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Autore: Hikari93    28/11/2012    11 recensioni
Sasuke e Sakura corrispondono via mail da tre mesi, ma non si sono mai visti né parlati. E non lo avrebbero fatto, se Naruto, migliore amico di lui, non si fosse intromesso nelle loro vite.
Dal Secondo Capitolo:
Potrebbe: aspettare i dieci minuti che restano prima dello scoccare delle dodici – sta consumando l’orologio al polso regalatogli da suo padre a furia di fissarlo con intensità – e poi alzarsi in piedi sul tavolo, molto teatralmente, e reclamare, con tanto di colpo di tosse, il fantomatico attimo di attenzione, gridando a gran voce il nome di Sakura.
Possibilità di successo: basse, considerando che, insomma, chi lo ascolterebbe? Anche se urlasse, e anche se Sakura lo sentisse, sicuramente lo scambierebbe per Sasuke. Non che ci fosse niente di male in lui, ma ecco… poi finirebbe di certo per innamorarsi di lui, Naruto ne è sicuro. E non è quello che vuole.
Quindi. Potrebbe numero due: alzarsi dalla sedia su cui si è stravaccato a pensare, abbandonare la vista dei tovagliolini messi al centro e andare a stanare il teme, chiedendogli le informazioni che gli occorrono, senza farsi scappare di aver propinato e combinato un appuntamento a sua insaputa.
[SasuSaku. Accenni NaruHina - ShikaIno]
[Completa ♥]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Hot Mail – Naruto Namikaze in missione speciale
 
 



Capitolo Sette
[Ed è quando va tutto bene che partono i piani diabolici]

 
 
 
 






Hinata sorseggia il suo tè pian piano.
«N-Naruto, non vorrei sembrarti scortese, ma si è fatto tardi, le mie amiche mi staranno già cercando» gli ha fatto notare poco prima, approfittandosi di una sua boccata d’aria per rifocillare i polmoni tra un aneddoto e l’altro.
Lui ha scoccato il palmo contro il naso, dandosi dell’idiota per più di una volta. «Accidenti, scusami!» Poi si è massaggiato la nuca, mettendo su un sorrisetto dispiaciuto e angelico che Hinata non è riuscita ad attribuire a nessuna creatura umana. «Allora ci prendiamo un tè freddo e poi andiamo alla ricerca delle tue amiche! Offro io, ovviamente. Senza obiezioni.»
Le ha mostrato il pollice, felice, e l’ha condotta al bancone, per ordinare. Hinata l’ha trovato particolarmente buffo quando, dopo aver spulciato in lungo e in largo il portafogli, è saltato su, tutto imbarazzato, facendole capire col rossore del volto e lo sguardo sbieco rivolto in giù che ha finito i soldi.
«Non ti preoccupare, offro io» gli ha proposto allora.
Naruto si è mostrato un po’ titubante, ma alla fine gli è andata bene, a patto che si rincontrassero al più presto possibile – e a Hinata è mancata l’ria in colpo per la strana sensazione di felicità provata – e lui potesse sdebitarsi a dovere.
Ed è per questo che adesso la ragazza fa di tutto per prelevare quanto meno tè sia possibile a ogni sorso. Vede quella tazza come a una clessidra, che si svuota man mano e segna il tempo che rimane da passare insieme.
Naruto sbatte troppo forte la tazza sul tavolo, esuberante come si è fatto conoscere in quella giornata. «Secondo te dove sono le tue amiche?»
Hinata si intimorisce. A dirla tutta non ne ha la più pallida idea. Non ci ha pensato per tutta la giornata, per tutte le ore che ha trascorso in compagnia di Naruto. E dire che lei di solito non si fida tanto rapidamente, ma lui – riflette – ha qualcosa che manca agli altri. A pelle. Le piace. «Non lo so. Spero solo che siano ancora in spiaggia» ammette.
«Lascia fare a me, mi è venuta un’idea!» sbotta all’improvviso, avvicinando troppo il naso al suo. Hinata sente il respiro fresco di Naruto sulla bocca e, senza neanche avere a disposizione uno specchio, sa di essere divenuta di color palloncino rosso fuoco. «Anziché cercare per tutta la strada, andiamo a casa del teme e proviamo a telefonarle» aggiunge Naruto, convinto. «Se rispondono, almeno evitiamo di andarcene a zonzo per tutta la spiaggia. Che ne dici?»
Hinata ignora la validità di quel piano. All’inizio è piuttosto insicura sulla risposta da dargli, però poi le balena l’idea che, recandosi a casa di Sasuke, magari anche senza incontrarlo,  potrà ottenere il suo indirizzo e riferire l’informazione a Ino e a Sakura.
«Va bene, allora» gli risponde.
Inoltre, deve farsi anche perdonare il fatto di aver parlato di tutto, con Naruto, tranne che di un possibile futuro di Sakura e Sasuke. Il fatto è che lui è un ragazzo interessante, che parla tanto e che non sempre sa cosa dice. Ma a Hinata piace lo stesso. Le piace la sua naturalezza, il suo modo di incespicare anche nell’esprimere i concetti più elementari. E poi ha un tono che la cattura piacevolmente, da cui si sente attratta. Solo che immagina già l’interrogatorio montato su da Ino e Sakura al suo ritorno. Le sua amiche si impicceranno al massimo, puntellandola con qualche battuta che, lo sa già perché si conosce troppo bene, la farà arrossire di brutto.
«Allora quando hai finito il tuo tè andiamo» conclude Naruto, gettando un’occhiata alla tazzina tra le sue mani, come se volesse scrutarne il fondo. E Hinata trangugia tutto alla velocità della luce, intimidita.

