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Autore: Nidham    22/11/2012    4 recensioni
Breve elucubrazione della mia ladra nel momento piu' triste del videogioco, quando una scelta porta a tragiche conseguenze. Fatemi conoscere il vostro parere, visto che è anche il mio primo tentativo^^
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo forti noi tre, insieme. Forse non invincibili, ma sicuramente in grado di dare filo da torcere a qualsiasi nemico. La magia di Morrigan era letale e spietata, mentre le lame di Zevran, senza sbagliare un colpo, facevano da contrappunto alle mie, nella danza selvaggia e armoniosa di morte in cui, ormai, eravamo divenuti maestri. Ci muovevamo come un sol uomo, senza bisogno di parlare o guardarci, forti dell'assoluta sicurezza che avremmo sempre combattuto fianco a fianco.

Procedevamo senza indugio, falciando mostri e ignorando l'odore acre della loro carne bruciata, respirando affannati e costringendo i muscoli a rimanere saldi e scattanti, oltre il dolore e la fatica; sapevamo che avremmo raggiunto in tempo la nostra meta, sapevamo che la vittoria sarebbe stata nostra. Eppure, innegabilmente, avvertivamo la mancanza di qualcosa... di qualcuno...

La sua assenza pesava su di noi, come un vuoto incolmabile, anche se nessuno si sarebbe mai concesso di ammetterlo... lui, che sempre ci aveva fatto scudo col suo corpo e la sua spada, lui, che sempre aveva sostenuto, senza apparente sforzo, ogni assalto, dandoci il tempo di contrattaccare...

Avevamo condiviso troppo, perché potessimo semplicemente dimenticare cosa significasse averlo accanto. Per me era stato amico, compagno e amore, e l'avevo pianto in ognuna di queste sue forme, ma solo allora mi rendevo conto di quanto avessi fatto affidamento su di lui anche come guerriero e di come non fossi sola a rimpiangerlo in tale ruolo. L'imprecazione a mezza voce di Morrigan, mentre scagliava l'ennesimo muro di ghiaccio per trattenere l'orda oscura, mi confermò come nemmeno lei fosse immune alla nostalgia...

Sospirai, se non altro potevo consolarmi con la certezza che gli altri, ai cancelli, sarebbero stati al sicuro. Alistair li avrebbe protetti tutti e non avrebbe permesso che arretrassero di un passo.

Non provavo più dolore, nel pensare al suo nome. In realtà non provavo più niente, se non un senso di urgenza che mi spingeva a espormi forse un po' troppo e mi aveva procurato un paio di graffi supplementari, dei quali avrei potuto fare piacevolmente a meno.

Combattevo in uno strano limbo di incoscienza e concentrazione, meravigliandomi, a volte, di trovare la mia spada piantata nel torace puzzolente di un genlock o di aver schivato, istintivamente, il colpo rozzo di una mazza nemica.

Poi ci fu un suono che seppe riportarmi completamente alla realtà e scandì, come il rintocco indifferente e preciso di una campana, il momento della mia fine.

L'urlo di Riordan fu breve e ovattato, ma ebbi l'impressione che potesse essere udito in ogni angolo del Ferelden.

Non volsi la testa a guardare ciò che quel grido spezzato mi aveva già raccontato, ma riconobbi l'esatto momento in cui il corpo martoriato del custode incontrò le pietre impietose del selciato.

Egoisticamente, il mio primo pensiero non fu di dolore per la sua morte, ma racchiuse soltanto la vuota soddisfazione di non aver ceduto ad un'insensata speranza per me stessa.

Ormai niente mi separava dal mio destino e anche se non potevo convincermi di andarmene senza rimpianti, almeno avrei avuto la certezza di aver compiuto il mio dovere senza risparmiarmi nulla.

Colsi solo per un attimo lo sguardo accusatore di Morrigan e non seppi trovare parole per mitigarlo. In fondo, non ero neppure certa che non avesse ragione... ma ogni rimpianto avrebbe avuto solo il potere di farmi ammettere l'inutilità del mio sacrificio.

Zevran mi strinse una spalla, con mano ferma e rassicurante: al di là di un fumoso muro di fiamme, provocate dall'ultimo incantesimo della strega, la torre si ergeva minacciosa e lacera davanti ai nostri occhi e, sulla sommità, come un orrendo incubo, la figura maestosa e orribile dell'arcidemone ruggì tutto il suo odio nella nostra direzione.

