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Autore: daeran    04/07/2004    0 recensioni
Chi è Albus Silente? La Rowling ce lo presenta come un grande mago saggio che alla fine del 5° libro si accorge di aver commesso un grave errore. C'è chi lo odia, chi lo ama ma cosa prova davvero lui? E' sempre stato un vecchio mago saggio? Il suo passato nasconde qualcosa? (ok.. la presentazione fa un pò schifo.. :P è una storia romantica.. più o meno.. più che altro è la mia folle idea di romanticismo.. :P spero che qualcuno la legga.. e spero che non la troviate proprio orribile.. :P grazie, Dae. )
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2
Passato


Il preside si avvicinò al bacile e, senza riflettere, affondò il volto nei proprio ricordi.
Si ritrovò, nel giro di pochi confusi istanti, in un luogo aperto, era notte e tutto intorno si estendeva un enorme giardino.
Da un castello in lontananza giungevano i rumori di una festa, una melodiosa armonia aleggiava nell’aria, mentre dalle finestre illuminate filtravano le ombre delle coppie danzanti.
Silente si guardò attorno: sapeva perfettamente a che periodo si riferiva quel ricordo.
Come avrebbe potuto dimenticare?
Era lì che l'aveva incontrata la prima volta, lì che le aveva parlato, lì le aveva sfiorato le labbra, agendo in modo sconsiderato ed estremamente stupido.
La vide, sul limitare del lago; le stelle si riflettevano sulle acque increspate, rendendo la sagoma della ragazza quasi eterea. Sembrava volasse nel cielo stellato mentre, con passo leggero, si avvicinava alla riva.
Il cuore gli balzò in gola, provò le stesse emozioni di allora, provò la forte tentazione di avvicinarla, di parlarle ma sapeva bene che sarebbe stato impossibile, si trattava solo di un ricordo.

La ragazza si fermò, inspirò con trasporto l'aria fredda della notte quando, senza preavviso e senza neppure voltarsi, parlò rivolta alle stelle nel cielo con voce soave, in poco più che un sussurro:
"Mi stai forse seguendo?"
Silente la guardò esterrefatto, era possibile?
Si rese subito conto della stupidità di quel pensiero.
Si voltò e, con un sorriso triste, rivide un giovanotto alto, di non più di diciotto anni, vestito di una lunga ed elegante veste da gala, blu notte, avvicinarsi lentamente sull'erba umida.
Guardava le spalle della ragazza, tenendo la testa leggermente inclinata da un lato.
La fissava intensamente, come a cercare di leggerle i pensieri più profondi con il solo sguardo.
I lunghi capelli castano scuro gli ricadevano sulle spalle mentre un ciuffo ribelle gli ricopriva disordinatamente la fronte e gli occhi azzurri, bagnati dal riflesso delle acque del lago, andando a scivolare delicatamente sul naso adunco.
"Non lo so, vi sentite seguita?" domandò con una voce tanto sicura e superba, da far provare a Silente un moto di vergogna.

Era passato così tanto tempo…

La ragazza si voltò con un mezzo sorriso a scrutare il suo interlocutore, il cuore di Silente sussultò. Quel volto dai lineamenti soavi e dalla carnagione così pallida, gli occhi brillanti del fuoco stesso che arde nelle stelle, accesi da uno sguardo pieno di furia e sensualità, misto ad un pizzico di innocenza e tristezza, lo fecero tornare indietro nel tempo, riprovare le stesse emozioni di allora, come se non stesse semplicemente visionando un vecchio ricordo ma come se stesse realmente rivivendo quei momenti lontani.
Non avrebbe mai potuto dimenticarla, non avrebbe mai voluto farlo.
Nemmeno il ragazzo rimase impassibile, nonostante mantenesse un portamento nobile, la sua bocca si schiuse leggermente e trattenne il fiato, mentre gli occhi di lei si posavano sui suoi.
"Il giardino è grande e, nonostante questo, siamo finiti nello stesso piccolo deserto e buio anfratto." calcò queste ultime parole, "Mhh fammi pensare... si mi sento seguita. Non è bene sai, seguire una fanciulla sola in questo modo." Aggiunse in tono malizioso.
"Non è bene per una fanciulla sola, girovagare per un luogo buio a quest'ora di notte. Essendo il padrone di casa qui, ho deciso di farvi da scorta per difendervi da qualsiasi pericolo potesse nascondersi sulla vostra strada." rispose il ragazzo con la stessa aria sicura ed un sorriso scaltro sulle labbra sottili.
La ragazza sorrise ancora, avvicinandosi di un passo: "Scorta? Dunque è per questo che non mi hai rivolto la parola e ti sei limitato a seguire ogni mio movimento da che sono entrata nella sala da ballo?"
Il ragazzo annuì piegando lievemente la testa in avanti, senza mai togliere gli occhi dalla giovane.
La ragazza sospirò, "Beh, hai dato per scontato qualcosa di molto importante, ragazzo."
"Ah, si?" chiese lui con aria di finta sorpresa.
La ragazza annuì, il sorriso le si allargò sulle labbra, mentre gli occhi si strinsero a due fessure.
"Che cosa ti ha fatto pensare che io non sapessi difendermi da sola?"
Il ragazzo la guardò senza perdere la calma, continuò a sorridere con la stessa espressione, mentre la ragazza si avvicinava con sguardo deciso ed occhi sempre più stretti.
 
