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Autore: kiara_star    23/11/2012    13 recensioni
Agosto 2012 | Norvegia | Set di Thor 2
Chris Hemsworth e Tom Hiddleston sono impegnati nelle riprese del loro nuovo film. Tutto nella norma, se non fosse che il dio interpretato dall’attore inglese, si materializza nel loro mondo.
Follia? Magia?
Forse è tutto reale. Forse, è solo un inganno.
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“Nel momento esatto in cui aprì gli occhi, Loki capì di trovarsi in un luogo diverso da Asgard. Solo qualche istante dopo si accorse di non avere più il bavaglio meccanico né le mani legate.
...
Seguì silente i due umani per qualche minuto in cui si sentì rivolgere domande a cui non poté che dare risposte vaghe, considerando che non sapeva davvero di cosa stessero parlando.
Una cosa però era chiara, quei due continuavano a chiamarlo Tom.
...
«La tua roulotte non è ancora pronta, comunque puoi usare quella di Chris» "

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[Storia Completa]
Genere: Commedia, Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Chris Hemsworth, Tom Hiddleston
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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12 (FINALE)

Loki: The Bright World




Ciak 12.  "Fa' buon viaggio"



Quando Loki si svegliò, non era ancora sorto il sole. L’aurora era lontana dall’apparire in cielo, e il dio puntò lo sguardo alla piccola falce bianca che brillava in alto. Nella stanza si udiva il respiro di Tom e Chris. Il loro respiro profondo.
Aveva preferito ancora il divano, e di certo avrebbe preferito restare solo almeno quell’ultima notte, ma Tom non era stato dello stesso avviso. Chris poi aveva deciso di conseguenza.
Fece lenti passi. Morbidi, impossibili da udire, e fu di fronte al letto. Poteva vedere ancora una volta, come quella prima notte, i due dormire uno accanto all’altro. Con le teste quasi a sfiorarsi. Con i capelli neri che sparivano fra le ciocche bionde, o forse era il contrario. Ma per lui era sempre stato così, per poterla pensare diversamente. Quando da fanciullo si ritrovava Thor nel letto che parlava e rideva, e poi parlava ancora, era lui a sparire nell’aura dorata dell’altro. E Thor parlava e rideva fino ad addormentarsi, mentre Loki attendeva che l’allora fratello, cadesse nel mondo dei sogni, per poter chiudere le palpebre a sua volta. Perché non gli aveva mai dato opportunità di vederlo assopito. Vederlo nudo e senza difese. E all’alba, era lui a scivolare fuori dalle lenzuola damascate, prima che quegli occhi azzurri potessero abbagliarlo e ferirlo ancora. Con tutto il loro amore così inopportuno. Così indesiderato, che in qualche modo rendeva il suo odio ancora più difficile da sopportare. Poi tornava la notte e tornava Thor nel suo letto.
Non credi sia sconveniente, adesso?” gli aveva sospirato quando ormai i loro corpi da uomini si erano ritrovati sotto le stesse lenzuola. Ma il dio del tuono aveva sorriso e gli aveva sfiorato appena una guancia con il dorso dell’indice, senza dire nulla. Si era poi sdraiato ed aveva iniziato a parlare come niente fosse accaduto. Come se le sue parole non avessero minimamente sfiorato le sue orecchie. Come sempre. E Loki l’aveva odiato di più. Più di prima. Più di quanto non ne fosse realmente capace.
Per quanto avesse desiderato fuggire via da quei ricordi, da quel passato colmo di bugie dette ad ascoltate, sapeva che non gli era stato possibile sfuggire da se stesso. Dal suo odio, dalla sua gelosia, dall’invidia covata per un'intera vita divina. Era stato impossibile sfuggire da Thor e dal suo soffocante amore che Loki aveva sempre voluto avvelenare. Voleva che sparisse, che si tramutasse anch’esso in odio. Voleva guardare quegli occhi di ghiaccio e leggerci dentro ciò che giaceva in fondo ai suoi.
Hai paura di essere amato, perché potresti scoprire  che anche tu, ne sei capace
Al rimembrare quelle parole gli venne da sorridere. Sorrideva dell’ingenuità di quell’uomo che gli somigliava. Sorrideva di quella verità che in fondo aveva sempre saputo, che aveva perfino accettato. Ma ciò che Tom non sapeva, era che c’era stato un tempo lontano, in cui anche Loki aveva amato. Aveva amato così tanto da sentirsi incapace di poter amare ancora. Aveva amato Asgard, aveva amato suo Padre e sua Madre. Aveva amato Thor. Di un amore forse più grande di quello che provava il dio del tuono per lui. Talmente grande da essersi ritorto contro se stesso, saturandosi fino a trasformarsi in altro. Una labile linea sottile che aveva da sempre diviso l’amore dall’odio, la stima dalla gelosia, il tormento dalla passione. Quella linea che aveva perso i suoi contorni netti. Si era sfumata, forse era svanita ed aveva fatto collassare quei sentimenti contrastanti nel suo cuore. L’aveva fatto collassare sotto quel peso di inferiorità e di bisogno di essere suo pari, che forse Loki si era perso dentro se stesso.
Era strano come ora vederla così fosse semplice. Chissà se l’avesse fatto prima, ci sarebbe ancora qualche umano in vita. Non che la cosa lo facesse sentire in colpa. Loki non era capace di provare rimorso. Non più, oramai.
Udì un leggero brontolio abbandonare la labbra di Tom e i capelli neri perdersi di più in quelli dorati di Chris. Un’ istantanea di ciò che per lui fu, che forse, non sarebbe più stato.
Tornò al divano, tornò al suo sonno. Per la prima volta dopo tanto tempo, sognò.
Sognò un sorriso gioviale, sognò di due fanciulli che giacevano nello stesso letto. Sognò di dita ambrate che intrecciavano una pallida mano. Sognò di capelli biondi che si perdevano in fili corvini.


