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Autore: Eugenie    28/11/2012    1 recensioni
C'è una Bellatrix vecchia, una Bellatrix che non conosce Azkaban.
C'è una Bellatrix che si precipita dal Signore Oscuro, perché è l'unica a poterlo fare.
Un incarico, una responsabilità di proporzioni gigantesche.
Dovrà custodire qualcosa di molto importante, qualcosa che appartiente al suo Signore.
-Dal testo:
'Giunse di fronte all'immenso portone intarsiato. Si fermò.
Raddrizzò le spalle, benché non ne avesse alcun bisogno: camminava sempre a testa alta, fissando le iridi scure sui volti di tutti quelli che incrociava. Squadrandoli, giudicandoli, disprezzandoli, biasimandoli.
Sollevò la mano destra, rapidamente, e afferrò il battente di ottone. Inspirò forte, e batté con forza.
Aspettò.
Aspettò ancora. E ancora.
Genere: Dark, Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Voldemort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Rodolphus al banchetto

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Rodolphus salì le scale a balzi, con impazienza, non sapeva se più per la frustrazione che sua moglie non l'avesse avvisato o per l'eccitazione che gli faceva ribollire il sangue nelle vene. 
Erano tutti ammassati lungo l'immenso corridoio, un basso vociare e qualche occhiata nervosa per lui. 
Gli sembrava di aver preso parte ad un insolito convivio, un convivio in cui gli ospiti devono guardarsi bene dal destare l'attenzione dell'ospite. 
E così facevano i Mangiamorte, così si comportavano gli invitati a quell'assemblea di umanità deviata che si proponeva di decidere le sorti e la rovina di chiunque fosse troppo pericoloso. 
O anche solo un po', davvero. 
Chiunque potesse rendersi protagonista di qualche episodio di rovina per loro e il loro Signore, doveva essere zittito, per necessità.
Ed era con questi pensieri in mente che Rodolphus si aggirava tra facce conosciute e mai familiari, era con questi pensieri in mente che rimandava il momento in cui avrebbe dovuto fare i conti con lei. 
Ma era troppo frustrante, era troppo fastidioso...
 
Si aspettava che non si girasse neppure, aveva imparato a conoscerla, ora. Si aspettava che proseguisse imperterrita tra i mantelli scuri e pesanti e che lo oltrepassasse senza degnarlo di uno sguardo, deliberatamente. 
 
E così fece, Bellatrix Lestrange, ma giunta di fronte a lui si bloccò. Alzò lo sguardo, e piantò i suoi occhi scuri dentro a quelli di Rodolphus, in profondità... lo trafisse. 
E ancora, era pronto ad uno scoppio d'ira, che uscisse dopo essere stata stipata dentro di lei per troppo tempo.
E ancora, si sbagliava. 
 
Il nero delle iridi di Bella era offuscato dalle lacrime, lacrime che le appannavano lo sguardo e rendevano la figura di suo marito una macchia di intimità in mezzo a quelli che dicevano di essere suoi amici, ma che, lo sapeva, erano lì solo per avere un pezzo succulento del suo banchetto.
 
E Bellatrix era felice, felice per la prova di fiducia e amore che custodiva gelosamente sotto il mantello, e felice per quella macchia gioiosa di fronte a lei a cui, lo sapeva, non si sarebbe mai abituata.
  
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