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Autore: Alyx    18/11/2012    13 recensioni
Al mio raggio di sole, Trich, perchè grazie a lei ho scoperto il meraviglioso mondo di Percy Jackson.
Quando ero più piccola mi ero iscritta a un corso di danza ma ero stata espulsa dopo che, mentre ero da sola nello spogliatoio, uno scomparto di armadietti aveva preso fuoco.
Poi a dodici anni mia mamma mi aveva rivelato la mia vera natura.
Avevo scoperto di essere una Semidea.
(...)
Ero ancora piccola e non presi troppo male il fatto di essere figlia di un Dio Greco.
Ok.
Diciamo che ero passata dalla fase '
Mamma, non credo più alle favole.' a quella 'Ok. Tutto questo è impossibile!', per poi passare a quella di 'Che figata! Sono figlia di un Dio leggendario!'.
  ***
-Oh, scusa. Disturbavo?
Sorrisi ironica mentre dentro di me la mandavo a fare una cosa non anatomicamente possibile.
-No figurati.- risposi, dolce come l'aceto.
Lei mi diede le spalle e tornò a parlare con Louis, mentre sbuffavo sonoramente e incrociavo le braccia al petto.
Alzai gli occhi al cielo, disgustata dalla lunghezza, se così si può ancora definire, della sua minigonna.
Forse Louis se ne accorse perché ridacchiò sotto i baffi.
Non mi sforzai di ascoltare fino a che non sentii qualcosa come -Dolcezza, a presto- e allora mi strozzai con la saliva.
Cominciai a tossire e Louis la scostò per iniziare a darmi delle pacche sulla schiena, mentre la piccola Afrodite mi fulminava con lo sguardo.
-Louis non potremmo andare a parlare da un'altra parte?- chiese acida mentre davo gli ultimi colpi di tosse.
Come se volesse davvero parlare con Louis.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Essere unMezzosangue è una faticaccia

                                                         Capitolo 17
                                             Lo scontro finale

 

Riassunto Capitoli precedenti:- perchè sono un disastro e aggiorno ogni morte di gallina. Ma state tranquilli!Mio nonno diceva: Alla morte di una gallina se ne fa un'altra!
-Un papa, Uther. 
-No, no. Il nonno. 


Dicevamo, allora. Insomma. (Non me lo ricordo nemmeno io ch'è successo .___.?)
Ah ecco! Camille (la portagonista, ricordate?) ha incontrato il suo papi, Ares che gli ha svelato che la sua spada è speciale (cacchio, sono molto orgogliosa di questa storia :3) che è scaturita dalla scheggia della prima folgore di Zeus (spiegatemi se non io potevo avere una tale idea c'è!) e che in realtà non ha una forma precisa, ma prende quella dell'arma meglio padroneggiata dal proprietario. 
Questo simpatico incontro lo fa mentre cerca di raggiungere Louis (l'altro protagonista, ricordate anche lui? Vi sfido a non ricordarlo. Biondo, occhi grigi, figlio di Atena...). Lo trova ma lui non vuole lasciarla andare da Pitone -oibò il ragazzo ha scoperto dov'era il mostro.- perchè la ama e un sacco di altre romanticherie disgustose che non mi sentirò mai dire...
Ma Camille vuole assolutamente salvare la sua amica, Emily (lei è un personaggio abbstanza importante che non si ricorda mai nessuno secondo me...) e sfida a braccia aperto il mostro. Ma per una serie di eventi di cui nemmeno io ricordo il motivo Camille sviene (tipo Dante nella divina commedia) e quando si sveglia c'è Rachel (l'oracolo, magari questo ve lo ricordavate) che si sta curando di lei. Le dice che Louis è andato a sfidare Pitone nel suo Covo fighissimo nei giardini pubblici di Philadelphia ma non è tornato. Così Camille parte per salvare Louis (cosa che le verrà bene come noterete alla fine del capitolo) e la sua migliore amica, e Rachel le spiega che per uccidere Pitone deve usare delle frecce ma lei non sa dove cazzodizayn prenderle; era sottinteso che doveva usare la spada-multiuso.