…...

Alcune storie diventano leggende e quelle stesse leggende diventano future storie.

In molti canteranno del tuo coraggio e del tuo sacrifico; le tue gesta si trasformeranno in poesia, il tuo amore in fiaba, la tua irruenza in avventura.

Ti piangeranno e ti osanneranno; erigeranno statue e proclameranno il giorno della tua morte come festa nazionale.

Ma nessuno, mai, potrà cantare davvero di te, perché nessuno avrà tanta forza da imbrigliare in poche parole quello spirito luminoso e oscuro che mi trascinò via dalla morte, per confinarmi nell'abisso.

Eppure io voglio che tu venga ricordata, non solo nel mio cuore, ma nel cuore di chiunque ti debba una vita e un futuro. Io voglio che il mondo sappia quali furono le tue ultime parole e i tuoi ultimi gesti, perché non trovai poesia, in loro, ma soltanto la terribile ineluttabilità di un destino a cui non avesti la codardia di sottrarti.

Eilin...

Quando la torre si parò davanti a noi, come un nemico nascosto nell'ombra, pronto a saltarci alla gola, il tuo ultimo sorriso fu per me, mentre il grido selvaggio di quel mostro ci rimbombava nelle orecchie e nel cuore.

Non c'erano lacrime, sulle tue guance; i tuoi occhi erano cupi e determinati, ma io sapevo la verità e non seppi sorriderti, perché non ho mai posseduto il tuo altruismo e non ho mai saputo mentirti.

Adesso, quel sorriso negato pesa sulla mia anima come la più tremenda delle colpe e vorrei che tu potessi vederlo, mentre costringo le mie labbra a inventarlo, davanti a questa pietra grigia che ti protegge e ti separa da me.

Alistair ha preparato una commovente preghiera, per dirti addio. Sono certo che ne avremmo riso assieme a lungo, se tu non mi avessi abbandonato. Ma ora non ci sei e io devo ammettere di non aver saputo trattenere qualche lacrima, mentre lo ascoltavo parlare delle tue virtù, con quella sua voce bassa e maestosa, appena rotta da un dolore vigliacco e inutile.

Lo odierò sempre, per ciò che ti ha fatto... anche se so che tu non approveresti... anche se so che tu l'hai perdonato.

Ma tu eri gentile, nonostante non volessi ammetterlo. Eri dolce e giovane e innocente. Avrei dovuto esserci io, al tuo posto, io che ho strisciato per ogni angolo sporco e velenoso di questo mondo, io che ho ucciso, mentito, rubato... io, che, senza te, non ho più niente per cui vivere...

Eppure mi hai lasciato qui, a scontare la pena della tua assenza, ed io ti ho aiutato a farlo, perché non sarei riuscito a sopportare il peso del tuo dolore, sapendo di poterlo evitare.

Così il Re vive e l'eroe muore, come in ogni storia che si rispetti, ma questa è la realtà e non ci sarà consolazione, per chi ha stretto il tuo corpo martoriato fra le braccia, strappandolo dalle spire luride di un drago deforme, non ci sarà pace per chi ha visto diventare ciechi i tuoi occhi, mentre vagavano in cerca di un volto che non potevi trovare...

Io ero accanto a te, nell'ultimo attimo, e sarò con te, per sempre.

Ma la tua promessa non l'hai mantenuta. Mi avevi detto che sarebbe andato tutto bene, che non mi avresti lasciato. Sapevo che era una bugia, ma ho creduto in una falsa speranza fino alla fine e adesso non ti sento vicina, come so che tu vorresti.

Il tuo corpo è stato composto in un sonno di finta serenità, ma io so che non ti sveglierai mai e sono solo.

Non ricordo come trovai il coraggio di lasciarti salire quei gradini traballanti, che ci avrebbero portati alla fine. Forse il furore della battaglia rendeva incerti i miei pensieri, quanto i miei passi. Avrei voluto stringerti tra le braccia e baciarti, assaggiare a pieno il tuo calore, almeno per una volta, dirti che ti amavo... che non volevo vederti morire per qualcuno che non meritava di vivere al tuo posto.

Ma non feci niente, se non lasciarti andare, riparandoti la schiena dai colpi di quelle maledette creature senz'anima, che ancora si affollavano introno a noi, proteggendoti perché tu potessi arrivare salva alla cima e al sacrificio.

