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Autore: neichan    02/06/2007    4 recensioni
Ci sono licantropi fuori nel mondo dei maghi.Un attacco su Harry gli dà una vita nuova.E,a causa dei cambi,una marea di guai...liberamente ispirato dalla serie dedicata ad Anita Blake, scritta da Laurell Hammilton
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Harry Potter, Lucius Malfoy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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FURRY MAGIC

FURRY MAGIC

 

Di ne’ichan

 

Tradotto da bran

 

Cap.33

 

Con l’apporto non intenzionale di Graeme, il gruppo colpì terra, rotolando sul pavimento.

Mobilia volò, una tavola a lato e una sedia imbottita, così come una lampada ed una dozzina di gingilli, furono lanciati dal capitombolo provocato dal loro ingresso.

Il gruppo si fermò contro uno dei muri del castello di Hogwarts, nella sala da pranzo di Remus Lupin.

Lupin che stava versandosi una tazza di tè, si ritrovò improvvisamente oste di un essere-lupo ringhioso, un essere-gatto che sibila ed uno sconcertato Harry Potter, terrificato. Il suo tè schizzò sull’orlo della tazza e riempì il piattino, gocciolando sopra la tavola, prima che Lupin riuscì a reagire. La teiera colpì la tavola con un forte rumore come quasi lui la lanciò in giù, e si lanciò al ragazzo, trascinandolo via dal pericolo immediato dagli esseri-animali già in lotta.

Harry stava gridando sulla cacofonia. “Sirius, Graeme, fermatevi…Fermi! Non fargli male Graeme, io sono OK! Sirius!” Harry stava saltando su e giù, sventolando le braccia, incapace di decidersi su cosa fare.

Lupin arrivò al suo fianco che lo prende nuovamente, ma Harry lottò contro la presa protettiva dell’uomo.

“Lei non capisce!” Gridò lui. “Graeme l’ucciderà! Lui non sa chi è! Lui pensa che io in pericolo. Lasciami andare! Graeme, fermo! Per favore!”

Ma, Lupin, non lo liberò. Comunque, lui elevò la sua bacchetta e gettò un incantesimo. Entrambi i combattenti gelarono in luogo per un battito cardiaco, poi caddero al pavimento in due mucchi. Lupin afferrò l’essere-lupo nero. “Separali, Harry. Incantesimi non durano molto tempo su licantropi. Noi siamo resistenti alla magia.”

Harry non perse tempo e tirò Graeme verso il muro più lontano, sedendosi poi, su lui, come Remus faceva lo stesso con Sirius. Era solo alcuni attimi prima che Graeme, sotto Harry, si riprese. Harry avvolse braccia e gambe circa il più grande essere-leopardo, aggrappandosi con tutta la sua forza.

“Graeme! Graeme! Puoi sentirmi? Sono Harry! Graeme, non lottare più! E’ il mio padrino. Lui non mi farà del male!” Harry lo ripeté più volte, afferrandosi al grande, forte corpo.

“Lui puzza.” La voce di Graeme era notevolmente calma, come riguadagnò la sua posizione in piedi, nonostante il peso di Harry così come il proprio. Una mano si mosse sotto il didietro di Harry, sostenendolo. Harry non allentò la sua presa. “E’ un essere-lupo.”

“Lui è un animagus.” Lo corresse Harry, solamente per essere corretto da una voce che giungeva dall’altro lato della stanza.

“No”, disse Lupin. “Lui…noi, siamo entrambi licantropi. Esseri-lupi, Harry. Sirius non voleva che lo sapessi finché tu non fossi stato più vecchio.

“Ora…anche…in ritardo.” Sirius Black pronunciò in modo indistinto, da sotto la forma del suo più buon amico, Remus. “Avevamo chiesto a Tambyn. Volevamo farti diventare uno di noi. Ma quel maledetto di Malfoy arrivò a te prima. Ucciderò quel bastardo pervertito!” La voce di Sirius crebbe più forte come la magia portò via.

“No!” Gridò Harry, sentendo il ringhio di Graeme. “Sirius! Era un incidente. Sono stato attaccato da uno dei due mostri. Uno di quelli con cui sei entrato nel Feudo dei Malfoy. Harry aggrottò le sopracciglia. “Perché eri con loro?”

