Uh uh uh… cos’ho scritto… meno male che
doveva essere qualcosa di tranquillo e divertente… si si…
basta non lo dirò più, è come i propositi di giugno: “l’anno prossimo studio
dall’inizio giorno per giorno”, cosa che poi non si fa mai. Beh ho smesso di
fare quei propositi e smetterò anche di tentare di
fare fic chiamandole leggere. Comunque per come ho
finito il capitolo, mi ucciderete. Anche io lo farei…
sto cercando di aggiornare sempre il prima possibile, quindi spero che mi
seguiate ancora! Ah, un ultima cosa, da brava ingrata
che sono ho scordato di dire che nello scorso cap, l’ultimissima
parte tra Gai e Lee è nata dal suggerimento della mia carissima amica AKAMI! Grazie
geniaccia!! XDD
-yo Anko.-
-yo Kakashi.-
-cosa stai facendo?-
-mangio.-
-… si, lo vedo, ma… sopra il monumento ai caduti?-
-è in onore di Obito-kun.-
Detto questo la donna saltò
agilmente giù dal monumento, trovandosi faccia a faccia con Kakashi.
-cosa mangi?- chiese, osservando la vaschetta
ormai quasi vuota che teneva in mano.
-Gelato. Gelato alla fragola, vuoi?- rispose lei sorridendo.
-… ma tu non hai praticamente scritto trattati
quando eri ragazzina contro il gelato alla fragola? Mancava soltanto che
sfilassi coi cartelli…-
Anko scoppiò a ridere di gusto.
-ho perso una scommessa.-
-contro chi?-
-contro Obito-kun.-
Kakashi soppesò l’idea di farle notare ancora una volta che Obito era morto
da parecchi anni ormai, ma decise di lasciar perdere,
e si sedette accanto ad un tronco.
-va bene, mi passi il cucchiaio?-
-si.-
Poco dopo, quando ebbero terminato di ripulire la vaschetta, Anko si lasciò
andare ad un sospiro.
-forse ho rivisto la mia posizione contro questo gusto.-
-io l’ho confermata. A me piace sempre.-
-e dire che è a me che piace il dolce, e a te il salato.-
-…e ad Obito il piccante, mentre a Rin piaceva
l’amaro se non sbaglio…-
-già… questo dice un po’ di noi forse…- mormorò lei, guardando il cielo
terso.
-Anko volevi dirmi qualcosa per caso?-
La donna si mise a sedere meglio, guardando
l’unico occhio scoperto.
-a dire il vero non mi aspettavo di vederti qui a quest’ora. È appena
mezzogiorno…-
Infatti era uscita solo perché
ora il segno maledetto era calmo. Soltanto quando il sole era alto nel cielo e
non vi erano ombre lei godeva di ottima salute. Quella
sera però sarebbe partita per qualche giorno con Kurenai, prima che fosse troppo tardi.
-già, ma stasera dovrò andare in perlustrazione col team di Genma, per fare
“riabilitazione” come dice Tsunade. Insomma, Genma lascerà tutto quello che c’è
da fare a me.- si lamentò
lui. Anko sorrise divertita.
-ve la caverete… anche io e Kurenai staremo via
qualche giorno…-
-l’altro giorno poi ti ha accompagnata lei a casa? Voglio dire, dopo la festa…-
-si.-
Stavolta fu Kakashi a sospirare di sollievo. Perlomeno non era andata via
con un uomo.
-Kakashino mio?- la donna aveva
avvicinato le ginocchia al proprio petto, circondandole con le braccia, e lo
guardava con un bagliore sinistro negli occhi.
-inizio ad aver paura?-
-ma no!!! Tu sei il mio passerotto patatoso burroso!-
-… queste te le studi la notte?-
-ho mandato una lettere ad un amica per farmi
consigliare.-
-stai scherzando?-
-no.-
-lo sapevo. Cosa vuoi?-
-visto che non ci vedremo per tanto tempo… non è che
per favore ti lasceresti guardare ora senza maschera? Siamo
soli soletti…-
Kakashi si stava già alzando.
-oh! È tardi…-
Anko scattò come un cacciatore di fronte alla sua preda, atterrandolo al
suolo e sedendosi a cavalcioni su di lui, mentre le
sue mani trattenevano le braccia dell’altro ai polsi.