- - -


Se avesse avuto un po’ più di cinismo, Chris si sarebbe chiesto come mai tutte le commissioni e il facchinaggio toccassero a lui. Ma preferì rispondersi solo che era a causa della sua abitudine di noleggiare auto, e di quella di Tom di non guidare ad di fuori della sua adorata Inghilterra. Hiddleston aveva tanti pregi e capacità, ma la guida a sinistra non era una di queste.
Quindi, dopo essere stato letteralmente buttato giù dal letto da un petulante dio affinché si catapultasse a recuperare il suo preziosissimo abito, era stato costretto a recarsi sul set che era ancora l’alba. E fu solo per un colpo di fortuna che ci fosse qualcuno.
Riuscito ad avere il vestito senza che nessuno facesse troppe domande, si era infilato in auto sbadigliando sonoramente mentre ritornava in albergo.

«Non potevi prenderlo dopo?» bofonchiò allungando a Loki  la sacca nera. Il moro l’afferrò senza prestargli troppa attenzione e si diresse verso il bagno.
«Avremmo perso tempo» rispose Tom per lui ed il biondo sollevò appena le sopracciglia con fare sarcastico. Certo, molto meglio delegare un pover’uomo appena sveglio e senza neanche dargli il tempo di fare colazione o di farsi una doccia!
Un altro sbadiglio si levò nell’aria e Chris si stiracchiò ancora con le braccia.
«Ho dormito malissimo» bofonchiò facendo schioccare le ossa del collo.
«Colpa mia?» sorrise Tom e lui scosse la testa.
«Tranquillo, non hai russato stanotte.» Tom sgranò gli occhi con aria sconcertata.
«Io non russo!» asserì quasi offeso, facendolo ghignare divertito.
«E come fai a saperlo?»
«Nessuno me l’ha mai detto.» Chris rise più forte.
«Beh, te lo dico io.» Non era vero per niente. Ma era divertente vederlo reagire così esageratamente per una cosa così insignificante come il russare. E poi diceva di non essere pignolo e precisino...
«Che bugiardo! Non è vero, altrimenti me l’avresti detto prima» brontolò ancora Hiddleston dandogli una spinta su un braccio.
«Senti, non te la devi prendere, può capitare. Non è un dramma» sospirò comprensivo beccandosi un’altra spinta «Troverai una donna che ti ami anche con questo difetto.»
«Grazie, ma non ne ho bisogno.»
«Perché hai già me?» gli strizzò l’occhio sornione.
«No, perché non russo!» Sorrise più forte, mentre Tom continuava a fare l’offeso, non riuscendo però ad impedire alle sue labbra di piegarsi all’insù.
La porta del bagno si aprì e Loki fece il suo ingresso in tutto il suo divino splendore.
Stava davvero per finire. Quella bizzarra avventura stava per avere una fine. Avrebbe voluto sentirsi sollevato, eppure Chris non poté non provare una vena di tristezza. Ma ovviamente si sarebbe morso la lingua prima di farlo sapere a quel presuntuoso dio norreno!