“Li ho sentiti per caso parlare di andare al feudo, affrontare quel maledetto felino, e odoravano così terribilmente, che nessuno di loro mi osservò, o che ero con loro. Qualcosa era completamente sbagliato con quei due. Black guardò in cagnesco all’essere-gatto che Harry stava tenendo.

Graeme era mezzo umano, mezzo animale. Sirius era ora, completamente umano. E lo stato del leopardo gli disse, anche con la mente agitata, come potente era il gatto. Doveva usare accortezza. Fare in modo che Harry venisse a lui, ottenendo lontano abbastanza dal gatto così che questi non potesse afferrarlo di nuovo, ed apparire i due di loro fuori…senza il gatto maledetto.

“Sirius, non osare fare quello che stai progettando. Graeme, credo che questo sia il suo nome, dopo tutto è quello che sta gridando Harry. Sediamoci come uomini civilizzati e parliamo. Disse Remus, davvero…ordinò. “Tu, Sirius, starai con me, dove posso controllarti. E Harry, starà col suo gatto.”

Harry fu tirato più vicino da un Graeme accorto e diffidente, ad una delle sedie comode vicina alla porta della sala. Sirius ringhiò ma permise che venisse preso ad un’altra sedia, e si sedette, solamente per avere Lupin seduto nel suo grembo, intrappolandolo.

“Ehi”, si lagnò Black. Lupin scosse la testa.

“No. Non chiederlo neppure. Sono troppo stanco per trattare con i tuoi schiamazzi. Tu resterai qui, e noi risolveremo questo con una ragionevole conversazione e negoziazione, non lottando. In ogni modo, lui è più forte di te, se non l’hai notato. E, in caso tu non  notassi, Harry sta bene con lui, non ne ha paura. Quindi calmati.” Lo sgridò Remus, per poi sospirare. “Mi hai fatto versare il mio tè.”

“Gliene farò io, professore.” Disse Harry, liberandosi dall’alto essere-leopardo dai capelli color rame che ringhiò. “Ne vuoi anche tu, Graeme?”

“No, non so se è sicuro. E neppure tu ne prenderai.” Era la risposta abbrancata di Graeme.

Ma ne posso fare per il professor Lupin?” Pigiò Harry. “Poi ritornerò subito.”

Graeme scosse la testa, alzandosi. “Se insisti nel preparalo per il tuo professore, io verrò con te.”

E Harry seguì nel piccolo cucinino, dove Harry cercò negli armadietti per una tazza pulita e un piattino, lo riempì, localizzò alcuni biscotti dolci, e portò il tutto al tavolino vicino a dove sedeva Lupin con Sirius. Sirius ringhiò, ma grazie al peso sul suo grembo, non si spostò, sotto l’occhio vigile di Lupin.

Graeme ringhiò in ritorno, ed aveva Harry sulla sua spalla, muovendosi verso la porta quasi prima che Harry posasse il piattino in giù. 

“No!” Gridò Harry. “Dobbiamo parlare! Fermo.” Ed al suo assoluto colpo, Graeme lo faceva, sedendosi, pigiando Harry mezzo dietro di lui sulla sedia, le sue mani, mostrando gli artigli impressionanti ai due esseri-lupi.

Quindi parliamo. Convincetemi sul perché non dovrei uccidervi per assaltare l’Eletto del mio re. Graeme brontolò, le labbra che mostrano di nuovo i suoi terribili denti. Harry lo guardò.

“Lui era il mio figlioccio prima!” Ululò Sirius, agitato, come risposta. Remus e Harry guardarono l’un all’altro, e sospirarono.

 

 

Snape non perse tempo, saltando via dai due mostri fetidi su entrambi i suoi lati.

L’uomo avvertì il passaggio d’aria prossimo alla sua faccia, un istante mero più lento, comprese e l’impatto con la sua testa sarebbe stato sicuro. Con il potere che aveva la cosa, era probabile che l’uccidesse. L’odore che rotolava via dai mostri stava atterrendo, come se loro fossero in un mattatoio, circondati da cadaveri imputriditi.

