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Autore: eleanor89    13/06/2007    11 recensioni
(spoiler anche nell'introduzione) Kurenai aspetta un bambino, e chi meglio di Anko può organizzare una festa a sorpresa? E se chiedesse aiuto a Kakashi, potrebbe mai accadere qualcosa tra loro, il sole e la luna?. Una fic quasi tranquilla una volta tanto, senza troppe pretese, se non di far sorridere e di vedere insieme una coppia che adoro! [KakaAnkoKaka; brevi apparizioni di altre coppie]
Genere: Romantico, Malinconico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anko Mitarashi, Kakashi Hatake
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Yeah!!!! Nuovo capitolo!!! E prima parte della festa! Inizialmente nasceva come unico, ma mi sono fatta prendere la mano… e poi volevo far apparire qualche altra coppietta!!! XD! Credo si possa dire che le mie fic sono tutte collegate, fanno tutte parte della dimensione “Eleanor” ecco perché in un certo senso le coppie che appaiono qui e che ho già citato sono… una sorta di continuo delle altre fic (?)… beh per chi voleva sapere come se la stanno passando gli Ino, Shika, Neji, Tenten, Hinata, Naruto ecc ecc delle altre mie storie: ecco a voi…

grazie a tutte le anime buone che leggono questa storia!!! XD

Il giorno della tanto sospirata festa era arrivato.

Quel giorno Anko non avrebbe dovuto far altro che presentarsi li e festeggiare, al resto avrebbero pensato gli altri, e ad accompagnare Kurenai al palazzo dell’ Hokage con una scusa ci sarebbero stati i suoi allievi.

E lei infatti non pensava minimamente alla festa; per la prima volta nella sua vita non era in prima fila a raccogliere sakè. Se ne stava appoggiata al bordo della sua vasca da bagno a fissare il vuoto, avvolta dal tepore dell’acqua e della schiuma, senza alcuna voglia di muoversi, priva di forza di volontà.

Ricordò che il giorno prima si era messa d’accordo con Kakashi.

-domani mi passi a prendere?
-perché dovrei?

-così ho un motivo per alzarmi dal letto… altrimenti dormirei!

-non verresti alla festa che TU hai organizzato?

-in questo periodo dormirei e basta…

-va bene, va bene.

“devo alzarmi e prepararmi prima dell’arrivo di Kakashi…” pensò, senza tuttavia muoversi. Ormai l’acqua stava diventando gelata, e cominciava ad aver freddo, ma si sentiva comunque stanca morta. Aveva anche passato la notte in bianco, senza capire il perché, o meglio, senza volerlo ammettere.

Si alzò e si avvolse in un asciugamano, rabbrividendo. Andò svogliata in camera sua, non preoccupandosi degli schizzi d’acqua che inondavano il pavimento ad ogni movimento dei suoi capelli zuppi. Si rese conto che non poteva vestirsi prima di asciugarli, e tornò al bagno. Afferrò l’asciugacapelli e fece per appoggiarlo al lavandino, prima di rendersi conto che anche questo era zuppo un attimo prima di venirne fulminata.

Decisamente, era una giornata no.

Asciugò i capelli, indossò un abito viola corto a maniche lunghe e lasciò i capelli sciolti. Forse avrebbe dovuto indossare qualcosa di più allegro, ma quel giorno non vestiva di nero soltanto perché andava a festeggiare una nascita. Il nero forse avrebbe portato sfortuna, si disse, malgrado rappresentasse il senso quasi di lutto che sentiva. In fondo il lutto cos’era se non la tristezza per via di una separazione?

Kakashi del tutto ignaro dei sentimenti che ora la donna provava si stava vestendo come al solito, una delle comodità della tuta da jonin era che poteva essere considerata sia sportiva sia elegante poiché simboleggiava un alto grado ninja. Non era affatto preoccupato dalla prospettiva di non vedere più Anko, principalmente perché era convinto che non sarebbe cambiato nulla. Era molto più preoccupato dal cambiamento avvenuto in Anko negli ultimi giorni.

