Non sente uccellini di ritorno dai paesi esotici dove hanno passato l'inverno, e nemmeno il chiacchiericcio dei contadini che, dopo aver finito di lavorare rientrano nelle loro case. Si assopisce senza nemmeno accorgersene. Un sonno quieto lo avvolge in questo quieto pomeriggio soleggiato. Non ha paura, il lungo tunnel nero che si vede quando si inizia a sognare lo lascia indifferente. Chiude gli occhi ed ecco la luce ma, come mai è così fioca? Risolleva lentamente le palpebre sbattendole rapidamente per abituare gli occhi all'oscurità. E'...notte? Una notte senza stelle.Qualcosa si accende sotto di lui, come centinaia di fari. Girasoli, centinaia e centinaia fin dove la vista riesce ad arrivare. Ma lui non li sfiora, è sospeso a mezz'aria come fosse senza peso. Non c'è più la brezza delicata che prima gli accarezzava il viso, l'aria circostante è immobile. Tutto si spegne un'altra volta. Lorenzo è come inglobato in una bolla, blu intenso e impenetrabile, il colore dei suoi occhi, senza tempo. I suoi piedi non toccano il suolo nemmeno ora. Non fa in tempo ad adattarsi all'oscurità, perchè ora sono le stelle ad accendersi come tanti piccoli diamanti lucenti che costellano quel telo di tenebra che lo avvolge come una coperta di velluto pesante. Per la terza volta cala la tenebra. L'aria è tesa, come quando si attende un avvenimento di cui non si conosce la natura.Un fascio di luce attraversa per un istante il suo campo visivo accecandolo momentaneamente con un bagliore lattiginoso. Batte rapidamente le palpebre mentre un'altra scia, ed un'altra ed un'altra ancora attraversano la sua visuale andando poi ad avvolgere il fisico esile ed asciutto del ragazzo dai capelli, mossi, di grano. Che spettacolo impareggiabile... che meraviglia quel gioco di colori che appare ai suoi occhi.
STOP. Le luci si arrestano di colpo lasciandolo spiazzato a galleggiare, immobile. Ma questa situazione non dura a lungo, riecco i girasoli che puntano la loro luce gialla verso Lorenzo. Si copre gli occhi. Un urlo gli si strozza in gola mentre comincia una caduta fra i fiori che paiono scostarsi al suo passaggio verso un buco senza fine.