Istintivamente, Snape afferrò la sua bacchetta come si mosse, lottando contro Voldemort e i suoi favoriti gli aveva dato buoni riflessi, e lo rese eternamente vigilante, certamente era stato in più di una battaglia. Snape corse avanti in tre lunghi, non equilibrati passi, poi roteò sul suo tallone.

Qualcuno color oro e mattone balenò accanto a lui, poi pallido e bionda pelliccia lo seguì, e due righe di pelliccia color carota fiammeggiante. Snape sentì il ruggito e lo scontro, come si girò, bacchetta pronta. Le grandi, disgustose zampe stavano per toccarlo, occhi impazziti che ardono come una delle creature l’avevano intrapreso, non abbastanza distratto dai due esseri-gatto che l’hanno colpito con il loro peso, ferendolo con lunghi artigli. Ritornò su di lui, deciso a contattarlo fuori di ogni ragione.

Snape aveva pensato che la cosa fosse dedicata a distruggere i membri del clan. Aveva piccolo senso che volesse attaccarlo, finché lui ricordò che gli attacchi erano cominciati a Hogwarts, solo ultimamente era giunto al Feudo, ed aveva attaccato Draco.

Il Pozioni Master svolazzò sull’acqua, fuori di portata, sentendo la stoffa dei suoi pantaloni lacerarsi agli artigli stesi che rastrellano la sua coscia, mancando la carne solo di una piccola frazione ma distruggendo la stoffa. Galvanizzò ogni nervo e muscolo nel suo corpo facendolo contrarsi, e lui si spinse via, rimbalzando indietro sui suoi talloni, palmi e sedere, trattenendo solo appena la presa sulla sua bacchetta, talmente duro da quasi addentarla a metà. Più artigli balenarono, Amrys e Bill, questi che lacerano misericordiosamente nella bestia, e non in lui.

Il rumore era assordante, ruggiti, ringhi, grida che penetravano gli orecchi. Ed il suono di carne strappata, la doccia di sangue che spruzza in giù come pioggia eccellente.

Lo colpì sul viso, facendolo desiderare di ritirarsi, come fluì la confusione, mentre gocciola in giù. Snape l’ignorò. Non poteva permettersi la distrazione.

Snape precipitò di nuovo, fuori di tiro, solo, la sua bacchetta inutile finché non avesse più spazio. Si arrampicò indietro come un ragno, tentando di distanziarsi. Il mostro seguì. Vide un braccio abbronzato, lungo e magnificamente muscolare avvolgersi circa la gola della cosa, dandogli una scossa di nuovo, duramente. Poi Amrys saltò via, dopo aver deviato l’attenzione della bestia. Lui era mezzo uomo-mezzo leopardo, Snape fissò il guerriero ricoperto di sangue coagulato. Merlino! Che momento inopportuno per comprendere che il secondo del clan era interessante.

La lotta era su, Snape che guarda da una certa distanza. Lui non aveva la forza fisica dei licantropi e le cose mostruose. Non era impervio ad artigli, né aveva le loro abilità salutari. Doveva restare lontano come possibile.

Ed i combattenti erano troppo vicini perché lui potesse gettare un incantesimo senza colpire quello che non voleva colpire. Snape pensò metodicamente alle sue possibilità per un incantesimo che darebbe il vantaggio agli esseri-leopardo, senza provocare alcun danno a loro. I mostri erano così grandi, che anche la forza degli esseri-leopardo stava avendo un impatto solo moderato su loro. Lui doveva trovare qualcosa. Sudore apparve sul suo labbro superiore. C’era una possibilità…

Snape alzò la sua bacchetta come Amrys diede un pugno attraverso il torso di una delle bestie, artigli che lacerano. Il mostro lo schiaffeggiò via e lui volò di nuovo contro il muro, mentre Bill Weasley balzò sulla schiena della bestia. Dietro a loro Snape vide Lucius Malfoy e Charlie Weasley, ambo combattendo nella loro forma animale la seconda delle bestie.

Snape non sprecò tempo, e disse l’incantesimo che aveva scelto. Luce balenò, brillantemente accecante, con intensità tormentosa. Sarebbe stato meglio riuscire a dare un avvertimento ma, non c’era stato tempo. Quando poteva vedere di nuovo , sul pavimento c’erano due donne notevolmente piccole e quattro licantropi che ringhiano strisciando su loro.

