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Autore: Lilies    20/11/2012    11 recensioni
Inghilterra, fine anni settanta. James, Lily. Il loro settimo anno, l'inizio della fine.
[James♥Lily] «Allora... come te la passi?»
«Bene, prima che arrivassi tu.»
«Amo quando sei così gentile.»
«Odio quando dici che ami quando sono così gentile.»

[Sirius♥Marlene] Senza dire nient'altro, si fece più vicino al viso di porcellana di Marlene, sfiorando le labbra rosse di lei, che irrigidì ogni muscolo. Un secondo più tardi, Sirius stava già cercando di approfondire quel contatto, mentre qualcosa in fondo al suo stomaco iniziava ad agitarsi, spingendolo a continuare.
[Remus♥Emmeline] Improvvisamente, si ritrovò con il naso premuto contro la spalla di Emmeline, lei che si teneva aggrappata al suo maglione grigio, e piangeva.
Genere: Generale, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Mary MacDonald, Ordine della Fenice, Severus Piton, Voldemort | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I racconti del fuoco (James/Lily)'
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I

L'inizio della fine




(James)

«Ehi, Potter! Posso parlarti?»
Sentii una voce, la sua voce, chiamarmi. Lily Evans era scomodamente appoggiata allo stipite della porta scorrevole, le braccia conserte e l'aria contrita, come se parlare con me le provocasse un'indicibile sofferenza. Il che, visto l'amabile rapporto che scorreva tra noi due, era abbastanza comprensibile.
Momento, momento, momento, pensai una volta che ebbi effettivamente riconosciuto la proprietaria di quella voce melodiosa che aveva da poco preso a infestarmi i sogni. I miei neuroni interruppero il loro quotidiano affaticarsi a complimentarsi tra di loro per aver avuto la fortuna di alloggiare in un cervello come quello del sottoscritto. Mi ritrovai a pensare che il pianeta dovesse avere cominciato a girare al contrario e Albus Silente avesse deciso di dare un taglio al passato, per darsi finalmente alla bella vita. Sesso, donne e Sorelle Stravagarie. Ma no, non poteva essere così. Persino a me, al grande James Potter, queste opzioni suonarono irragionevolmente assurde.
Ma allora, nel nome dei più provocanti slip di Merlino, perché diavolo Evans mi aveva rivolto la parola di propria sponte e senza l'ombra di un qualche malefico insulto da schiaffarmi in faccia nella voce? Solo una cosa mi venne in mente, ma preferii allontanare quel pensiero con una veloce scrollata di spalle.
Persino Sirius, che fino ad un momento prima se ne stava comodamente stravaccato sul sedile dirimpetto al mio sfogliando uno dei suoi bizzarri giornali sulle
rotociclette, aveva alzato gli occhi su Evans, sorpreso. Lei si era intanto avvicinata di qualche passo, i lunghi capelli rossi sciolti sulle spalle e la divisa già perfettamente indossata. I suoi occhi verdi erano ridotti a sottili ed impenetrabili fessure. Una luccicante spilla era appuntata sul suo petto. Ed ebbi la definitiva conferma dei miei timori.


(Lily)

Si era immobilizzato nell'esatto momento in cui l'avevo chiamato; la bocca assurdamente spalancata e un'espressione totalmente idiota impressa in faccia, mi fece venire un'improvvisa ed impellente voglia di mandarlo al diavolo e di ricominciare tranquillamente a detestarlo, come facevo di solito. Ma si trattava di questioni importanti, e dovevo necessariamente mantenere un minimo di contegno. Ne andava della mia salute psichica. Strinsi appena gli occhi e respirai profondamente.
«Spiegami perché», a questo mio sibilo sussultò impercettibilmente, come se già percepisse la mia ira, «Silente ti ha nominato Caposcuola. Per quale stupida, imbecille, balorda ragione.»
Lui, con mio grande disappunto, scoppiò a ridere sguaiatamente.
«Lily, ti posso assicurare che credo almeno quanto te che ci sia stato un errore. Deve sicuramente esserci stato un errore. Avevo già in mente di andare a chiedere spiegazioni alla McGranitt, sai» biascicò tra una risata e l'altra.
Gli scagliai addosso la spilla dorata con violenza, e lui la fissò alquanto schifato. Sul retro, vergate in un elegante corsivo, quelle che chiaramente erano le iniziali del suo nome.
«Potter, mi piacerebbe tantissimo si trattasse di uno stupido sbaglio, ma vedi? Non lo è, no. Ci ho già parlato io, con la professoressa McGranitt. Sei un Caposcuola tanto quanto lo sono io» dissi disgustata, sottolineando le ultime parole.
Le sue pupille, nel frattempo, si erano pericolosamente dilatate, e sulle labbra aleggiava una parvenza di sorriso malizioso.
«
Questo implica che io e te dovremo passare molto tempo assieme, giusto?»