 




Un rumore secco mi fece sobbalzare e per poco non sbattei la testa contro la parete bassa. 
Mi girai verso l'entrata e vidi due figure correre chinate nel buio. 
Mi accorsi che si tenevano per mano. 
Aspettai che fossero vicini per alzare Timoria per sbarrargli la spada. 
La luce fioca della mia spada illuminò i visi di Percy e Annabeth che trattennero rumorosamente il fiato. 
-Lo sapete che non siete per niente cauti? Eppure l'avevo detto alla rossa di specificare di fare attenzione...
Percy fissava la spada. 
-Cosa è successo a questa qui?
-Segreti del mestiere. Altre domande? Ci siamo?
-Dov'è mio fratello?- chiese Annabeth. 
-Se non ci sbrighiamo sarà morto. Veloci. Statemi dietro. Mentre distraggo Pitone voi portate fuori Emily e Louis, poi tornate ad aiutarmi se necessario. 
-Che cosa?!- disse offeso Percy.
-No!- ribadì Annabeth. -È escluso che tu rimanga da sola in questa... grotta?-Che ci fa una grotta nei giardini pubblici di Philadelphia?- In questa cosa da sola con quel mostro. 
Sbuffai alzando gli occhi al cielo... anzi al soffitto, molto basso terrei a precisare. 
-Sono una figlia di Ares, qualcosa mi inventerò!
Annabeth mi tirò un pugno sul braccio. -Eh smettila con questa storia! Non è che se sei figlia di Ares sei immortale!
La fissai confusa. -Che...?
-Rimango con te.- disse determinata. 
Percy si lascio sfuggire un gemito. -E a me lasciate la parte più noiosa? Vi ricordo che sono l'eroe che ha salvato il mondo l'estate scorsa...
-Proprio per questo. Il tuo momento di gloria è passato. Ora zitti, avrete tempo per fare la coppia felicemente innamorata dopo. Fate piano e seguitemi. 
Non so bene come feci ma imposi in qualche modo a Timoria di brillare un po' di meno. 
Per una volta mi sentii quasi una figlia di Apollo, quando si divertono a far cambiare la luce del giorno. 
-Come hai fatto?- sussurrò allibito Percy.
Mi strinsi nelle spalle, con un ghigno soddisfatto. 
Dapprima camminammo, poi praticamente strusciammo, lungo quell'umida galleria che sembrava non finire mai. 
Rischiai di sfracellarmi sulle pietre alle pareti un po' di volte e inciampai in un paio di sassi scatenando l'ilarità di Percy.
Il figlio di Poseidone si prese delle occhiatacce degne da figlia di Ares. 
Proprio mentre Percy bofonchiava -Se c'è dell'acqua, posso rimanere io?- la galleria si allargò notevolmente e riuscimmo pure a metterci in piedi. 
A pochi metri di distanza da noi, un debole luce rossa pulsava come una candela al vento. 
Annabeth mi affiancò.
-Come mai non ci ha ancora attaccato nessuno?- sussurrò.
-Lui vuole che arriviamo laggiù. Lui vuole che gli portiamo Rachel. Credo che pensi che io sia disposta a barattarla in cambio di Emily e di Louis. 
-E quando si accorgerà che lei non è con noi, si arrabbierà parecchio...
-E cercherà di ucciderci probabilmente. 
Annabeth mi fissò seria. 
-Credo sia ora che tu ti metta quel cappellino, Chase.- le dissi. -Mi sarai più d'aiuto in quel modo. 
-L'ho dato a Percy. Così spero che Pitone non noti subito che i suoi due prigionieri scappano con un ragazzo invisibile...
Sorrisi. -Grande idea. 
-Grazie. 
Guardai dietro di me appena in tempo per vedere Percy sparire. 
-Tutto ok, ragazze. Sto bene.- disse dopo qualche secondo. 
-Perchè non dovresti stare bene?- chiesi.
-Sono inciampato. Non ve ne siete acc...? Oh. Giusto. 
