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Autore: Shyar    29/11/2012    2 recensioni
"Faccio parte della KSC, alias la Keyblader Search Company. Cerchiamo persone che abbiano il potere di maneggiare il Keyblade."
In un mondo coinvolto in una guerra contro l'oscurità, solo i due prescelti dal Keyblade, Shad ed Angelica, possono sconfiggere il male e riportare tutto alla normalità.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Capitolo 4: Attacco

Corsero veloci per i corridoi, scansando tutte le altre persone che, al contrario di loro due, non sembravano avere alcuna fretta. Quella notte erano rimasti per ore a parlare, dopo il ritrovamento di Nexen: non avevano avuto per niente sonno, perciò avevano cominciato a discutere su come la Keyblader Search Company sarebbe riuscita a difendersi dall'attacco dell'esercito di Heartless. La risposta era praticamente ovvia: si sarebbero serviti di  loro due. 
-Io te l'avevo detto che saremmo arrivati in ritardo, se avessimo finito la discussione!- si lamentò Angelica, ansimando. Il ragazzo sospirò, effettivamente non aveva scusanti: era stato lui ad insistere che continuassero a parlare, dopotutto.
-Risparmia il fiato e corri- accennò, mentre fu il turno dell'altra di sospirare.
-Secondo te, Aaron ha detto qualcosa a Sight?- domandò quella in seguito, un po' in pensiero; non si era pentita di aver disobbedito a quell'ordine, era stato per un buon motivo, ma si era resa conto del perché avevano vietato loro di partecipare alle ricerche: se fossero rimasti soli e avessero incontrato molti più Heartless, non avrebbero potuto garantire che, con il poco addestramento che avevano avuto, sarebbero riusciti a difendersi. Gli occhi della castana si riempirono di lacrime: la KSC avrebbe perso la guerra, mentre loro... 
'Angelica, stai tranquilla, non é accaduto..' pensò e poi fece un respiro profondo, calmandosi.
-Non credo gli abbia detto nulla- rispose il ragazzo, rallentando l'andatura: erano quasi arrivati. -O non vuole che si preoccupi troppo anche per noi, oppure vuole vendicarsi lui stesso- concluse, ghignando, sarebbe stato interessante. L'amica sospirò di nuovo, entrando nella grande ed affollata mensa.
Se era possibile, il luogo sembrava ancora più affollato e rumoroso della sera prima: tutte le persone presenti nella sala parlavano tra di loro degli argomenti più disparati. Alcuni, notò con soddisfazione il Keyblader, erano già venuti a conoscenza del ritrovamento del fante disperso. 
Continuarono a girare, ma stavolta non videro né Sight né Aaron, né trovarono un posto dove sedersi e mangiare tranquilli, perciò si rassegnarono, presero un paio di brioches al tavolo (erano rimaste solo quelle due) e fecero colazione in piedi, in un angolo un po' meno frequentato del luogo.
Finirono le loro colazioni molto velocemente, ma rimasero ancora per qualche minuto ad osservare la mensa: pareva strano ad entrambi che fosse un ambiente felice e così normale. In fondo, era pur sempre una società bellica..
-Forza, andiamo..- accennò Shad, toccando per un attimo il braccio della compagna per attirare la sua attenzione; la ragazza annuì e, dopo qualche minuto bloccati nella gran calca di persone che tentava di uscire, riuscirono nel loro intento e si diressero subito verso la Sala d’Addestramento Virtuale, come l’avevano ribattezzata.
Non corsero, con quella colazione veloce erano riusciti a guadagnare un po’ di tempo extra. Però all’improvviso sorse loro un dubbio: Sight non aveva detto loro nulla riguardo al luogo d’incontro. E se non fosse stata quella sala?
Il ragazzo storse il naso, non era possibile. ‘In ogni caso’, pensò, ‘ci porremo il problema solo se non lo troveremo’.
