15/11/2012
3 recensioniMi guardai la maglietta e cercai di fare mente locale su come l'avessi indossata. Poi ricordai.
Mentre mi fissavo allo specchio sentii nell'aria un odore di pancakes appena fatti.
Aprii la porta del bagno e sporsi la testa per vedere cosa succedeva in cucina. Un Harry Styles in boxer e maglietta era intento nel preparare pancakes e versarci sopra lo sciroppo d'acero.
Il profumo era buonissimo.
Mi schiarii la gola e lui si girò di scatto, con la paletta in mano e un'espressione spaventata. Poi mi vide e rilassò il viso.
- Buongiorno, dormigliona.
- Che ore sono? - risposi con la voce ancora assonnata.
- Le undici.
- Oh mio dio dovevo andare a lezione.
- Ti interessa? - sogghignò. Poi quando vide rilassarmi disse: - Perché stai nascosta dietro il muro?
- Sono in mutande. - dissi arrossendo.
- Non sembrava un problema stanotte. - e scoppiò a ridere.
- COSA ABBIAMO FATTO?! - urlai con gli occhi sgranati.
- Niente, idiota, vieni a mangiare.
Mi sedetti sul tavolo della cucina e addentai un pancake, era davvero buono. Poi mi porse un bicchiere di latte e caffè e lo ringraziai con un sorriso. Mentre ero intenta a finire la mia colazione, lui si posizionò proprio davanti a me. Io alzai la faccia dal mio piatto e i nostri sguardi si incrociarono.
Era serio, non vedevo tracce del suo solito sorriso, i suoi occhi non brillavano.
- Mi spieghi cosa ti è successo stanotte?
- Niente. - tagliai corto e ritornai a fissare il piatto.
Lui prese il mio mento con le mani e mi fece alzare la testa. I nostri visi erano così vicini che i nasi si sfioravano, vedevo solo i suoi occhi, verdi come i più bei prati del mondo.
- Niente. - ripetei cercando di trovare il filo del discorso.
Si allontanò da me e ritornò a lavare le stoviglie.
Rimasi zitta e poi cominciai a parlare.
- Quando mia nonna morì, cinque anni fa, io non la presi molto bene, e mi si formò un'ulcera allo stomaco, dovuta al forte stress. Questa ferita interna è in continua espansione, ma prendo delle pillole per rigenerarla e cerco di restare il più tranquilla possibile. Ma a volte, la situazione mi sfugge di mano. Ieri, ad esempio, avevo dimenticato le pillole. - non avevo mai detto a nessuno quello che stavo dicendo a lui, era una completa novità aprirsi con una persona per me.
- Che pillole sono? - si limitò a rispondermi.
- Quelle affianco al microonde. Le tre scatole.
Se ne mise un paio in un cofanetto che trovò su un mobile e se lo infilò in tasca.
- La prossima volta che le dimentichi, ti ammazzo. - mi disse e io non potei fare a meno di sorridere. Si stava occupando di me, e gliene ero infinitamente grata. Ma lui, in boxer, mi distraeva parecchio.
- Stanotte mi hai provocato parecchio, quando mi hai chiesto di sfilarti il vestito.- disse poi, scoppiò a ridere e andò in bagno a lavarsi.
Io sorrisi tra me e me e continuai a mangiare i pancakes. Io che provocavo lui? Stava parlando quello che girava in boxer per casa mia.
SAAAALVE, BBBBELLI.
Dopo questo capitolo dovrete aspettare un po', non so esattamente quando, devo ancora finire di scrivere la storia.
Spero che vi stia catturando proprio come ha catturato me scriverla.
Lasciate una recensione, positiva o negativa che sia, voglio sapere cosa pensate c:
Un bacione a tutti, BASTADDI lol <3
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