Era sempre stata una ragazza vitale, e doveva dirlo, seccante.

Era diventata una donna vitale, e doveva dirlo, splendida.

Ma in quei giorni gli era parsa in tutt’altre sembianze, quasi spenta. Triste.

E non voleva assolutamente accettarlo, ma si stava preoccupando da morire.

Che c’entrasse nuovamente Orochimaru o il segno maledetto? Che le fosse accaduto qualcosa?

Come poteva scoprirlo se non chiedendolo a lei stessa?

Uscì di casa tentando di mantenere un passo tranquillo, nonostante avesse una gran voglia di correre. Farlo non sarebbe servito a nulla, era anche in anticipo, per la prima volta nella sua vita, e decise di passare davanti al monumento ai caduti. A salutare Obito.

Lo raggiunse qualche minuto dopo, e stette a guardarlo in silenzio. Poi parlò:

-ciao Obito… ti chiederai che ci faccio qui, avendo una bella donna da accompagnare ad una festa. La verità è che sono preoccupato per lei… ma non credo di essere in grado di parlare faccia a faccia… cosa faresti tu?-

Lo sapeva già questo.

“credo che Rin sia triste per qualcosa…”

“E allora che intendi fare? Perché lo dici a me?”

“non essere sempre così scontroso, accidenti! Siamo i suoi compagni di squadra, i suoi amici, ed è nostro dovere far si che sia felice!

non è affatto nostro dovere, il nostro dovere è svolgere le missioni che ci affidano”

“sei troppo insensibile! Se un’amica ha un problema bisogna parlarle!”

“se qualcuno vuole parlare dei propri problemi, non aspetta che glielo chiedano gli altri!”

“che vuoi dire?”
“lascia stare…non ci arriveresti.”

“no, che vuoi dire?”

“che non te ne parlerà di certo solo perché glielo chiedi tu! Se volesse parlarne ci cercherebbe lei.”

“non capisci tu allora.”

“…”

“non è tanto l’obbligarla a parlarne. Conta che sappia che ci siamo. Che sappia di potersi confidare senza problemi. Conta che sappia di non essere sola, Hatake.

“fa come ti pare, non ho tempo da perdere.”

“va al diavolo, sei pieno di te sempre e comunque…

“e va bene così.”

“ne riparleremo quando sarai tu ad essere preoccupato per qualcuno”



.

-come sempre avevi ragione… devo chiederle cos’ha e dirle che sono qui per lei, vero? … conoscendola mi scoppierà a ridere in faccia però… con Rin era più facile, lei era una ragazza molto dolce. Beh forse sotto sotto anche Anko lo è, ma molto sotto. A proposito, si è fatto tardi. Io vado amico mio, augurami buona fortuna!

“Buona fortuna.”



Kakashi si bloccò, poi si allontanò scuotendo la testa, divertito dalla propria immaginazione.

“Si... La mente a volte gioca brutti scherzi…”

Si diresse a passo più spedito verso l’abitazione di Anko, non sapeva di quanto fosse in ritardo ma era quasi certo che anche per soli cinque minuti quel giorno l’avrebbe fatto fuori.

Arrivò dinanzi al giardino e si fermò, esterrefatto, di fronte alla candida figura di Anko, avvolta dal suo abito viola. La donna poggiava le braccia sul muro del davanzale della sua finestra, piegandosi in avanti e guardando verso il cielo. Una leggera brezza, gelata, le scostava i lunghi capelli dal viso, rivelando uno sguardo molto triste e assorto, tanto assorto da non essersi neppure accorta che Kakashi era arrivato e la contemplava estasiato.

“la devo chiamare? Resterei a guardarla per ore… però… quel suo sguardo triste…

-Anko!-

“... lo voglio cancellare.”

Anko abbassò lo sguardo sorpresa, non si era neppure accorta che fosse li.

-ciao Cippy! Adesso scendo!- lo salutò, sparendo dalla sua vista. Qualche secondo dopo apparve alla porta, e Kakashi poté ammirarla da vicino.