 
 
 

*   *   *

 
 
 

«Restate a cena da noi?»
«No no no no, assolutamente no, Itachi-san, non vogliamo disturbare» squittisce Ino, melodiosa. «Non vogliamo disturbare più del necessario.»
«Nessun disturbo, eventualmente» garantisce Itachi, sorridente. Sente uno sbuffo appena accennato provenire dalla sua destra, e intuisce. «Vero, otouto?»
«Dipende da chi resta, nii-san» è la sua risposta scontrosa.
«Già, finché resta solo Frontespaziosa ti va bene, né?»
«Tsk.»
«Ino!»
Per un istante cala il silenzio. Sakura sa già che, avendo risposto allo stesso tempo di Sasuke, s’è meritata, oltre a un’occhiata maliziosa della sua migliore amica, anche un intervento – sempre della suddetta – poco opportuno. La prega con gli occhi di tacere e di starsene per una buona volta in silenzio, tenendosi per lei tutti i commenti relativi a un’eventuale futuro da sposini e roba varia. Ma, già scrutandola a fondo, capisce di essere stata una sciocca anche solo a desiderarlo.
«Sasuke-kun, Frontespaziosa, vedo che la sintonia è ottima» ammicca allora, donando ai presenti un sorrisone poco confortante.
Sakura affonda in un religioso silenzio pieno di vergogna, mentre Sasuke tossisce, imbarazzato. Le guance rossicce lo dichiarano bene bene, quasi avesse un cartellone appeso al petto con su scritto mi sto terribilmente vergognando. «Puoi spiegarmi il motivo per cui devo ancora sopportarti in casa mia a quest’ora?» domanda a Ino, cercando di darsi una sicurezza che non ha del tutto. «Forse non mi sono spiegato a sufficienza, ma la porta è quella lì, la vedi?» chiede retorico.
Stavolta è Sakura a intervenire, senza aver coscienza di starlo facendo per avere parte anche lei alla discussione – ottenendo anche un po’ d’attenzione da Sasuke, ora che le cose vanno lisce come devono – o soltanto per impedire un divertente litigio tra i due. «Ci devi scusare Sasuke-kun. Stiamo cercando di rintracciare Hinata al cellulare, ma evidentemente non è ancora tornata.»
Sasuke lascia cadere il discorso, facendo capire, grazie al suo finto disinteresse, di aver inteso. Però non è il silenzio a scendere tra tutti loro.
«Sicuramente sta col tuo amico biondo… Naruto. Mi gioco tutti i vestiti che ho nell’armadio!» osserva Ino, sprezzante di gioia – e quindi con tante pellicole mentali che partono in automatico, pensa Sakura.
«Poveraccia» è l’unico commento di Sasuke.
«Quindi è per questo che siamo ancora qui» conclude Sakura, nel disperato tentativo di riportare la discussione al binario di partenza. Anche se, riflettendoci, anche lei è sicura che Hinata stia ancora non Naruto. E’ fermamente convinta che sia lei che Ino stiano facendo pressoché gli stessi pensieri: Hinata dovrà cantare come un usignolo al suo ritorno.
«Qua vi sistemate tutte» sospira Ino nel suo orecchio, mormorando. «Con tutti questi bei giovanotti in giro è un peccato che sia fidanzata e, soprattutto, che ami il mio Shika così tanto.»
D’un tratto, mentre il sibilo della bionda ancora le si perde nell’orecchio, le teste dei presenti si voltano verso la porta come se fossero un solo corpo.
