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Autore: Stateira    31/05/2007    16 recensioni
Nella Londra del 1800, Lord David, sfortunato idealista scozzese, e Lord William, cinico signore londinese dal sarcasmo tagliente, si trovano ad essere spettatori di un tremendo incendio. Che brucia fuori e dentro di loro.
Mini fanfiction in tre capitoli.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 3

CAPITOLO 3

 

 

 

10 Novembre 1836

 

 

Troverete questa lettera sul cuscino del vostro letto, se la vostra cameriera avrà fatto il suo dovere. Spero che vi possa regalare il primo sorriso, dopo tanto tempo.

È stato penoso vivere tutte queste settimane senza potervi avvicinare, William. Penoso per il mio cuore. Ma finalmente, oggi vi faranno uscire da quell’orribile carcere, e anche se troverete una casa vuota ad attendervi, so che ne sarete felice, tanto che posso persino provare ad immaginare il vostro sorriso sottile, mentre vi versate un po’ di quel vostro buon Brandy che adorate. E che deve esservi mancato moltissimo.

Avete fatto tutto questo per me, ed io ancora non so cosa dire, non so come sdebitarmi, per ciò che avete passato per proteggermi.

Ho parlato con Lord Burghwell, e grazie al suo prezioso aiuto, e quello indispensabile di alcuni altri amici affezionati ai vostri insopportabili modi, i gentili signori del tribunale sono stati costretti a far cadere le accuse contro di voi, ed archiviare il vostro caso come un malaugurato fraintendimento. Sono più che certo che voi avrete trovato tutto molto ironico, ma mi auguro soltanto che in futuro non affiderete mai più una sola riga al vostro orribile giardiniere, che di Narciso dovrebbe conoscere solamente il fiore. E spero che sarete duro quanto si conviene, con lui, per avervi procurato tanti pensieri.

Mio William, il vostro cuore è mille volte più grande di quanto vi piaccia far credere agli altri. Ed io spero di potervi posare presto sopra il mio volto.

 

David

 

William sorrise davvero.

- Marianne, avverti che preparino una carrozza, immediatamente. -

 

*

 

- Ricadremo sempre nello stesso errore. –

- E ne usciremo. – William sorrise mitemente, vagando con la mano sulla spalla di David, calda nonostante il fuoco del caminetto fosse quasi spento. – E vi ricadremo, e ne usciremo, e vi ricadremo ancora, e ancora… -

- Ora siete voi che somigliate a Turner. -

William sorrise teneramente.

 

Era cambiato di un po’, da quando era tornato a casa, libero. Non che si potesse dire che avesse mutato atteggiamento, no. Il suo era stato più un cambio di sfumatura, in alcuni dei tratti più periferici e vaghi della sua personalità. Sorrideva con la stessa, imprevedibile frequenza di sempre, ma lo faceva con un po’ più di sincerità, qualche volta. Si sarebbe potuto azzardare che avesse imparato una qualche importante lezione sulla vita, se lo si fosse conosciuto un po’ meno. Talvolta dava esattamente quell’impressione, quando si isolava nei suoi pensieri, la fronte corrugata, il mento chiuso fra le dita della mano sinistra, e gli occhi scuri persi chissà dove.

 

– Venite, voglio suonare qualcosa. –

David si accorse solo allora del pianoforte, sistemato in un angolo discreto del salone, quasi nascosto. Pensò che non ciò non lo stupiva poi molto: William non era il genere di persona che tiene un grande pianoforte in mezzo ad una stanza, pasto per ostentazione ed adulazione. Probabilmente non lo suonava mai, in pubblico, come se la sua funzione fosse privata ed esclusiva, un passatempo come quello della lettura, qualcosa da fare con soli, o con pochi. Con lui, fino a quel momento, non aveva mai suonato, ma qualcosa spinse David ad immaginare già che lo avrebbe fatto divinamente. Si aggiustò distrattamente la camicia, prima si alzarsi per raggiungerlo.

- Conoscete Bach? – mormorò pigramente William, cominciando ad accennare ad un motivo fragile, dalle lunghe pause.

- Temo di no. – ammise David.