-Vai avanti tu, Percy!- ringhiai. -E non combinare altre delle tue idiozie! 
-Quelle idiozie che hanno salvato il mondo l'anno scorso?
-Ma sta zitto!- lo riprendemmo insieme io e Annabeth. 
Io e la figlia di Atena seguimmo i ciottoli che si muovevano per terra testimoni che Percy era davanti a noi. 
-Non andare troppo avanti, Percy.- disse in un sussurro Annabeth poco dopo. -Aspetta che distaiamo Pitone, prima di liberare Louis e Emily... 
Sentimmo un sussurrato -Non preoccuparti. 
La luce si faceva via via sempre più vicina. Improvvisamente la galleria fece una curva quasi di novanta gradi. 
Spinsi indietro Annabeth non appena, girato l'angolo, intravidi la coda del mostro. 
-Ok. È lì dietro.- dissi. -Fai andare prima me. Poi mi raggiungi appena mi vedi in difficoltà, ok?
La ragazza annuì di malavoglia. 
Tenni ben tesa Timoria di fronte a me e girai l'angolo, rimanendo adiacente al muro opposto. 
Quel covo aveva una forma a uovo, notai appena mi sporsi all'interno ben attenta a non farmi notare subito, e se io ero nella parte bassa, Pitone e i miei due migliori amici -se Louis si può ancora definire un amico- erano nella parte opposta, quella alta. 
Emily era completamente appoggiata alla parete, si dimenava ma non riuscivo a capire da cosa. 
Louis invece era riverso a terra, immobile. 
Il mio cuore cominciò a batte furiosamente. 
Pitone mi dava le spalle e stava nella sua forma vagamente umana con le braccia conserte di fronte alla mia amica. Dal cappotto usciva una lunga, verde, viscida e appuntita coda da serpente. 
Se Emily mi vide non diete segno di sorpresa e per questo la ringraziai mentalmente.
Louis si mosse debolmente. 
-Come mai non sei ancora morto, stupido umano?- commentò sprezzante il mostro. 
Mi allarmai non poco alla parola umano. Pitone sapeva che Louis era un semidio. Perché chiamarlo in quel modo?
La coda del mostro schioccò nell'aria. 
Senza pensarci due volte mi staccai dalla parete e corsi verso Pitone. 
In un attimo tranciai la sua coda, che cadde pesantemente a terra, a pochi centimetri dal viso di Louis.
Il mostro si girò furioso verso di me e i suoi occhi da gialli diventarono rossi sangue. Un attimo dopo ero spiaccicata contro la parete appuntita, spinta da una forza sconosciuta, mentre la spada scivolava lontano richiudendosi nella sua forma di moneta. 
Emily cacciò un urlo che mi fece venire i brividi. 
Pitone mi si avvicinò, percorrendo dieci metri in due falcate; mi afferrò per un braccio, alzandomi da terra, mentre i suoi artigli affondavano della mia carne. 
Gemetti di dolore mentre il sangue cominciava a colarmi dagli squarci e la mia testa urlava. 
-Quanto sei testarda, figlia di Ares.- commentò sprezzante. 
Da sotto il suo cappotto spuntò dapprima una punta verde, che poi si estese di qualche metro verso l'alto. 
Gli era ricresciuta la coda. 
-Pensi di sacrificarti per i tuoi amici?- Pitone allungò l'altra mano, quasi perfettamente umana se non fosse stato per il colore, verso il mio collo mentre lasciava il mio braccio ferito. Istintivamente congiunsi le mani sul suo polso cominciando a sentire l'aria mancare. 
Da lontano intravidi Annabeth nascondersi dietro un masso. 
Sperai che si sbrigasse se no sarei morta. Presto. 
Emily cominciò a chiamarmi, invocare pietà a Pitone. 
-No! Lasciala! Non è lei che vuoi! Lasciarla! Mostro! 