Arrivati in vicinanza della sala, notarono immediatamente la porta aperta ed avvertirono un leggerissimo suono, come di canto, provenire dall’interno. I due ragazzi si guardarono, increduli, non avevano ancora sentito cantare nessuno in quel posto, sembravano tutti molto seri e professionali.. Si avvicinarono di più alla stanza, quando finalmente riconobbero la voce: Sight. Sorrisero ed entrarono.
L’uomo stava lavorando al proprio terminale, scrivendo e correggendo una moltitudine di numeri, con fare tranquillo ed allegro. Non si accorse subito di loro, ma continuò tranquillamente a canticchiare un motivetto che nessuno dei due amici aveva mai sentito prima d’allora. Aspettarono in silenzio, non se la sentivano di interromperlo mentre era così di buon umore.. dopo qualche minuto, Sight si voltò verso di loro con tutta la sedia girevole, sorridendo.
-Grazie di avermi aspettato, stavo sistemando giusto gli ultimi parametri per la nuova missione virtuale- spiegò; la Keyblader si concesse un sospiro di sollievo, per fortuna si trattava ancora di una simulazione.. –Spero per voi che abbiate dormito bene, stanotte: cercherò di fare del mio meglio per mettervi in difficoltà- accennò, sorridendo come se avesse appena detto una cosa divertente. Il ragazzo si morse leggermente un labbro, quella faccenda non gli piaceva affatto.. Sospirò, non poteva fare nulla.
-Io sono pronto- affermò, stiracchiandosi un po’. L’amica lo osservò, per poi prendere un profondo respiro.
-Anche io- si aggregò; provava uno strano sentimento, un misto tra paura ed eccitazione.. L’uomo sorrise, soddisfatto delle loro risposte rapide, poi fece un cenno ad indicare la seconda saletta di simulazione. Gli allievi entrarono immediatamente.
 
Rimasero accecati per qualche secondo da una specie di forte luce e non sentirono altro che un ronzio. Quando tornarono a vedere e sentire, Angelica si trattenne a stento dal chiudere gli occhi: si trovavano in mezzo ad una strada di città, completamente devastata, in fiamme, deserta. Molti dei palazzi erano rimasti bruciati e di questi si vedevano solo le fondamenta e poco più, mentre altri continuavano ad ardere sotto lo sguardo dei due ragazzi; l’unico rumore udibile era quello del vento, che portava con sé un’acre odore di fumo.
<< So che si tratta di un paesaggio difficile da osservare per voi due, ma è necessario che vi abituiate: vedrete molto spesso luoghi simili, d’ora in poi. >> disse Sight. I due, sorpresi, si guardarono attorno: non c’era nessuno accanto a loro, quindi da dove..? ‘Oh’ pensò il ragazzo. ‘Altoparlanti’.
<< Angelica, descrivimi che cosa stai vedendo >> ordinò l’uomo, usando lo stesso tono di voce che avevano sentito il giorno prima: fermo, che non ammette repliche sa nessuno. Il tono di un capo.
 La castana prese un respiro profondo, cominciando a guardarsi attentamente attorno.
-Ci troviamo su una strada molto larga a più corsie, che probabilmente era una delle vie principali della città. Ci sono molti alti palazzi qui intorno.. Ne scorgo anche in lontananza. Oltre a questo, vedo solo vetrine di negozi e automobili distrutte o date alle fiamme- rispose, faticando non poco a trovare le parole. 
<< Va bene. Shad, cosa credi sia accaduto? >>
Il Keyblader, messo in difficoltà, storse la bocca: da ciò che aveva vissuto, non c'era alcun dubbio che a quella città era stato riservato lo stesso trattamento che gli Heartless avevano dato alla propria e, a giudicare dallo sguardo della compagna, anche alla sua.
-Potrebbe esserci stato un attacco da parte di un qualsiasi nemico. Forse hanno distrutto la città con delle bombe, o potrebbero essere stati gli Heartless stessi a causare tutto questo. Non posso saperlo con precisione- spiegò infine, continuando comunque a pensare ad un possibile tranello da parte dell'uomo.