(James)

Lily mi perforò da parte a parte con una delle sue micidiali occhiate assassine, incollandomi al sedile.
«Devo essermi spiegata male» attaccò, irritata.
«Oh. Be'...» farfugliai, impacciato. Dovevo essere delicato... più delicato.
«Ascoltami bene» m'interruppe. «Non voglio avere nessun tipo di problema con te, quest'anno, o me la pagherai cara. Okay? Okay». Evans si stava incazzando. Non era ancora iniziato l'anno ed Evans si stava già incazzando con il sottoscritto.
Bel lavoro, Ramoso. Di questo passo sarà tua sicuramente.
Ricorsi così al piano B. Le rivolsi un sorrisetto ammiccante e mi passai distrattamente una mano tra i capelli già di per sé assurdamente arruffati.
«Da te mi farei torturare volentieri» le dissi con il mio migliore tono seducente e avvicinandomi al suo viso così tanto da riuscire a distinguere ogni sua singola efelide. Lei arrossì ed indietreggiò, Sirius scoppiò a ridere.


(Lily)

Potter s'avvicinò troppo alla mia faccia ed io sentii le guance andare a fuoco. Lo fissai, incredula. Lanciai uno sguardo sgomento a Remus, che ridacchiò. Ancora non capivo come facessero ad essere amici, quei due. Remus era così dolce e gentile e intelligente, mentre Potter... be', era Potter.
«Senti, razza di ameba» cominciai, infuriata. «Inizi col piede sbagliato. Può essere pericoloso, lo sai benissimo». Fulminai con lo sguardo Black, che si stava ancora contorcendo dalle risate; sembrava un cane, quando rideva. «Potrei renderti la vita un inferno, più di quanto tu abbia reso un incubo la mia in questi sei dannatissimi anni» lo minacciai.
«Andiamo, la tua esperienza come Caposcuola con me come compagno sarà semplicemente
indimenticabile» replicò lui ignorandomi completamente, con una luce maniacale nei suoi begli occhi da cerbiatto.

Oh,
per favore,
da quando in qua ritenevo belli gli occhi di quell'idiota patentato?
Era più sicuro per ogni passeggero di quel treno che io fingessi di non aver sentito nulla di ciò che aveva appena blaterato. Girai sui tacchi ed uscii in tutta fretta dallo scompartimento, non senza non aver udito l'urlo animalesco che Potter riuscì ad abbaiarmi: «MI COMPORTERO' BENE SOLO SE USCIRAI CON ME. ESCI CON ME, EVANS
«MAI» strillai di rimando, stringendo i pugni.
Sarebbe stato un lungo, lunghissimo anno.