«Dobe» dice Sasuke, intuendo a chi appartenga la voce all’esterno.
Poi il campanello suona – Naruto non ha le chiavi – e quando Itachi fa per andare ad aprire, Sasuke lo afferra per l’avambraccio, saldamente, tirandolo all’indietro.
«Lasciamolo fuori, è meglio. Se poi cacciamo via anche sua sorella gemella separata dalla nascita» e l’occhiata a Ino è d’obbligo, «vedrai che pace.»
Per un attimo Sakura prende seriamene la cosa. La spaventa la possibilità – remota, spera – di trovarsi da sola con… con i due fratelli padroni di casa. Perché è in costume – e nemmeno Sasuke ha avuto la briga di cambiarsi – e perché quei due hanno uno strano effetto su di lei, lo stesso, immagina, che farebbero a qualunque ragazza a una prima, a una seconda e pure a una millesima occhiata. Per fortuna, la probabilità sfuma del tutto quando Itachi si svincola facilmente dalla presa di suo fratello e gli dice, rimproverandolo bonariamente, di non doversi comportare così.
«Ciao Itachi, non sapevo che fossi già tornato!» saluta Naruto, possente. Poi subito muove gli occhi a cercare Sasuke. «Teme, devo usare il telef… no, forse non ce ne sarà bisogno.» Rimane a bocca e occhi aperti, a fissare impallidito sia Sakura che Ino. Sposta gli occhi a Sasuke, lo vede calmo e rilassato – nella sua norma, almeno. Osserva che nessuna delle due ragazze presenta segni di tortura o di altro maltrattamento, quindi qualcosa deve essere cambiato dall’inizio di quella vicenda. Intuisce, suo malgrado, di essersi persa qualcosa di molto importante.
«Mi sono perso un mucchio di roba, immagino» sentenzia per se stesso. Il sorriso, però, gli ritorna subito, spontaneo. «Va bene, teme, vorrà dire che mi racconterai tutto dopo.»
«Non c’è niente da raccontare» borbotta Sasuke, il naso piantato ostinatamente verso il basso.
Naruto lo ignora. «Dai Hinata, entra, stanno tutti qua! Mancavamo solo noi, in pratica» ride.
Hinata entra lentamente, salutando con voce flebile con un buonasera stentato.
Sakura, a vederla, scatta di filato verso Ino, aspettandosi un qualche suo intervenuto sbagliato sul fatto che fosse stata con Naruto per tutto il tempo, proprio come la bionda aveva fatto con lei prima. Ma niente. Ino è mutissima, le labbra serrate che, però, si schiudono presto in un ghigno da brividi.
«Va bene» si alza in piedi, le mani ai fianchi. «Direi che ora possiamo andare per davvero.»
«Ma perché? Dai, restate un altro po’!» prova Naruto, lamentandosi come un adorabile bambino. «E’ ancora presto per cenare, ma potreste intrattenervi qui a chiacchierare un altro po’ e poi…dai Sasuke, diglielo anche tu.»
«Arrivederci ragazze» fa lui, invece, e al che Ino e Sakura ridacchiano – ormai hanno capito un bel po’ del modo di fare di Sasuke.
«E poi non dovevi farti raccontare delle cosucce, Naruto?» ammicca Ino, rivolta prima a Sakura e poi a Hinata. «Ti assicuro che ce n’è di roba. E sai, anche noi abbiamo indagini da svolgere» ride sotto i baffi, toccando la spalla di Hinata col palmo della mano.
E così si salutano, dandosi appuntamento per l’indomani.