-tu… ti rendi conto di quanto sia equivoca questa posizione?!! E poi come hai fatto, eri tutta raggomitolata!!!-
-saltare addosso agli uomini è la mia specialità!- rispose lei con un
sorriso.
-se qualcuno potesse scattarci una foto… gli altri non mi crederanno mai…-
mormorò lui.
La guardò, i capelli scompigliati le ricadevano sul viso, gli occhi lo
guardavano pieni di malizia, e la bocca era piegata in un sorrisetto curioso. Decisamente troppo pericoloso.
Per lei.
Portò le mani alla maschera continuando a guardarla, mentre gli occhi di lei si facevano più grandi e luccicanti
nell’aspettativa. Come un bambino che riceve un regalo e si appresta a
scartarlo.
Anko sussultò guardandolo.
Ora aveva visto Kakashi senza maschera.
-allora?- chiese lui sollevando un sopracciglio.
-sono fortunata a sposarmi con te!- rispose lei ridendo.
-lieto di piacert…- si bloccò. Era troppo, troppo
bella. Specie ora che rideva, così vicina a lui.
In un istante ribaltò le loro posizioni cogliendola di sorpresa. A
differenza di lei però non le tenne le braccia, la lasciò libera di fare
qualsiasi movimento, anche colpirlo se lo riteneva
opportuno.
Lei lo guardò, arrossendo di botto e sgranando gli occhi.
-Mitarashi…-
-mh?- fece lei, troppo
imbarazzata e stupita per poter dire altro.
-lo sposo può baciare la sposa?-
Lei non rispose, facendogli temere il peggio, poi gli
sorrise addolcendo lo sguardo e Kakashi si abbassò su di lei, finchè le loro labbra non si toccarono. Subito lei spostò
le mani sul suo viso, seppur a occhi chiusi voleva continuare
a vederlo, imprimerselo nella mente. Lo avvicinò ancora a se, mentre lo
obbligava quasi con violenza a schiudere le labbra e baciarla con maggior foga.
“vuoi sempre comandare tu…” pensò per un attimo lui, prima di abbandonarsi
totalmente a ciò che bramava da tanto.
Mezzogiorno ormai era passato, e per di più il cielo si era rannuvolato.
Improvvisamente Anko sentì una fitta alla base del collo e si ritrasse
spingendolo leggermente via. Kakashi si mise a sedere, sorpreso e confuso.
-Anko?-
-scusa…- mormorò lei, prima di gemere di dolore e mettersi seduta a sua volta.
-Anko!- esclamò lui, ora preoccupato. Le aveva
fatto male in qualche modo?
Lei gli lesse quella domanda negli occhi e, pur stando attenta a non
suggerirgli la natura del proprio dolore, si mise a sedere e disse:
-tu non c’entri… adesso devo andare!-
-aspetta!- la chiamò, allungando una mano verso il suo braccio. Lei gli
sfuggì velocissima balzando in piedi.
-facciamo così: ti spiegherò tutto quando tornerò, va bene?-
Kakashi si rese conto che ormai stava tremando.
-promesso?-
-promesso.- concluse lei, voltandosi e correndo
via.
Kurenai guardava fuori dalla finestra. Il cielo andava sempre più
scurendosi e prometteva pioggia.
A Konoha pioveva raramente, e spesso annunciava tragedie o sofferenza.
Sospirò. Nei prossimi due giorni avrebbe visto una
quantità enorme di sofferenza.
Anko era riuscita si e no ad arrivare a quella
specie di capanno abbandonato in mezzo alla foresta, ed era rimasta in silenzio
tutto il tempo, cattivo segno. Ora era riuscita a disfare la borsa e poi si era
gettata sul letto in un vano tentativo di riposo. Sospirò nuovamente,
osservando con sospetto la valigetta piena di medicine ed
antidolorifici che le era stata fornita dalla Hokage in persona. Se se ne era
occupata Tsunade non poteva mettere in dubbio che fossero abbastanza o anche in
eccesso, ma a lei sembravano inequivocabilmente poche. Forse perché già un anno
prima aveva passato dei giorni simili. Però Asuma era
accanto a lei, custode del suo stesso segreto, e tutto le sembrava più facile.
