Shinoka non era un posto tranquillo: la popolazione viveva in condizioni misere,
mentre i pochi nobili che governavano il regno si crogiolavano nel lusso e
nelle ricchezze. Era detta, per questo la 'Terra del Contrasto',
dove da un lato spiccavano la povertà e la disperazione, e da un altro lo
sfarzo sfrenato.
Non appena sbarcammo, Corgi ci disse che il
nostro compito consisteva nel neutralizzare qualsiasi minaccia all'incontro tra
San Roswald e San Jalmack.
"Mi aspetto che facciate un ottimo lavoro" ci avvertì con tono
quasi minaccioso.
"Sasasasa! Senz'altro, capo!" rispose
un tipo dai capelli bianchi e dalla risata strana.
Quando fummo in servizio, mi spiegò che si chiamava Wanze
e che gli era stato offerto di entrare nella CP7 per un colpo di fortuna
"Io sono un cuoco, in verità. Pratico il ramen
kenpo! Sasasasa!"
Scossi la testa. Quello doveva avere qualche rotella fuori posto.
Tutti i membri della Cipher Pol
si erano posizionati agli estremi del palazzo reale dove sarebbe avvenuto il
grande incontro: non avrebbero potuto mangiare, andare in bagno o fare altro
durante tutta la giornata.
E così sarebbe stato, se non fosse stato per i continui bisogni di Wanze: il cuoco si trovava proprio all'estremo poco distante
dal mio, di conseguenza potevo sentire benissimo le sue interminabili
lamentele.
"Sasasasa, mi scappa proprio! Dove potrei...sasasa, adesso ho anche sete!"
Alzai gli occhi al cielo "Riesci a controllarti per un istante,
dannazione? Siamo qui per sorvegliare il palazzo!"
Prendevo il mio nuovo lavoro molto sul serio. Ero deciso a dimostrare
quanto valevo, se non al mondo intero, almeno al mio capo.
Il pomeriggio fu interminabile, scandito dalle solite chiacchiere del cuoco
matto e dai raggi del sole cocente.
"Sicuro di non avere fame? Ho della farina in tasca, potrei impastarla
nella mia bocca e poi far uscire il ramen dalle
narici, così..."
Cercai di reprimere un moto di disgusto "Sto bene così, Wanze, ti ringrazio"
Ma quando calò la notte, qualcosa sembrò muoversi nell'oscurità: un'ombra,
un fruscio, un impercettibile movimento felino. Wanze
sbadigliò, sostenendo che fosse solo la nostra immaginazione che 'fa brutti
scherzi a quest'ora, sasasasa!'.
Ma io non mi lasciai ingannare: conoscendo le tensioni esistenti
sull'isola, si sarebbe anche potuto trattare di un'imboscata bell'e
buona.
I movimenti sospetti andarono avanti per diversi minuti, finché alle nove
in punto non si udì una voce possente tuonare "DIO SALVI LA
NOBILTA'!" seguita da un "Sììì!!!" d'incoraggiamento
da parte della massa nascosta.
Prima che potessimo metterli a fuoco nel buio, i ribelli stavano già
avanzando verso noi, armati e senza pietà "A MORTE SAN JALMACK!" era
il loro grido d'attacco.
Non persi tempo: tirai fuori le armi di cui ci aveva provvisti Corgi e presi a corrergli incontro, sotto le urla
spaventate di Wanze "Cosa fai, ragazzino? Sono
tantissimi!" urla che presto seminai, lanciando fendenti a destra e a
sinistra senza nemmeno vedere chi colpivo.
Che fortuna, pensavo tra me e me, non aspettavo
altro che un'occasione come questa per mostrare chi sono veramente...
Improvvisamente, un uomo armato di spada si scagliò contro di me "Shigan" ma mi bastò perforargli la spalla
destra per scrollarmelo di dosso in quattro e quattr'otto.
Nel caos, mi accorsi della presenza di altri membri della CP7
"Ragazzi!" cercai inutilmente di chiamarli "Che qualcuno avvisi
San Roswald!"