-Cippy?- le chiese.

-nome adatto ad un pappagallino.- rispose lei.

-… ti detesto.- fece Kakashi dopo qualche secondo, necessario ad assimilare ciò che gli aveva detto.

-oh amore mio, così mi fai piangere!- esclamò lei superandolo e voltandosi verso di lui, con i pugni poggiati sul viso come se volesse asciugarsi le lacrime.

-Anko?-

-dimmi Cip?-

-stai benissimo oggi.-

-grazie!-

Lei si voltò nuovamente verso la propria strada, improvvisamente agitata. Avrebbe volentieri urlato e saltato, ma si controllò nonostante tutto.

“mi ha detto che sto bene! Mi ha detto che sto bene!” cantilenò nella propria mente. “oddio sto regredendo a quindicenne… no, aspetta. Io non lo sono mai stata davvero! E allora: mi ha detto che sto bene! Mi ha detto che sto benissimo!”

Arrivarono al palazzo dell’Hokage, mentre Anko chiacchierava allegramente tentando di indovinare la reazione di Kurenai alla sorpresa, e Kakashi la guardava di tanto in tanto, osservando confuso come ogni traccia di tristezza fosse sparita.

“finge?”

-presto presto, venite! Sta arrivando!!!- esclamò Gai alle finestra.

-salve sensei!- lo salutò Sakura, facendogli cenno di avvicinarsi.

Presto fu udibile la voce di Kiba:

-no guardi, non ho la minima idea del perché l’Hokage ci abbia chiamati…-

-probabilmente una missione…- suggerì Hinata.

La porta si aprì e Kiba si affrettò a raggiungere Anko e gli altri al centro della stanza, seguito a ruota da Hinata rossa in viso e Shino calmo come al solito. Infine entrò la festeggiata.

-SORPRESA!!! AUGURI!!!- urlarono tutti, lasciandola sconvolta.

“non è il mio compleanno…” fu il suo primo pensiero, quando levò gli occhi su un festone appeso al soffitto, e comprese.

Portò le mani al viso mentre un gran sorriso si faceva spazio sul suo viso e gli occhi le si inumidivano.

-oh Kami… - riuscì solamente a dire.

-beh il discorso lo lasciamo a quando sei sbronza, ok?-

-ANKO!-

-ma come vi è saltato in mente?- riuscì a chiedere asciugandosi furtivamente un occhio.

Genma riemerse tra la folla e le si avvicinò con un balzo, mettendole una mano dietro le spalle e facendola così voltare verso Anko.

-questa splendida donna ha avuto l’idea!- spiegò, mentre partivano alcune urla come “viva Anko!” e “brava ragazza!”

La brava ragazza in questione si schernì dicendo:

-labbiamo fatto tutti insieme…-

-ma piantala!- esclamò Genma.

-si è impegnata tantissimo, soprattutto lei.- aggiunse Iwashi.

-con l’aiuto del braccio destro Kakashi.- concluse Raido.

-come “braccio destro”?- domandò Kakashi facendosi avanti, -io sono quello serio dei due.-

-ma stai zitto tu!- lo rimbeccò Anko ridendo.

-e io che pensavo vi vedeste sempre per chissà quale motivo…- sospirò Kurenai, sorprendendoli.

-scusa?- chiese Anko.

-ma si, aspettavo una tua confessione in cui mi dicevi: Oh Kure-chan, mi sono innamorata ed io e Kakashi ci siamo fidanzati…-

-primo: l’avrei chiamato cuccioletto e non Kakashi. Secondo: se mi fidanzassi penso che lo farei sapere a tutta Konoha in cinque minuti, volendo esagerare. Quindi tu saresti la prima.-

Genma si fece strada tra tutti, e le si mise davanti prendendole le mani e sollevandole.

-Vuoi fidanzarti Anko? Ci sono io!-

-lo dico alla Inuzuka…- minacciò Raido.

-ti ho detto che non è la mia fidanzata!- gli urlò Genma.