Stavolta era sola. Soltanto lei, Anko e Tsunade sapevano del problema del
marchio, e la donna non aveva ovviamente potuto lasciare Konoha, mentre Anko
dal canto suo non aveva voluto mettere in mezzo altre persone.
Quando le aveva suggerito di parlarne almeno a Kakashi aveva cominciato a
strepitare ed agitarsi come un’ ossessa, urlava che
non voleva essere di peso a nessuno, le supplicava di lasciarla andare sola se
non se la sentiva di restare, giurava che in quel caso non avrebbe serbato
rancore, che avrebbe compreso. Kurenai si era resa
conto che ormai l’amica non controllava più i nervi, era inutile tentare di
parlamentare.
Ed eccola lì, lontana da Konoha, in ansiosa attesa che l’altra cominciasse ad essere torturata ad anni di distanza dal proprio sensei
disumano. E con la pancia che le doleva senza un motivo valido.
-Kure-chan?-
Kurenai si voltò e la guardò preoccupata. Cominciava ad
essere pallida. Ben presto sarebbe diventata cerea come un fantasma. “posto che
non lo diventi, il fantasma…”
Un’altra leggerissima fitta al ventre, dovuta alla
preoccupazione.
-dimmi Anko.-
-grazie… per esserci sempre…-
-non è da te ringraziare, specie prima che ti facciano un favore…-
-dopo non riuscirò a farlo probabilmente…- rispose lei
amaramente. Le mani cominciavano a tremarle troppo per i suoi
gusti, ed il marchio che prima le dava brividi di
freddo ora cominciava a scaldarsi più del sopportabile.
-ti preparo una tisana… comincia a prendere le pastiglie…-
Anko sorrise mentre s’incamminava a fatica,
barcollando e sostenendosi al muro. Solo a Kurenai poteva venire in mente di
farle una tisana. Era come offrirle un’aspirina dopo averle fatto
crollare una casa addosso, ma l’apprezzò moltissimo.
Quando la tisana fu pronta tenne la tazza stretta
fra le mani. Il suo calore le dava una sensazione di benessere che s’irradiava
per tutto il corpo, le sembrava quasi un peccato berla. Sebbene fino a poco
prima stesse sudando, ora sentiva una morsa gelida attanagliargli la testa, e
brividi di freddo scuoterla con violenza impietosa. Le mani che dapprima
tremavano in modo appena percettibile ora erano scosse
da veri e propri spasmi. Ben presto sarebbero parse preda della
convulsioni.
Per questo voleva godersi quel calore il più a lungo possibile. Avvicinò
lentamente la tazza alla bocca, lasciando che le labbra sfiorassero quel
liquido caldo e bevendone appena; da sopra la tazza i
suoi occhi osservavano timidamente l’amica che le dava le spalle indossando un
grembiule chiaro, e che si affaccendava per risistemare i fornelli, illuminata
dalla tenue luce quasi arancione che rischiarava la stanza ora che il sole era
nascosto.
Sorrise. Aveva capito perché non voleva bere quella tisana che avrebbe dato
un po’ di calore a quel suo corpo ormai gelido. Se lo avesse fatto poi sarebbe tornata a cercare conforto tra le coperte che la
chiamavano dall’altra stanza, irresistibili. E non avrebbe più avuto quella
sensazione.
Sensazione di famiglia.
Quasi rise di se stessa. Era una donna adulta ormai, aveva passato di tutto
nella sua vita. E nonostante tutto, sebbene quella baracca non rappresentasse
altro che una cella di isolamento, sebbene Kurenai non
avesse un sorriso sincero sulle labbra ma solo una smorfia di ansia e tentativo
di consolazione che le tirava il viso, sapeva di madre. Glielo aveva detto
anche giorni prima alla festa, no?
“tu hai un che di mamma…” mai parole le parvero più vere.
E lei aveva proprio bisogno di quella dolce presenza volta a coccolarla e
rassicurarla. A dirle che sarebbe andato tutto bene. Anche se Kurenai non era
la sua mamma, anche se nulla sarebbe andato bene.
Kurenai si voltò, e guardò l’amica sorseggiare la tisana con calma, gli
occhi ora bassi persi in chissà quali pensieri.
-andrà tutto bene, Anko.-
L’altra sobbalzò, e alzò lo sguardo sorpresa. Poi il suo volto si addolcì.
