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Autore: _Nobody_    14/11/2012    5 recensioni
Cinque leggendari.
Cinque allenatori.
Cinque nuove amicizie.
Cinque One Shot che raccontano una storia.
Genere: Horror, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Anime, Videogioco
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~RABBIA

-Ancora pochi PS e sei mio!- urlo al Pokèmon di fronte a me.

-Buizel vai con Acquagetto!-.

Prima di riuscire ad attaccarlo, lui scappa.

Succede così tutte le volte, sempre prima che io riesca ad infliggergli danni o ad usare una Pokèball.

Ora basta, non posso andare avanti così.

Non posso sprecare così tanto tempo per questo dannato Pokèmon.

La mia avventura sta andando in frantumi per colpa sua.

Mi fa correre per mari e monti e neanche una volta si degna di passare un po' di tempo con me e di aspettarmi.

Ogni volta va in un luogo diverso: da Olivinopoli a Fiorpescopoli, mai due città vicine o per lo meno poco distanti.

È da molto tempo che lo inseguo cercando di diventare suo amico, ma lui non ne vuole sapere, non si fa catturare e per dispetto scappa inducendomi così, ad abbandonare l'impresa.

Ma forse non mi conosce bene.

Forse non ha capito che il vero Speed non è una persona che si arrende alla prima difficoltà, non ha intuito che ho intenzione di andare avanti.

Se c'è qualcuno che si deve arrendere, quel qualcuno è lui.

L'erba alta ai confini della città di Amarantopoli mi solletica le ginocchia lasciate scoperte dai pantaloncini e la brezza dell'autunno mi carezza lievemente le braccia.

Adoro questo clima, fresco e senza sole, ma la rabbia che provo verso il Pokèmon mi irrita anche ora.

Anche quando raggiungo l'albero con la corteccia segnata da una -S- dal mio immancabile coltellino non mi sento a mio agio.

Quel Pokèmon mi ha rovinato la vita, mi ha usato, si è preso gioco di me scappando ripetutamente da una zona all'altra.

Non lo voglio ri-incontrare, non ancora, non di nuovo.

Non mi voglio arrendere, ma sembra che sia l'unica cosa da fare per mettere un punto a questa storia.

È finita, non mi rivedrà mai più.

Mi rannicchio ascoltando il fruscio delle foglie e dei rami del mio albero, osservando di tanto in tanto i Pokèmon che si nascondono nell'erba, aspettando un allenatore che li sfidi.

L'aria fresca soffia sempre più forte e le nuvole diventano sempre più compatte, ma questo clima mi aiuta a pensare e non mi dà fastidio.

Un improvviso calore mi imperla la fronte di piccole goccioline di sudore.

-E-entei...-. Il Pokèmon Vulcano si è sdraiato davanti ai miei occhi.

-È finita Entei, mi hai fatto disperare e ora ho smesso di volerti come amico!- gli urlo spaventandolo.

-En...-

-È inutile che cerchi di farmi cambiare idea! Ci ho provato seriamente e sono andato lontano, ma ho imboccato la strada sbagliata e così i miei tentativi si sono trasformati in errori di cui ora mi pento!-

-En... Entei...-.

Lo osservo un'ultima volta prima di abbandonarlo per sempre. Si sta avvicinando all'albero e con le zampe sta incidendo il tronco sotto la mia -S-.

Mi avvicino per capire che cosa abbia disegnato e noto, sorpreso quanto commosso, che ha inciso una -E-, la lettera iniziale del suo nome.

Mi guarda ancora con i suoi occhi ambrati colmi di dispiacere e, evitandomi, fugge.

Mentre si allontana un rumore sommesso comincia a rimbombarmi in testa, come se fosse un orologio avvolto nel cotone, un suono fastidioso che aumenta velocità e potenza andando avanti.

-A-aspetta Entei!-

Dal disegno sull'albero ho capito che si è pentito di quello che ha fatto, di avermi fatto correre in lungo e in largo per la regione di Johto e ho sentito per la prima volta nella mia vita i sensi di colpa.

Sensi di colpa per averlo trattato male, per essere stato sgarbato proprio nel momento in cui avrei potuto diventare il suo migliore amico, proprio nel momento in cui un'altra storia di amicizia sarebbe potuta nascere.

Ma non una storia come tutte le altre, non un'amicizia comune, non la solita. Questa sarebbe stata la storia d'amicizia tra un comunissimo allenatore di Pokèmon e una leggenda, la creatura dei vulcani, del fuoco e del calore, tra Speed ed Entei.

Il Pokèmon Vulcano si piazza davanti a me mentre un raggio di sole, timido, illumina i ciuffi di pelo rossi e gialli di Entei e, lentamente, fa la sua entrata spettacolare rompendo la maestosità delle nuvole.

Il Pokèmon assume una posa strana, di sottomissione.

Quella Pokèball finalmente sarà riempita, sarà responsabile della vita di una creatura magnifica, conciliatrice del sonno e protettrice di Entei.

Gliela mostro e lui capisce che quella non sarà solo la sua Sfera Pokè, ma uno strumento sferico che non ci dividerà mai e che sarà il punto di partenza, la scritta -Start- della nostra amicizia.

La Pokèball rossa e bianca si apre lentamente e dopo un bagliore di luce gialla, posso finalmente sorridere. Dopo tanto tempo di frustrazione e rabbia, gli angoli delle mie labbra riescono ad alzarsi, facendomi sfoggiare così, il migliore dei miei sorrisi.


...My space...
Eccomi qua, perdonate il ritardo, ma questo è un periodo no.
Vi piace? :D
Questo capitolo non mi convince molto, però sta a voi lasciare una recensione.
Ammetto che questo Pokèmon mi ha fatto dannare.
Ci ho messo un'intera serata per catturare Entei, così ho deciso di far entrare la mia irritazione nei panni di Speed, il personaggio del chap.

Ringrazio infinitamente coloro che recensiranno (:
_Nobody_

   
 
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