“mica suonava tanto male quello che ha detto Kurenai…” pensò invece Kakashi, trattenendo l’impulso di liberare le mani di Anko dalla stretta di Genma con un pugno diretto a lui.

-beh allora, che aspettiamo? Qualcuno metta un po’ di musica!- li incitò Anko.

Un’ora esatta dopo, Anko sedeva su un tavolo tracannando una bottiglia di birra, osservando con divertimento i festeggiamenti intorno a lei. Iwashi le si sedette accanto.

-Anko?-

-si?-

-all’inizio non dovevamo fare una festa tranquilla con allievi e genitori di Kurenai e poi spassarcela?-

-si.-

-e come siamo finiti così?- le chiese indicando intorno a se.

Dopo un’ora di festa la situazione era questa:

Il padre di Kurenai teneva banco con Raido, Genma, Ebisu e Suzume, raccontando storielle a quanto sembrava divertentissime. Bastava guardare come gli altri rischiavano di cadere a terra dalle risate.

La madre di Kurenai si era lanciata in una sfida a poker con Tsunade e Jiraya, e stava clamorosamente vincendo contro entrambi, mentre fumava quello che aveva tutta l’apparenza di un sigaro e rideva sguaiatamente.

Gai stava preparando l’occorrente per il karaoke, brillo.

Shizune ed Iruka tentavano di bloccare Gai, perché non ricominciasse con le sue canzoni orribili.

Naruto mangiava ramen come se quello fosse il suo ultimo giorno di vita, mentre Choji e Lee tentavano di fermare Sakura, intenzionata a picchiare Sai.

Neji, Tenten, Ino, Shino, Hinata e Shikamaru erano dispersi.

Kakashi sdraiato su un divano leggeva Icha Icha Paradise.

Kurenai, Aoba ed Ibiki giocavano a tombola.

Infine Akamaru e Puck in giardino si sfidavano a chi riportava prima un rametto a Kiba; nonostante il secondo fosse un ninja non aveva saputo resistere all’ebbrezza del riporto.

E naturalmente la musica era ormai a tutto volume e c’erano diverse sedie ribaltate a terra, bottiglie mezzo piene che si rovesciavano sui tavoli ed al centro della sala stava un pentolone capovolto, di cui si ignorava la provenienza.

-non lo so, però è divertente!- esclamò lei, interrotta quasi subito da Aoba:

-corri Iwashi! Kotetsu e Izumo si sfidano in giardino a chi la fa più lontano!-

Anko rischiò di soffocare nella birra e scoppiò a ridere senza riuscire più a fermarsi, mentre Iwashi borbottava qualche scusa sul loro essere “veri uomini” e correva a vedere.

Qualche secondo dopo, alcune note sconosciute rimbombarono per la stanza.

-Gai è al microfono…- annunciò Iruka distrutto.

-che canzone sarà?- si chiese Kakashi, e Anko lo guardò sorridendo e scuotendo la testa.

-la vedo male…-

-Se lo vuoi,
tutto è possibile!

Nulla è inafferrabile,

senza un limiteee!-

Cominciò a cantare l’uomo, dandosi ad improbabili smorfie accattivanti.

-… e se andassimo a vedere dove sono finiti i ragazzi?- propose Kakashi.

Anko si unì a lui con gioia, poiché Gai continuava ad essere irrimediabilmente stonato, ed inoltre era curiosa di sapere dove fossero i più piccoli.

-dove potrebbero essere?-

-a pomiciare.-

-Anko!-

-ah no?-

La donna spalancò la porta che dava su un terrazzo buio, circondato da alberi e piante. Subito alla loro sinistra con un movimento convulso Ino si staccò da Shikamaru, che stava appassionatamente baciando tenendolo ancorato al muro.

-aah… si danno da fare più di te…- disse Anko con una nota di rimpianto.

-ma…?!- il povero Kakashi non seppe cosa dire, ma incontro lo sguardo della Yamanaka, che dal colpevole andava al malizioso.

