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Autore: Dridri96    26/11/2012    8 recensioni
«è in ogni cosa, ma niente è adatto a lui.
Se lo incontri è la fine,
se lo sconfiggi è un nuovo inizio.»
La città è impazzita, nulla è come prima. Kyra è l'unica che può evitare la catastrofe, ma il tempo scarseggia. Avrà abbastanza forza e coraggio da non cadere nell'oblio?
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 1

Fa freddo e inizia a calare il sole; io e mio papà siamo di ritorno verso casa dopo la nostra abitudinale passeggiata delle 18:30.
Oggi a noi si è unita un’amica di famiglia, Silvia: è simpatica, giovanile nonostante i suoi cinquant’anni passati, e gentile,
ma ciononostante io e mio padre preferiamo mantenere questo rito “privato”.
Così quando arriviamo davanti alla porta di casa e lei ci invita a ripetere l’esperienza anche il giorno seguente, noi gentilmente rifiutiamo, inventandoci altri impegni.
Silvia è decisamente arrabbiata: se ne va riservandoci uno dei suoi sguardi più sprezzanti. Nonostante abbia tanti pregi, tende ad arrabbiarsi con poco.
Noi intanto entriamo nel nostro appartamento trattenendo a stento i sorrisi: si sa che Silvia non porta mai rancore e probabilmente domani mattina ci porterà un dolce per scusarsi della scenata.

«Chissà se questa volta ci cucinerà la torta alle mele o il salame al cioccolato», pensa ad alta voce mio papà ridendo. Questa situazione si è ripetuta talmente tante volte ormai...
«Spero il salame, le viene decisamente meglio. E se siamo fortunati lo mangeremo a colazione, visto che le abbiamo detto che il pomeriggio siamo a sciare», questa è la scusa che ci siamo inventati, noi, che non abbiamo mai fatto sport e che siamo le persone più pigre del mondo: se il telecomando è troppo lontano spesso decidiamo di rimanere sintonizzati sullo stesso canale, qualsiasi sia il programma.
«Inizio a sentirmi in colpa», dice chiudendo la porta alle nostre spalle.

Non appena ci voltiamo verso il corridoio ci rendiamo conto della situazione: le pareti sono macchiate, la carta da parati strappata, sporcizia ovunque e l’ascensore è bloccato. Ci guardiamo preoccupati e decidiamo silenziosamente di salire al primo piano.
La confusione ci avvolge: gente che urla e corre in tutte le direzioni, bambini che piangono, persone che sussurrano agitate. Una donna è accovacciata in un angolo, le braccia che avvolgono le ginocchia e la testa chinata in avanti. Le sue pupille sono dilatate e lo sguardo è perso nel vuoto: è Daphne, la conosciamo bene. Entrambi decidiamo di avvicinarci a lei.

«Cosa succede?», chiede mio papà posandole la mano sulla spalla. La ragazza non risponde: continua a dondolarsi su se stessa canticchiando sempre le stesse quattro note che sembrano ossessionarla. Provo ad ascoltarle per capire che canzone sia, ma non riesco a riconoscerla, forse per la confusione, forse perché non l’ho mai sentita prima, o perché sono terrorizzata.
«Sono tutti impazziti», dice mio padre schivando un vaso che si spacca contro il muro dietro la sua testa.
«Tu rimani qua con lei, io vado a vedere se la situazione è uguale agli altri piani». Non so con quale coraggio avanzo verso le scale. Devo aggrapparmi al corrimano per non cadere, visto che le mie gambe tremano troppo e non riescono a sostenermi.
Il mio cuore martella dentro il petto implorando di uscire. Sento il forte desiderio di rinchiudermi in qualche stanza e non uscire più, o almeno non finché la situazione non si calma.
Al secondo piano devo bloccare la signora che di solito pulisce l’appartamento prima che si butti dalla rampa delle scale, al terzo tutti urlano, esattamente come al primo.
Non avevo mai visto una cosa simile. La stessa cantilena continua a risuonare in ogni angolo, come un ronzio fastidioso, ma in questo momento sono troppo preoccupata per chiedermi il perché.