E tu non ti voltasti indietro, non esitasti nemmeno per un attimo, ma quasi corresti incontro a quel destino che tanto avevi temuto e che, comunque, avevi abbracciato, per il bene di una terra a cui non dovevi niente... per la salvezza di chi, come me, la salvezza non l'aveva mai conosciuta.

Il fetore rancido della morte e della putrefazione saturava l'aria, rendendola irrespirabile, ma i bardi canteranno di come un lieve odore di fiori abbia circondato il tuo cadavere cullandolo nel suo ultimo viaggio, perché il tuo inutile innamorato ha posto una rosa, sulla tua tomba, e questo gesto patetico ha già infiammato la fantasia di quanti sapranno vedere solo il simbolo che tu rappresenti e non la donna che tu eri.

L'arcidemone ci apparve ancora più grande di quanto non temessimo e so che anche tu, per un attimo, pensasti di cedere alla disperazione, perché sembrava impossibile poterlo abbattere... Poi hai stretto con più forza le spade e ho visto il tuo mento alzarsi in una sfida silenziosa, verso il mostro e verso te stessa. Così hai avanzato, senza scivolare sulla pietre sporche di sangue e marciume, senza un fremito, eretta e fiera verso l'ultima battaglia, perché, ormai da tempo, non combattevi per la speranza, ma per il dovere, e niente avrebbe potuto incrinare la tua volontà.

Morrigan era con noi, ma non so dire quando si sia allontanata, perché il suo rimpianto e il suo dolore non hanno conosciuto addio. Ho visto la forza dei suoi incantesimi affievolirsi nella colonna di luce che ti ha circondato e poi più niente. Siamo rimasti soli e io non riuscivo a tenere insieme il tuo corpo e la tua anima, ma potevo solo stringerti piano, consapevole di come tu fossi ormai oltre qualsiasi dolore, ma timoroso di procuratene ancora... Ti ho stretto al petto e ti ho cullato come se avessi potuto accompagnarti nell'abisso, conscio, in realtà, di voler solo aggrapparmi all'ultimo alito di te, che ancora sentivo carezzarmi il cuore.

Non so se tu abbia avvertito la mia presenza al tuo fianco, non so quanto soli si possa essere nella morte, ma almeno so che qualcuno ti ha riscaldato, mentre le tue membra diventavano vuote e irriconoscibili, nel niente che ti stava divorando. Almeno posso illudermi che tu non abbia avuto paura, in quell'ultimo attimo che mi è stato concesso con te. E se anche non ero l'uomo che avresti scelto per quell'addio, io ero lì e tu non eri sola.

Vivrò perché a questo mi hai condannato e ti amerò perché è giusto che qualcuno continui ad amarti per sempre.

Alistair ti ricorderà, Wynne e Leliana ti compiangeranno, Oghren si ubriacherà alla tua salute e forse persino Sten ti rimpiangerà, ma solo io porterò il peso di questo amore fino alla fine dei miei giorni e proteggerò la tua anima con la mia, perché so di averne salvato un frammento, in un bacio leggero che mi donasti in quella notte di festa, in cui promettesti il tuo cuore e il tuo corpo ad un altro, ma, senza parole e senza giuramenti, affidasti a me il tuo spirito.

 

 

E così ecco la fine. E' stato un parto luuuungo, lo ammetto, e mi dispiace di aver tardato tanto nell'aggiornare. In realtà, come per tutti gli altri brani, anche questo se ne è uscito di getto, alla fine, proprio stamattina ^_^ Ma davvero non sapevo decidermi, nei giorni scorsi, a mettermi qui e buttar giù qualcosa. Sia perché, tuttora, ho paura di aver rovinato il finale, sia perché, comunque, non trovavo il coraggio di scrivere“the end” e rendere ineluttabile la morte della mia povera Eilin. Ho anche pensato, varie volte, di salvarla, avevo anche un'idea plausibile, in mente... ma poi mi sembrava che, dopo tutte le storie e le paturnie fatte per tanti capitoli, non ne sarebbe uscita con una bella figura ^_^

Ringrazio quanti abbiano avuto la costanza di seguire la mia storia e chiunque abbia trovato il tempo di lasciare una recensione, sempre graditissima! Spero di non avervi deluso proprio sul finire e spero di scrivere presto qualcosa di nuovo, o, magari di proseguire questa stessa ff, inventandomi eventi futuri o passati!

  
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