 
 
 

*   *   *

 
 
 

Quella notte – la notte è l’ideale per raccontarsi, ragazze! – Hinata è stata capace di definire un resoconto dettagliato del suo pomeriggio con Naruto senza svenire. Ha balbettato in alcuni punti, si è gettata con la testa contro il cuscino fino ad affondarci di fronte a qualche osservazione maliziosa di Ino, ma ha parlato. Per Sakura, poi, è stata la stessa Ino a raccontare fin troppo nei dettagli del loro caloroso discorso.
«Con un abbraccio fin troppo caloroso, dico bene?» le ricorda Ino per la miliardesima volta.
Sakura ha provato a ribattere in qualunque modo, passando dal balbettio confuso fino a uno schietto e sostenuto sei gelosissima, Ino, vero? ma non c’è niente che metta freno alla lingua arguta della sua amica.
«Dobbiamo organizzarci bene per domani.»
Sono le due di notte. Sakura non capisce nemmeno più come si chiama, ha ore e ore di stress accumulato e di sonno perso e vorrebbe soltanto dormire. Hinata, al suo fianco, ha già gli occhi semichiusi e le orecchie fintamente sturate.
«Ma come diamine fai?» le chiede Sakura, lasciandosi rotolare sul letto fino a mettersi a pancia in giù. Si appoggia sulle ginocchia e tenta di guardare Ino con una lucidità che però non le appartiene più. «Pensa a dormire, ne riparliamo domani.»
«Frontespaziosa, domani sarà troppo tardi. Tardi, mi capisci? Non ti basta la sua amicizia per conquistarlo. Lo si vede lontano un miglio che quel tizio è tarato sui sentimenti. Quando gli hai parlato ci mancava soltanto una colonna sonora tipica dei film d’amore per rendere il tutto perfetto. Insomma, Frontespaziosa! Invece di sbadigliare, ci pensi che ti sei dichiarata e lui non ti ha filato per nulla?» sbotta Ino, prendendo la questione sul personale. A onor del vero, ne sta facendo un affare di stato da quando ha saputo che Sakura chattava con un misterioso individuo, mesi prima.
In risposta, Sakura spalanca una bocca che farebbe invidia al dinosauro più terrificante dei libri di fantascienza. In altre occasioni si sarebbe preoccupata, ma ha conosciuto Sasuke anche di persona, lui non l’ha respinta più, pare anche lanciare qualche segnale che le fanno pensare a un suo vago interesse. Inoltre, basandosi sul presupposto indispensabile secondo cui Ino non ha mai ragione, sa di potersene stare tranquilla. «Dai Ino…» la esorta nuovamente.
La ragazza non si scompone. «Dormite pure ragazze, dormite» dice loro, con aria superiore. «Ma non li conquisterete mai senza i miei piani geniali. Hinata-chan, vale anche per te. Tanto abbiamo visto come guardi Naruto-kun
A sentirne il nome, Hinata sobbalza leggermente, spalancando gli occhi perlacei. Farfuglia qualcosa di impastato, in protesta, ma né Ino né Sakura riescono a capirla.
«Dovremo perdonarla, forse» fa Ino, magnanima. «Scommetto che è la prima volta che passa la giornata da sola con un ragazzo dai tempi di…Kiba all’asilo?»
«Boh, non lo so» commenta Sakura, mezza dormiente.
Ino resta a squadrarla un po’, finché non si rende conto di essere davvero l’unica pimpante in quella stanza. Allora sbuffa, fingendosi irritata, si getta sul letto scoperto e fresco e saluta le altre due, che già sono partite per il mondo dei sogni.
Se non ci fossi io a pensare anche per loro…
 
