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Autore: eleanor89    16/06/2007    11 recensioni
(spoiler anche nell'introduzione) Kurenai aspetta un bambino, e chi meglio di Anko può organizzare una festa a sorpresa? E se chiedesse aiuto a Kakashi, potrebbe mai accadere qualcosa tra loro, il sole e la luna?. Una fic quasi tranquilla una volta tanto, senza troppe pretese, se non di far sorridere e di vedere insieme una coppia che adoro! [KakaAnkoKaka; brevi apparizioni di altre coppie]
Genere: Romantico, Malinconico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anko Mitarashi, Kakashi Hatake
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Uh uh uh… cos’ho scritto… meno male che doveva essere qualcosa di tranquillo e divertente… si si… basta non lo dirò più, è come i propositi di giugno: “l’anno prossimo studio dall’inizio giorno per giorno”, cosa che poi non si fa mai. Beh ho smesso di fare quei propositi e smetterò anche di tentare di fare fic chiamandole leggere. Comunque per come ho finito il capitolo, mi ucciderete. Anche io lo farei… sto cercando di aggiornare sempre il prima possibile, quindi spero che mi seguiate ancora! Ah, un ultima cosa, da brava ingrata che sono ho scordato di dire che nello scorso cap, l’ultimissima parte tra Gai e Lee è nata dal suggerimento della mia carissima amica AKAMI! Grazie geniaccia!! XDD

-yo Anko.-

-yo Kakashi.-

-cosa stai facendo?-

-mangio.-

-… si, lo vedo, ma… sopra il monumento ai caduti?-

-è in onore di Obito-kun.-

Detto questo la donna saltò agilmente giù dal monumento, trovandosi faccia a faccia con Kakashi.

-cosa mangi?- chiese, osservando la vaschetta ormai quasi vuota che teneva in mano.

-Gelato. Gelato alla fragola, vuoi?- rispose lei sorridendo.

-… ma tu non hai praticamente scritto trattati quando eri ragazzina contro il gelato alla fragola? Mancava soltanto che sfilassi coi cartelli…-

Anko scoppiò a ridere di gusto.

-ho perso una scommessa.-

-contro chi?-

-contro Obito-kun.-

Kakashi soppesò l’idea di farle notare ancora una volta che Obito era morto da parecchi anni ormai, ma decise di lasciar perdere, e si sedette accanto ad un tronco.

-va bene, mi passi il cucchiaio?-

-si.-

Poco dopo, quando ebbero terminato di ripulire la vaschetta, Anko si lasciò andare ad un sospiro.

-forse ho rivisto la mia posizione contro questo gusto.-

-io l’ho confermata. A me piace sempre.-

-e dire che è a me che piace il dolce, e a te il salato.-

-…e ad Obito il piccante, mentre a Rin piaceva l’amaro se non sbaglio…-

-già… questo dice un po’ di noi forse…- mormorò lei, guardando il cielo terso.

-Anko volevi dirmi qualcosa per caso?-

La donna si mise a sedere meglio, guardando l’unico occhio scoperto.

-a dire il vero non mi aspettavo di vederti qui a quest’ora. È appena mezzogiorno…-

Infatti era uscita solo perché ora il segno maledetto era calmo. Soltanto quando il sole era alto nel cielo e non vi erano ombre lei godeva di ottima salute. Quella sera però sarebbe partita per qualche giorno con Kurenai, prima che fosse troppo tardi.

-già, ma stasera dovrò andare in perlustrazione col team di Genma, per fare “riabilitazione” come dice Tsunade. Insomma, Genma lascerà tutto quello che c’è da fare a me.- si lamentò lui. Anko sorrise divertita.

-ve la caverete… anche io e Kurenai staremo via qualche giorno…-

-l’altro giorno poi ti ha accompagnata lei a casa? Voglio dire, dopo la festa…-

-si.-

Stavolta fu Kakashi a sospirare di sollievo. Perlomeno non era andata via con un uomo.

-Kakashino mio?- la donna aveva avvicinato le ginocchia al proprio petto, circondandole con le braccia, e lo guardava con un bagliore sinistro negli occhi.

