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Autore: Melinda2606    21/11/2012    3 recensioni
lottare, continuamente lottare. Ecco quello che Akane aveva fatto nella sua vita. Lottare per la palestra, per la morte della mamma, per non essere scocciata dagli ammiratori, per un amore difficile. E adesso per uno stupido ballo, un ballo che per lei valeva più di quanto tutti erano riusciti a capire. Ma dopo la rovina del momento che lei aspettava da tanto, se non avesse più la voglia di lottare?
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando Ranma arrivò a casa lo investì un buonissimo profumo.
Seguendone la scia arrivò in cucina, dove Kasumi, circondata dalla sua aurea angelica, stava preparando qualcuno dei suoi manicaretti.
- Ciao Ranma, se hai fame sul tavolo della cucina ci sono dei biscotti appena fatti, ti porto anche del tè! –
Kasumi era una vera fata, era sempre così dolce, amorevole…
Più che una ragazza di ventuno anni sembrava una donna con un istinto materno talmente sviluppato che senza di lei sicuramente sia la famiglia Tendo che quella Saotoome sarebbe finita allo scatafascio.
Mentre si dirigeva nella sala da pranzo, Ranma pensò che Kasumi era molto bella; non ci aveva mai pensato prima.
In quel momento nel corridoio passò anche la seconda sorella Tendo, talmente concentrata sulla calcolatrice che aveva in mano da non notare il ragazzo che sgranocchiava biscotti.
Be’, anche Nabiki non era niente male.
La realtà era che, nonostante sia Kasumi che Nabiki fossero belle, non potevano reggere il confronto con Akane.
Se solo la fidanzata fosse stata più dolce e gentile…
“ Ahhhhhh… Ma cosa vado a pensare! Questo caldo mi sta dando alla testa! Meglio andare ad allenarsi! “ pensò Ranma, correndo in camera sua a cambiarsi e dirigendosi poi verso il dojo.
Cominciò a riscaldarsi, poi partì con le sue mosse fulminee.
I suoi muscoli scattavano precisi, i pugni erano micidiali e i calci rapidi.
La sua mente era completamente concentrata sui movimenti che faceva, ma il suo orecchio allenato captò perfettamente il rumore lieve della porta scorrevole che si apriva.
Con la coda dell’occhio vide la fidanzata bloccata all’ingresso, con indosso ancora una volta abiti talmente striminziti che fecero andare il sangue al cervello al ragazzo.
E non solo lì.
Prima che lei se ne accorgesse e lo mandasse a rinfrescarsi le idee in Antartide, le chiese: - Cosa fai lì sulla porta? Entra, no? –
- Non volevo disturbarti,  pensavo che ancora non fossi tornato. Ti stavi allenando?  -
- Sei stupida? Che domande fai? Certo che mi stavo allenando! –
- Sempre gentile, eh! – esclamò la ragazza, tirandogli un pugno in testa.
- Ho imparato dalla regina della cortesia! –
Possibile che dovevano sempre litigare?
- Akane… Stammi a sentire. Me lo racconti cosa combini tutti i giorni con mia madre? – le domandò a bruciapelo.
- Te l’ho già detto. E a quanto mi risulta te lo ha già detto anche lei. Non sono affari tuoi! –
- Sei la solita stupida! Che ti costa dirmelo? E poi tra fidanzati non ci devono essere segreti, lo sai? –
Akane alzò un sopracciglio: - Ah, e da quando mi consideri davvero la tua fidanzata? –
Ranma avvampò: - Non… non volevo dire questo, io… -
La ragazza si infiammò immediatamente: - Certo, tu hai già le tue fidanzate vero! Shampoo, Ukyo… e non dimentichiamoci di quell’amore di Kodachi! Hai deciso chi portare al ballo delle tre? O hai deciso di formare un bel quartetto? –
- Ma cosa dici! E pensare che io volevo chiederlo a te, anche se sei uno stupido maschiaccio con il sex-appeal di un cetriolo! –
Akane lo fissò negli occhi, poi lentamente si avvicinò al fidanzato; Ranma sentiva il suo cuore battere velocemente e le guance imporporarsi: - Ranma… -
- Akane… -
- Ranma tu sei un artista marziale straordinario, sei davvero il più forte di tutti, ma… a chiedere le cose fai schifo! – Akane con un calcio lo spedì dritto dritto nel laghetto, facendo apparire così la prosperosa ragazzina dai capelli rossi.