La vista cominciò ad annebbiarsi un attimo dopo che capii che la mia amica era incatenata per il polso al muro. 
Emily allungò la mano libera verso di me, il palmo rivolti alla schiena di Pitone. 
E proprio mentre pensavo che era finita, che stavo morendo, il braccialetto al mio polso brillò, una luce potentissima scaturì dal pezzo di plastica facendo sbalzare indietro Pitone. 
La luce era accecante e all'inizio e nemmeno io capii cosa stesse succedendo. 
Piano piano la luce diminuì, concentrandosi in un ovale perfetto. 
Diventò pesante e dopo un attimo mi ritrovai al braccio uno scudo di metallo lucente, che non smetteva di brillare e pulsava come se avesse un cuore, come se fosse vivo. 
Cercai subito con lo sguardo Emily che era inginocchiata per terra, il polso incatenato verso l'alto in una posa innaturale. 
Aveva il fiatone e i lunghi capelli biondi le coprivano il viso.
Pitone era ancora riverso a terra. 
Capii che era opera sua quello che era successo ma non c'era tempo per fare i sentimentali.
Infilai la mano nella tasca dei jeans per tirare fuori la spada. 
La feci trillare in aria come sempre e quella si trasformò. 
Corsi verso la mia amica. 
Presi forza e spaccai la manetta che la teneva imprigionata al muro. 
Appena libera non mi guardò nemmeno egli occhi. Con mani tremanti prese un lembo della sua gonna e strappò un pezzo di tessuto. 
Mi si avvicinò e mi fasciò il braccio. La stoffa si tinse subito di rosso, ma lei continuò a stringere. Lo annodò con forza, poi finalmente mi guardò. 
-Te l'avevo detto che quel braccialetto non era inutile...
-Non abbiamo tempo.- dissi velocemente guardando Pitone che cercava per il momento invano di riprendersi e alzarsi. 
-Camille...- tentò Emily. 
-Non abbiamo tempo. Percy!- chiamai.
Il ragazzo si materializzò accanto a me. -Portala fuori. Subito.- gli ordinai. 
Il figlio di Poseidone annuì poi afferrò Emily per un braccio mentre le infilava il cappello degli Yankees.
La mia migliore amica sparì. 
Percy prese a correre verso l'uscita stringendo il vuoto accanto a se'.
Mi voltai e vidi Pitone che si teneva in piedi alla parte, gli occhi chiusi. 
Tutta quella luce doveva avergli fatto male. 
Cercai Annabeth con lo sguardo e la vidi curva su Louis. Corsi verso di loro cercando di non perdere d'occhio Pitone. 
-Come sta?- chiesi allarmata, lasciando cadere per terra lo scudo e la spada, che tornò moneta.
-Non guarisce. Non capisco.- disse con voce rotta la ragazza. -Le nostre ferite guariscono più in fretta! Tutti questi tagli dovrebbero già essersi rimarginati!- alzò la testa verso di me e un ciuffo di capelli le sfuggi dalla coda alta. -Deve avere una specie di veleno ...dentro di se'. Stai attenta, Camille. 
Lanciai un'occhiata a Pitone che cominciava a riprendersi seriamente. 
-Tu stai con Louis. Cerca di rimetterlo minimamente in senso e poi esci di qui! Anche a costo di trascinarlo. Io intanto uccido Pitone. 
Annabeth annuì. 
-Frecce...- borbottò Louis con la voce roca, gli occhi chiusi e la bocca storta in una smorfia di dolore. -Le frecce. 
Mi guardai intorno disperata. 
-Non ho ne un arco, ne tantomeno delle frecce...- borbottai.
Improvvisamente si sentì un urlo e poi di nuovo quella forza e caddi addosso a Louis. 
Annabeth fece appena in tempo a rifugiarsi dietro un masso per non essere sbalzata indietro. 
Louis gemette e io mi rialzai velocemente borbottando un -Scusa!