-inizio ad aver paura?-

-ma no!!! Tu sei il mio passerotto patatoso burroso!-

-… queste te le studi la notte?-

-ho mandato una lettere ad un amica per farmi consigliare.-

-stai scherzando?-

-no.-

-lo sapevo. Cosa vuoi?-

-visto che non ci vedremo per tanto tempo… non è che per favore ti lasceresti guardare ora senza maschera? Siamo soli soletti…-

Kakashi si stava già alzando.

-oh! È tardi…-

Anko scattò come un cacciatore di fronte alla sua preda, atterrandolo al suolo e sedendosi a cavalcioni su di lui, mentre le sue mani trattenevano le braccia dell’altro ai polsi.

-tu… ti rendi conto di quanto sia equivoca questa posizione?!! E poi come hai fatto, eri tutta raggomitolata!!!-

-saltare addosso agli uomini è la mia specialità!- rispose lei con un sorriso.

-se qualcuno potesse scattarci una foto… gli altri non mi crederanno mai…- mormorò lui.

La guardò, i capelli scompigliati le ricadevano sul viso, gli occhi lo guardavano pieni di malizia, e la bocca era piegata in un sorrisetto curioso. Decisamente troppo pericoloso.

Per lei.

Portò le mani alla maschera continuando a guardarla, mentre gli occhi di lei si facevano più grandi e luccicanti nell’aspettativa. Come un bambino che riceve un regalo e si appresta a scartarlo.

Anko sussultò guardandolo.

Ora aveva visto Kakashi senza maschera.

-allora?- chiese lui sollevando un sopracciglio.

-sono fortunata a sposarmi con te!- rispose lei ridendo.

-lieto di piacert…- si bloccò. Era troppo, troppo bella. Specie ora che rideva, così vicina a lui.

In un istante ribaltò le loro posizioni cogliendola di sorpresa. A differenza di lei però non le tenne le braccia, la lasciò libera di fare qualsiasi movimento, anche colpirlo se lo riteneva opportuno.

Lei lo guardò, arrossendo di botto e sgranando gli occhi.

-Mitarashi…-

-mh?- fece lei, troppo imbarazzata e stupita per poter dire altro.

-lo sposo può baciare la sposa?-

Lei non rispose, facendogli temere il peggio, poi gli sorrise addolcendo lo sguardo e Kakashi si abbassò su di lei, finchè le loro labbra non si toccarono. Subito lei spostò le mani sul suo viso, seppur a occhi chiusi voleva continuare a vederlo, imprimerselo nella mente. Lo avvicinò ancora a se, mentre lo obbligava quasi con violenza a schiudere le labbra e baciarla con maggior foga.

“vuoi sempre comandare tu…” pensò per un attimo lui, prima di abbandonarsi totalmente a ciò che bramava da tanto.

Mezzogiorno ormai era passato, e per di più il cielo si era rannuvolato. Improvvisamente Anko sentì una fitta alla base del collo e si ritrasse spingendolo leggermente via. Kakashi si mise a sedere, sorpreso e confuso.

-Anko?-

-scusa…- mormorò lei, prima di gemere di dolore e mettersi seduta a sua volta.

-Anko!- esclamò lui, ora preoccupato. Le aveva fatto male in qualche modo?

Lei gli lesse quella domanda negli occhi e, pur stando attenta a non suggerirgli la natura del proprio dolore, si mise a sedere e disse:

-tu non c’entri… adesso devo andare!-

-aspetta!- la chiamò, allungando una mano verso il suo braccio. Lei gli sfuggì velocissima balzando in piedi.

-facciamo così: ti spiegherò tutto quando tornerò, va bene?-

Kakashi si rese conto che ormai stava tremando.

-promesso?-

-promesso.- concluse lei, voltandosi e correndo via.

Kurenai guardava fuori dalla finestra. Il cielo andava sempre più scurendosi e prometteva pioggia.

A Konoha pioveva raramente, e spesso annunciava tragedie o sofferenza.

Sospirò. Nei prossimi due giorni avrebbe visto una quantità enorme di sofferenza.