<< Vi avevano già posto domande simili, in precedenza? >> chiese Sight; i due Keyblader si guardarono, poi negarono con un cenno del capo. << Sono abbastanza soddisfatto, non è male come primo inizio. Faremo ancora questo giochetto. Però, adesso ascoltatemi bene. >>
Un soffio di vento più forte degli altri distrasse i due ragazzi, soprattutto il Keyblader, che avvertì subito qualcosa di diverso; aggrottò le sopracciglia, concentrandosi. La compagna sentì la stessa cosa.
<< Oh, avete capito? >> domandò Sight, di buon umore. << Proprio come pensavo. Dunque, vi affido questa missione: sconfiggete tutti gli Heartless e trovate la Pietra della Fenice. Buona fortuna. >> augurò, poi chiuse la comunicazione. I due amici si guardarono, non sapendo esattamente che cosa dovessero fare.
-Beh- sospirò il Keyblader, evocando la propria arma. –Non ci resta altro da fare se non provare- concluse, facendo roteare il Keyblade. L’amica annuì, d’accordo con lui, e fece apparire a sua volta l’arma mistica.
Osservarono attentamente ogni vicolo, strada, abitazione della finta città, sorpresi dalla realisticità di quella simulazione: con quella precedente non avevano avuto il tempo di osservare per bene tutti i particolari. Ma il ragazzo sospirò dopo qualche minuto, tornando a concentrarsi solo sulla propria missione: simulazione o meno, dovevano assolutamente portare a termine quel compito.
Un rumore improvviso fece scattare Angelica, che si voltò velocemente: parò per il rotto della cuffia l’assalto di uno Shadow. Strinse i denti, spezzò la guardia del nemico e lo attaccò, facendolo sparire. Avvertiva tanti, troppi nemici attorno a loro.
Si appoggiarono l’uno alla schiena dell’altra, puntando le proprie armi contro la moltitudine di nemici; la castana tremò, erano troppi per loro..
Però entrambi scattarono contemporaneamente contro i nemici, veloci, decimandoli con un solo fendente ciascuno; Shad schivò alcuni attacchi, indietreggiando. L’amica lanciò un grido soffocato, messa in difficoltà da uno degli esseri oscuri; fece sparire la spada-chiave, si spostò e la evocò nuovamente, la stessa tattica che aveva usato il giorno precedente, attaccando il nemico, poi girò su se stessa, facendo sparire molti degli Heartless attorno a lei. Indietreggiò con un salto, tornando dal compagno, ed entrambi si rimisero in posizione.
<< Shad, punta il Keyblade davanti a te >> ordinò improvvisamente Sight, mentre i nemici continuavano ad avvicinarsi. Il ragazzo obbedì; gli Heartless erano sempre più vicini. << Angelica, tu non muoverti da lì >> aggiunse in seguito e l’allieva annuì.
‘Se lui mi ha ordinato di fare ciò, ci deve essere un motivo..’ pensò lui, stringendo i denti. Sentiva la compagna appoggiata alla sua schiena tremare leggermente, spaventata. Avrebbe dovuto ignorare l’ordine ed attaccare comunque come avrebbe fatto in un’altra situazione?
-Dannazione, muoviti!- sbottò, disperato. Una grossa sfera nera apparve sulla punta dell’arma, si staccò ed inghiottì tutti i nemici che incontrò. La ragazza, che si era voltata poco prima, rimase a fissare il vuoto lasciato dai mostriciattoli, sbalordita.
<< Come supponevo >> accennò l’uomo. << Concludete il lavoro >>.
I due Keyblader si lanciarono una rapida occhiata, poi annuirono. Scattarono di nuovo entrambi in direzioni opposte, facendo sparire con pochi fendenti i nemici rimasti. La ragazza tirò un sospiro di sollievo, abbassando la spada-chiave.
