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Autore: SeesawMoon    22/11/2012    1 recensioni
Jenna Lara Styles è mia sorella gemella. Lunghi capelli castani, a metà tra il riccio e il liscio, grandi occhi verdi e un capezzolo in più. La adoro! Non per niente è anche la mia migliore amica. C'è solo una cosa che odio di lei: il suo ragazzo...
Genere: Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Harry, sei tu? Come mai arrivi adesso? E tua sorella? Dov'è? Perché non è ancora tornata?" vi presento Anne Cox, la mia apprensiva madre. Quando vivevamo a Holmes Chapel non era così, niente era così, ma la grande mole di lavoro e il caos di Londra l'hanno stressata molto, agitandola.
"Ho perso l'autobus e Jenny è a pranzo fuori, torna per cena" rispondo tranquillo, appoggiando la giacca sul divano.
"Ah già, è vero. Che sbadata" si biasima da sola, dandosi un leggero schiaffo sulla fronte. "Beh tesoro, il pranzo è vicino al microonde. Scaldatelo che io devo scappare in ufficio" dice mentre raccoglie velocemente un mucchio di scartoffie. Si infila il cappotto e mi saluta con un bacio vicino all'orecchio.
"Ciao mamma, ti voglio bene" asserisco. Si ferma un attimo sulla porta di ingresso. Mi guarda dolcemente e sorride. "Anche io cucciolo". Chiude la porta e se ne va.
"Nuovamente da solo" affermo a bassa voce rivolto al mio riflesso sul vetro dello scalda vivande.
Mangio con calma, accompagnato dal tintinnio della forchetta sulla ceramica, che risuona in tutta la cucina. Ripongo il piatto vuoto nella lavastoviglie e vado in camera mia. Sono le tre, forse è ora di fare i compiti.
Accendo il computer per fare una stupida ricerca sui batteri. Wikipedia, copia e incolla.
Rileggo velocemente il 'mio' lavoro: non vale neanche una D meno. Potrei chiedere una mano a Caroline, la figlia di quella di ginnastica. Prendo il cellulare e scrivo diretto "Ciao Carol, sono Harry. Hai impegni per oggi pomeriggio? Sono in crisi con la ricerca del Prof. Mean e posso contare solo su di te." Direi che va bene. Inviato.
Non passa neanche un minuto che mi arriva la sua risposta "Liberissima, dove ci troviamo?". Le dò appuntamento in biblioteca, così non rischio che mi salti subito addosso; devo tenerla in ballo per un paio di mesi. Un po' mi dispiace per quello che le sto facendo. Non è per niente brutta ed è anche tanto dolce, ma non è proprio il mio tipo.
Mi preparo vestendomi in modo ricercato ma non troppo, metto un po' di dopobarba e mi friziono leggermente i capelli sempre scomposti.
Prendo il portatile, il libro di testo e l'astuccio e mi avvio verso la mia meta.
Arrivo cinque minuti in ritardo, come sempre. O forse è lei che è in anticipo? Sta di fatto che Caroline mi sta già aspettando seduta ad un tavolo nella sezione di scienze.
"Ciao Carol, scusa il ritardo" sussurro "e scusa se ti ho chiamata all'ultimo minuto, non eri obbligata ad accettare" inizio a lavorarmela appena arrivo.
"Oh figurati Harry, nessun disturbo. Anche io dovevo finirla quindi mi fai solo che compagnia" mi risponde lei sorridente. Non ci credo che doveva ancora farla, avrà appena cancellato qualche parte per farla sembrare incompleta.
Mi siedo al suo fianco e passiamo il pomeriggio a studiare, ridendo e scherzando di tanto in tanto. Veniamo anche ripresi una volta dal bibliotecario.
"Inizia a fare buio, sarebbe meglio tornare a casa. Posso accompagnarti?" le propongo. Accetta timidamente e quasi non parla per tutto il tragitto.
"Io sono arrivata. Grazie Harry per la compagnia, non dovevi" mi dice davanti al cancelletto di legno di casa sua. Percepisco il suo imbarazzo. Non mi guarda negli occhi e con una mano si tira i capelli dietro un orecchio.
"E invece sì" rispondo gentilmente. Poi mi avvicino a lei e appoggio la mia guancia sulla sua facendo schioccare le labbra. "Ciao Carol e grazie ancora per il tuo tempo". Lei corre dentro casa mentre io mi dirigo verso la metro. Dieci minuti e sono arrivato.
Infilo le chiavi nella serratura e sento la mia famiglia ridere. Apro la porta incuriosito dal motivo della presenza di quel lieto clima in casa Styles.
"Come mai così allegre?" chiedo contento entrando in cucina.
"Zayn si ferma a cena da noi" risponde Jenna portando in sala da pranzo un piatto con pollo e patate al forno. Il mio entusiasmo si spegne immediatamente.
"Mamma io non sto molto bene, credo che me ne andrò diretto a letto" mento.
"Oh tesoro mi dispiace, sicuro che non vuoi neanche un po' di insalata?" mi domanda preoccupata mia madre.
"No grazie, ho proprio la nausea" fingo storcendo la bocca e portando una mano allo stomaco.
"Trovo che un tè caldo sarebbe un ottimo rimedio" propone l'ospite inatteso. Io trovo che un tuo addio sarebbe un ottimo rimedio! Ma non posso urlarglielo in faccia, Jenny non me lo perdonerebbe mai.
"Preferisco andare a dormire, non vorrei vomitare. Buona notte a tutti" tranne a te, Zayn Malik.
Salgo in camera e chiudo la porta. Mi svesto nel buio della mia stanza cercando di non fare rumore, come se non ci fossi. Dopodiché prendo la scatola delle emergenze che tengo ben nascosta sotto al letto. Dentro ci sono delle merendine e dei cracker pronti all'uso per quelle volte che devo fingere di non aver fame.
Mi infilo sotto le coperte quando qualcuno bussa delicatamente alla porta. Si schiude leggermente e la luce del corridoio lascia risaltare l'esile figura di mia sorella.
"Harry dormi? Come ti senti?" chiede a bassa voce, entrando in stanza.
"Tradito" rispondo senza guardarla in faccia.
"Scusa?" esclama basita.
"Perché l'hai portato a casa? Non ti è bastato passare tutto il giorno con lui?" sbotto irritato. Sa benissimo che non sopporto avere quel pakistano per casa.
"Harry questo tuo comportamento è stupido ed infantile! Non ho intenzione di affrontare nuovamente questo argomento con te. Zayn è il mio ragazzo e che ti piaccia o no io lo invito quanto mi pare, punto!" esce sbattendo la porta. Hanno capito tutti che abbiamo litigato, ma nessuno sa il vero motivo. Forse nemmeno Jenna.
Premo la faccia contro il cuscino e urlo incazzato. Odio litigare con mia sorella, ma da quando c'è lui nella sua vita succede molto spesso.
La mia voce smette di uscire e lascia spazio alle lacrime silenziose che bagnano la federa. Mi addormento.

   
 
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