Silente sapeva cosa stava per accadere, tuttavia trattenne il fiato in attesa.

Il ragazzo teneva una mano dietro la schiena. Il corpo, sotto la veste da mago, era teso e, nonostante il sorriso rilassato, sembrava pronto a tutto.
La ragazza avanzava lentamente, tenendo gli occhi fissi sui suoi.
Quando fu ad un passo da lui, sollevò il mento lentamente, il movimento calcolato fece provare al giovane un brivido di eccitazione lungo la schiena, il respiro di lei sul suo collo lo fece barcollare leggermente e i suoi occhi, per un attimo non più sicuri, si socchiusero a quel tocco.
"Che cosa vorresti fare ora?" chiese in un sussurro, prima di sollevarsi in punta di piedi, con la guancia ad un centimetro dal volto del giovane.
Le labbra di lei si posarono per un lieve istante sul collo dell‘altro, che fremette eccitato, il fiato gli si mozzò in gola.
Sentendo di aver colto nel segno con quel semplice movimento la ragazza ridacchiò ma non si ritrasse, neppure il ragazzo si mosse, né arretrò ma tremò leggermente, come un fuscello sospinto dal vento, quando la giovane gli sfiorò il petto con la mano.
Il profumo dei suoi capelli gli inebriava i sensi.

Silente notò il cambiamento del sorriso sul volto del giovane mago; non era più così sicuro e scaltro, si era trasformato in un sorrisetto inebetito, quasi spaventato dalle emozioni che stava provando; emozioni che il preside di Hogwarts ricordava perfettamente e che ancora lo facevano sussultare e fremere al solo pensiero.

"Il mondo è un luogo molto pericoloso, piccolo. Dovresti stare più attento alle persone che incontri." sussurrò ancora, seguendo con l'indice le pieghe della veste sul torace del ragazzo.
"Oh, io sono sempre attento, mia signora. Molto più di quel che sembra." rispose l'altro, recuperando, dopo un momento di esitazione, il sorriso sicuro.
"Davvero?".

La giovane non aveva notato il braccio di lui nascosto dietro la schiena, o forse - pensò Silente - sapeva ma aveva fatto finta di niente per vedere cosa sarebbe successo. Non aveva mai capito alcuni dei comportamenti che la contraddistinguevano.

Il mago inspirò profondamente, assaporando l'odore di lei che aggiunse, sollevando lentamente la testa e puntando nuovamente gli occhi su di lui:
"Allora questo non ti stupirà."

Silente sussultò, il volto della giovane era cambiato.
Gli occhi erano ora gialli, iridi e pupille si erano ridotte a due fessure verticali di un rosso acceso, luminosi come gli occhi di un gatto in una notte buia, i denti lisci e bianchi brillavano alla luce delle stelle, i canini molto simili a zanne, si stavano avventando sul collo del ragazzo che, senza un gemito di spavento nè di sorpresa, sollevò il braccio e puntò la bacchetta, che aveva tenuto stretta in mano fino dal primo momento, contro il cuore del Vampiro.
"No, in effetti, no!"

  
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