Perché?
Perché?
Ha un bel suono.
E’ una bella domanda.
Perché?
Tutto ruota su quella piccola ed immensa parolina.
Perché?

Mi piace leggere.
Perché?
Mi piace scrivere.
Perché?
Mi piace la musica?
Perché?
Mi piace stare sola.
Perché?
Mi isolo.
Perché?

A volte non c’è una risposta.
Ci sono molte altre domande a cui non ho ancora dato un parere.
Cosa voglio fare da grande?
Cosa voglio fare della mia vita?
Sono troppe domande.
Troppe cose da sapere.
Troppo presto per decidere.
Troppo, troppo poco.
Mi sento stupida a scrivere certe cose.
Sento che la mia rabbia in qualche modo si scolora, mi abbandona.
Le catene ci sono ancora.
Ma sono più deboli in qualche modo.
Il merito è suo.
Di una persona particolare.
Mi è vicina, ma è anche lontana.
Ogni volta che volgo il pensiero a lei, un timido sorriso stira le mie labbra.
Ma questa persona è dannatamente lontana.
E ciò mi rende triste.
Felice e triste.
E’ buffo, il mio nome significa gioia, esprime allegria.
Per ironia della sorte, io non condivido il significato del mio nome.

Vorrei tornare indietro nel tempo.
Mi piacerebbe poter riabbracciare mio nonno.
Anche per pochi minuti.
Mi basterebbe risentire la sua voce, che non me la ricordo.
Le lacrime mi allagano gli occhi.
Non mi ricordo quella voce così adorata.

Il passato e il presente.
Non so cosa sia peggio.
Perché esisto?
Tutto si ricollega a quella piccola domanda.