Prologo.
Doncaster,
1998.
<
nonna, nonna >
Gridò una
vocina
dal salotto.
<
cosa c’è piccola? >
Una signora sui
cinquanta sollevò dal pavimento un’esile figura.
<
guarda nevica ! >
Esclamò
entusiasta la bambina fra le braccia della nonna, puntando il ditino
verso la
finestra.
La donna sorrise,
e si avvicinò a quest’ultima.
La bambina
sporgendosi dalle braccia della nonna premette il nasino, lievemente
all’insù,
sulla finestra.
Il suo respiro
incontrando la superficie fredda del vetro creò varie
nuvolette di vapore.
<
oh.. guarda ci sono dei bambini lì fuori , vuoi andarci a
giocare? >
<
Siiii! >
Rispose
euforicamente.
Jeanette era una
bambina bellissima.
Visino
d’angelo
, occhi verdi profondi
e capelli
lunghissimi color rame.
Orfana di entrambi
i genitori.
La madre
morì
durante il parto.
Il padre in un
incidente stradale dopo pochi mesi dalla sua nascita.
Fu affidata ai
nonni.
Peter e Lauren.
Peter
morì
quando Jeanette aveva solamente un anno.
Lauren invece
no. Era lo stereotipo della ‘nonna’.
Paffutella,
elegante e gentile.
Era solita
portare il grembiule intorno ai fianchi e i capelli raccolti.
Aveva un viso
docile su cui facevano capolino due occhi azzurrissimi.
Zigomi
pronunciati e qualche rughetta dovuta all’età , ma
di una bellezza esagerata.
Inutile spiegare
che Jeanette era l’unica fonte di allegria per la povera
donna.
Sua unica
ragione di vita.
<
nonna come sono buffa >
rise la bambina guardandosi allo specchio.
Indossava un
giubbino imbottito arancio, guanti e cappellino nero.
Sembrava una
zucca.
<
amore, almeno non sentirai freddo. >
La bambina
annuì
e corse fuori.
L’impatto
con
l’aria gelida le arrossò le guance che la rese
ancora più tenera.
Lauren rimase
accanto alla porta a osservare.
<
ciao posso giocare con voi? >
Chiese a due
bambini.
<
certo carota. >
Esclamò
quello
dagli occhi azzurri, sorridendo e indicando il giubbotto della bimba.
<
Ma Lou è una femmina >
Disse
l’altro.
<
anche tu lo sei >
Jeanette e Louis
risero. L’altro bimbo fece il broncio e andò via.
<
come ti chiami? >
<
Jeanette tu? >
<
Louis >
<
come il mio papà >
<
oh davvero, dov’è? >
<
la nonna dice che è quassù >
Indicò il
cielo,
alzando le spalle.
<
dici che è un bel posto? >
<
credo di sì, un giorno gli andrò a fare visita.
>
<
sicuramente si sentirà solo. >
<
no, con lui c’è anche la mia mamma >
Affermò
contenta
Jeanette.
Lontane, ma non troppo, le lacrime rigarono il viso di Lauren.