"A MORTE IL GOVERNO MONDIALE!" un altro avversario si accanì su
di me, ma con scarsi risultati "Tekkai"
E andai avanti con la repressione, fermando prima un rivoltoso "Soru", poi
un altro "Shigan", non mi
risparmiai e continuai a colpirli senza pietà, smanioso di voler dimostrare
chissà cosa.
Non vedevo più nessun membro della Cipher Pol accanto a me e in men che non si dica mi ritrovai solo
contro tutti a difendere il palazzo con le unghie e con i denti.
"Fatti da parte, ragazzino! Qui non abbiamo bisogno di eroi!"
"Questo lo dite voi" sorrisi beffardo e, con una velocità
inaudita, affondai nuovamente le dita nei loro corpi fragili, scaraventandone a
terra più di una decina.
Che razza d'incompetenti, ripensai ai miei presunti colleghi che se
l'erano data a gambe levate di fronte alla minaccia.
Come poteva essere possibile una cosa del genere? Dov'era andata a finire
la professionalità?
Ma nell'istante stesso in cui formulai questi pensieri, mi furono accanto Corgi e un altro uomo di media statura che portava una
maschera sulla metà destra del viso "Ottimo lavoro, Kaku"
si complimentò il mio capo "Ma adesso torna dentro: qui ci pensa la
CP9"
"La...cosa?" provai a chiedere, ma la mia domanda fu sovrastata
dalle urla dei ribelli che adesso si erano fatte più acute, strazianti, come se
qualcuno gli stesse lacerando l'anima.
Voltai lo sguardo stanco in direzione del tumulto e ciò che vidi mi lasciò
senza parole: sei persone vestite di nero erano intente a darle di santa
ragione a qualsiasi vittima gli capitasse a tiro, spesso in modo tanto veloce
da non essere neppure visibili. Sgranai gli occhi.
"Abbiamo sottovalutato la situazione, ma adesso se ne occuperanno
loro" mi spiegò Corgi, costatando che ero ancora
lì impalato "Kaku, sei stato bravo. Ma ora
basta, torna dentro" insistette, ma il suo tono sembrava quello di uno che
ha appena ricevuto una delusione da parte dei suoi sottoposti.
Mi girai a fissare le sue pupille con aria sorpresa, mentre uno strano
sapore ferreo m'invadeva la bocca. I lineamenti del suo volto divennero tutt'a
un tratto sbiaditi. Persi i sensi.
"Sta muovendo la testa, sasasasa!"
Aprii gli occhi lentamente "Cosa...?" una sagoma indistinta era
proprio davanti alla mia vista offuscata "Dove...sono?"
"Sei con me, ragazzino! Sasasasa!"
La mia testa sembrava straordinariamente pesante, ma dopo un lieve sforzo
riuscii a distinguere il volto che mi stava di fronte "Wanze..."
mormorai debolmente, accorgendomi della profonda ferita sanguinante che aveva
all'altezza della fronte "Come hai...come te la sei procurata?"
pareva davvero seria e, considerando il suo sguardo stanco, si sarebbe detto
che aveva combattuto fino allo stremo.
"Questa?" si portò le mani sul taglio, urlando dal dolore "Sasasasa, non è niente! Dovresti pensare piuttosto alle tue
azioni avventate, ragazzino!"
Provai ad alzarmi, ma un forte capogiro mi costrinse a restare seduto. Mi
guardai attorno: a giudicare dai motivi floreali che decoravano le pareti,
avrei detto che ci trovavamo nel palazzo di San Jalmack.
"Wanze...dove sono gli altri?"
Prima che il cuoco potesse rispondermi, si aprì una porta da cui entrarono Corgi e l'uomo mascherato che avevo visto poco prima
"Ti sei ripreso, Kaku?" mi chiese il capo
della CP7 "Seguici"
L'osservai confuso, ma poi feci come aveva detto nonostante la stanchezza
fisica: con grande stupore da parte di Wanze, mi
lasciai guidare in una stanza adiacente a quella in cui ci trovavamo,
all'interno della quale vi erano i sei massacratori che avevo visto combattere
prima contro i ribelli.