Mandò giù più velocemente la tisana, recuperando un po’ di colore sulle guance
ceree.
-vado a stendermi, anche se tra poco probabilmente avrò un caldo assurdo.-
-va bene. Dopo passerò da te.-
le rispose lei, lasciando che si alzasse da sola. Sapeva bene che orgogliosa
com’era si sarebbe offesa a morte se l’avesse presa di
peso. Vide un altro sorriso di gratitudine prima che scomparisse dal soggiorno.
Kurenai sospirò, accarezzandosi come d’abitudine il ventre, cercando quasi
conforto nel bambino in arrivo.
-non è possibile… più sfigati di noi non esiste…-
sbottò Genma, saltando di ramo in ramo. Ormai si stava facendo buio completo,
nonostante il sole non fosse ancora tramontato.
-basta Genma…- si
lamentò Iwashi, mentre un fulmine spazzava via le ombre, come se qualcuno
avesse scattato una gigantesca fotografia.
-ma insomma! E oltretutto sta piovendo, e sembra che stia
arrivando il temporale del secolo. Certo. Noi siamo in mezzo a questo bosco del
cazzo, soli, senza riparo, coi nemici addosso, perché
non mandare al diavolo anni di statistiche climatiche all’improvviso…-
-anni di statistiche climatiche?- ripeté Kakashi.
-deve essere proprio incazzato se si esprime così…- commentò Iwashi, rischiando
di inciampare in un ramo bagnato.
Ormai pioveva fortissimo, e la foresta sembrava essere diventata una grande
distesa paludosa, il verde tramutato in nero, il solido in liquido o melmoso.
-sapete, mi pare che qui intorno ci sia un rifugio, mentre aspettiamo i soccorsi possiamo andare la…- disse Kakashi, avvertendo
altri chakra vicini.
-meno male che ci sei tu Kakashi… ormai ci stanno raggiungendo, e con
questo tempaccio…-
-si certo, perché Genma è inutile, grazie Kakashi…- fece Genma scocciato.
-non volevo dire questo.-
-ragazzi…- li chiamò Kakashi.
-lo so, ma permettimi di sfogarmi un po’, sai la ferita al braccio fa
leggermente appena ma solo un po’ male.-
-sono ferito anche io, ma non provoco gli altri…-
-ragazzi…- tentò ancora.
-e ora cosa stai facendo secondo te?-
-non ti provoco, esprimo solo una mia considerazione.-
-ragazzi!-
-cosa c’è?- chiesero i due contemporaneamente.
-Raido dov’è?-
Il silenzio piombò tra i tre.
Era andata via la luce, il generatore doveva essere saltato, o questo fu
ciò che pensava Kurenai.
La donna rifletté se uscire fuori e riattivarlo
sotto il temporale o accendere qualche candela in giro per la casa.
Sentì Anko gemere nell’assoluto silenzio qualche stanza più in là.
“quando sarà in crisi potrebbe volere più luce possibile…
meglio accenderlo…” pensò, illuminando la strada davanti a se con una candela.
Doveva riuscire a ricordare l’esatta posizione degli interruttori, perché
ovviamente la candela avrebbe avuto breve vita con quella pioggia incessante.
D’improvviso un leggero rumore esterno la mise all’erta. Qualcuno cercava
di entrare.
Subito portò mano ad un kunai,
ponendolo davanti a se per protezione, maledicendo le gocce che sbattevano con
violenza sui vetri che le impediva di comprendere se vi fossero altri rumori
ovattati o peggio da che parte venissero. Si rese immediatamente conto che
l’improvvisa mancanza di corrente potesse essere opera di quel misterioso
aggressore e il suo sguardo volò là, dove stava la camera di Anko. Doveva
proteggere lei, prima di qualunque altra cosa.
A farla sussultare furono un improvviso botto alla porta, seguito dal suo
aprirsi rumoroso ed una serie di imprecazioni di una
voce maschile.
La sagoma scura intravide il brillio dell’arma di Kurenai ed estrasse
repentinamente a sua volta un’arma. La donna si preparò all’attacco, quando il
generatore si rimise in funzione.
Non era stato l’aggressore che ora le puntava un coltello alla gola a
manometterlo, anche perché…
-Kurenai?!!-
-Raido!-
Le armi tornarono immediatamente al loro posto, mentre una Kurenai sgomenta
e preoccupata faceva sedere l’amico zuppo e forse ferito su una sedia.