- - -


«Dobbiamo incamminarci. Attenderemo al tempio che il sole raggiunga il suo picco» esordì Loki senza mostrare alcuna incertezza. Tom lo seguì con lo sguardo andare verso lo zaino in cui c’era tutto il necessario. Avevano anche messo a punto un piano per evitare imprevisti: Chris avrebbe avuto il compito di distrarre Huber grazie all’autografo ed al pass che gli avevano promesso, mentre lui e Loki si sarebbero infiltrati nel tempio per eseguire il rito.
Quando la sera prima il dio aveva illustrato la strategia, Chris non era stato molto d’accordo. L’inglese poteva capire cosa provasse. In fondo non è che sapessero bene cosa sarebbe accaduto, e giustamente l’amico non si sentiva a suo agio a restare fuori all’oscuro di tutto. Ma alla fine aveva dovuto sottostare. Non c’erano poi molte alternative.
«Controlla che non manchi nulla» raccomandò Chris mentre prendeva le chiavi della macchina che aveva poggiato poco prima sul tavolo. Beh, ormai erano pronti ad andare. Avrebbero atteso il momento esatto e poi...
«Aspetta!» Non aveva frenato la sua lingua. Loki lo aveva guardato così come Chris.
«Che c’è?» Inghiottì alla domanda del collega. Non sapeva, ma non era ancora pronto. Non perché avesse paura del rito, ma forse perché non era pronto a dirgli addio. Non così.
«Non abbiamo fatto colazione» sorrise.
Era la cosa più sciocca da dire e da fare, eppure vide il dio sorridergli appena e Chris sospirare. Quella manciata di giorni era stata così intensa che gli parve si fossero trattate di settimane. Di mesi, di anni. Piacevoli, anni.

«Croissant alla crema e caffè macchiato?» Annuì al biondo che si precipitò al telefono della camera. Un'ultima colazione per dirsi addio, o forse solo arrivederci.
«Per me un caffè... amaro.» Vide Chris guardare dubbioso il dio per poi sorridere annuendo. Normalità. Adesso, non suonava per niente fuori luogo.
«Ok, perfetto.»
Sarà stato davvero uno sciocco sentimentale, forse Loki aveva ragione quando diceva che gli umani sono deboli e vittime delle loro stesse emozioni, eppure non poté che essere felice per quel breve lasso di tempo in più che gli era stato regalato.
Quando la colazione arrivò, si sedettero tutti attorno al tavolo. Mentre addentava una ciambella zuccherata, Chris si lamentò del suo essere oramai delegato a ruolo di factotum, lui lo avvisò che per ciò che aveva osato insinuare quella mattina avrebbe dovuto fare il factotum ancora per un po’ prima di essere perdonato. Loki aveva sorriso parlando poco e bevendo elegantemente il suo caffè. Con una punta di zucchero.

