E’ passato un giorno da quando ho ricevuto la lettera e già sto facendo i bagagli. Non mi sembra vero: l’Italia. Basta con questa vita di merda, parto, volo via. Mi viene quasi da piangere. Alle persone normali una città come New York mancherebbe, a me neanche un po’. Non ho amici, chi dovrei rimpiangere? Lolo, il mio capo? Noh… non mi è mai piaciuta seriamente… Leah? Bhe… forse un pochino. Ho deciso di buttar via la pistola, adesso e per sempre. E niente più fumo, nossignore! Dai cazzo, sono un borghesuolo italiano adesso! Mi lascio cadere sulla poltrona per l’ultima volta. Forse sarà lei quella che rimpiangerò di più.
Scendo di corsa le scale e Leah è sorpresa di vedermi in ghingeri alle otto del mattino.
- Alex, dove vai con quella valigia?
La saluto, dai. Non deve essere poi così vecchia e poi sono troppo felice.
- Me ne vado per sempre, in Italia!
- Ma non dire cazz…
Non finisce la frase perché le scocco un rapido e casto bacio sulla bocca. Lo so che lo aspettava da tempo. Le sorrido ed esco, mentre lei mi fissa rossa ed imbambolata.
La via di casa mia sembra più felice stamattina, come se fosse contenta di salutarmi per sempre. Bhe, la cosa è reciproca.
Faccio un saltello prima di entrare in banca a cambiare l’assegno. Vicino a me ci sono altri turisti e mi sorprendo vedendo quanto sono grandi le loro valige rispetto alla mia; in confronto è una ventiquattrore. Solo un tizio ne ha una simile alla mia, infatti mi colpisce molto.
Si gira e mi lancia un’occhiata di ammonimento, come per dire “non fissarmi più perchè sono abbastanza incazzato di mio”. Già, le figura di merda continuano ad esistere imperterrite anche da borghesuolo. Però me ne fotto e continuo a guardarlo: è di bell’aspetto, ma deve essere combinato peggio di me fino a ieri. La camicia che porta è macchiata e troppo grande, come i pantaloni.
Cambio l’assegno e corro in aeroporto. Dopo l’infinito check-in finalmente mi vado a sedere. New York mi sembra così lontana adesso… ok, sembro sempre di più una ragazzina dalle larghe vedute.
Immaginatevi la mia sorpresa quando vedo il tizio della banca seduto nel sedile accanto al mio. Continuo a guardare in basso perché sono imbarazzato, ma la situazione spiacevole non dura molto. Infatti, si trasforma in una ancora più spiacevole quando iniziamo a salire e vomito nella bustina del sedile. Quando allo sguardo mi immagino di non vederlo più, invece è ancora là che sorride divertito. Mi porge la mano.
- Piacere, Daniel.
- Piacere, Alex.