Anko era riuscita si e no ad arrivare a quella specie di capanno abbandonato in mezzo alla foresta, ed era rimasta in silenzio tutto il tempo, cattivo segno. Ora era riuscita a disfare la borsa e poi si era gettata sul letto in un vano tentativo di riposo. Sospirò nuovamente, osservando con sospetto la valigetta piena di medicine ed antidolorifici che le era stata fornita dalla Hokage in persona. Se se ne era occupata Tsunade non poteva mettere in dubbio che fossero abbastanza o anche in eccesso, ma a lei sembravano inequivocabilmente poche. Forse perché già un anno prima aveva passato dei giorni simili. Però Asuma era accanto a lei, custode del suo stesso segreto, e tutto le sembrava più facile. Stavolta era sola. Soltanto lei, Anko e Tsunade sapevano del problema del marchio, e la donna non aveva ovviamente potuto lasciare Konoha, mentre Anko dal canto suo non aveva voluto mettere in mezzo altre persone.

Quando le aveva suggerito di parlarne almeno a Kakashi aveva cominciato a strepitare ed agitarsi come un’ ossessa, urlava che non voleva essere di peso a nessuno, le supplicava di lasciarla andare sola se non se la sentiva di restare, giurava che in quel caso non avrebbe serbato rancore, che avrebbe compreso. Kurenai si era resa conto che ormai l’amica non controllava più i nervi, era inutile tentare di parlamentare.

Ed eccola lì, lontana da Konoha, in ansiosa attesa che l’altra cominciasse ad essere torturata ad anni di distanza dal proprio sensei disumano. E con la pancia che le doleva senza un motivo valido.

-Kure-chan?-

Kurenai si voltò e la guardò preoccupata. Cominciava ad essere pallida. Ben presto sarebbe diventata cerea come un fantasma. “posto che non lo diventi, il fantasma…”

Un’altra leggerissima fitta al ventre, dovuta alla preoccupazione.

-dimmi Anko.-

-grazie… per esserci sempre…-

-non è da te ringraziare, specie prima che ti facciano un favore…-

-dopo non riuscirò a farlo probabilmente…- rispose lei amaramente. Le mani cominciavano a tremarle troppo per i suoi gusti, ed il marchio che prima le dava brividi di freddo ora cominciava a scaldarsi più del sopportabile.

-ti preparo una tisana… comincia a prendere le pastiglie…-

Anko sorrise mentre s’incamminava a fatica, barcollando e sostenendosi al muro. Solo a Kurenai poteva venire in mente di farle una tisana. Era come offrirle un’aspirina dopo averle fatto crollare una casa addosso, ma l’apprezzò moltissimo.

Quando la tisana fu pronta tenne la tazza stretta fra le mani. Il suo calore le dava una sensazione di benessere che s’irradiava per tutto il corpo, le sembrava quasi un peccato berla. Sebbene fino a poco prima stesse sudando, ora sentiva una morsa gelida attanagliargli la testa, e brividi di freddo scuoterla con violenza impietosa. Le mani che dapprima tremavano in modo appena percettibile ora erano scosse da veri e propri spasmi. Ben presto sarebbero parse preda della convulsioni.

Per questo voleva godersi quel calore il più a lungo possibile. Avvicinò lentamente la tazza alla bocca, lasciando che le labbra sfiorassero quel liquido caldo e bevendone appena; da sopra la tazza i suoi occhi osservavano timidamente l’amica che le dava le spalle indossando un grembiule chiaro, e che si affaccendava per risistemare i fornelli, illuminata dalla tenue luce quasi arancione che rischiarava la stanza ora che il sole era nascosto.

Sorrise. Aveva capito perché non voleva bere quella tisana che avrebbe dato un po’ di calore a quel suo corpo ormai gelido. Se lo avesse fatto poi sarebbe tornata a cercare conforto tra le coperte che la chiamavano dall’altra stanza, irresistibili. E non avrebbe più avuto quella sensazione.

Sensazione di famiglia.

Quasi rise di se stessa. Era una donna adulta ormai, aveva passato di tutto nella sua vita. E nonostante tutto, sebbene quella baracca non rappresentasse altro che una cella di isolamento, sebbene Kurenai non avesse un sorriso sincero sulle labbra ma solo una smorfia di ansia e tentativo di consolazione che le tirava il viso, sapeva di madre. Glielo aveva detto anche giorni prima alla festa, no?

“tu hai un che di mamma…” mai parole le parvero più vere.

E lei aveva proprio bisogno di quella dolce presenza volta a coccolarla e rassicurarla. A dirle che sarebbe andato tutto bene. Anche se Kurenai non era la sua mamma, anche se nulla sarebbe andato bene.