Dopo il breve ed ormai battuto tratto di strada, arrivarono davanti al tempio. Il sole iniziava a diventare rovente e Loki sospirò che ormai era giunto il momento. Come previsto non c’era nessuno, a parte Huber che gironzolava per l’entrata giocherellando con la sua torcia. Avrebbero dovuto sbrigarsi. Si nascosero dietro qualche tronco d’albero per non farsi vedere. Solo Chris sarebbe sceso verso il custode per allontanarlo dall’entrata.
«Allora vado.» Gli occhi dell’australiano si posarono sul viso di Tom e lui annuì. Eppure Chris non fece un passo. Guardò a terra poi di nuovo Huber. Poi di nuovo a terra.
«Beh, io...» Tom sapeva cosa stava pensando. Avrebbe dovuto salutare Loki, per sempre, e forse non sapeva bene come fare. In quei pochi giorni il loro rapporto era mutato, ma Tom sapeva che non erano arrivati al punto da dirsi addio con troppo trasporto. Chris forse, Loki non di certo. E di fatto, ci pensò quest’ultimo a togliere l’amico dall’incomodo.  
«Muoviti, Hemsworth! Smettila di perdere tempo!» aveva comandato e Chris lo aveva guardato qualche attimo per poi scendere verso valle senza dire nulla, se non un roco “Fare attenzione”.
Beh, non c’era che dire: Loki sapeva davvero come tenere lontana la gente.
«Voleva solo salutarti» gli sospirò senza spostare lo sguardo dalla figura di Chris che andava incontro ad Huber.
«Lo so» fu la breve replica del dio. Anche i suoi occhi erano fissi sull’australiano e lui capì che non poteva pretendere troppo. In fondo aveva già fatto un bel cambiamento da quando si erano incontrati «Se Hemsworth fallisce, dovremmo eliminare la guardia.» Oppure no.
«Non pensarlo neanche!» gli aveva intimato, ma il sorriso sul suo viso gli suggerì che forse stava solo scherzando. Ma benché ingannevoli, Tom sapeva che le parole di Loki non andavano mai prese sottogamba. Aspettarono qualche altro minuto, finché non videro Chris ed Huber sparire dietro una manciata d’alberi. L’australiano gli lanciò uno sguardo per poi seguire il custode. Il depistaggio aveva funzionato.
«Andiamo!» E con veloci falcate erano di nuovo nel tempio.
Il sole era alto e ormai i suoi raggi avevano quasi illuminato l’intero altare. Loki aveva avuto ragione.
Tom sentì il cuore battere sempre più forte. Paura, eccitazione, curiosità. Anche una punta di dispiacere. Vide le mani del dio armeggiare con gli oggetti che avevano portato. Versare sapienti l’acqua nella piccola conca.
«Loki!» Sapeva che non era né il tempo né il momento dei discorsi d’addio, ma non potevano separarsi così freddamente. Non se lo sarebbe perdonato. Gli occhi del dio lo guardarono «Volevo dirti che è stato bello conoscerti... Di persona intendo,» si sentiva come un ragazzino al termine del primo appuntamento e la cosa gli provocò un misto di imbarazzo e riso nervoso «E che io... Niente. Tutto qui. Volevo che lo sapessi.» Decise di chiuderla lì. Di certo non poteva andare là ed abbracciarlo -benché ne sentisse il desiderio-, né tanto meno si aspettava una replica da parte del dio.
«Grazie per l’informazione» sospirò sarcastico Loki facendolo sorridere ancora più imbarazzato. Quasi sicuramente ai suoi occhi adesso appariva proprio come un classico terrestre sentimentale degno dei migliori cliché. Si ritrovò ad abbassare gli occhi al pavimento di pietra per nascondere il rossore sulle sue guancie, ma quando risollevò lo sguardo incontrò il viso del dio a pochi centimetri dal suo.
«Anche per me è stato interessante conoscerti, Tom Hiddleston.» Era più di quanto si aspettasse, e forse per questo si ritrovò ad avvolgergli le braccia al collo. Ovviamente lo sentì irrigidirsi e non osare neanche muovere un muscolo. Un abbraccio decisamente insolito, ma conosceva la difficoltà del dio nell’approcciarsi agli altri, soprattutto tramite contatto fisico, e quindi si ritrasse senza troppe pretese. «Questo è stato decisamente eccessivo» gli sentì sospirare mentre andava via. Eppure Tom poté giurare di aver visto un leggero rossore tingergli le gote.
Loki ritornò sull’altare e gli fece segno di avvicinarsi. Era tutto pronto, potevano iniziare.
«Ehi!» Ma quella voce li fermò nuovamente. Era Chris che correva verso di loro con il fiatone «Ho lasciato Huber sul set... L’ho affidato a Kat» balbettò fra gli affanni. Le mani sulle ginocchia flesse e qualche capello sfuggito fuori dalla coda. Il set era a qualche kilometro, il che voleva dire che l’australiano si era fatto una corsa estrema per poter raggiungere il tempio prima... Prima che Loki se ne andasse. Tom scosse la testa con una certa nota stonata nella gola. Non credeva che Chris ci tenesse tanto, e di certo non lo credeva neanche Loki, perché se ne stava lì sull’altare a guardarlo con un’espressione interrogativa sul viso.
«Questo non era nel piano» appurò.
«Al diavolo il piano» ruggì il biondo ritrovando il fiato e la posizione eretta «Non pensavi che ti lasciassi andare così?! Senza neanche darti un pugno?!» Loki tornò verso di loro sorridendo beffardo.
«Accomodati pure» lo sfidò tenendo le mani incrociate dietro la schiena. Tom li guardò e si decise a fare qualche passo indietro per lasciare anche a loro il tempo di salutarsi, anche se nel loro discutibile modo. Chris strinse le dita della mano destra ed avvicinò lentamente il pugno verso il viso del dio che rimase immobile. Lo toccò poi lievemente al mento.
«Fa’ buon viaggio.» Si sorrisero per qualche attimo e poi Loki riprese posto sull’altare.