-che ci fai qui?-
-siamo in missione e abbiamo incontrato nemici. Solo, più di quanti ci
aspettavamo…-
-siamo? Chi?-
-io e gli altri, e anche Kakashi. Che ora dovrebbero essere in arrivo. Gli
ho detto che sarei venuto a controllare se questo posto è sicuro, e tu che ci
fai qui?-
Giunsero improvvisamente voci dall’esterno. Voci molto arrabbiate.
-la luce è accesa!-
-se è lui, lo spacco.-
-stai calmo, Genma…-
-no!!! Mi è preso un accidenti!-
-se non è lui, state pronti. Poi lo andremo a cercare e… lo spaccherai?-
-sfotti, sfotti Hatake…-
Kurenai e Raido si scambiarono uno sguardo. Raido
andò ad aprire ancora zoppicante la porta, e si fermò sullo stipite.
-siete arrivati!- li salutò.
-…siete arrivati? SIETE ARRIVATI?!!-
-Genma non urlare! Vuoi
attirare tutti i nemici del paese?!-
Genma smise di urlare per passare alla carica. Superando i due compagni
esausti si buttò addosso all’amico, facendolo cadere a terra con un grido
soffocato.
-TI RE… ti rendi conto dello spavento che ci siamo presi quando sei
sparito?-
-… ma io ve l’avevo detto che venivo qui in
avanscoperta, siete voi che non mi avete sentito…-
-con questo tempaccio come vuoi che ti senta?!-
-tecnicamente non è colpa mia.-
-tecnicamente sei un coglione.- soggiunse Iwashi. Che poi sollevò lo
sguardo sulla stanza.
-KURENAI?!!- urlò sorpreso, venendo subito
sgridato da Kakashi in arrivo.
-non urla… KURENAI?!!-
La donna alzò un braccio in segno di saluto e sorrise divertita. Genma si
era alzato da sopra Raido e aveva subito cercato di riprendere un po’ di
contegno.
-KURENAI?- la chiamò allora anche Anko dalla sua stanza. Aveva sentito dei
rumori sospetti, ma non capiva cosa stesse succedendo.
-è la voce di Anko?- chiese subito Kakashi.
-scusate, prima di ogni altra cosa, se siete seguiti, non conviene sbarrare
tutto?- chiese Kurenai.
-si hai ragione. Stanno anche arrivando gli ANBU. Oddio, più
o meno stanno arrivando. Con questo tempo le ricetrasmittenti non fanno
il loro dovere…- le spiegò Genma, improvvisamente calmo e affabile. Kurenai
pensò divertita al vero Genma, quello che poco prima si era lanciato come una
belva contro Raido con la scusa di volerlo uccidere, mentre voleva
solo assicurarsi che fosse vivo e vegeto.
-meglio così. Io penso alla camera da letto.-
rispose allora, dirigendosi da Anko.
-ragazzi…- li chiamò a voce appena udibile Iwashi, non appena furono soli.
Gli altri tre si voltarono verso di lui.
-…cosa sta succedendo?-
-sinceramente non lo so.-
rispose Kakashi.
-ma è preoccupante.- aggiunse Raido.
-e la voce di Anko era strana.- concluse Genma,
facendo ammutolire tutti.
-forza, andiamo a sbarrare tutto!- esclamò infine Iwashi.
Kurenai si sedette accanto ad Anko, che stava raggomitolata a letto con
espressione sofferente. Aveva le coperte sin sopra la bocca, e la guardava con
gli occhi di una donna che attendeva la morte con ansia. Ormai tutto il corpo
era scosso da sussulti e tremiti.
-sono arrivati Kakashi, Genma, Raido e Iwashi. Sono piuttosto malconci e…-
-va bene, va bene…- rispose lei con voce roca.
-mi dispiace, so che vuoi che nessuno sappia, ma…-
lasciò cadere la frase nel vuoto. Non sapeva neppure lei cosa dire, era tutto
assolutamente imprevisto.
-sono dei bravi ragazzi.- disse infine Anko, -puoi dire
tutto tu a loro?-
-come?- chiese Kurenai, certa di non aver capito bene.