◊◊◊



Una alquanto collerica Lily Evans spalancò di gran carriera la porta scorrevole della propria cabina fiondandosi con uno scatto fulmineo al suo posto, rannicchiandosi stretta contro il finestrino lustro. Gli sguardi confusi delle quattro studentesse presenti in suddetto scompartimento si inchiodarono sulla sua minuta figura, in febbrile attesa di spiegazioni. La ragazza dai cortissimi capelli biondo cenere, vivaci occhi color cioccolato ed un allegro faccino tondo, Alice Prewett, si avvicinò a Lily titubante.
«Che succede, Lils?» le sussurrò nervosamente, fissandola nei grandi occhi verdi.
«La nostra diligente Caposcuola avrà per sbaglio dimenticato la sua penna preferita a casa, povera cara» esalò fingendosi dispiaciuta la biondissima quanto sfacciata Marlene McKinnon, suscitando le risate scampanellanti di Mary MacDonald, che fino a poco prima giocava indisturbata a Scacchi Magici con la pacata Emmeline Vance. Quest'ultima guardò le due amiche con severità, scoccando loro uno sguardo di ammonimento. Poi decise di rivolgersi finalmente a Lily, la quale era ancora immusonita: «Hai chiesto spiegazioni a James Potter?»
Al solo sentirlo nominare, Lily scoppiò in una risata isterica che fece sobbalzare Alice dallo spavento. Marlene, che si stava ritoccando il trucco, s'infilò un dito nell'occhio cacciando un urlo spaventoso.
«Non nominare mai più il nome di quell'essere!» strillò Lily coprendo le grida dell'amica ed afferrandosi la testa tra le mani. Le altre si guardarono nervosamente ed Emmeline annuì, soddisfatta di aver centrato il segno.
«Non so perché cavolo Silente l'abbia nominato Caposcuola!» incalzò invece Alice, storcendo il naso. «Insomma, James è un tale incosciente.»
«Prewett, tu adori Potter. Non fingere il contrario solo per far piacere a Lily» s'intromise Marlene, indignata.
«Cece però ha ragione» aggiunse Mary, sovrappensiero. «Andiamo, Jamie un Caposcuola? Il vecchio Al deve essersi rincitrullito.»
Marlene rise forte e, dopo aver sfoderato un preoccupante sorrisetto malizioso, sibilò: «Torniamo serie, ragazze. È lampante che la nostra dolce Lily ci stia nascondendo qualcosa. Sappiamo benissimo che hai un debole per lui, tesoro.»
Ora, dovete sapere che Marlene McKinnon amava cacciarsi nei guai. Non appena ebbe finito di pronunciare la sopracitata frase, come da copione, un'incontenibile furia rossa le si riversò contro, producendo una certa confusione all'interno della stanzetta.


◊◊◊


Da quando l'implacabile tornado che tutti si ostinavano a chiamare semplicemente “Lily era uscito dallo scompartimento dei Malandrini urlando ogni sorta di ingiuria contro il Capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro, quest'ultimo aveva assunto un'aria talmente contrariata da assomigliare terribilmente alla professoressa di Trasfigurazione, l'algida Minerva McGranitt, che fece rotolare dal ridere quelli che avrebbero dovuto essere i suoi migliori amici. Il primo che ebbe la decenza di smettere di prendere per i fondelli James fu ovviamente il giudizioso Remus Lupin, il quale rivolse un'occhiata di compassione all'abbattuto ragazzo.
«James, credo sia giunta l'ora che tu cresca, o Lily non la smetterà mai di trattarti male» gli disse, ragionevole.
«Lupin» - la situazione era grave, se Potter arrivava a chiamare i propri migliori amici per cognome - «perché tu la puoi chiamare tranquillamente col suo stramaledetto nome di battesimo senza rischiare di venire violentemente affatturato?» sibilò tra i denti.
«Perché Lunastorta è un perfetto gentiluomo e tu un viscido coglione, Ramoso» ghignò sfacciatamente Sirius con il suo solito tatto, socchiudendo i penetranti occhi grigi. «Andiamo, puoi avere tutte le donne del mondo e tu vai ad intestardirti con quell'insopportabile
enciclopedia di Evans
«Ha ragione Felpato, James» farfugliò Peter, annuendo come un cagnolino ammaestrato. James, invece, continuò a fissare il punto in cui Lily era sparita, senza dire mezza parola.
«Il fatto è», esplose all'improvviso, ridestandosi da quello stato di immobilità e impossessandosi dell'attenzione dei compagni, «che fino all'anno scorso per me Lily era solo un gioco». James chiuse gli occhi, come a concentrarsi. «Non sono sicuro che sia ancora così» aggiunse infine, arrossendo leggermente.
«Ti stai innamorando, fratello?» strillò Sirius schifato facendo la pessima imitazione di una voce femminile. «Complimenti, deficiente!» disse poi, ridendosela di gusto.
«Idiota» mormorò Remus sottovoce.
«Black, sei un imbecille fatto e finito» brontolò in quel momento Frank Paciock, comparso dal nulla all'interno dello scompartimento.
«Piano con le offese, Paciock» soffiò tra i denti l'ex rampollo di casa Black. «Non vorrai che riveli al mondo quello che fate tu e la piccola Prewett in dormitorio quando pensate che io non ci sia...»
Le orecchie di Frank diventarono improvvisamente scarlatte; il giovane Grifondoro si sedette quindi al suo posto senza profferire parola per il resto del viaggio.
«Ragazzi!» tuonò James. «Io mi sto lamentando di quanto faccia schifo la mia vita e voi vi sfottete allegramente, ignorando le mie pene. Vi odio!»
I quattro ragazzi lo fissarono esterrefatti. Una manciata di secondi dopo, un potente boato proruppe dalle loro bocche facendo tremolare la piccola lampada che pendeva dal soffitto. Li aspettava sul serio un lungo – ed alquanto movimentato – anno scolastico.