Hinata si sente scuotere per il braccio e ode anche una voce che prova a parlarle. Resiste all’impulso di aprire gli occhi, ritenendo che la pace e la tranquillità in cui è immersa siano troppo belle per lasciarsi sputare fuori.
Uno strattone più forte la fa sbandare. Si tira su a sedere dopo pochi attimi di smarrimento. Strofina gli occhi con forza, li sente tutti impasticciati. Solo dopo che ha finito, Ino entra nel suo campo visivo.
«Buongiorno, Ino-chan» mormora.
Ino le sembra abbastanza agitata. Liquida il suo saluto educato con un sorrisetto svelto e un gesto della mano altrettanto lesto. Poi l’afferra per le spalle e si avvicina il suo orecchio alle labbra. «Dobbiamo approfittarne ora che Sakura è in bagno. Mi è venuta un’idea!»
Hinata impallidisce. Da un lato non sta capendo niente – a parte il fatto di essersi addormentata mentre Ino esponeva questa sua geniale trovata –, mentre dall’altro lato teme addirittura di comprendere: le idee di Ino non sono mai buone, le ripete sempre Sakura.
«Non è difficile, Hinata-chan, stami a sentire. E’ qualcosa che gioverà sia a te che a Sakura-chan.»
«In che senso g-gioverà anche a me?» si azzarda a domandare.
Ino alza l’indice, a mo di spiegazione. «Oh andiamo, è palese che Naruto-kun non ti è totalmente indifferente. E sia che non me lo toglierò dalla testa finché non succederà qualcosa che mi farà credere il contrario. Quindi, Hinata-chan, tornando a noi… collaborerai? Dai, Hinata-chan, dai!»
Oh no, di nuovo con la storia dell’Hinata-chan. Purtroppo, Ino sapeva essere molto convincente quando voleva, tanto quando Hinata si inteneriva davanti a modi garbati.
«Dimmi pure.»
«Perfetto, Hinata-chan» le concede, gioiosa. «In pratica la tua parte consterà di poche battute. Seguile alla perfezione e vedrai… per il resto, supervisionerò tutto io.»
 