Mi squadrarono da capo a piedi e io feci altrettanto: riconobbi
immediatamente Rob Lucci; accanto a lui c'era una
donna dai capelli biondi magra e slanciata; poi figurava un tipo dalla pelle
scura e dall'aria minacciosa; un'altra creatura strana con una cerniera al
posto della bocca; un uomo con due corna per capelli; e infine un tizio strano
dai capelli lunghi.
"E così sarebbe questo il 'grande eroe'?" fece l'uomo dalla
carnagione bruna con tono derisorio, mettendo particolare enfasi sulle ultime
due parole "A me non sembra tanto speciale...fa fatica persino a
mantenersi in piedi" aggiunse velenoso.
"Capita a tutti, al primo scontro" mi difese il tizio cornuto.
"Già" si trovò d'accordo Corgi
"Devo ricordarti di quando sei svenuto tra le braccia di Akainu a Marineford, Jabura?"
Il tipo che aveva parlato arrossì all'istante, mentre io gli rivolgevo uno
sguardo stranito, ma poi il suo capo m'impedì qualsiasi tentativo di risposta
"Allora, tu devi essere Kaku" ammiccò
"Io sono Spandam, capo della Cipher
Pol 9" si aprì in un largo sorriso di
presunzione.
"La Cipher Pol
9?" chiesi con scatto piuttosto naturale "Ero convinto che la sua
esistenza fosse solo una leggenda"
La bionda soffocò un risolino "Che bambino ingenuo"
"Beh, in effetti nessuno ne è a conoscenza a parte pochi eletti"
confermò Spandam con soddisfazione "E' proprio
questo che permette alla CP9 di svolgere missioni in modo assolutamente impeccabile"
si strofinò le mani con fare lugubre.
"Che fine hanno fatto tutte quelle persone arrabbiate?" ancora
una volta, la mia domanda istintiva suscitò parecchia ilarità.
"Ovvio: li abbiamo battuti, no?" s'intromise la creatura con la
cerniera "Messi al tappeto, neutralizzati, resi inoffensivi, chapapa!"
"Oi oi, in questo modo San Jalmack ha potuto beneficiare della visita di San Roswald senza intoppi!" ci tenne a precisare un altro.
Scossi la testa "Sì, ma...io cosa c'entro con tutto questo?"
L'idea di una promozione non mi aveva neanche lontanamente sfiorato:
personalmente, credevo di aver fatto soltanto il mio lavoro e aver eseguito gli
ordini del capo.
Eppure, cogliendomi completamente di sorpresa, Spandam
mi volle nella sua squadra (con grande rammarico da parte di Corgi, il quale l'aveva rimproverato di 'rubare sempre i
suoi uomini migliori'): il mio nuovo capo mi presentò ai membri della CP9, che
poi scoprii chiamarsi Califa, Jabura,
Kumadori, Fukuro, Blueno e, ovviamente, Lucci "Quelle Rokushiki..." sussurrò non appena mi fu
vicino, riferendosi alle tecniche che avevo usato in combattimento davanti al
palazzo "Roba da niente" sentenziò sdegnoso, mettendo in chiaro il fatto
che per lui non valevo quanto credevano gli altri.
Rob Lucci aveva una personalità misteriosa: ero sicuro che non si fosse
dimenticato di me, eppure ci teneva a trattarmi come l'ultima ruota del carro,
nonostante i miei interminabili sforzi per cercare di eguagliare almeno in
parte la sua potenza, e nonostante gli avvenimenti di quella sera.
Sospirai. Il suo messaggio era chiaro, ma in fin dei conti ormai ero
dentro.
"Ciao, Wanze" lo salutai calorosamente
"E' stato un piacere averti conosciuto" sorrisi "E rimettiti
presto"
Stranamente, mi ero ritrovato ad affezionarmi a quel cuoco matto che mi era
stato accanto durante quella lunga giornata: anche qualche anno dopo, non
mancavo mai di andare a salutarlo appena avevo un po' di tempo...