Il sole era ormai al centro del tempio ed illuminava l’altare nel suo complesso. Nella fessura al centro fu sistemato lo specchio e davanti la vasca con l’acqua.
«Dammi la mano.» Tom gli allungò la sinistra e Loki praticò un piccolo taglio sul palmo. Si ritrovò a stringere i denti, benché non fosse profondo, la lama aveva comunque bruciato nel lacerargli la pelle. Anche Loki si tagliò un palmo senza però accusare apparentemente nulla «Pronto?» Annuì nonostante non lo fosse realmente, ed il dio chiuse gli occhi iniziando a recitare una strana cantilena. La sua mano si strinse su quella di Tom e il loro sangue si unì, lasciando che qualche goccia cadesse nella conca d’acqua.
Chris era a qualche metro e l’inglese avvertiva il suo sguardo preoccupato. Avrebbe voluto voltarsi ma non riusciva a muoversi. La voce di Loki pareva affondare nelle sue orecchie e rimbombarli nella testa come gli fosse urlata a squarciagola, sebbene fosse conscio che il dio stesse sospirando le formule sommessamente. I suoi muscoli erano tesi e il suo corpo stava diventando più caldo. Iniziò ad avere davvero paura. Il sole diveniva sempre più abbagliante e sentiva il desiderio di chiudere gli occhi, ma prima di abbassare le palpebre guardò ancora il viso di Loki. Gli parve di vederlo sorridere. Forse era stata solo la sua impressione, perché dopo non vide più nulla. Non sentì più nulla. Attorno a lui solo il vuoto ed il silenzio più assoluto.



