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Autore: Mana Sputachu    23/11/2012    3 recensioni
Perchè i mostri sono soli e si abbracciano al terrore che non fa, non fa pensare che non hai vissuto mai. (Afterhours)
#4. Jin, Xiaoyu, Hwoarang - Hurt
“Ci sarà sempre un mostro da affrontare, peggiore di quello precedente. E non tutti possono essere sconfitti a calci e pugni. Certe volte, il mostro da combattere è riflesso nello specchio, sepolto sotto ricordi dolorosi e ferite mai rimarginate. Ed è il peggiore di tutti.”
[Seconda raccolta partecipante alla Tekken Challenge indetta sul forum da V a l y]
[INCOMPLETA]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'All the Good Children Go to Hell'
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4. Hurt
 
Set: Arancio
Prompt: Carnivale (carnevale)
Personaggio: Jin Kazama, Ling Xiaoyu, Hwoarang.
Contesto: Tekken 6, finale dello Scenario Campaign
Avvertimenti: ATTENZIONE. E’ un enorme, gigantesco What if?, da qui la presenza di personaggi non presenti nel finale dello Scenario Campaign. Lo dico giusto per non sentirmi poi dire che “Tizio non c’era, Caio neppure!”. Ed è una implied XiaoJin, quindi fate vobis. Forse anche un po’ Xiaorang?
Ah, specifico perché potrebbe non essere chiaro: ho interpretato il prompt con il sinonimo baraonda, chiasso. Ovviamente, il carnevale in senso letterale non avrei saputo come infilarcelo.
Note: L’avevo in mente da qualche tempo, ma ha preso forma oggi perché avevo della malinconia da buttar fuori. Quindi vi prego, non cercate di darle un senso che in realtà non ha. Ok?
Oltre a far parte del set per la Tekken Challenge, questa storia partecipa anche alla Staffetta in piscina della community lj Piscina di prompt con il prompt  If I could start again/a million miles away/I would keep myself/I would find a way. (Hurt – Nine Inch Nails), e al 500themes_ita con il prompt 135. Ci sarà sempre un mostro.
E ora fuggo prima di ricevere le sassate c.c
 
 
 
 
 
 
Non doveva andare così.
Mentre la culla tra le braccia, continua a darsi dell’idiota, a maledirsi.
E’ tutto sbagliato, non era così che doveva finire.
Dovevo morire io.
E invece…
Invece ha Xiaoyu tra le braccia, inerme, gelida.
Stupida Xiao…
Stupida Xiao che aveva sempre creduto in lui, che era sempre stata sicura che ci fosse ancora qualcosa di buono in fondo al suo cuore marcio.
Stupida Xiao che voleva salvarlo, fino all’ultimo.
E ci è riuscita a un prezzo altissimo. Un prezzo che doveva pagare lui, e nessun’altro.
Stupida Xiao… non dovevi nemmeno essere qui…
La stringe forte a sé, cullandola dolcemente. Attorno a lui c’è confusione, voci che lo chiamano, urla; ma non gli importa nulla, non vuole parlare con nessuno, non gli interessa nulla di quella folla chiassosa. Jin vuole solo che Xiao apra gli occhi, che gli sorrida come ha sempre fatto, che lo chiami Jin-kun con quella sua strana pronuncia che faceva sembrare la j una z.
Svegliati Xiao… svegliati…
Ma Xiao non risponde.
 