-ti chiederanno… è inutile mentire. Racconta pure tutto. Tanto se
resteranno… mi sentiranno bene stanotte…-
Quasi a riprova di ciò che aveva detto, uno scossa
la fece quasi saltare a sedere. Ricadde indietro con un rantolo, mentre le mani
e le braccia sembravano scosse da convulsioni.
Kurenai le mise una mano sul viso, spostando i capelli che le erano andati
sugli occhi, e la sentì bollente. Sapeva che se avesse dato
un’occhiata al marchio ora, l’avrebbe trovato più grande. E la pelle
intorno ad esso rossa come per una scottatura.
-oh Anko…-
-sta cominciando… va via.-
Senza dire una parola Kurenai si alzò e lasciò la
stanza, chiudendo la porta dietro di se.
Tornò in soggiorno, dove trovò i tre amici intenti a medicarsi. Tutti alzarono
gli occhi su di lei e la guardarono in modo strano.
Kurenai si chiese il perché, poi sedendosi accanto a loro osservò il
proprio riflesso sul pugnale di Raido che stava sul tavolo e comprese.
Sembrava che in quei due minuti avesse perso tutta la sua abituale
espressione calma. Improvvisamente la stanchezza si faceva vedere anche
attraverso il suo aspetto, e soprattutto i suoi occhi.
“è proprio vero che gli occhi sono lo specchio dell’anima” pensò,
osservando come da questi s’irradiasse un sentimento
simile alla disperazione.
Quando alzò nuovamente lo sguardo trovò tutti gli
occhi puntati su di se.
-Kurenai, che cosa succede?- si
decise a chiedere Kakashi, poggiando i gomiti sul tavolo e unendo le mani
davanti al viso. Non solo la sua posizione, ma lo sguardo stesso corrucciato le
fecero pensare a Sasuke Uchiha.
Gli altri tre attesero immobili che lei dicesse una
parole, pendendo dalle sue labbra.
Kurenai sospirò, conscia che ormai il silenzio in quel soggiorno diventava
insopportabile, era la pioggia stessa in aumento a metterle fretta.
Poi si decise a parlare.
Si, finisce così questo capitolo. Si,
sono odiosa. In teoria non doveva finire così, nella mia cara menticciola dovevo andare più avanti, ma ho visto che erano
già cinque pagine così e mi sono detta “dai, lasciamo alla prossima!” però
almeno c’è stato un primo bacio, quindi siate pietosi
XDD!
Risposte ai commenti:
Third Moon: si infatti… Kakashi
è così… Kakashoso… ah il gioco della bottiglia, caro
amico che resolve I problemi di noi che scriviamo… Gai
e Lee li devo alla mia amica che mi ha detto: scrivi questo… XD
kakashina93: con Gai? Se ci vuoi ballare tu, ok! Io no eh… io ballo con Itachi.
Sai, lui è così tenero e coccoloso, che se lo lascio
da solo me lo prendono…
Hime_chan: finalmente è arrivato il bacio!!!
Anche io non vedevo l’ora… primo ma non ultimo, ovvio!!! Perché far star male Anko
se non c’è il nostro pappagallino a consolarla? XD
Brucy: *si mette a scrivere d’impegno* non cadereee!!! Con questo cap di
sicuro non sei morta cadendo dalla sedia dal ridere, comunque nonostante abbia detto
che presto finirà, prometto che alla fine aggiungerò almeno uno o due
capitoli di nuovo allegri.
darkmoon87: non uccidermi,
ma come puoi leggere nella risposta prima della tua, non sta ancora finendo ^^’’…
comunque grazie del commento!!!
Tsunadehokage: soddisfatta per l’attesa? XD ringrazia la voglia di mettermi seduta a
scrivere, che scarseggia…
Lupus: *schiva la mazza ferrata, salta sopra dei nemici, prende un fungo,
si ingigantisce e va con super Gigi a salvare la
principessa* grazie del commento! XD
bambi88: *le discussioni su con chi deve stare Shika si
risolvono davanti ad una bottiglia di whisky ed un karaoke*Hina/Naru sono così pucciosi!!! ^^
mizukaze: certo che non mi annoi!!!
Spoiler: Kurenai racconterà cos’ha Anko. Non te lo aspettavi eh? XDD!
*scappa
prima che la pesti*
AL
PROSSIMO!!!!!