Annabeth corse verso il mostro. 
Lanciò un coltello che andò a impiantarsi nella coscia di Pitone che ruggì di rabbia. 
Un attimo dopo il corpo umano del mostro cominciò a deformarsi. 
Le braccia si allungarono, le gambe si intozzirono e la testa si deformò. La pelle ruvida che si ritrovava cominciò a trasformarsi in scaglie verdi, dure e lucenti mentre il corpo da lucertola si ingrandiva fino ad arrivare a sfiorare il soffitto.
La testa era sproporzionata, più piccola rispetto al resto del corpo, allungata. Al posto del naso aveva due fessure minuscole, gli occhi gialli e rossi a mandorla e al posto della bocca un muso da cui colava delle bava verde fumante che a contatto col terreno sfrigolava producendo schiuma. 
Pitone aprì la bocca mostrando due denti aguzzi e sottili e una lunga lingua biforcuta. 
-Figlia di Aresss- sibilò allungando di molto la s. -la pagherai cara per quesssto. 
Annabeth fece qualche passo indietro spaventata. Poi facendo un bel respiro afferrò un altro pugnale e lo tirò di nuovo al mostro. 
L'arma si disintegrò a contatto con le scaglie senza nemmeno scalfirle. 
La figlia di Atena deglutì poi prese a correre intorno al mostro alla ricerca di un punto debole. Pitone infastidio cercò di scacciarla.
Sobbalzai appena qualcuno mi afferrò la mano. 
-Camille.- chiamò sofferente Louis. -Timoria può... può, porre fine a tutto.- sputò fuori tutto d'un fiato. -Fallo. 
Annabeth corse dietro un pilastro di roccia e trafficò con la cintura per sguainare la spada. Non avrebbe retto ancora per molto. 
Mi liberai dalla stretta di Louis e afferrai lo scudo di luce. 
Lo lanciai verso Annabeth, ma non arrivò fin dietro il pilastro.
Lei lo guardò un attimo poi corse a prenderlo mentre Pitone ruggiva di rabbia. 
Presi Louis e lo misi con la schiena contro un masso vicino. Lì sarebbe stato più al sicuro. Era piuttosto lontano dall'uscita ma contavo su Annabeth, sarebbe riuscita a portarlo fuori. 
Lo guardai. -Come faccio?- gli chiesi. 
Lui aveva gli occhi socchiusi ma sorrise nascondendo per un attimo la sofferenza.
-Non posso aiutarti. Sono umano adesso.- sussurrò con voce rotta. 
-Che cosa?- strillai. -No! Cosa stai dicendo?!
-Pitone...- rispose. -Il suo veleno ha soffocato il mio sangue divino. Non...
-Louis! Non pensarlo nemmeno. Troveremo un modo per ... Tu non sei umano! Aiutami ti prego! Tu hai sempre una soluzione!
Lui scosse debolmente la testa. 
-Non posso. Ci puoi riuscire solo tu. Con la tua forza di volontà. 
Strinsi le sue mani tra le mie. -Ti scongiuro.- lo pregai. -Ho bisogno di te. Aiutami. 
Rimase un attimo in silenzio. -Prendi la moneta.- ordinò poi quasi senza voce. 
Feci come mi aveva detto. La strinsi nel palmo di Louis, poi strinsi la sua mano a mia volta. 
-Devi entrare in contatto con Timoria. Devi farle capire cosa deve fare, come deve trasformarsi.- spiegò piano la voce sempre più affaticata. -Se è vero che siete destinate, che siete in qualche modo collegate, lei ti capirà. 
Io annuii, cercando di nascondere il terrore. 
-Non... avere paura. Ci sono io. 
Annuii stringendo di più la presa. 
-Aiutami. 
-Lo farò. 
Chiusi gli occhi, cercando di ignorare il battito furioso del mio cuore. 
Sì, sono una figlia di Ares. 
Sì, mi piace combattere. 
Sì, delle volte sembro invincibile e senza cuore. 
Ma in quel momento avevo paura. 
Una paura enorme di perdere le persone che amavo. 