Kurenai si voltò, e guardò l’amica sorseggiare la tisana con calma, gli occhi ora bassi persi in chissà quali pensieri.

-andrà tutto bene, Anko.-

L’altra sobbalzò, e alzò lo sguardo sorpresa. Poi il suo volto si addolcì. Mandò giù più velocemente la tisana, recuperando un po’ di colore sulle guance ceree.

-vado a stendermi, anche se tra poco probabilmente avrò un caldo assurdo.-

-va bene. Dopo passerò da te.- le rispose lei, lasciando che si alzasse da sola. Sapeva bene che orgogliosa com’era si sarebbe offesa a morte se l’avesse presa di peso. Vide un altro sorriso di gratitudine prima che scomparisse dal soggiorno. Kurenai sospirò, accarezzandosi come d’abitudine il ventre, cercando quasi conforto nel bambino in arrivo.

-non è possibile… più sfigati di noi non esiste…- sbottò Genma, saltando di ramo in ramo. Ormai si stava facendo buio completo, nonostante il sole non fosse ancora tramontato.

-basta Genma…- si lamentò Iwashi, mentre un fulmine spazzava via le ombre, come se qualcuno avesse scattato una gigantesca fotografia.

-ma insomma! E oltretutto sta piovendo, e sembra che stia arrivando il temporale del secolo. Certo. Noi siamo in mezzo a questo bosco del cazzo, soli, senza riparo, coi nemici addosso, perché non mandare al diavolo anni di statistiche climatiche all’improvviso…-

-anni di statistiche climatiche?- ripeté Kakashi.

-deve essere proprio incazzato se si esprime così…- commentò Iwashi, rischiando di inciampare in un ramo bagnato.

Ormai pioveva fortissimo, e la foresta sembrava essere diventata una grande distesa paludosa, il verde tramutato in nero, il solido in liquido o melmoso.

-sapete, mi pare che qui intorno ci sia un rifugio, mentre aspettiamo i soccorsi possiamo andare la…- disse Kakashi, avvertendo altri chakra vicini.

-meno male che ci sei tu Kakashi… ormai ci stanno raggiungendo, e con questo tempaccio…-

-si certo, perché Genma è inutile, grazie Kakashi…- fece Genma scocciato.

-non volevo dire questo.-

-ragazzi…- li chiamò Kakashi.

-lo so, ma permettimi di sfogarmi un po’, sai la ferita al braccio fa leggermente appena ma solo un po’ male.-

-sono ferito anche io, ma non provoco gli altri…-

-ragazzi…- tentò ancora.

-e ora cosa stai facendo secondo te?-

-non ti provoco, esprimo solo una mia considerazione.-

-ragazzi!-

-cosa c’è?- chiesero i due contemporaneamente.

-Raido dov’è?-

Il silenzio piombò tra i tre.

Era andata via la luce, il generatore doveva essere saltato, o questo fu ciò che pensava Kurenai.

La donna rifletté se uscire fuori e riattivarlo sotto il temporale o accendere qualche candela in giro per la casa.

Sentì Anko gemere nell’assoluto silenzio qualche stanza più in là.

“quando sarà in crisi potrebbe volere più luce possibile… meglio accenderlo…” pensò, illuminando la strada davanti a se con una candela. Doveva riuscire a ricordare l’esatta posizione degli interruttori, perché ovviamente la candela avrebbe avuto breve vita con quella pioggia incessante.

D’improvviso un leggero rumore esterno la mise all’erta. Qualcuno cercava di entrare.

Subito portò mano ad un kunai, ponendolo davanti a se per protezione, maledicendo le gocce che sbattevano con violenza sui vetri che le impediva di comprendere se vi fossero altri rumori ovattati o peggio da che parte venissero. Si rese immediatamente conto che l’improvvisa mancanza di corrente potesse essere opera di quel misterioso aggressore e il suo sguardo volò là, dove stava la camera di Anko. Doveva proteggere lei, prima di qualunque altra cosa.

A farla sussultare furono un improvviso botto alla porta, seguito dal suo aprirsi rumoroso ed una serie di imprecazioni di una voce maschile.

La sagoma scura intravide il brillio dell’arma di Kurenai ed estrasse repentinamente a sua volta un’arma. La donna si preparò all’attacco, quando il generatore si rimise in funzione.