Non appena riuscì a riprendersi dal colpo, Ranma, furioso, si diresse in bagno per farsi un bagno e tornare ragazzo: odiava trasformarsi in quel modo!
Mentre era a mollo nella vasca, nella sua testa si accavallarono mille pensieri: “  Ma perché deve sempre fraintendere quello che dico? Possibile che non mi lasci mai finire un discorso che subito salta alle conclusioni? E io che l’ho anche invitata a quello stupido ballo… Be’. Forse avrei potuto farlo meglio, ma lei mi fa sempre innervosire! Certo che è davvero carina… Prima quando si è avvicinata pensavo che… si insomma che lei volesse… ahhh, ma che vado a pensare! Oggi il cervello non mi funziona bene! Comunque sarà meglio che vada a chiederle scusa, prima che Soun sappia che abbiamo litigato e mi faccia quell’espressione spaventosa. Ho avuto gli incubi per una settimana l’ultima volta “
Intanto nella sua camera Akane era intenta a riporre con cura il materiale che aveva usato con Nodoka, ma intanto nulla le impediva di maledire il suo fidanzato: “ Lo odio quello stupido! Prima se qualcuno mi si avvicina gli intima di starmi lontano perché è lui il mio fidanzato, poi però quando lo deve dimostrare si tira indietro! Che gli ci voleva a chiedermi di venire al ballo? Lui non sa cosa significa per me quel giorno, lo sa solo la signora Saotoome… Ma in fondo che me ne importa se non mi invita? Ci andrò con qualcun altro… Lui può andare con uno di quelle tre oche! “ pensò con rabbia, riponendo l’ultima scatola.
Un colpo alla finestra le fece perdere un anno di vita.
- Ma te passare dalla porta come tutti i comuni mortali no eh? – chiese acida a Ranma, che si era seduto tranquillamente sul suo letto.
- Vuoi smettere di essere così acida per un minuto? Adesso stai buona e ascoltami. Volevo chiederti… no, aspetta… Akane, mi vuoi fare il piacere di metterti qualcosa addosso? –
La ragazza aveva ancora la canotta e i pantaloncini, e Ranma in quel modo non riusciva a concentrarsi, così le lanciò la leggera felpa che era appoggiata sulla spalliera della sedia.
Sbuffando e senza capire il perché della richiesta, essendo abbastanza ingenua, Akane indossò la felpa e lo guardò, aspettando impaziente che parlasse.
- Ok, così va meglio. Volevo chiederti… Insomma, immagino che tutti si aspettino che noi andiamo insieme a questo maledetto ballo, quindi… che ne dici? –
- Che ne dico di cosa? – Akane non era disposta a lasciargliela passare liscia così semplicemente.
Non questa volta.
Non per questa occasione.
- Dai, hai capito… Che ne dici di… di… di andare insieme al ballo? – ad ogni parola Ranma diventava sempre più rosso.
- Vuoi andarci con me perché ti va o solo perché… come hai detto? Ah, sì, perché “tutti si aspettano che noi andiamo insieme”? –
- Akane, perché mi rendi tutto così difficile? –
- Perché voglio delle risposte – replicò semplicemente la ragazza.
È vero, lei voleva davvero delle risposte, su molti aspetti di quella sottospecie di relazione, ma naturalmente Ranma non colse le sue allusioni.
Il ragazzo prese un grosso respiro per cercare di calmarsi: - No, voglio andare con te perché non voglio andare con nessun’altra. E non voglio che nessun altro ci vada con te –
- E come pensi di spiegarlo alle altre? Sai che appena lo scopriranno, e lo scopriranno, cercheranno di fare di tutto per evitarlo? –
- Ci penserò io, ok? Dimmi una cosa però… Ci tieni molto a questo ballo? –
Negli occhi di Akane balenò un’ombra di malinconia, talmente rapida che Ranma non fece in tempo ad accorgersene.
- Sì… - sussurrò piano lei.
- Bene, allora sarà perfetto. Promesso – le disse Ranma.
Akane gli regalò un meraviglioso sorriso, uno di quelli che a lui toccavano raramente, ma che tutte le volte lo lasciavano senza respiro e con il cuore decisamente più agitato.
  
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