(Marlene)

Avevo sempre pensato che Lily fosse da rinchiudere assolutamente ad Azkaban, la temibile prigione magica pullulante di putridi Dissennatori. Seriamente, gente. Subito dopo la mia uscita sul suo presunto amore per James, in treno, mi aveva spedito addosso qualcosa come quattro Schiantesimi; le gambe mi cedevano ad ogni passo e, come se non bastasse, quell'arpia che mi ritrovavo per migliore amica continuava a lanciarmi indispettite occhiate omicide, neanche avessi compiuto qualche delitto capitale.
«Lily, non puoi continuare a fare finta che quello che ho det—»
«Buongiorno a voi, fattucchiere del mio cuore. Quanto tempo che non ci si vede» pigolò Sirius Black spuntando da chissà dove, interrompendomi e fregandosi bellamente delle regole della buona educazione. Ci afferrò una a una facendoci fare una piroetta e schiaffandoci un rumoroso bacio sulla guancia.
«Sì Black, ci sei mancato terribilmente» ribattei, sarcastica.
«McKinnon, ma perché non te ne vai al diavolo?» sbottò Black punto nell'orgoglio, ma con uno strano sorrisetto malizioso. Feci per insultarlo, ma in quell'istante James sbucò alle spalle di Lily, abbracciandola da dietro. Aveva voglia di fare una brutta fine, quell'idiota di mio cugino...


(Lily)

Stavo tranquillamente uccidendo Lène con il mio migliore sguardo assassino che di solito riservavo a Potter quando sentii qualcosa, o meglio qualcuno, circondarmi la vita con le braccia.
Ah-ah.
«Potter» - perché ero sicura fosse lui - «togli le tue sudicie mani dal mio corpo, adesso» strillai con quanto fiato avevo in gola. Vidi Potter ghignare in modo inquietante e rimanere bloccato dov'era, malgrado i miei spintoni. Ero rimasta senza fiato per lo sforzo di cercare di schiodarlo da lì.
«Solo se esci con me» cantilenò al mio orecchio con voce roca.
«Quando l'inferno gelerà e tu sarai una persona intelligente» soffiai tra i denti, arrabbiata.
«Ma io
sono intelligente» disse ridendo e riavviandosi per la centesima volta i capelli. «Ti dice niente quell'Eccezionale in Trasfigurazione ai G.U.F.O.? Ammetti che sono stato molto più bravo di te, quella volta. Insomma, Oltre Ogni Previsione come voto fa schifo, Lily.»
«Io... sono affari
miei» farfugliai nervosamente. «Comunque la mia risposta è sempre no. E per te io sono solo Evans» conclusi decidendo di dirottare il discorso.
Vidi il suo sorriso impertinente incrinarsi e poi lanciare uno sguardo in direzione di Remus, che alzò le spalle.
«Okay, solo Evans», mi scimmiottò, arrabbiato, «hai vinto tu. Ragazzi, andiamo.»
Detto ciò si voltò per entrare in Sala Grande per il banchetto di benvenuto con Remus, gli altri due scapestrati e l'innocente Frank al seguito.
Mi sembrò di aver notato una strana luce fare capolino dai suoi occhi, un attimo prima. Come se fosse
desolato. Decisi che non m'importava, e scrollai le spalle. Mi voltai quindi verso le mie amiche, compiaciuta per la mia impresa; Alice scosse la testa, Marlene e Mary mi guardarono torve ed Emmeline abbassò lo sguardo.