Non era stato l’aggressore che ora le puntava un coltello alla gola a manometterlo, anche perché…

-Kurenai?!!-

-Raido!-

Le armi tornarono immediatamente al loro posto, mentre una Kurenai sgomenta e preoccupata faceva sedere l’amico zuppo e forse ferito su una sedia.

-che ci fai qui?-

-siamo in missione e abbiamo incontrato nemici. Solo, più di quanti ci aspettavamo…-

-siamo? Chi?-

-io e gli altri, e anche Kakashi. Che ora dovrebbero essere in arrivo. Gli ho detto che sarei venuto a controllare se questo posto è sicuro, e tu che ci fai qui?-

Giunsero improvvisamente voci dall’esterno. Voci molto arrabbiate.

-la luce è accesa!-

-se è lui, lo spacco.-

-stai calmo, Genma…-

-no!!! Mi è preso un accidenti!-

-se non è lui, state pronti. Poi lo andremo a cercare e… lo spaccherai?-

-sfotti, sfotti Hatake…-

Kurenai e Raido si scambiarono uno sguardo. Raido andò ad aprire ancora zoppicante la porta, e si fermò sullo stipite.

-siete arrivati!- li salutò.

-…siete arrivati? SIETE ARRIVATI?!!-

-Genma non urlare! Vuoi attirare tutti i nemici del paese?!-

Genma smise di urlare per passare alla carica. Superando i due compagni esausti si buttò addosso all’amico, facendolo cadere a terra con un grido soffocato.

-TI RE… ti rendi conto dello spavento che ci siamo presi quando sei sparito?-

-… ma io ve l’avevo detto che venivo qui in avanscoperta, siete voi che non mi avete sentito…-

-con questo tempaccio come vuoi che ti senta?!-

-tecnicamente non è colpa mia.-

-tecnicamente sei un coglione.- soggiunse Iwashi. Che poi sollevò lo sguardo sulla stanza.

-KURENAI?!!- urlò sorpreso, venendo subito sgridato da Kakashi in arrivo.

-non urla… KURENAI?!!-

La donna alzò un braccio in segno di saluto e sorrise divertita. Genma si era alzato da sopra Raido e aveva subito cercato di riprendere un po’ di contegno.

-KURENAI?- la chiamò allora anche Anko dalla sua stanza. Aveva sentito dei rumori sospetti, ma non capiva cosa stesse succedendo.

-è la voce di Anko?- chiese subito Kakashi.

-scusate, prima di ogni altra cosa, se siete seguiti, non conviene sbarrare tutto?- chiese Kurenai.

-si hai ragione. Stanno anche arrivando gli ANBU. Oddio, più o meno stanno arrivando. Con questo tempo le ricetrasmittenti non fanno il loro dovere…- le spiegò Genma, improvvisamente calmo e affabile. Kurenai pensò divertita al vero Genma, quello che poco prima si era lanciato come una belva contro Raido con la scusa di volerlo uccidere, mentre voleva solo assicurarsi che fosse vivo e vegeto.

-meglio così. Io penso alla camera da letto.- rispose allora, dirigendosi da Anko.

-ragazzi…- li chiamò a voce appena udibile Iwashi, non appena furono soli.

Gli altri tre si voltarono verso di lui.

-…cosa sta succedendo?-

-sinceramente non lo so.- rispose Kakashi.

-ma è preoccupante.- aggiunse Raido.

-e la voce di Anko era strana.- concluse Genma, facendo ammutolire tutti.

-forza, andiamo a sbarrare tutto!- esclamò infine Iwashi.

Kurenai si sedette accanto ad Anko, che stava raggomitolata a letto con espressione sofferente. Aveva le coperte sin sopra la bocca, e la guardava con gli occhi di una donna che attendeva la morte con ansia. Ormai tutto il corpo era scosso da sussulti e tremiti.

-sono arrivati Kakashi, Genma, Raido e Iwashi. Sono piuttosto malconci e…-

-va bene, va bene…- rispose lei con voce roca.

-mi dispiace, so che vuoi che nessuno sappia, ma…- lasciò cadere la frase nel vuoto. Non sapeva neppure lei cosa dire, era tutto assolutamente imprevisto.

-sono dei bravi ragazzi.- disse infine Anko, -puoi dire tutto tu a loro?-

-come?- chiese Kurenai, certa di non aver capito bene.

