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Autore: Melitot Proud Eye    11/11/2012    1 recensioni
Deve averlo visto durante lo Smistamento, riflette, e al tavolo della Casa; forse anche in sala comune quando studia. Ma lo nota solo adesso, a novembre, mentre Jane e le altre raccattano in fretta e furia i libri dal pavimento.
L'undicenne Severus Piton visto attraverso gli occhi di un'estranea.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Note: scritta per la Sfida 3 della Staffetta in Piscina @piscinadiprompt, col prompt orfano "preoccupazione".
In teoria sarebbe il prologo a una raccolta what-if (poi AU) in cui Severus viene "adottato" da una Serpeverde più grande, che lo protegge e gli fa da sorella. Ma potete leggerla e vi conviene come pezzo a sé stante, un ritratto di Piton bambino visto da una sconosciuta. Perché chissà se quando la finirò.
Avvertimenti: menzione di bullismo. Altre info: calzettoni, arazzi e incantesimi citati sono inventati di sana pianta. Ero in una fase creativa XD
Buona lettura
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Una mattina andando di fretta




C'è un brutto marmocchio che frigna dietro un arazzo. E' sporco da capo a piedi; guardandolo lei pensa che, tutto sommato, ha avuto mattine migliori.

Deve averlo visto durante lo Smistamento, riflette, e al tavolo della Casa; forse anche in sala comune quando studia. Ma lo nota solo adesso, a novembre, mentre Jane e le altre raccattano in fretta e furia i libri dal pavimento.
Sono in un corridoio del secondo piano, quello delle Dieci Lucche Imprese, in viaggio per una lezione di Aritmanzia che ormai non vedranno iniziare. Pix è di buonumore, alza le gonne e capovolge le cartelle delle ragazze con spirito davvero egualitario – al macello non sfugge alcuna uniforme. Sarah si fa da parte, cercando di evitare i gomiti selvaggi delle compagne mentre la risata stridula del poltergeist si allontana; fanno volare più volumi di quelli che trattengono.
«La fretta è cattiva consigliera» commenta, fregandosi i polpacci l'uno contro l'altro. Si gela anche coi Calzettoni Caminetto.
«Oh, non rompere!» esclama Clothilde, una pergamena incastrata sotto il mento.
Sarah è tentata di proseguire da sola, ma non è il caso. E poi, ora che si trova contro il muro, sente–
Si guarda intorno.
C'è qualcuno che piange, lì vicino. Lo individua dopo qualche secondo: a pochi passi da lei, seminascosto dietro l'arazzo di Ludovico il Lucco che sconfigge le Allodole, c'è un ragazzino che si asciuga frettolosamente la faccia.
Basso, smilzo – dev'essere al primo anno; e qualcuno deve avergli lanciato contro un Incantesimo Scraccio, perché è ricoperto di bava gialla. Ugh. Evviva evviva. La conclusione perfetta a una colazione inalata.
Trattenendo il fiato, gli si avvicina. «Hey, tutto a posto?»
Lui sussulta e si gira di scatto. La fissa come se dovesse picchiarlo da un momento all'altro, solo perché si trova lì. Ha occhi desolati e pieni di paura.
«...Piton?» azzarda Sarah, pescando tra ricordi di battute stupide sui nasi. «Cosa ti è successo?»
Il nome a quanto pare è giusto; l'approccio no, benché cauto. Il visetto itterico del bambino passa dallo spavento alla furia. Le mostra i denti.
«Fatti gli affari tuoi!»
Sul lembo più distante dell'arazzo, Ludovico il Lucco storce la bocca e sparisce, sventolandosi con una mano.
Prima che Piton possa scappare, Sarah nota che ha dei lividi sulle mani. Corruga la fronte: sembrano gli effetti di un Incantesimo Pungente. «Forse dovremmo andare da Madama Pomfrey» dice, conscia che le sue amiche stanno cacciando i libri nelle borse e raddrizzando le gonne. «Possiamo accompagnarti noi. Tanto ormai Aritmanzia è una causa persa.»
Falso, ma l'infermeria è vicina.
Non fa in tempo a concludere la frase che l'arazzo le vola in faccia, pesante e appiccicoso e disgustoso.
«Gah!»
Quando riesce a riemergere dalle onde di stoffa, sbracciandosi, il moccioso è svanito nel nulla. Le altre la fissano.
«Che stai facendo?» chiede Jane, capelli biondi da tutte le parti.
«C'era–»
«Ssh, ascoltate!» interrompe Ludmilla. Tendono tutte le orecchie. «Arriva Gazza!»
«Cacchio.»
«Dai, muoviamoci prima che ci dia la colpa!»
Sarah esita, fa per dire qualcosa (c'era un primino malmesso, forse dovremmo aiutarlo, cerchiamolo) ma le altre scattano via, occhi aperti per evitare Pix. Con una smorfia, galoppa loro dietro.

   
 
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