Lasciai andare la mano di Louis mentre lui chiudeva gli occhi e si lasciava piano piano andare.
-Al petto. Tra le zampe. Devi... colpire, lì.
Non disse più niente, quasi spegnendosi. 
-Continua a combattere, Lou.- lo esortai. -Non arrenderti. Torno qui tra un minuto. Dammi il tempo di uccidere quel coso o di capire che non ho un arco. 
Louis bofonchiò qualcosa di incomprensibile. 
Aveva bisogno di Rachel e alla svelta. 
-Annabeth!- la chiamai urlando. 
Lei fece in tempo ad abbassassi mentre la coda di Pitone le sfiorava i capelli. 
-Porta fuori Louis da qui!- le ordinai. 
Il mostro di girò verso di me. -Ti piace giocare a fare l'eroina, ragazzzina? 
-Mi piace giocare a ucciderti!
Feci trillare la moneta. 
Trattenni il fiato rumorosamente mentre speravo con tutta me stessa che avesse funzionato. Avevo implorato l'anima di Timoria di aiutarmi. Di trasformarsi nella cosa di cui avevo il più disperato bisogno. 
Il tempo parve fermarsi.
La moneta sembrò girare lenta, troppo lenta per essere vero, poi si allungò. 
Ebbi un paura folle che non avesse funzionato.
Ma poi la sagoma scura si sdoppiò, prendendo una forma tondeggiante. 
Un attimo dopo avevo in mano un arco magnifico. 
Le venature simili a filmini che erano nella lama della mia spada ricoprivano completamente tutta l'arma, escluso solo il filo sottilissimo e argento. 
Per terra c'era una freccia. 
Una sola freccia uguale identica all'arco. 
Ecco qual era il prezzo da pagare. 
Una sola possibilità. Sbagliavo questo e avevo perso. 
Annabeth rimase pietrificata dallo stupore. 
Non feci in tempo a gridarle -Attenta!- che la coda di pitone la spinse per terra vicino alla galleria per uscire. 
La ragazza non si muoveva.
-Annabeth!- strillai.
Pitone fece qualche balzo verso di me. -Hai perssso tutto ragazzzina. Facciamo la finita qui! 
Guardai Louis immobile contro il masso, e mi sentii impotente come non mai. 
Poi mi girai verso Annabeth. 
Percy era chino su di lei, il cappellino poggiato per terra. 
La afferrò per le spalle e tentò di trascinarla via. 
I due sparirono dietro l'angolo. 
Sentii la paura impossessarsi di me. 
Chi avrebbe aiutato Louis adesso? 
La soluzione era una sola; dovevo uccidere quel mostro. A tutti i costi. 
Incoccai la freccia e chiusi un occhio per prendere la mira. Tirai la corda.
Pitone sibilò quella che doveva somigliare a una risata. 
-Illusa. Non riuscirai mai...
Mi concentrai sulla fessura che aveva sul lato sinistro del petto, tra le scaglie della zampa e quelle del petto. 
Pensai a Emily e a come sarebbe stata perfetta. 
Lasciai il filo prima ancora che il mostro finisse la frase. 
La freccia viaggio alla velocità della luce, fischiando nell'aria e andò a conficcarsi nella pelle del mostro che lanciò un ululato di dolore. 
Feci per correre da Louis ma il grido di pitone si trasformò in una risata. 
-Figlia di Aresss, sssei veramente una sssciocca.- rise strappandosi la freccia di dosso.
Cominciai a respirare affannosamente. 
Come?! Come aveva potuto non funzionare? 
L'arco tra le mie mani si ritrasse nella sua forma di moneta. 
La feci trillare ma non successe niente. 
Pitone si faceva sempre più vicino. Lanciai un occhiata a Louis. 
Ritentai e lanciai in aria Timoria ma lei rimase chiusa in se' stessa. 
-Ho fallito.- sussurrai a Louis, troppo lontano per potermi sentire. -Ho fallito, Louis, mi dispiace. 
Pitone fece tremare il suolo avvicinandosi a me. 