(Remus)

James scostò malamente la panca della tavolata dei Grifondoro e vi si lasciò cadere con un tonfo, si afferrò la testa tra le mani e rimase così, immobile. Noi quattro gli sedemmo attorno, silenziosi. Qualche minuto più tardi vidi le ragazze sedersi almeno tre metri lontano da noi. Alice rivolse un'occhiata triste a Frank, Marlene aveva un'aria decisamente contrariata e Lily gli occhi rossi. Sgranai impercettibilmente i miei, facendo cenno a Sirius, che sembrava essersi già accorto di quel particolare. Mi guardò sorpreso, salvo poi poi scrollare le spalle con noncuranza.
Quel silenzio innaturale ci accompagnò durante tutto lo Smistamento e venne interrotto solo dagli applausi di benvenuto per i nuovi e piccolissimi studenti, a cui James non partecipò. Le varie cibarie comparvero per magia nei nostri piatti e Peter ci si fiondò subito addosso, famelico. Sirius continuò ad agitarsi dalla propria postazione per tutta la durata della prima portata e infine sbottò, scocciato: «Ramoso, lasciala perdere. È una perfettina bigotta del cazzo.»
Io lo guardai, severo. Normalmente lo avrei sgridato, ma quella volta non lo feci. «Lily ha esagerato, questa volta» ammisi perciò a mia volta, amareggiato. Peter continuò a mangiare, non prestandoci la minima attenzione.
«Le ragazze la faranno ragionare» aggiunse gentilmente Frank.
James, che fino a quel momento non aveva dato segni di vita, alzò lo sguardo verso Frankie.
«Fratello, seriamente. Che ti prende?! Ti devo forse ricordare che hai uno stormo composto da almeno un centinaio di ragazze che ti muore dietro? Dov'è finito il nostro motto “una botta e poi mandale a quel paese”? Non ti puoi innamorare!» Al che Sirius imprecò vergognosamente, ma nessuno, a parte Peter che annuì, lo badò. James dirottò improvvisamente lo sguardo verso il cielo stregato, quella sera tempestoso.
«Anche se le altre le parleranno, non otterranno un bel niente. È troppo orgogliosa per ammettere di aver esagerato» biascicò piano. «Hai ragione tu, Sirius... sono un idiota, devo smettere di andarle dietro» disse amaramente. Nessuno di noi ribatté, ma Sirius sorrise appagato.
«Che ti succede, Ramoso? Sembri una fottuta dodicenne» esclamò Peter a sorpresa dopo qualche minuto di imbarazzante silenzio, strappando un sorriso a tutti.



◊◊◊



Una ragazza dallo sguardo rigido e gli occhi di un abbagliante verde chiaro varcò con agilità il ritratto della Signora Grassa dopo averle annunciato la nuova parola d'ordine. Una grossa spilla da Caposcuola era ben visibile sulla sua divisa; al suo passaggio, molti Grifondoro scossero allegramente la testa, non sorpresi dalla scelta del vecchio Preside.
Emmeline aveva preferito fermarsi ancora un po' in Sala Grande con le sue amiche ed il suo nuovo ragazzo di Corvonero, Mary e Marlene erano chissà dove con chissà chi ed Alice aveva appuntamento con Frank; Remus non si vedeva da nessuna parte. Black era, al solito, avvinghiato alla bionda di turno in una delle soffici poltrone della Sala Comune; Minus, tanto per cambiare, s'ingozzava di ogni possibile prelibatezza comprata dalla gentile signora del carrello sull'Espresso.
Lily stava per imboccare le scale a chiocciola che portavano ai dormitori femminili quando passò accanto a James Potter, che stava allegramente scherzando con alcune ragazze del sesto anno stravaccato sul grande divano di velluto cremisi, esibendo il suo Boccino come se fosse un trofeo e con un enorme sorriso ampolloso stampato in faccia. Al suo passaggio lui non si voltò, ma continuò a parlare con quelle ochette non degnandola di un solo sguardo. Non vi era traccia della tristezza che alla ragazza era parso di scorgere nei suoi occhi appena un paio d'ore prima. Lily sbuffò e corse via velocemente.
James, avendola sentita muoversi alle sue spalle, si voltò verso il punto da cui era appena sparita, e non impedì ad un impertinente sorriso di farsi strada sul suo volto.