Di mattina i ragazzi sono puntuali. Ino nota che Naruto sta urlando contro Sasuke, mentre quest’ultimo finge bellamente di non starlo a sentire. Ha lo sguardo perso verso l’orizzonte, le braccia incrociate al petto morbidamente e il Sole che gli illumina a malapena i piedi.
«Stavolta non avrai il mio sostegno, Frontespaziosa» sussurra all’orecchio di Sakura.
«Vorrà dire che te ne starai in silenzio e non spiccicherai nemmeno mezza parola? Dimmi che non stai scherzando. Ti prego, dimmelo.»
Ino sbuffa, imperterrita. «Mi raccomando, non rimanerci così male, Frontespaziosa!»
La discussione cade lì, perché tutte e tre si accorgono che Naruto le ha viste e le sta salutando sventolando allegramente la mano. Subito si muove per venir loro contro, mentre Sasuke non sembra intenzionato a farlo, come se avesse paura di scottarsi i piedi sulla sabbia bollente nonostante le infradito.
«Buongiorno ragazze!»
«Ciao Naruto!» gli fa subito Ino, mentre Hinata la guarda con preoccupazione. Insomma, non deve fare nulla di particolare, e, anzi, per una volta l’idea della sua esuberante amica non è malvagia, ma lei ha… paura. Timore di rimanere di nuovo da sola con Naruto, paura degli strani sentimenti che sta cominciando a provare e che non ha mai nutrito verso nessuno. Un senso di agitazione davanti alla consapevolezza che lui la sta fissando sorridendo già da una manciata abbondante di secondi e che lei non riesce a non rispondergli in altro modo che sorridendogli in modo beota a sua volta. La paura che Naruto è una brava persona e che pare amico di tutti. Quindi… tra tanti perché dovrebbe provare una qualche simpatia speciale per lei che appena lo conosce? Forse lei stessa si sta illudendo di sentire cose che in realtà non prova, si dice. Decide di non pensarci troppo e di lasciarsi guidare anche dalle sensazioni e dall’istinto. 
Muovono qualche altro passo e giungono di fronte a Sasuke, che le saluta con un’alzata di mento irrilevante.
Poi è di nuovo Ino che parla, interrompendo sul nascere una qualsiasi possibile frase di Naruto: «Naruto, ti vedo così pimpante, perché non facciamo una partita a beach volley?»
«A beach volley??» domanda Sakura. E questa come l’è venuta?
«Sì, magari tu e Sasuke contro due di noi.»
Naruto è entusiasta, batte un pugno nell’altro. «Ci sto! Così ci teniamo pure in movimento! Però… non per offendervi, ma credo che io e il teme abbiamo più forza nelle braccia, quindi la cosa non sarebbe tanto equilibrata…»
Ino si finge pensierosa, ed evita di nominare la lista di tutti gli oggetti che lei e Sakura hanno distrutto a suon di cazzotti. «Mmm… non ci avevo pensato. Possiamo sempre fare uno di voi e una di noi contro gli altri due, che ne pensate? Io però farei l’arbitro, non vorrei rovinarmi le unghie.»
Naruto scoppia in un’esclamazione di esultanza. Scocca una pacca sulla spalla di Sasuke – beccandosi anche un’occhiataccia di cui finge di non accorgersi. «Ti straccerò teme!»
Sasuke si scrolla di dosso la mano di Naruto con nonchalance, poi mette su un sorriso strafottente. «Ne dubito, dobe, non è mai successo.»
E così, dopo che si sono diretti ai campi da gioco, più in là, la partitella ha inizio. Ino è riuscita a far capitare casualmente Naruto con Hinata – che, sa, collasserà a breve per l’emozione – e Sasuke con Sakura.
Ino osserva ammaliata sia Naruto che Sasuke. Trova che siano entrambi molto in gamba e che, da soli, riescano a coprire quasi tutto il campo. In pratica, si dice, Hinata e Sakura fanno più da punti deboli che da compagne, ma questo è relativo.
Alla fine, dopo schiacciate spiaccicatesi contro il naso di Naruto, tuffi mozzafiato di Sasuke e dispute su punti che, secondo uno dei due ragazzi, non c’erano – l’arbitro non va discusso mai –, è proprio la forza di Sakura – quella che distrugge penne, tazze e oggetti di vario tipo – a fare la differenza, e lei e Sasuke trionfano.
«Sei un perdente dobe, ma questo lo sapevamo già» commenta Sasuke, alla fine.
