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Autore: LiquidScience    25/11/2012    1 recensioni
"Se avessi le mani, scriverei un diario.
Ma le mie braccia sono ali, fatte per solcare i cieli,
Lassù dove nessun uomo è mai arrivato prima..."
Storia di un aereo da guerra che non voleva combattere.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vecchio meccanico si soffermò un po’ sull’ultima frase scritta su quella specie di diario. Abbassò lo sguardo, alla ricerca di altre date, scritte, avvenimenti, ma non trovò più nulla. Solo un a massa di vuote pagine ingiallite. Vuoto. Avrebbe potuto scrivere ancora un sacco di cose in quelle pagine, ma l’autore del diario non lo fece. Tutto si era fermato il 24 dicembre 1985.
Il meccanico chiuse quello strano libro, anche se desiderava leggere ancora, sapere come quella inusuale storia andava avanti.
Si alzò dal sedile e si avviò verso il suo armadietto, lo aprì e ripose il diario. Qualcosa lo tratteneva dal gettarlo via, forse la curiosità o forse qualcos’altro che non seppe definire. Chiuse la porta in metallo con un tonfo, tornò indietro e prese in mano i suoi attrezzi, deciso a smantellare quell’affare una volta per tutte.
Posò la mano sul metallo, scostando la polvere.
E notò un particolare che prima aveva a malapena visto.
La vernice era grigio metallico, come argento.
“per poi ridipingermi con uno scintillante grigio argenteo”
Quel passo del diario gli ritornò in mente di colpo. Ma forse era solo una coincidenza, o solo un brutto scherzo.
Bloccò la mano con la leva a due centimetri dal metallo. Non sapeva perché, ma qualcosa lo induceva ad esitare. Alzò lo sguardo e guardò meglio quell’aereo da guerra che tanti problemi gli aveva causato.
Era completamente grigio, con una striscia blu cobalto che percorreva tutta la fiancata e un ‘V’ sulla coda.
Il meccanico realizzò quello che avrebbe dovuto capre molto prima. Quello non era uno Spitfire, ma lo Spitfire. Si odiò terribilmente per aver anche un solo momento disprezzato e cercato di smontare quell’aereo.
Quello che c’era scritto sul diario era veramente la storia dello Spitfire? Forse sì, anche se era troppo incredibile per essere vero. Un aereo che scrive un diario… mah.
Guardò di nuovo lo Spitfire. Doveva ammetterlo, ormai era finito per crederci. Quel diario gli aveva lasciato qualcosa nel cuore.
Doveva farsi ‘perdonare’ per avergli smontato mezz’ala.
Non avrebbe mai più volato, nemmeno se avesse avuto l’ala intera. Ma forse il Royal Air Force Museum aveva ancora qualche posto libero.
 
***
 
Tempo dopo, venne pubblicato su un giornale un articolo sul curioso diario ritrovato all’interno di un aereo e anche un libro, contenente tutte le annotazioni. Man mano sempre più persone vennero a conoscenza di questa storia, in molti si recavano al Museo per vedere quello Spitfire di cui avevano tanto sentito parlare.
Rimanevano affascinati da quell’aereo, appeso con dei cavi d’acciaio al soffitto dell’hangar, sospeso come se fosse ancora in volo.
Quella storia, bocca dopo bocca, giunse perfino alle orecchie di Cédric, che attraversò la Manica a bordo del suo biplano rosso per vedere se tutto quello che si diceva era vero.
Aspettò un orario vicino alla chiusura del Museo per entrare, affinché non ci fosse troppa gente. Avanzò nell’hangar a passo lento, scrutando ogni modello esposto cercandone uno specifico.
Lo trovò, poco lontano, vicino a una parete. Era indubbiamente quello di Leon, amato dal suo padrone fino all’ultimo. Incredibile che avesse persino un specie di anima e un diario. Se Leon lo avesse saputo…
Cédric non seppe stabilire cosa sarebbe successo in quel caso e continuò ad osservarlo con nostalgia.
Si ricordava benissimo di tutti i voli che aveva fatto assieme, più di trent’anni prima, di tutte le acrobazie, e persino quando lo vide semisepolto nella sabbia.
Ma c’era qualcosa di diverso da come lo ricordava, la vernice in passato era scintillante e piena di vita, mentre ora era quasi opaca, spenta, come se di quell’aereo rimanesse solo un guscio vuoto.
Abbassò lo sguardo verso la targhetta, posta su un piedistallo. Non fu difficile immaginarla come una lapide, Cédric non si sarebbe stupito ci fosse scritto ‘Qui giace…’
Lesse attentamente quello che c’era scritto, tentando di capire più parole inglesi possibili.
“Supermarine Spitfire Mk.V – ‘Veritas’”
Al di sotto c’erano scritti alcuni dati storici, sull’utilizzo in guerra, il periodo e qualcosa di totalmente diverso.
"Se avessi le mani, scriverei un diario.
Ma le mie braccia sono ali, fatte per solcare i cieli,
Lassù dove nessun uomo è mai arrivato prima...
Veritas, L’aeroplano che insegnò all’uomo ad avere un cuore"
 
FINE
 
(E così si conclude questa storia. Un sentito grazie a tutti coloro che hanno letto e recensito, letto senza recensire o leggeranno in futuro. Spero che questa storia vi sia piaciuta o abbia ‘lasciato qualcosa nel cuore’ anche a voi n.d.a)
  
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