Alzai gli occhi al cielo. -Ti scongiuro, Padre. Ti prego. Salva Louis. In qualsiasi modo tu conosca. Anche il più terribile e doloroso. Salvalo! 
La coda del mostro mi attagliò lo stomaco e mi vede volare all'indietro, verso l'uscita. 
Guardai la galleria buia e vuota, ma rimasi immobile dolorante. 
Il braccio pulsava e la benda che mi aveva improvvisato Emily era gonfia di sangue e pus. 
Non meritavo di vivere. 
Avevo fallito. 
Avevo salvato Emily ma condannato Louis. 
Pitone rise sprezzante.
-Morirai illusssa!
Morirò colpevole. 
Sentii la voce di mio padre nella testa. "Fuggi, Camille! Fuggi piccola idiota!"
Io scossi la testa. 
Non ero stata in grado. 
-Salva Louis ti prego.- sussurrai. 
Pitone improvvisamente si fermò, a pochi passi da me. 
Dal petto, proprio dove l'avevo colpito cominciò a uscire una sostanza nera come la pece. 
-Cosssa?- chiese a se' stesso il mostro, incredulo, portandosi una zampa di artigli al cuore. 
Ma il fluido non smise di uscire. 
Pitone urlò. 
Fissai tra le lacrime quello che stava succedendo, anche se non ci stavo capendo molto. 
Pitone indietreggiò, ingombrante, e cadde contro il pilastro con tutto il suo peso, mandando lo in frantumi.
La terra introno a me cominciò a tremare e dal soffitto cominciarono a cadere detriti di ogni genere. 
Rimasi lì per terra sperando che un masso mi colpisse in fretta per punirmi e mettere fine alla mia vita in fretta. 
"Scappa di lì, Camille!" Ruggì mio padre nella mia testa. 
Io mi alzai ma per correre verso Louis. Lui doveva salvarsi. 
Feci pochi passi che un masso cadde davanti a me. 
-LOUIS!- lo chiamai. -Louis! 
Scorsi la sua figura per terra poco prima che qualcuno mi afferrasse per le spalle. 
-Andiamocene di qui, Camille!
Un ragazzino dai capelli rossi mi strattonò. 
Aveva circa 13 anni, era minuto e secco, i capelli rossi non erano troppo lunghi ma nemmeno troppo corti. Aveva una tuta azzurra e grigia, smunta. Ai piedi portava delle scarpette con ricamate sopra delle ali. In una mano teneva un cappello con le stesse ali ricamate e un bastone.
Ermes. 
-No!- strillai. -Devo salvare Louis! LOUIS!
Una cascata di pietre piovve dal cielo per ostruire quasi completamente il passaggio. 
Intravidi da una fessura Louis che dandomi le spalle, voltava la testa verso di me, sorridendomi debolmente. Mi parve di leggere sulle sue labbra un -Ti amo. 
Cominciai a strillare e piangere. -LOUIS! Louis! LOUIS!- ululai di dolore mentre il ragazzino mi trascinava via, troppo forte rispetto a quello che avrebbe dovuto essere. Io continuavo a cercare di correre dalla parte opposta. Verso il figlio di Atena.
L'ultimo masso otturò completamente la grotta lasciando me e Ermes al sicuro nella galleria. 
Cedetti sulle ginocchia urlando e singhiozzando, invocando il nome di Louis. 
-NOOO! LOUIS! LOUIS!
Nascosi il viso tra le mani, appoggiando i gomiti sulle cosce. 
Non poteva essere. 
Ero io quella che doveva morire. Non lui!
Cacciai indietro la testa urlando -L'AVETE LASCIATO MORIRE!
Era rivolto agli dei, a me, al fato e al karma. 
A tutti. 
Mi sentivo a pezzi, il cuore mi pesava nel petto e i singhiozzi mi percuotevano le spalle. 
Io dovevo morire!
Ermes cercò di alzarmi ma io lo spinsi via con tutte le mie forze. 
-VATTENE! È ANCHE COLPA TUA! SOPRATTUTTO COLPA TUA! L'
 AVETE UCCISO!
"Non fare la piagnona, Camille." Disse freddamente Ares nella mia testa. 
-VATTENE! NON TI VOGLIO NELLA MIA TESTA! NON VOGLIO PIÙ ESSERE FIGLIA TUA! VATTENE!
Avevo ucciso Louis. Era morto. E io non avevo più ragione di vivere.