- - -



Si guardò attorno. Le pareti, il soffitto, le colonne. L’odore. Riconosceva quel luogo.
«Ben tornato.» Si voltò a quelle parole incrociando lo sguardo dell’uomo che le aveva pronunciate. Osservò poi appena la mano, vedendo il taglio richiudersi velocemente. Non riuscì a non sorridere. Aveva di nuovo i suoi poteri.
«C’eri tu dietro?» chiese rivoltò all’uomo che sedeva più in alto di lui. Non gli rispose, ma Loki capì che era così, che le sue prime impressioni erano state corrette «Il grande AllFather» sospirò ancora con beffa.
Sul trono, Odino sedeva con un’espressione grave. Saggia, ma più stanca di come Loki ricordasse.
«Ora sei a casa, figlio mio.» Inghiottì a quelle parole nascondendosi dietro ad un sorriso mellifluo.
«Non è casa mia. Non lo è mai stata, Padre.» Odino annuiva e il dio degli inganni sapeva di ferirlo con quel suo tono. «Perché mi hai gettato in quel mondo lontano?» Ma in quel momento desiderava solo risposte.
«Volevo che tu vedessi.»
«Cosa? Un mondo che schernisce la mia vita tramite volgari commedie?» Veleno. Sentiva la sua gola produrre veleno e le sue parole diventare dardi pronti a colpire. Ma il padre degli dèi lo guardava senza lasciarsi toccare. Lo guardava con aria comprensiva. Odiosamente, fastidiosamente paterna.
«No, Loki. Volevo che tu vedessi un’altra parte di te.» Non capiva. Non aveva senso. Sbatté le palpebre corrucciando la fronte.
«Tom Hiddleston?» sbottò incredulo. Un’altra parte di lui? Ma che significava? Tom non era un’altra parte di Loki, Tom era un altro.
«Sì, ragazzo. Quel mondo rappresenta una parte di questo mondo, come questo rappresenta una sua parte. Tutti gli universi paralleli non sono altro che frammenti dell’infinito. Particelle della stessa materia. Il loro equilibrio è ciò che sorregge l’intera esistenza.» Capiva cosa volessero dire quelle parole. Erano i suoi stessi pensieri. Quando aveva riflettuto sulle diversità e le affinità fra lui e Tom, fra Chris e...
Si ritrovò a guardarsi attorno. Era ad Asgard, nel palazzo reale, al cospetto di Odino. E allora lui dov’era?
«Thor non è qui.» Si voltò verso il trono sentendosi indispettito dalla facilità con cui era stato carpito il suo pensiero.
«Non mi interessa dove sia tuo figlio. Non mi interessa nulla che lo riguardi!» abbaiò falsamente, mentre dentro di sé quella domanda pareva urlare. Ma non aveva tempo né ragione per ascoltarla. Voleva solo conoscere la verità su quegli ultimi giorni. Sul perché di quel viaggio. «Come hai fatto a celebrare il rito?» chiese ritrovando un certo decoro. Odino non rispose, ma alla sua destra da dietro una tenta sbucò una giovane donna. Lunghi capelli biondi, armatura dorata ed un viso che Loki aveva già visto.
Che sciocco! Si era lasciato ingannare così facilmente.
La giovane sulla foto, quella giovane che aveva creduto una stupida ragazzina terrestre, era in realtà tutt’altro. E lui era stato così ingenuo da non accorgersene.
«Una Valchiria[1]» sospirò più a se stesso che ad altri. La donna rimase silente rispondendo allo sguardo truce del dio con un’espressione fredda.
«Volevo che tu vedessi oltre il tuo odio, Loki.» La voce dell’uomo era accorata e tale arrivava alle orecchie del giovane dio. Vedere oltre l’odio...

Perché lo odi tanto? 
È l’unico sentimento che riesco a provare... l’unico che posso concedermi

Perché ora gli tornavano alla memoria le parole di Tom? Perché ora provava desiderio di ritornare in quell’assurdo mondo? Perché voleva sfuggire dalla voce paterna di Odino?
«Io non posso andare oltre l’inganno che ho subito» sibilò «Non posso andare oltre tutti quegli anni in cui sono stato cullato dalla menzogna. Cresciuto nell’illusione di un destino che non mi è mai appartenuto!» Sentiva il suo cuore grondare lacrime benché i suoi occhi fossero completamente asciutti. Al contrario, l’unico visibile di Odino, era lucido.
«Perché ti ostini, Loki? Perché non vuoi vedere la verità? Perché continui a farti del male in questo modo? Noi ti amiamo e tu sei nostro figlio,» Odino era in piedi «Non c’è menzogna nel nostro amore. Non ce n'è mai stata.»
«TACI!» L’imponente palazzo parve tremare sotto quell’urlo che riecheggiò nella sala vuota. Non voleva sentire oltre, non voleva udire altro. Non voleva sentire parlare d’amore.