Lucius ritornò nella sua forma umana, coperto di sangue e pezzi di carne in decadenza. Stava osservando il corpo di una donna strana. Strana a lui, ma Snape la riconobbe subito, e l’uomo si mosse verso il gruppo per guardarla meglio, lottando contro il tremore di adrenalina che ancora stava correndo nel suo corpo.

“Sybil Trelawney. Professore di Divinazione a Hogwarts. Completamente senza talento, come lontano riguardava la divinazione, e la maggior parte di abilità magiche. Sono sbalordito che sia riuscita a fare qualcosa del genere. Disse Snape come la girò. Gli altri leopardi stavano cambiando di nuovo, guarendo come lo facevano.

“Riconosci questo?” Commentò Lucius, girando il professore. Lui aguzzò all’altra donna che posava seduta in modo scomposto sulla sua schiena, un grande buco nel suo petto dove la mano di Amrys aveva lacerato in lei. “Quella era mia sorella, Andromeda. E questo, era completamente oltre il suo livello di magia.

“Lei è morta, mio re.” Disse Amrys, inutilmente, ma con una nota di soddisfazione nella sua voce, avvertita dal re. Aveva provocato abbastanza danni al clan. Ora, non avrebbe più potuto farne.

“Non c’era nessuna altra alternativa.” Fu la risposta di Lucius. “Non avrebbe accettato compromessi. Si era condannata con le sue proprie azioni.”

Il biondo guardò agli altri uomini. “Ora, dov’è il mio Eletto? E dov’è Graeme? Chi era che lo prese?” Ringhio lui.

“Sirius Black.”

Disse Snape, avendo inaspettate difficoltà a distogliere i suoi occhi dall’alta, muscolare forma del secondo del clan, Amrys. Dovette ricorrere a tutta la sua volontà indomabile, e forzare la sua attenzione via. Ora non era il tempo per scoprire qualcosa del genere. il tempo per esplorarlo.

Strano. Snape era, come lontano come lui sapeva, eterosessuale. Sebbene nei recenti anni, celibe era più accurato. Snape non aveva mai avuto il minimo interesse sessuale in un altro uomo. Si costrinse ad archiviare le domande che stava facendosi…per più tardi. Ora, dovevano pensare a trovare Potter, di fronte a quell’imbecille del suo padrino faceva qualcosa di sciocco ed irreversibile.

Lucius si girò per guardarlo, caldi occhi pallidi. “Sirius Black? Conosco quel nome. Chi è?” Chiese, la sua voce più profonda e penetrante che normale. Lui stava in piedi alto, ancora teso dalla battaglia passata, come il gruppo camminò nella sua stanza di balneazione privata. Le sue spalle larghe erano sporche di sangue.

“Il padrino di Potter.” Rispose Snape. Forse, pensò, se i licantropi avessero preso lati nella guerra contro Voldemort, era probabile che le cose fossero andate più agilmente, la fine più veloce. Tutti loro, però, avevano declinato fermamente. Tutti di loro. Canino, felino e roditore. Rifiutando di dare ragione oltre il fatto che non era la loro lotta. Erano estremamente insulari. Ma Snape aveva il sospetto che ci fosse un’altra ragione.

Perché starebbe lavorando con mia sorella e la strega per invadere la mia casa?” Chiese Lucius, duramente. Aggrottando le sopracciglia, la bocca duramente pigiata in una linea. “Quanto di un pericolo è per la sicurezza del mio Eletto?”

“Senza dubbio stava pensando che lui stava salvando il ragazzo da un fato orribile. Sfortunatamente, l’uomo è un essere-lupo. Non sarà lieto di scoprire che Potter è un essere-leopardo. Disse Snape, uniformemente. “Dubito che lui danneggerebbe il ragazzo, ma quando si tratta con Black, ci sono incidenti che tendono ad accadere. Era tutto troppo prevedile. Come una maledizione fosse gettata sull’uomo. Snape prese un profondo alito prima di aggiungere il resto delle informazioni.

