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Autore: MagieSinisterForum    04/06/2007    4 recensioni
La raccolta di fanfictions (23 tra one-shot e flash-fic) che state per leggere nasce quasi per gioco, su un forum, “Magie Sinister” (http://magiesinister.forumcommunity.net/), dedicato al mondo di Harry Potter in generale e a Severus Piton in particolare. Gli utenti del forum, che sono poi anche gli autori (ben 13 persone) dei vari racconti, un pomeriggio chiacchieravano placidamente sul rapporto del loro beniamino, Severus, con il cibo e le bevande. (http://magiesinister.forumcommunity.net/?t=5055779) Perché è così (almeno nei libri) magro? Non gli piace mangiare? O non ha mai tempo per nutrirsi come si deve, tra una lezione e una sessione di spionaggio? Oppure, magari, si priva dei peccati di gola per punirsi dei troppi rimorsi? Secondo l’idea di base, in ogni fanfictions Severus Piton doveva mangiare o bere qualcosa (non importava cosa e, come vedrete, in alcuni casi, il gesto di mangiare diventa mera metafora), oppure desiderare un cibo e, anche nel caso in cui lo si fosse lasciato a digiuno, l’autore doveva rendere, anche solo implicitamente, la propria idea del rapporto di Piton con il cibo.
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Severus Piton, Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Merenda

Merenda

Genere: Introspettivo

Personaggi: Piton e Minerva

Era: Harry a Hogwarts

La pausa del tè (Boll11)



Severus sorseggia il suo tè sforzandosi di trovarlo gradevole.
Quel caldo liquido ambrato, in realtà, lo disgusta.
Minerva ci ha messo troppo zucchero.

Quando con un tono che non ammetteva repliche, gli ha ordinato di fare una pausa dal suo lavoro le ha visto agitare la bacchetta e far fluttuare verso di loro un vassoio con una teiera fumante, due tazze e un piatto ricolmo di shortbread.
Non contenta della sua totale inerzia e della sua ostinata intenzione di non alzare lo sguardo dai volumi che stava consultando, l’ha vista afferrare con gesto secco un esile cucchiaino d’argento e affondarlo nella zuccheriera.
Ben quattro cucchiaini colmi su cui aveva versato l’ Earl Grey.

Non ama quel tè.
Sembra amaro, ma in realtà quel retrogusto di bergamotto gli lascia sulla lingua e nella gola un sapore dolciastro.
E’ un tè indeciso.
Oltretutto è smielato e lui di solito lo prende amaro.
E preferisce il robusto Irish Breakfast.

Dunque sorseggia l’ Earl cercando di mascherare la repulsione dietro la porcellana candida della tazza, ascoltando con poco interesse la vecchia maga.
E’ sempre così preoccupata.
Ha notato che ha saltato il pranzo e anche la colazione ed ha voluto accertarsi che il suo corpo scarno ingerisse qualcosa.
Per questo, crede, gli tende un biscotto con cipiglio severo, la sottile linea della bocca piegata in una smorfia decisa.

Severus odia gli shortbread.
Sono talmente pieni di burro che un boccone potrebbe saziare l’intera Hogwarts.
“No, grazie Minerva.”
Lei non fa una piega.
Continua a tendergli quel biscotto senza battere ciglio.
Se Severus non leggesse nei suoi occhi quello che smentisce la bocca, le avrebbe già intimato di togliersi dai piedi.
Non sa perché, ma Minerva gli vuole bene.
Quella vecchia strega gli vuole bene.

Afferra il biscotto con poco garbo.
Glielo strappa dalle mani e lo avvicina alla bocca.
Prima di addentarlo rimane un secondo a fissarla considerando se lasciar emergere la sua vena caustica o cedere alle sue premure.
Si limita a sibilare:
“Non è con tutto questo zucchero che puoi addolcirmi, Minerva, ma forse riesci ad uccidermi.”
E risoluto affonda i denti nella frolla.

  
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