...Hai solo paura di essere amato
Ricordi recenti gli affollarono la mente.

...Amare è ciò che rende questo viaggio degno di essere vissuto

Chiuse gli occhi stringendosi la testa fra le mani. Voleva che smettessero. Che tutte quelle sciocchezza che era stato costretto a udire per giorni, cessassero di avvelenargli la mente.
«Chiediti perché sei qui, Loki. Chiediti perché sei tornato ad Asgard, se non è più casa tua.» Pochi passi ovattati, che Loki non riusciva realmente ad udire. «Chieditelo senza temere la risposta.»

Tutti abbiamo bisogno di qualcuno accanto... Nessuno è nato per essere solo

Ma era difficile. Perché dentro di sé aveva voglia di sentire quelle parole. Aveva voglia di crederci.
Patetico! Patetico! Patetico! Era l’unico aggettivo che riusciva a darsi.
Dov'era finito il sottile ingannatore? Che fine aveva fatto l’astuto stratega che aveva progettato la disfatta di Thor ed era quasi riuscito a portarla a termine? Dove si era perso l’audace dio delle menzogne sempre pronto ad avere l' ultima parola ed ammaliare e circuire qualsiasi creatura con la sua parlantina? Come poteva farsi giocare così da dei miseri umani? Come poteva cedere così ai suoi stupidi sentimenti?
I sentimenti rendono deboli...
Si guardò ancora le mani e le scoprì tremanti, così come si accorse di avere il viso bagnato.
«Figlio mio.» Odino gli era di fronte, con le lacrime a rigargli il volto segnato dai secoli. 
«P-Padre...» Si trovò stretto fra quelle braccia come un tempo.
Non sapeva perché, non si spiegava ancora nulla di cosa fosse accaduto. Se fosse realmente accaduto o fosse solo frutto di una ben congeniata illusione. L’unica cosa che sapeva reale, era il calore di quell’abbraccio. Si ritrovò in ginocchio a stringersi a quel vecchio uomo che tanto aveva sentito come traditore. Che tanto aveva odiato e che lo aveva condannato ad una vita di bugie. Non era capace di perdonare, Loki, non sapeva cosa fosse il rimpianto né il rimorso per le atrocità commesse. Non chiedeva perdono né lo concedeva. Ma tutto questo non aveva importanza.

«Figlio mio.» In quell’abbraccio tremante, si sentiva patetico ed ignobile. Nel versare lacrime senza sapersi fermare, si sentiva debole e vile.
«Padre.» Nel sibilare quel nome, si sentiva sconfitto.
Ma non aveva importanza. Perché nel restare lì, tremando in lacrime fra le braccia di suo padre, si sentiva finalmente a casa.