-cercavate forse anche voi un posto in cui… chiacchierare?- chiese con aria furba.

-Ino!- la richiamò Shikamaru, tentando di farla tacere.

-no! Io… volevo solo sapere dov’eravate finiti visto che siete sotto la nostra responsabilità…- si giustificò lui.

Poco più avanti, tra i tronchi si udì la voce di Tenten:

-che ha detto?-

-una scusa patetica sulla responsabilità.- rispose Ino.

-tipico…e dire che legge quella roba tutto il giorno…-

-che dici!- la richiamò un'altra voce accanto alla sua.

-oh Neji, non gli crederai sul serio!-

-ci siete anche voi due?- chiese in un fil di voce il jonin, ormai del tutto sfibrato dalle parole dure delle due.

-te l’avevo detto che si davano da fare!- lo rimbeccò Anko tirandolo per un braccio dentro.

-ehm, non è come sembra…!- tentò di dire Shikamaru.

-ma piantala! La credi scema?-

-Ino!-

-tranquilli ragazzi, basta che quando avete finito ve ne andate. Shikamaru hai il rossetto dappertutto, il tuo quoziente alto usalo per capire quando hai perso e non è il caso di contar balle.- fu l’ultimo commento di Anko prima di chiudere la porta.

Shikamaru si portò una mano al viso.

-davvero ho rossetto dappertutto?-

-solo su bocca, guance e collo. E colletto.-

-solo?- ripeté lui sarcastico.

-potresti averne di più.- fu il suo saggio commento.

-oh. Beh allora hai ragione…- disse lui sorridendo e circondandole la vita con le braccia.

-ah, Shika?- lo chiamò, sussurrando il suo nome con fare seducente.

Lui sembrò per un attimo sorpreso, poi il suo sguardo si fece più intenso.

-dimmi…-

-il mio rossetto non andrà mai via dalla tua camicia.-

-me lo sarei dovuto aspettare…- mormorò sconsolato.

-però mi ami lo stesso vero?-

-eh? Si, si… certo che Anko-san era carina con quel vestito…-

Il colpo e il lamento di dolore che seguì giunse fino alle orecchie di Tenten e Neji.

-hai sentito?- chiese Tenten.

-fregatene.- fu il commento secco di Neji, che tentava di tornare alla loro precedente occupazione.

Tenten si scostò da lui e si mise le mani sui fianchi.

-… per favore?- tentò.

Lo sguardo della ragazza s’indurì.

-… ti amo tantissimo…?- tentò ancora.

-se aggiungi anche “piccola” ti lancio addosso tutte le mie armi.- lo minacciò.

-e allora che c’è?- chiese esasperato lui.

-non usare toni di comando con me! Se stiamo insieme siamo pari in tutto!-

ma se comandi tu…” fu tentato di dire, ricordando poi che la sua ragazza era piuttosto suscettibile quando aveva le mani sui fianchi.

-hai ragione…- ammise infine, desideroso di porre fine alla discussione.

-ecco…- disse lei addolcita abbracciandolo.

-e comunque Shikamaru ha detto che trova Anko-san carina, ecco perché Ino l’ha colpito…-

-ma tu non la trovi carina, VERO?!-

-assolutamente!!!-

“io ero un ninja freddo e spietato… come mi sono ridotto a questo?” si chiese. Poi incontrò lo sguardo della ragazza, e improvvisamente non ebbe più motivo di chiedersi nulla.

Sentì solo un’ultima volta la voce di Shikamaru.

-lo sai che scherzavo! Certo che picchi come un ragazzo!-

E un ultimo tonfo.

-com’erano cariiini!!!- esclamò Anko tornata dentro.

-certo certo… piuttosto come va la mano?- le chiese gentilmente.

-oh, ormai è guarita!- rispose lei, sedendosi strategicamente davanti al tavolo con gli alcolici.

Furono nuovamente separati dalla folla, infatti Raido, Iwashi e gli altri li avevano sentiti e chiedevano tutti notizie sulla salute di Anko. Gai continuava invece a cantare a tutto spiano.