“Ad una durata lui fu imprigionato in Azkaban come criminalmente alienato. Ma, provò essere una esagerazione.” Il professore di Hogwarts tentò di tenere la sua voce ferma e senza flesso. Personalmente, lui pensava che Black *era* mentalmente disordinato, e pericoloso. Ma non sarebbe servito infiammare la situazione in cui si trovavano. Uomini che lottavano come aveva appena testimoniato, non avevano bisogno di alcuna più motivazione che li guiderebbe a ritorsione.

Lucius e Amrys scambiarono sguardi, Lucius ringhiò, finché Amrys lo spinse all’orlo dell’acqua, strappando il suo abbigliamento via. Amrys spinse il suo re nell’acqua.

Lavi, poi andremo a trovare Harry.” Disse Amrys. Lucius aggrottò le sopracciglia più duramente.

Snape guardò come l’altro uomo entrò nella piscina riempita d’acqua. Lui era un adulto, certamente si era spogliato negli spogliatoi. Ma, improvvisamente non voleva esser nudo. Solamente il brutto limo che rivestiva il davanti dei suoi abiti, ed aggrappandosi bagnatamene alla sua faccia, lo convinse per giungere ai suoi bottoni. Amrys passò direttamente alla sua vista, e le dita di Severus scivolarono, armeggiando alle sue chiusure.

L’uomo era rimasto solo in pantaloni sciolti, seta o qualcosa di simile, ora sporcata coi resti della lotta. Amrys guardò in giù e vide la confusione che lui stava portando, e fece una smorfia. Senza pensarci, si spogliò, rimanendo nudo nella stanza nebbiosa, come un dio della natura primitivo umidità che già condensa sulla sua pelle marrone e dorata. L’uomo scosse il corpo, solo come un cane scrollò via l’immondizia e scivolò nell’acqua. Snape pensò che stava per ingoiare la sua lingua.

Gli uomini bagnarono, e Lucius chiese ulteriori informazioni. Snape si concentrò su offrire le risposte, e diventare pulito il più rapidamente possibile. Una volta il bagno era fatto, gli furono offerti dei vestiti, non i suoi abiti soliti e certamente non taglio austero che solitamente portava.

La stoffa era leggera e morbida, di un nero carbone con una riga grigia agli orli. I pantaloni erano come morbide dita che carezzavano la sua pelle, e la tunica lunga, lievemente più grossa ancora adattandosi piuttosto vicino al suo corpo. Ancora, erano vestiti puliti e i suoi, a questo punto, erano inutilizzabili. Si adatterebbe.

“Severus. Portami al lupo mannaro.” Lucius era risplendente in un cremisi profondo, con impronte nere che facevano la sua pelle ardere bianca. La sua faccia era estremamente altezzoso. Ogni pollice un re. Quale non entusiasmerebbe Sirius Black nel minimo.

Il gruppo arrivò nel luogo in cui a Snape fu permesso di apparire sul terreno di Hogwarts. Le sue proprie stanze nelle prigioni sotterranee. Snape ne approfittò per afferrare stivali puliti. Non erano lontano dalla sua dimora le stanze di Remus Lupin. Lupin saprebbe dove era Black. I due erano amici. O possibilmente più, Snape era stupito al pensiero della calma, anima gentile che era Remus Lupin, associato con l’agitato e pericolosamente impulsivo Sirius Black.

Il gruppo si diresse verso le stanze del professore di DADA, un gruppo silenzioso ed intenso di tre. Snape, ancora nell’abbigliamento preso in prestito, Lucius nel suo abito fantastico, e poi Amrys vestito in ambra, il cui abito stava a galla come tela di ragno sulle correnti d’aria.

Amrys e Lucius erano a piedi nudi, Snape aveva rifiutato di andare senza calzature, scivolando di nuovo i suoi stivali su dopo aver asciugato il sangue coagulato da loro. Ora i suoi stivali nuovi erano fermamente sui suoi piedi, i vecchi che bruciano nel suo focolare. Non avrebbe mai potuto togliere il puzzo di quelle creature da loro, comunque.

Snape fece una pausa fuori delle stanze di Lupin. Sapeva che Black era in loro. Snape avvertì il rumore d’annusate provenire dai due uomini dietro a lui. Stava girandosi per dire a Lucius, quando l’uomo lo spinse via. Lucius disse una sola parola.

“Harry.” Lucius ringhiò. Amrys lo seguì dentro come scoppiarono attraverso la porta.

 

  
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