- - -



Tom”... udiva una voce lontana... “Tom”... la conosceva, la conosceva bene... “Tom, svegliati”... era la voce di Chris... “Ehi, Tom, svegliati. Ti prego”... lentamente aprì le palpebre.
«Tom, grazie a Dio!» Ci mise un po’ per abituarsi alla luce, ma pian piano iniziava a mettere a fuoco l’immagine che aveva di fronte. Un viso. Due occhi tremendamente azzurri, due labbra socchiuse in una smorfia preoccupata.
«Chris...» riuscì a malapena a sospirare.
«Come ti senti?» Non sapeva cosa rispondere, perché a dirla tutta non si sentiva. Lentamente prese coscienza del suo corpo e si accorse di trovarsi a terra, fra le braccia dell’amico.
«Dove siamo?» Non riusciva però ancora a parlare senza faticare.
«Siamo al tempio... Ti ricordi? Loki, il rito...» Loki... Iniziò a ricordare. Certo, il rito! Il tempio di Loki! Il portale!
«Dov’è?»
«Se n’è andato.» Fissò i suoi occhi. Tristi, dolci, belli. «È stato un flash: una luce forte e mi sono ritrovato a terra.... Mi sono svegliato poco fa e tu eri ancora svenuto e lui... Loki non c’era più.» Con cura Chris riuscì a farlo sedere senza smettere di sorreggerlo con le sue braccia.
«Grazie» gli sorrise e il biondo sorrise a sua volta.
«Mi hai spaventato» gli sussurrò con tono liberatorio passandogli una mano sul viso. A quel tocco si ritrovò a sorridere più dolcemente. Chris e la sua inguaribile apprensione. Quasi lo credesse un fuscello in balia del vento. Benché lo superasse di età di un paio di anni e gli fosse in difetto solo di pochi centimetri, Chris alle volte lo trattava come fosse qualcosa di delicato. L’aveva sempre creduto un innato istinto fraterno. In fondo lui ed i suoi fratelli erano così legati che era inevitabile che fosse così anche con gli amici più intimi. Ma chissà perché, mentre si specchiava nei suoi occhi, mentre si sentiva avvicinare al suo corpo per tirarsi in piedi, nella sua testa risuonavano le parole di Loki: “Non sei l’unico. Anche lui tenta di placare il suo cuore”.
«Dovresti disinfettarla.» Non si era neanche accorto della mano ferita se non fosse stato Chris a farglielo notare. Si strinse di più al suo fianco, mentre l’australiano gli avvolgeva un braccio attorno alla vita legandosi il suo sulle spalle «Ti porto in ospedale.»
«Chris, è solo un taglietto.»
«Non credo ci vogliano dei punti, ma è sempre meglio essere prudenti.»
«Non sanguina neanche...»
«Questo caldo poi non aiuta. Dobbiamo trovare dell’acqua.»
«Chris...»
«Sarà anche il caso di avvisare la troupe. »
«Chris!»
«Ed anche-» Gli afferrò la nuca e premette le labbra sulle sue.
Fu istintivo, inconscio. Tremendamente naturale.
Quando si allontanò, Chris aveva gli occhi sbarrati e le guance in fiamme e se il suo petto non lo ingannava, il suo cuore stava galoppando decisamente troppo forte. Ma poteva sbagliarsi, forse si confondeva con il suo.
Incontrare Loki era stato decisamente bizzarro, assurdo, a tratti inquietante. Ma gli aveva anche regalato tanto. Aveva imparato a conoscerlo meglio ed a conoscersi meglio. E se fosse stato un bene o no, questo Tom non poteva ancora saperlo.
«Perdonami Chris, ma non avevo altro modo per zittirti.»
«Ah...» Per qualche attimo la sua espressione fu confusa, ma subito ritrovò il sorriso «Allora è per questo che sei così logorroico? Vuoi che ti zittisca a furia di baci?!» Rise divertito.
«Finalmente ci sei arrivato, Hemsworth» sospirò lanciandogli un’occhiata ironica. Presero a camminare per uscire dal tempio e sebbene Tom sentì di essersi ripreso, continuò a sorreggersi al compagno.
«Hai delle labbra morbide, per essere un uomo.» Tom alzò un sopracciglio imbarazzato.
«Oh, grazie.» Poi gli rivolse un sorriso «Anche le tue sono molto piacevoli, a parte la barba che pizzica un po'...» Risero entrambi.
Forse solo adesso capiva che ciò che li legava non era semplice amicizia. Loki aveva insinuato fosse... amore. Ma non era neanche quello. Era qualcosa di diverso. Di più forte. Di più universale. Qualcosa che non si poteva definire con una parola. Qualcosa che aveva un nome che solo il battito del loro cuore sapeva pronunciare.
«Se lo sapesse Elsa, sarebbe un dramma.»
«Pensi che ti lascerebbe?» Chris sospirò ghignando.
«No. È questo il dramma: penso che farebbe il tifo per noi».













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[1]. Le Valchirie sono divinità che servono Odino ed il loro compito è di accompagnare coloro che ne sono degni nel Valhalla. [Non so se nel fumetto esista qualcosa di simile in quanto conosco solo il movieverse, ma comunque la mia Valchiria serve Odino in modo diverso.]







The End





kiss kiss Chiara

  
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