- E’ un peccato. Credo che Bach vi si addica. –

- E voi come fate a dirlo? –

William aggrottò le sopracciglia, divertito. – Molto più di quanto vi si addica il chiasso di quel Beethoven. –

- Ma come osate! – protestò David, indignato. – Voi siete, maledizione, arrogante, e presuntuoso, e sputasentenze. –

- Dovreste davvero ascoltare un concerto di Bach. – insistette William, sordo ad ogni critica. – Lo amereste. –

David sbuffò, mentre William si dilettava a suonare brevi sequenze che lasciava a metà, che abbandonava continuamente per altre, capricciosamente. Sembrava un bambino, circondato da tanti soldatini, che non sapeva quale scegliere. Il suo sorriso appena alluso, che gli illuminava il volto come una cipria discreta, era bello. Semplicemente, era bello, era quello di un uomo raro.

- Suonate Für Elise. –

- Ho detto niente Beethoven. – lo rimproverò William.

- Ma Für Elise non può non piacervi. –

- Non ho detto che non mi piaccia, ho detto che voi ne siete assuefatto. –

- Ve ne prego. –

William si voltò stancamente verso David, arretrato di appena un passo. Ne conobbe gli occhi intensi, e seriosi. E vivaci di un entusiasmo sincero e profumato.

E si rassegnò a suonare.

- Für David. – mormorò in un mezzo sorriso. – Voi mi rendete troppo buono, Lord, troppo buono. –

 

*

 

- Quei pazzi. – borbottò Lord Burghwell, fra un passetto e l’altro. – Accusare voi di omosessualità? Inaudito, inaudito. -

- Inaudito, invero. – concesse William a mezza voce.

 

David non osò intervenire, ma rivolse uno sguardo grato alle calzature che indossava, lucide a sufficienza da tenere occupata la sua attenzione per qualche minuto ancora.

 

- Non parliamone più, la prossima volta che vorrò nominare la parola “tribunale”, sarà per comunicarvi che quegli idioti sono stati sospesi per diffamazioni e calunnie a danno di un membro della Camera dei Lord, nonché rispettabilissimo gentiluomo. -

- Sapete quanto ve ne sono grato, Richard, amico mio. -

- Sciocchezze, William. Mi batto da una vita intera contro le menzogne e le infamie con cui i più meschini e invidiosi continuano a bersagliarci. Che si guardino i loro figli effeminati e rozzi, prima di gettar fango su un nome onorato come il vostro. -

 

William diede un sospiro di sollievo, appena il frastuono di marmi, metalli e voci li costrinse tutti a zittirsi.

- Il progetto vi soddisfa, Lord Burghwell? – insinuò David, proteggendo gli occhi dal sole, per poter guardare le impalcature più alte. William lo fulminò con un’occhiata deliziata e severa, a cui Burghwell non fece caso.

- Per nulla, caro Lord David, per nulla. – bofonchiò. – Troppo severo, troppo monolitico, troppo classico, per i miei gusti. -

- Via, non siate troppo esigente. Questa non è che una capanna provvisoria, in fondo. Al prossimo incendio andrà meglio, vedrete. -

- La vostra ironia non mi consola. – si afflisse Burghwell. – Oh, ma se aveste visto, Lord Hamilton, com’era magnifico, il nostro Parlamento, prima della disgrazia. Degno della grande Nazione che siamo. -

- Sono d’accordo. – fece William, leggero. –Il nostro povero Lord David non ha nemmeno fatto in tempo ad ammirare un po’ di civiltà, che questa ha deciso di andare a fuoco. Assolutamente riprovevole. –

Burghwell ridacchiò, arrossandosi tutto. – Siete davvero tremendo, amico mio. -

- Ho cercato di farglielo notare anch’io. – mormorò David. – Ma sembra che Lord William sia sordo ai richiami di chiunque. -

- Sono sordo a molte cose, David, ma state pur certo che il vostro incantevole accento saprei distinguerlo senza alcuna difficoltà anche nel mezzo di una burrasca. - 

- Con le prossime nomine, Lord Hamilton avrà tutto il tempo di abituarsi al sarcasmo del nostro buon William. -

David gemette per soffocare una risata, lasciando che Burghwell lo interpretasse come un sospiro sconsolato. William indugiò sui suoi capelli chiari e composti, illuminati dalla luce fioca del sole dicembrino, e sul profilo delle sue palpebre, che vibravano ad ogni colpo di martello, ad ogni grido degli operai.

- Tutto il tempo che vorrà. – disse, con un mezzo sorriso.

 

 

 

 

ANGOLINO!

 

Eccoci qui, già alla fine. Un grazie di cuore a tutti quanti hanno letto questa breve storia e hanno lasciato una loro opinione!

Nonostante la storia sia finita, credo che prima o poi riprenderò in mano questi personaggi e questa vicenda, magari con qualche spin-off, o perché no, con un seguito vero e proprio.

Non potrei mai abbandonare William!

  
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