Verso l’una di notte infine riuscirono a convincere anche gli altri a fare il karaoke, troppo stanchi per dire di no.

Quando fu il turno di Kurenai, che non poteva essere esonerata in quanto festeggiata, questa si tirò dietro Anko.

-non voglio!- strepitò Shizune, afferrata al volo dall’amica.

-andiamo! Sarà divertente!-

-Kurenai, stai cominciando a somigliarmi!- si lamentò Anko.

-tutti quelli che ti hanno troppo tempo attorno finiscono per somigliarti!- replicò lei.

Anko sorrise, poi il suo viso perse colore.

-Anko?- Kurenai si fermò, sembrava che l’amica stesse per svenire da un momento all’altro.

-senti… io passo, canto dopo, va bene?-

-va bene, ma ti senti male?- le chiese preoccupata.

Intorno a loro si stava facendo silenzio, ed Anko non poté dir nulla.

-che succede?- chiese Kakashi.

-mi si sarà semplicemente abbassata la pressione…- mormorò lei, andando a sedersi.

-a quest’ora?-

-oh scusa Izumo, non sapevo che la notte smettesse di scorrerti il sangue.- ribatté lei acida.

-cattiva!-

Poco dopo Kurenai e Shizune cominciarono a cantare in perfetta sincronia. Rosse in viso, visibilmente agitate e divertite al tempo stesso, passavano metà del tempo a ridere e l’altra metà a cercare di cantare, mentre il pubblico applaudiva e le invocava.

Anko si accorse appena della presenza di Tsunade accanto a lei.

-ti senti davvero male fisicamente?-

-no, Tsunade-sama.-

-lo immaginavo.-

-sa quando basta una parola a far partire una catena di pensieri uno dietro l’altro, e ci si perde?-

-si. È quello che è successo a te?-

-direi di si.-

-c’entra Kurenai quindi?-

-in un certo senso… in questo periodo sono più pensierosa del solito, sa? Strano, io non penso mai…-

-almeno te ne rendi conto… è già qualcosa…-

Giunse l’ultima strofa della canzone. Anko si voltò afferrando una bottiglia di birra come se fosse un microfono e si unì a loro. Tutti si voltarono a guardarla.

“faccio schifo in tutto il resto, ma almeno cantare…

La sua voce solitamente incontrollata, che passava da toni bassi a toni striduli in un istante secondo l’umore, ora seguiva quella melodia come se fossero una cosa sola, e pur ridendo mentre cantava, non sbagliava una nota. Alla fine vi fu un’ovazione da parte di tutti per le tre cantanti improvvisate e applausi a non finire.

-Anko hai davvero una bella voce!- si complimentò Kurenai raggiungendola.

Anche Gai, Iruka e Kakashi si sedettero accanto a loro, mentre Tsunade andava dai genitori di Kurenai per continuare la loro chiacchierata.

-ha ragione, canti benissimo!- confermò Iruka

-davvero fantastica! Una voce giovanile!- strillò Gai, euforico per via della sbronza

-perché non l’hai mai detto?-chiese Kakashi tentando di evitare che l’amico/nemico cadesse a terra.

Si voltarono tutti sistemandosi intorno ad un piccolo tavolo sgombro, in cui stava una bottiglia, usata fino a poco prima dal gruppo di Genma, Ebisu e Ibiki per fare appunto il gioco della bottiglia.

-obbligo o verità?- propose inaspettatamente Kurenai. Gli altri la guardarono sbalorditi.

-ma sei Kurenai o un clone?- chiese Anko.

-non è che hai bevuto alcolici vero?- chiese invece preoccupato Iruka.

-non ne avete il coraggio?- li provocò lei.

-comincio io!- esclamò Anko facendo ruotare la bottiglia. Questa puntò per ultimo Iruka.

-oh no…-

-bene bene… di, Iruka, obbligo o verità?-

-verità…-

-ti piace Shizune?- chiese subito lei crudelmente, mutando il colore del viso di Iruka in un rosso vermiglio.