-ti chiederanno… è inutile mentire. Racconta pure tutto. Tanto se resteranno… mi sentiranno bene stanotte…-

Quasi a riprova di ciò che aveva detto, uno scossa la fece quasi saltare a sedere. Ricadde indietro con un rantolo, mentre le mani e le braccia sembravano scosse da convulsioni.

Kurenai le mise una mano sul viso, spostando i capelli che le erano andati sugli occhi, e la sentì bollente. Sapeva che se avesse dato un’occhiata al marchio ora, l’avrebbe trovato più grande. E la pelle intorno ad esso rossa come per una scottatura.

-oh Anko…-

-sta cominciando… va via.-

Senza dire una parola Kurenai si alzò e lasciò la stanza, chiudendo la porta dietro di se.

Tornò in soggiorno, dove trovò i tre amici intenti a medicarsi. Tutti alzarono gli occhi su di lei e la guardarono in modo strano.

Kurenai si chiese il perché, poi sedendosi accanto a loro osservò il proprio riflesso sul pugnale di Raido che stava sul tavolo e comprese.

Sembrava che in quei due minuti avesse perso tutta la sua abituale espressione calma. Improvvisamente la stanchezza si faceva vedere anche attraverso il suo aspetto, e soprattutto i suoi occhi.

“è proprio vero che gli occhi sono lo specchio dell’anima” pensò, osservando come da questi s’irradiasse un sentimento simile alla disperazione.

Quando alzò nuovamente lo sguardo trovò tutti gli occhi puntati su di se.

-Kurenai, che cosa succede?- si decise a chiedere Kakashi, poggiando i gomiti sul tavolo e unendo le mani davanti al viso. Non solo la sua posizione, ma lo sguardo stesso corrucciato le fecero pensare a Sasuke Uchiha.

Gli altri tre attesero immobili che lei dicesse una parole, pendendo dalle sue labbra.

Kurenai sospirò, conscia che ormai il silenzio in quel soggiorno diventava insopportabile, era la pioggia stessa in aumento a metterle fretta.

Poi si decise a parlare.



Si, finisce così questo capitolo. Si, sono odiosa. In teoria non doveva finire così, nella mia cara menticciola dovevo andare più avanti, ma ho visto che erano già cinque pagine così e mi sono detta “dai, lasciamo alla prossima!” però almeno c’è stato un primo bacio, quindi siate pietosi XDD!

Risposte ai commenti:

Third Moon: si infatti… Kakashi è così… Kakashoso… ah il gioco della bottiglia, caro amico che resolve I problemi di noi che scriviamo… Gai e Lee li devo alla mia amica che mi ha detto: scrivi questo… XD

kakashina93: con Gai? Se ci vuoi ballare tu, ok! Io no eh… io ballo con Itachi. Sai, lui è così tenero e coccoloso, che se lo lascio da solo me lo prendono…

Hime_chan: finalmente è arrivato il bacio!!! Anche io non vedevo l’ora… primo ma non ultimo, ovvio!!! Perché far star male Anko se non c’è il nostro pappagallino a consolarla? XD

Brucy: *si mette a scrivere d’impegno* non cadereee!!! Con questo cap di sicuro non sei morta cadendo dalla sedia dal ridere, comunque nonostante abbia detto che presto finirà, prometto che alla fine aggiungerò almeno uno o due capitoli di nuovo allegri.

darkmoon87: non uccidermi, ma come puoi leggere nella risposta prima della tua, non sta ancora finendo ^^’’… comunque grazie del commento!!!

Tsunadehokage: soddisfatta per l’attesa? XD ringrazia la voglia di mettermi seduta a scrivere, che scarseggia…

Lupus: *schiva la mazza ferrata, salta sopra dei nemici, prende un fungo, si ingigantisce e va con super Gigi a salvare la principessa* grazie del commento! XD

bambi88: *le discussioni su con chi deve stare Shika si risolvono davanti ad una bottiglia di whisky ed un karaoke*Hina/Naru sono così pucciosi!!! ^^

mizukaze: certo che non mi annoi!!! Spoiler: Kurenai racconterà cos’ha Anko. Non te lo aspettavi eh? XDD!

*scappa prima che la pesti*

AL PROSSIMO!!!!!

   
 
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