena si era già persa in quel fiume di parole che la donna le stava vomitando addosso, parlando fitto fitto in francese. Non aveva avuto ancora tempo per riprendersi dal fuso orario e si stava già preparando mentalmente al tour de force, in vista della serata impegnativa che la aspettava. Di lì a poche ore, l’intera Rive Gauche sarebbe stata invasa da vip, stilisti, modelle e giornalisti provenienti da tutto il mondo e all’interno dello show room TOD’S di Saint Honoré avrebbe avuto luogo il party di gala, in collaborazione con Vogue France. Ospite d’onore della serata, tra gli altri vip, niente meno che Jared Leto! Quella sera sarebbe stato il loro testimonial, infatti, proprio in quel momento, lui era con Victoria per definire i dettagli della serata e consegnargli personalmente l’abito che era stato scelto per lui. Secondo Josh di sicuro si sarebbe fatto vedere anche Shannon quella sera…ma Serena aveva cercato in ogni modo di persuaderlo del contrario, dicendo che di sicuro avrebbe voluto tenersi alla larga. E chi può biasimarlo, dopo quello che gli ho fatto?

 

Per il momento, aveva solo un Leto del quale preoccuparsi e sarebbe arrivato da un momento all’altro. Le Roger Vivier (**) che indossava le stavano già facendo vedere le stelle, mentre doveva concentrarsi per identificare clienti e giornalisti in mezzo alla folla, facendosi strada all’interno dello show room. Si preannunciava una lunga serata e in assenza di Josh, che sapeva come farla ragionare, l’open bar rappresentava un’attrattiva irresistibile.

 

Mentre tentava di scrollarsi di torno l’ennesima fashion blogger emergente che cercava in tutti i modi di proporle una collaborazione, Victoria le fece cenno di avvicinarsi, dall’altro capo della stanza…Una tempesta selvaggia di flash si scatenò intorno alla ressa che si era formata in corrispondenza dell’ingresso dello show room.

 

Jared era arrivato.

 

“So….hi. How are you?” Serena si trovò di fronte il cantante, mentre entrambi cercavano di raggiungere il capo opposto del negozio.

“Hi Serena! It’s been a while…you look stunning by the way. Even thoug ..…..nevermind.”

Jared la squadrò da capo a piedi, con sguardo interrogativo, indeciso se parlare o meno.

“Nevermind…what??” Serena alzò un sopracciglio ed incrociò le braccia al petto.

“Nothing, I mean…are you ok? You don’t look so…healthy”

“I’m perfectly healthy, thank you for your concern. Now, shall we change subject?”

“Cambiamo pure argomento, se preferisci, ma la sostanza rimane…Sei magra da far paura, tanto per cominciare…Ed è un vero peccato, vederti così. Che ti è successo?”

“Sto benissimo, grazie!….e se così non fosse, tu saresti l’ultima persona con la quale vorrei parlarne. Senza offesa, eh!”

“Beh vedo che riesci ancora a tirar fuori gli artigli, quando serve. Mi piace questa dote, in una donna.” Si morse il labbro, aspettando che le sue parole facessero effetto.

Serena non aveva nessuna intenzione di stare al suo gioco, non avrebbe ceduto neanche di fronte a quei lineamenti perfetti, o quegli occhi di un colore che le ricordavano prati verdi, il profumo del grano e i colori dei pomeriggi d’estate perduti, di quando era bambina; senza parlare del completo nero che metteva in risalto le spalle possenti, lasciando intravedere brandelli del PROVEHITO IN ALTUM tatuato sul petto. Lei adorava l’uomo che aveva davanti. Lo adorava anche al di là delle sue doti come musicista o come attore. Lo adorava come individuo, come essere vivente, come persona….E allora perché riusciva a darle così tanto sui nervi??

 

Non fu in grado di replicare alcunché, distratta dalla ressa dei giornalisti che non davano tregua a Jared e continuavano a chiamarlo, chiedendogli di voltarsi per farsi immortalare. Jared passò un braccio intorno alla vita a Serena e si voltò verso la stampa, sussurrandole all’orecchio “Beh, magari potrei offrirti da bere, più tardi…ma non farti idee strane tesoro: ho solo un paio da cosette da dirti”.

Se non fosse bastato sentire il respiro di Jared sul suo collo a darle i brividi, i flash la abbagliarono facendole quasi perdere l’equilibrio, costringendola ad aggrapparsi a lui per non cadere.

“Senti ce ne andiamo di qui? Vorrei parlarti anche io, possibilmente in un posto tranquillo…”

“Sì, questo posto è un gran casino…usciamo un attimo in balcone” la prese per mano, facendosi strada in mezzo alla gente accalcata davanti al bar, passando tra fruscianti abiti di seta, eau de parfum nauseanti e acconciature affilate come armi improprie e il vocio in tutte le lingue del mondo di chi tentava di sovrastare il cacofonico tunz tunz della musica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE:

 (*) The Cure – In between days >> Ho scelto la versione dell’MTV Unplugged, dove Robert Smith duetta con I KoRn in un fantastico medley di – appunto - In between Days e Make me bad. Vi consiglio di ascoltarla mentre leggete il capitolo, poi se volete potete anche mandarmi aff*** se non vi è piaciuto l’abbinamento e/o la canzone!  

Voilà! >> http://www.youtube.com/watch?v=-d1lQxreiFQ&feature=related

 

(**) Le scarpe che indossa Serena>> http://www.leam.com/it/shop/saldi-scarpe-donna/roger-vivier/scarpa-nero-86263 e l’outfit>> http://www.tods.com/it/woman/ready-to-wear/blazer

 

 

 

  
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