 
No cazzo. Non lei.
Di tutti gli scenari che poteva immaginare, questo davvero non l’aveva mai considerato.
Che Kazama si immolasse, in un ultimo gesto eroico di redenzione, lo aveva temuto – non desiderato, ma conoscendo il soggetto l’aveva tenuto in conto. Che Xiaoyu cercasse di fermarlo, ovviamente. Se si trovava lì era solo perché l’aveva promesso a lei.
Ma non così.
Questo scherzo non me lo dovevi fare, Cina.
Hwoarang si passa nervosamente una mano tra i capelli, incerto su cosa fare. Vorrebbe urlare, vorrebbe pestare Kazama solo per sfogarsi, e risvegliarlo da quell’immobilità catatonica. Vorrebbe fare mille cose, vorrebbe fare tutto e niente, ma l’unica cosa che gli riesce è stare lì e osservare la schiena di Kazama che trema per i singhiozzi.
Attorno a loro un via vai di soldati che si raduna attorno a Jin, a chiedere se il boss sta bene.
Certo, invece il cadavere che stringe tra le braccia vale meno di zero.
Non riesce a dire o fare nulla; vorrebbe dire a quella calca chiassosa di fermarsi, di stare zitti che maledizione è morta una ragazzina. Ma non riesce a fiatare.
Vede Nina Williams osservare la scena da lontano, senza muovere un muscolo, impassibile come sempre.
Da lei non osava aspettarsi di meno, figurarsi. Sarebbe quasi tentato di cancellarle quell’ inespressività a suon di pugni, ma si trattiene.
E’ per Xiao che evito casino inutile pensa.
L’unico che sembra mostrare dell’umanità è quel soldato svedese dai capelli assurdi. È stato l’unico ad avvicinarsi a Kazama, a parlargli, cercare di farlo rinsavire.
Calcia via una pietra, perché deve sfogare la rabbia che sente. Deve, o finirà per impazzire.
Vaffanculo. Non è giusto, Xiao, non è giusto. Se ci fosse un modo per tornare indietro…
Non c’è alcun modo per portare il tempo indietro.
Semplicemente, a volte la vita fa troppo schifo per essere vissuta.
 
 
Se solo potessi tornare indietro... se solo potessi, forse sarei abbastanza furbo da darti retta.
Se solo potesse, Jin ricomincerebbe daccapo. Rifarebbe tutto da zero, cercando di non commettere errori.
Troverebbe il modo di fare sempre le scelte giuste, di fermarsi al momento giusto.
Ma riavvolgere il tempo è impossibile, così come zittire quel chiasso infernale, quel via vai di gente attorno a lui.
State zitti maledizione, fate silenzio! Lei è morta e non vi importa niente!
Lars è l’unico che mostra un minimo di compassione. Sente la sua voce che lo chiama, che cerca di scuoterlo. Nonostante quello che ha detto di Alisa è lì per aiutarlo, e di questo Jin gliene è grato. Ma in questo momento non vuole nessuno attorno, vuole solo silenzio.
Lascia che le lacrime scorrano, il corpo che trema mentre stringe a sé quello sempre più freddo di Xiao.
Le accarezza il volto, quasi sperando di vederle aprire gli occhi, mentre tra i singhiozzi sussurra gomenasai e aishiteru.
Se potesse, tornerebbe indietro anche per dirle tutto ciò che non le aveva mai detto.
Non cercherebbe di tenerla distante, di tenerla fuori da quella fortezza di solitudine che aveva eretto per non dover soffrire più.
Le tenderebbe una mano, come lei aveva fatto tante volte in passato, con pazienza.
Ora non ci sarebbe stata più nessuna cinesina chiassosa ad aspettarlo.
La culla dolcemente, soffocando i singhiozzi tra quei codini per cui l’aveva presa in giro tante volte.
Aveva scelto di combattere, di immolarsi, per combattere il mostro.
Per porre fine a quei massacri, per salvare quell’umanità ignara di tutto. Per proteggere le persone a cui teneva.
Ma il destino si era preso gioco di lui ancora una volta, portandogli via qualcuno che amava. Di nuovo.
Ci sarà sempre un mostro da affrontare, peggiore di quello precedente. E non tutti possono essere sconfitti a calci e pugni. Certe volte, il mostro da combattere è riflesso nello specchio, sepolto sotto ricordi dolorosi e ferite mai rimarginate. Ed è il peggiore di tutti.
Continua a cullare il corpo senza vita di Xiao, il viso sporco di sangue.
In silenzio, sperando di non dover sentire più nulla.




   
 
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