"Avanti, sparagli"
Mi voltai verso Lucci sgranando gli occhi e impallidendo.
"Che c'è?" inarcò le sopracciglia "Provi pietà per un lurido
schiavo?"
Concentrai di nuovo il mio sguardo in quello del vecchio spaventato che mi
stava di fronte: era inginocchiato, ammanettato, terrorizzato e sembrava che da
un momento all'altro gli sarebbe venuto un attacco di cuore.
La pistola che reggevo nella mano destra non smetteva di tremare e il
sudore che m'imperlava la fronte non si decideva ad asciugarsi: davanti alla
morte siamo tutti uguali.
"Coraggio" m'incitò ancora e mi prese la mano
"Così...proprio in mezzo agli occhi"
La sua pelle era fredda e ruvida e avrei giurato di vedere una scintilla di
eccitazione nei suoi occhi perversi e iniettati di sangue.
Allora tornai a guardare la vittima, mentre abbassava lo sguardo bagnato e si
mordeva le labbra, disperato. Mi misi nei suoi panni, sperai che si trattasse
di un malvivente o, in qualunque caso, di una persona cattiva: fu un istante
intenso...ma non sparai.
Rob Lucci sbuffò e fece per allontanarsi "Giusto perché tu lo sappia: non
sei tanto speciale come credi, ragazzino..."
Insomma, togliere la vita ad una persona...sporcarsi le mani...diventare un
assassino...era proprio questo ciò che volevo?
"Non meriti di far parte della CP9" le sue parole arrivarono
taglienti alle mie orecchie, crudeli e spietatamente veritiere.
Fu per questo motivo che, nel momento ovattato e silenzioso che mi si era
creato attorno, strinsi gli occhi e premetti il grilletto in un impeto di
rabbia.
Lo sparo m'invase i timpani e prese a rimbombarmi nella testa come il senso
di colpa, ma Rob Lucci si voltò soddisfatto e sfoderò
un sorriso sghembo.
Non ebbi il coraggio di guardare il cadavere, ma sapevo per certo che ormai
era fatta: ero diventato anch'io un mostro.
Quell'iniziazione non la dimenticherò mai: butta a terra la pistola ancora
fumante, voltati indietro e corri, corri più forte che puoi verso il tuo
dormitorio con le risate sadiche di Lucci che t'inseguono. Chiudi la porta a
chiave, fai lunghi respiri profondi e poi accendi una candela per ammirare una
vecchia foto.
Ma le mie dita erano impaurite al suo contatto, le mie ginocchia quasi
cedevano...
Sophie...non guardare ciò che sono diventato, ti prego. Non soffermarti
sulla mia identità spappolata e sulle mie buone intenzioni ridotte in
macerie. In cuor mio, so che tutto questo non è giusto eppure qualcosa mi
motiva ad andare avanti, sempre più avanti, sentendo che il mio dovere non è
ancora compiuto.
Sarò per i criminali il terrore, il tremare delle loro mani e il sudare
delle loro fronti preoccupate, non mi darò pace finché non avranno la punizione
che meritano, perché la giustizia trionferà, ne sono certo.
Questo, amore mio, lo devo alla brava gente.
...poi, lentamente, la foto brucia. ©
Sto riempendo questa storia
di emotività! Spero non risulti troppo una lagna xD
Ebbene, come già detto nel
capitolo precedente, Kaku riesce ad entrare nella
CP7: ve lo ricordate Wanze, il cuoco matto? E’ un membro
della CP7 che appare solo una volta (sul treno per Enies
Lobby) ma che mi sta molto simpatico, quindi sono stata contenta di inserirlo.
Finalmente adesso il
protagonista è riuscito a passare al livello successivo, e quindi ad entrare
nella famigerata CP9.
Questo capitolo è stato
scritto sulle note di “Trying your
luck” degli Strokes <3