Il quarto e ultimo piano è l’unico silenzioso, buio e tranquillo: le urla, i pianti e la canzone sono solamente un sottofondo inquietante che al momento non riesce a spaventarmi. Sono così contenta di aver trovato un luogo calmo che riesco persino ad ignorarlo.
Mi siedo per terra, nascondo il viso tra le mani e faccio respiri profondi per calmarmi. So che devo tornare da mio padre per riferirgli ciò che ho visto, ma non riesco a muovere un muscolo al momento. Sto tremando e non me ne ero nemmeno resa conto.
Uno scricchiolio. Una porta che si chiude. Dei passi che si avvicinano. Questi sono i rumori che ho appena sentito, ma non riesco a vedere niente, è tutto buio attorno a me.
Sudo e sento la testa girare. Cerco con la mano l’interruttore, ma non lo trovo. Decido di tornare a terra e chiudere gli occhi. Scuoto la testa cercando di scacciare il suono che si avvicina lentamente a me. Non ho niente per difendermi, l’unica cosa che posso fare è fare l’elenco dei vicini che ho visto ai piani precedenti per controllare che ci siano tutti, ma la confusione era tale che parecchi mancano all’appello.
Mi stringo in me stessa, come se questo possa bastare come difesa, fino a quando non sento una mano calda e forte afferrarmi il collo e sollevarmi da terra. Incontro degli occhi luccicanti in preda all’ansia, con un barlume di coscienza che non ho visto in nessun altro se non mio padre da quando sono entrata: dalla poca luce proveniente dalle scale capisco che è il nostro vicino Ben.

«Che fai?», sussurro cercando di deglutire e respirare, ma la sua presa me lo impedisce. Con le mie dita cerco freneticamente di allentare la sua presa, ma le mie mani tremano troppo e l’ansia mi impedisce di ragionare e trovare una via di scampo.
Cerco di colpirlo, ma i miei sforzi sono inutili: è decisamente più forte di me. Le mie gambe penzolano nel vuoto e ormai sono senza aria nei polmoni: i pugni non lo sfiorano nemmeno. La testa mi gira e temo di essere ormai spacciata. Dei brividi di orrore percorrono le mie ossa.
«Pazzia!». La sua voce non è più la stessa. Segue una risata agghiacciante, acuta e tremante. Poi allenta la presa, lascia che io riprenda fiato, posando le sue mani sulle mie spalle e impedendomi di scappare. Sbatte la mia schiena contro il muro per minacciarmi di non provare a ribellarmi e io lo accontento. Dopotutto, chi potrebbe aiutarmi in un luogo del genere?
«Cosa sta succedendo qui?». Nonostante il suo comportamento mi spaventi, è il primo che abbia detto una parola di senso compiuto da quando ho visto cos’è successo qua dentro, devo mettere da parte la paura per un attimo e fare la cosa giusta.
Come risposta si mette a canticchiare la stessa canzone di Daphne: ascoltandola mi si gela il sangue nelle vene.
Vedendo la paura nei miei occhi dapprima si rattrista, poi corruga la fronte impegnato in qualche strano ragionamento. Conclude scoppiando a ridere, con una lacrima che scende sulla sua guancia.

«Cos’è questa canzone?». Insisto perché credo che lui sia l’unico in grado di darmi qualche risposta qua dentro.
«Buio! Buio assoluto!», urla fuori di sé. «Come un serpente», aggiunge mimando il movimento dell’animale con le braccia.
I suoi occhi sbarrati incontrano i miei: mi sta supplicando di capirlo, e io annuisco per farlo felice, anche se in realtà non ho idea di cosa stia parlando.
«Chi è stato?», chiedo ancora, con la voce tremante e la gola chiusa dall’ansia.
Ben si allontana da me, con lo sguardo fisso verso la parete alle mie spalle. Posa la sua mano ossuta sulla carta da parati e la strappa via con le unghie. Poi ci posa l’orecchio e rimane in ascolto. Anche lui ormai è completamente impazzito, di certo non mi sarà più utile.

Mi volto dirigendomi silenziosamente verso le scale per raggiungere mio padre, quando Ben sussurra il mio nome. Mi giro verso di lui e sembra quello di sempre, anche se il suo volto è stanco, sconfitto e disperato. Ora è lucido, si rende conto di cosa ha fatto e ciò lo terrorizza, sa che non tornerà mai come prima: è impazzito, questi sono gli ultimi attimi prima che cada nell’oblio per il resto della sua vita.
Ma ha ancora un ultimo desiderio, si legge nei suoi occhi una richiesta di aiuto, così decido di ascoltarlo.

 
«è in ogni cosa, ma niente è adatto a lui.
Se lo incontri è la fine,
se lo sconfiggi è un nuovo inizio.


 

Angolo autrice_

Ciao a tutti :) 
Per prima cosa voglio ringraziare chiunque abbia letto questo capitolo. 
Questa è la prima storia che pubblico, quindi, che dire, sono un po' (tanto) emozionata :) 
Spero che la storia vi piaccia, per qualsiasi parere o consiglio scrivete una recensione, mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate :) 
Bene, non so che altro dire, quindi... Un saluto a tutti e al prossimo capitolo (Spero, LOL :D ) 
Ps: capitolo troppo lungo?(la capacità di sintetizzare non è mai stato il mio forte .__. )

DriDri_

  
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