◊◊◊


«Per le mutande di Merlino, ragazzi», esordì un alquanto scompigliato James Potter una volta entrato in scivolata dalla spessa porta di legno del suo dormitorio. «Era troppo tempo che non mi davo così da fare, se capite cosa intendo.»
Una risata somigliante ad un latrato si levò dal letto a baldacchino più a destra rispetto all'ingresso, sopra al quale Sirius era bellamente sdraiato. In quella parte di stanza già pareva fossero esplosi contemporaneamente sette pacchetti di Caccabombe, nonostante i Malandrini fossero a Hogwarts da sole cinque ore.
«Vecchio marpione, sei tornato in te!» esclamò soddisfatto, atterrando con un salto ben congegnato addosso al fratello.
«Avevi ragione, mia piccola puffola pigmea» miagolò James arricciando le labbra come se stesse per baciarlo. «Non sono fatto per avere una ragazza fissa. Seriamente, credo sia terribile. Senza offesa, Frank, Cece è adorabile» si corresse ridacchiando James.
Frank gli rivolse un'occhiataccia indignata e gli puntò la bacchetta contro, con fare minaccioso. L'altro cominciò lentamente ad indietreggiare, poi sbatté contro il letto, perse l'equilibrio e cadde dall'altro lato con un tonfo. Le doghe del baldacchino di Codaliscia cigolarono in modo sinistro.
Fu allora che Sirius guardò Peter che guardò Frank che guardò Remus che alzò gli occhi al cielo. Sirius ammiccò in direzione del Prefetto tentennante che, borbottando rimproveri, si mise comunque in posizione.
«Sapete, devo aver esagerato con il Whisky Incendiario, questa sera. Non mi reggo in piedi...» brontolò James riemerso da terra con un grosso bernoccolo in fronte e gli occhiali di traverso. «...devo riabituarmi a certe cos—»
«ATTACCO!» gridarono in contemporanea gli altri quattro fiondandosi veloci come fulmini su Ramoso, che fece appena in tempo ad emettere un misero urletto da primadonna prima di ritrovarsi nuovamente con il sedere a stretto contatto con il duro pavimento di pietra, questa volta però sovrastato da altre quattro persone, di cui una dal peso particolarmente opprimente. Mentre Frank e Sirius erano impegnati in un arduo corpo a corpo con James e Peter rideva senza contegno, Remus stava semplicemente disteso tra lo stomaco di Ramoso e i piedi di Felpato, inerte come una statua. Quando mancò davvero poco che perdesse l'uso di un occhio a causa di un accidentato colpo di gomito di Sirius che lo mancò di un soffio, il Prefetto si scostò indignato da quel groviglio di corpi e si diresse verso la piccola e malandata scrivania, iniziando a leggere indisturbato un vecchio libro.
«Oh mio Dio, sento che sto per morire» esalò teatralmente James dopo qualche minuto, portandosi una mano alla fronte. Peter subito si rialzò, preoccupato. James, liberatosi della gran parte del carico che lo schiacciava, ne approfittò per spingere via con forza Sirius e Frank, che rotolarono sul pavimento e buttarsi di fianco. Con uno scatto repentino si risollevò ed iniziò a saettare in giro per la stanza urlando imprecazioni a casaccio e sparando incantesimi di Ostacolo a destra e a manca. Ovviamente, Sirius si mise ad inseguirlo con un orribile ghigno malefico impresso in faccia: gli altri due non esitarono a copiarlo. Il loro indecente trambusto venne interrotto dall'improvviso schianto provocato da un enorme e scoordinato volatile contro la finestra. Remus gli si avvicinò, curioso, e fece entrare il grasso barbagianni impiastricciato d'acqua: reggeva una busta di carta rossa fiammante e aveva un'ala piegata malamente a causa dell'impatto.
«R-ragazzi, non credo sia una b-buona idea...» balbettò Peter, rosicchiandosi le unghie dal nervosismo.
«James, è per te» disse invece Remus sogghignando maleficamente. Il moro si scompigliò distrattamente i capelli, squadrando quella lettera come se fosse qualcosa in putrefazione.
«Nah, non è vero» replicò, cercando di fingersi impassibile.
«Guarda qui» cantilenò Felpato, una volta avvicinatosi a Lupin. «Barbabietola ha scritto a Pottino!»
«È di Lily?» urlò sbalordito il Cacciatore, correndo verso Remus e strappandogli di mano la lettera. Lacerò con forza la busta e, non appena le sue mani ebbero sfiorato il foglio che conteneva, questo si librò nell'aria, sfuggendo al suo controllo.
Solo un attimo di sorpresa da parte dei Malandrini, poi la lettera si trasfigurò in un'orribile faccione sfigurato e rugoso, che prese a sbraitare con un'irritante voce stridula.
«RAZZA DI BOCCINOFILO DEFICIENTE
James, riconosciuta la voce mostruosamente deformata, spalancò la bocca formando una perfetta O ed ululò, decisamente spaventato, perché l'orribile volto era dotato di un paio di mani munite di affilati artigli che in quel momento stavano tentando di attaccarsi al suo collo.
«SE NON LA SMETTI IMMEDIATAMENTE DI FARE CASINO GIURO CHE POTREI PIOMBARTI IN CAMERA MENTRE DORMI E RIFILARTI INVOLONTARIAMENTE UNA POZIONE CHE TI FACCIA PERDERE QUEGLI IGNOBILI CAPELLI CHE TI RITROVI PIANTATI IN TESTA, O MAGARI UNA CHE TI AMMAZZI DEL TUTTO. PURTROPPO PER ME, TUTTAVIA, ALICE E QUELLA SCELLERATA DI TUA CUGINA MARLENE MI STANNO INCOLLATE COME PIOVRE. SE MI LIBERASSI POTREI NON RISPONDERE PIU' DELLE MIE AZIONI E TI ASSICURO CHE PER TE NON SAREBBE PIACEVOLE. AFFATTO
Finita quella breve ma tremenda arringa, il volto si contorse e prese fuoco, riducendosi in cenere. Le mani che imprigionavano James scomparvero ed il ragazzo cadde a terra, perdendo l'equilibrio.
«Be'», borbottò Sirius dopo essersi ripreso dallo shock, «devo ammettere che la ragazza ha stile.»