Naruto gli fa una pernacchia dietro, seguita da una pessima imitazione scimmiottata delle sue parole. Hinata subito gli si avvicina, a capo chino, per domandargli scusa.
«Ma va, Hinata!» le sorride lui, amichevole. «E una stupidata, io lo batto in tutto il resto!»
«Tsk, ti piacerebbe, dobe.»
«E’ un antipatico, non si merita nemmeno di esser sconfitto da me, questo è il punto.»
Ino, frattanto, aspetta con le mani ai fianchi che i due ragazzi la finiscano di litigare. O meglio, di punzecchiarsi come bambini. Attende un minuto, attende due minuti, attende ancora, poi si spazientisce.
«Sentite» erompe, surclassando le loro voci acute, «non vi ho detto che chi perdeva pagava pegno.»
«Cosa?» sbotta Naruto, incredulo, e Hinata, recitando, avanza una richiesta di spiegazioni molto timida. «E che tipo di pegno?»
«E’ semplice. Dovrà riempire questo bicchiere di plastica di conchiglie e pietruzze colorate» spiega, e mentre lo fa afferra da un borsone – che i due ragazzi non si erano accorti nemmeno che avesse – il citato bicchiere, porgendolo a Hinata. «Tutto questo sotto il sole, quindi… fossi in voi non perderei tempo, ragazzi, sennò rischiate una bella scottatura.»
«E va bene, che vuoi che ci voglia! Vero, Hinata?»
Lei risponde con un sì mozzato. E la voce le muore ancora di più in gola quando Naruto la afferra per il braccio e la trascina dietro di sé con rapidità. «Conosco un posto non troppo lontano da qui che è pieno zeppo di pietre colorate! Da piccolo mi piacevano e… sono carine, mi piacciono anche adesso!» E’ l’ultima cosa che gli sentono dire, prima che lui e Hinata si allontanino troppo.
Bene, pensa Ino, e uno è sistemato.
«Non hai inventiva» le fa notare cautamente Sasuke, che probabilmente ha intuito la macchinazione.
«Che vuoi farci, si fa quel che si può» ribatte Ino, alludendo vagamente al fatto che Sakura e Hinata l’avessero lasciata da sola per dormirsene. «Piuttosto» riprende, «visto che io non ho inventiva, è inutile che mi scervelli per farvi passare del tempo assieme. Io mi faccio un giro, voi spassatevela come meglio credete.»
E si incammina davvero. Se Sakura – rimasta muta e ignorante fino a quel momento – non lo vedesse coi suoi occhi non ci crederebbe.
Si gira verso Sasuke, lo trova davvero… bello, innaturalmente. Si sente scema nel realizzare quel pensiero un po’ infantile e stupido, ma sente che non c’è cosa più veritiera al momento. Allunga il braccio, indecisa su cosa fare, e tocca la mano di Sasuke, quasi volesse davvero convincersi che fosse reale.
La sua, di mano, trema un po’ al contatto, ma è un fremito che dura poco.
«Odio, il Sole» le confida d’un tratto, e quando lo fa Sakura sente che, in realtà, lei lo sapeva di già. C’è qualcosa di cupo nel carattere di Sasuke, una chiusura che lo porta a legarsi difficilmente agli altri, un qualcosa che lo dissocia dal tepore dei raggi solari.
«Già, hai ragione» le fa eco lei. «Nemmeno io sopporto il tropo caldo, ma alla fine va bene così. C’è un tempo per il freddo e uno per il caldo» conclude, sentendosi alquanto ridicola. Ci sono tante cose che vorrebbe avere il coraggio di domandargli, tantissime, talmente tante che le scoppia il cervello se ci pensa.
«Senti Sasuke» parla di scatto, stringendogli, in un riflesso incondizionato, la mano tra le dita lunghe, «che idea ti sei fatto di me? E’ cambiata da quella che avevi prima di conoscermi personalmente?»
Forse Sasuke non risponderà, non se lei lo ha inquadrato per bene. Forse farà persino finta di non averla udita, e ora che ci pensa sarebbe anche meglio.
Invece lui le va dietro la schiena, la fiancheggia da sopra la spalla. «Andiamo a casa.»

 
 

















 

Finito! *^*
Non pensavo di finirlo in una sera, sarò sincera. =w=
Domani lo ricontrollo e vedo gli errori. Domando scusa se è noioso, ma è un capitolo di transizione. Scusate anche se c’è confusione, ma non credo di aver gestito mai tutti questi personaggi insieme. XD
Intanto:
 -chi legge&commenta;
-chi preferisce(15);
-chi ricorda(4);
-chi segue(37).
  

   
 
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