Angolo dell'Autrice:
Avrete il permesso di offendermi, tirare giù gli Dei dell'Olimpo dal monte, tirarmi le banane e le cippole, comprare una ghigliottina e tirarmi la ghigliottina, e copiere qualsiasi altro atto violento, SOLO dopo avermi un attimo ascoltato. 

So che sarete un pochino shockati dagli ultimi eventi e vi capisco. Lo sono anche io. 
Insomma, uccidere Louis non era nei miei programmi iniziata la storia. 
Farlo vivere felice e contento con tanti pargoli insieme a Camille, questo era il programma. 
Ma io sono mezza folle, anzi folle intera, e quindi dovete tenermi così.
Alzi la mano chi si aspettava una fine tanto tragica come questa? 
Alzi la mano chi si aspetta che io risolva le cose?
Alzi la mano chi vuole uccidermi perchè non lo farò? 
Alzi la mano chi guarda Un passo da cielo e ha capito la battuta all'inizio del riassuntino?... Ok. Basta. 

In realtà vorrei aspettarmi un boom di recensioni in un capitolo come questo ma credo che alcune di voi apposta per farmi un dispetto non recensiranno e mi lasceranno gongolare nella mia disperazione post traumatica. 
Tipo, guardate il riassunto inziale... lì ero nella fase traumatica. 
Ma tranquille, dopo che avete realizzato che il figlio di Atena è morto per colpa di Camille, degli Dei, del karma, del fato, mia, della neve nelle domeniche d'agosto di Gigi d'Alessio (colpa di Extraordinharry che mi ha attaccato questo pallino!), degli One Direction (perchè loro centrano sempre), degli Union J (perchè anche loro centrano sempre), di Jaymi (perchè è un figo che ha avuto le palle di fare coming out, e anche se non conosco gli union J, lo stimo lo stesso), di mio papà che mi ha obbligata a andare a acomprare la pizza mentre stavo cercando di aggiornare, della Libreria Universitaria (perchè c'è la pubblicità qui sotto), e perchè non mi ricordo perchè sto elencando tutta questa gente... Ah! Dopo aver realizzato il fatto sarà figo. 
Perchè la mia è stata un splendida idea. 
Mi sento un po' come la Rowling quando a ucciso i Malandrini, quando la Collins ha ucciso Finnick, quando la Clare ha inflitto a James, quel figo di James, la malattia più terribile del mondo e ha lasciato Will incolume, quando Riordan ha ucciso Selena, quando... ho finito gli autori fighi che conosco. Ah! Quando Harry Styles ha lasciato cadere gli occhiali del cesso e l'ha scritto su Twitter, quando ha rotto l'Iphon5 appena uscito, quando... lasciamo perdere. 
Insomma mi sento un pò padrona del mondo (come quando ho ascoltato Take me Home la prima volta o quando la ascolto per strada delle cuffie e la gente mi sembra stupida) e direi di smetterla perchè mi sto annoiando da sola. 

Prima di dare il via alle danze, ringrazio in modo particolare chi ha recensito: Aryelle, Another_World21, AleJackson, JupiterEj, The_OwL_Gandalf, Trich, WatsonxD_, Dafne Rheb Ariadne e cate394rina


Tre, Due, Uno... Via alla violenza! 

Alice 



   
 
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