◊◊◊


Il barbagianni spelacchiato di proprietà di Mary MacDonald picchiettò leggermente alla finestrella del, completamente fradicio a causa del temporale che ormai infuriava. Le abitanti del dormitorio femminile del settimo anno lo squadrarono con curiosità morbosa, impazienti di conoscere il responso.
«Oh, finalmente! Ecco, tesoro» cinguettò preoccupata Alice a Lily porgendole la lettera, dopo aver invitato la bestiolina ad entrare.
Lily le si avvicinò di soppiatto, sfilò la missiva e salutò gentilmente il gufetto, che chiurlò e riprese il volo verso la Guferia. Letto il contenuto, Lily afferrò repentinamente la bacchetta più vicina, quella di Emmeline, e fece esplodere il tutto con un piccolo botto. Poi, senza dire una parola, si diresse verso il proprio letto e si raggomitolò stretta tra le coperte. Un roboante e soffocato ruggito si levò dal sua baldacchino, poi si sentì il rumore di qualcosa che veniva preso violentemente a pugni. La bocca di Mary si aprì in un cerchio perfetto a causa della sorpresa, Alice ed Emmeline fecero finta di non aver notato nulla e Marlene scosse freneticamente la testa in segno di diniego.

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NdA: Ciao a tutti!
Ebbene sì, ho deciso di buttarmi a capofitto in questa nuova, luuunga avventura: dare la mia versione dei fatti sulla mitica old generation.
Amo incondizionatamente Lily, i Malandrini e tutto ciò che li riguarda, ragion per cui non ho saputo resistere al richiamo di Efp.
Ho letto molte long fiction su di loro (non tutte, accidenti)... e, com'è intuibile, me ne sono ulteriormente innamorata.
Perciò eccomi, sono qui (ahivoi) per restare.
Non ho idea di quanto si protrarrà la storia, potrei decidere di crearne un seguito come anche concluderla alla fine del settimo anno di Lily, James e compagnia bella.
Questa storia l'ho scritta per me, per mettere alla prova la mia abilità come scrittrice, e l'ho scritta per tutti quei fan che (come me) sono un po' disperati e vivono di fan fiction sulla vecchia generazione di Harry Potter, sperando in un libro completamente dedicato a loro.
Bene, ho detto tutto. Spero vi appassioni, e che mi seguiate in molti (aspetta e spera, Lilies .-.)!
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, perciò un commento, anche piccino, non è mai sgradito!
Un bacione grande

Lilies

  
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