-verità!- ordinarono nuovamente insieme Kakashi e Gai.

-… non è che io… ecco insomma…- cominciò a farfugliare.

-si o no?!- lo aggredì Anko.

-si! Cioè… è simpatica e gentile ecco. Una brava ragazza.-

Anko prese a battere le unghie sul tavolino, ed Iruka ebbe difficoltà a deglutire.

-si.- ammise infine.

-OLè!- strepitò Anko, mentre Kakashi gli lanciava occhiate maliziose, Gai rideva della grossa senza neanche ascoltare davvero la risposta e Kurenai gli sorrideva dolce.

-tocca a me girare… Kurenai! Obbligo o verità?-

-obbligo.-

-coraggiosa!- commentò Anko.

-sarò buono per via delle tue condizioni… devi dire a Tsunade-sama che è vecchia. Dopo potrai dirle che stai facendo questo gioco.- concluse Iruka. Gli altri inorridirono.

-meno male che sei stato buono!- sbottò Gai.

Kurenai si alzò in piedi tenendo poggiate le mani sul tavolo, e cercando l’Hokage con lo sguardo.

Quando la trovò, il suo sguardo si fece scuro, e Gai e Kakashi tremarono, mentre Iruka assisteva a braccia conserte e Anko la guardava ammirata e sbigottita.

-TSUNADE-SAMA, LEI è UNA VECCHIA!-

Il silenzio piombò nella sala, mentre la donna lentamente si voltava con sguardo assassino.

-come hai detto?-

-dico che è vecchia. Naturalmente lo dico soltanto perché gioco ad obbligo e verità, ed IRUKA MI HA OBBLIGATO!-

-IRUKA!!!-

-non vale così!- riuscì soltanto a dire lui, prima di ritrovarsi costretto a correre per salvare la propria vita.

Kurenai intanto aveva fatto nuovamente girare la bottiglia.

-Anko?-

-verità!- rispose subito.

-…che cos’hai?-

***************

Fine capitolo!!! Che in realtà era metà di un capitolo unico… ma lasciamo la suspance, si!!! (no.)
ah, per chi non lo sapesse, la canzone "cantata" da Gai era "Tutto è possibile" dei "Finley".

Risposte ai commenti:

Brucy: il passato di Anko è tutto qui, nella mia malvagia testolina uh uh uh… °_° per me alla fine temo che profondo sia sinonimo di triste… dovrei andare dallo psichiatra? Per l’html sappi che lo odio con tutta me stessa e ti appoggio…

Lupus: felice che ti piaccia!!! In realtà questo capitolo l’avevo scritto meglio… ma poi… il computer… si è formattato da solo… e ho perso tutto… compreso questo capitolo che non avevo ancora passato ad Akami per farglielo leggere… quindi io l’ho visto in un ottica del tutto fredda e spietata (ti odio! Scriviti in fretta! Io ti avevo già fatto!) e non mi ero resa conto che fosse dolce… meglio così! ^^

bambi88: sono riuscita ad inserire diversi nomignoli nei capitoli più avanti *_*! Grazie a te!!! Anche io lo voglio un Kakashi…

Hime_chan: *Gongola* grazie mille!!! ^^! Io adoro Anko proprio perché la immagino così…

Third Moon: come la vecchiaccia ne conosco circa seimila… purtroppo! Magari esistessero solo nelle fic! Non si dovrebbero mai giudicare le persone dal loro passato, e anzi, non si dovrebbero giudicare e basta, specie se non le conosci! Grazie del commy! Oltre alle riflessioni che mi hai fatto fare, sono lieta che lo sforzo per entrare nella psicologia dei personaggi sia apprezzato, anche perché Kakashi non l’ho mai capito proprio per nulla…

kakashina93: ye! ^_^/ anche io li adoro assieme!!! Specie nel prossimo capitolo!!! Vedrai °°…

Irene Adler: i pc complottano contro di noi… spero ti piaccia anche questo cap!!! ^^

   
 
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