<< Continuate a camminare >> disse il Superiore, serio; i due obbedirono subito. << Quando hai avuto quella visione, Angelica, mi sono ricordato di una leggenda che ho scoperto qualche anno fa, dimenticata in qualche angolo della nostra biblioteca: diceva che ogni Custode appartiene ad un elemento particolare. Luce oppure Oscurità. >> arrivato a questo punto sospirò. << Non ho ancora prove certe a favore della mia teoria, ma poiché Shad ha usato quella tecnica, sono abbastanza sicuro. Angelica, tu sei una Keyblader della Luce. Shad, tu sei un Keyblader dell’Oscurità >> concluse. I due compagni rimasero in silenzio, non sapendo cosa dire. ‘Che cosa significa?’ pensò il ragazzo, inarcando un sopracciglio. ‘Significa che io sono malvagio e lei buona?’
-E’ importante per noi sapere ciò?- chiese l’amica, perplessa quanto lui. L’uomo sembrò pensarci su per qualche secondo.
<< Sì. Da ciò possiamo ricavare delle strategie più efficaci di quanto si possa fare senza questa informazione >> accennò, ma dalla sua voce sembrava un po’ insicuro.
-Ma cosa significa questo per noi? Chi ha deciso questi ruoli?- si aggiunse il Keyblader: si rifiutava di pensare a sé stesso come ad una persona spietata. Per quale motivo, poi? Perché il suo obiettivo era ottenere vendetta per le persone che aveva amato?
<< Il fato ha deciso ogni cosa. Il fatto che siate stati scelti come Prescelti, la fazione che voi rappresentate. Tutto quanto. >> rispose subito Sight. Su queste cose non c'era alcun dubbio. << Shad, avrai capacità che Angelica non svilupperà, e viceversa. Se tutti e due foste stati Keyblader della Luce, entrambi vi trovereste in difficoltà ad affrontare un nemico oscuro. Ve ne accorgerete presto: il fatto che siete diversi vi rende più forti. >>
I due non dissero nulla, ma si fermarono completamente. La ragazza abbassò il capo e strinse la presa sull'arma.
-Questo vuol dire che se ci separiamo..- si bloccò; il compagno la guardò, intuendo.
<< Infatti non vi separeremo. Accadrà solo in missioni meno delicate e decisive, e solo quando avrete abbastanza esperienza sul campo da sapere come badare a voi stessi. >>
-Non mi ha risposto..- mormorò la castana, alzando di scatto il capo. -Siamo deboli se presi da soli?!-
L'uomo parve esitare, non sapeva come spiegare quella questione.. Sospirò.
<< Sì, lo siete. >> disse, duro. Quella breve e secca risposta ferì i due ragazzi come se li avessero frustati. << Ed è per questo che siete ancora qui, a seguire queste missioni. Se foste stati così preparati fin dall'inizio, sareste già sul campo con tutti gli altri soldati. Lo capite, giusto? Capite che non possiamo permetterci di perdervi in battaglia? >> 
Shad accennò un sì col capo, mentre la compagna rimase immobile.
<< Adesso state pensando solo al fatto di essere deboli, ma questo vi deve la motivazione per impegnarvi e diventare i Custodi più forti di sempre >> continuò, sperando di spronarli. << Me lo promettete? >>
Il rumore del vento era l'unica cosa udibile in quei secondi; soffiava anche sui due Keyblader che rabbrividirono per il freddo.. O si trattava di paura?
-Lo prometto- disse il ragazzo. Era stato comunque il suo obiettivo fin dall'inizio. L'amica strinse la presa sulla propria arma, come se fosse rimasta l'unica cosa che potesse salvarla.
<< Angelica, me lo prometti? >> le chiese di nuovo Sight: teneva a quella ragazza, teneva a lei molto di più rispetto a qualsiasi altra recluta che avesse mai addestrato fino ad allora. Lei alzò il capo, guardando il vuoto, ma il Superiore intercettò il suo sguardo: era composto da pura sicurezza.
-Sì, lo prometto- rispose. -Voglio diventare più forte, non voglio essere un peso per nessuno- concluse; sia il compagno che il maestro sorrisero.
<< Sono sollevato >> rise il Superiore. << Stavo cominciando a temere che vi sareste tirati indietro >>.
-Non lo faremo, abbiamo promesso- accennò Shad, ottenendo il consenso dell'amica, che annuì. Sapevano fin dall'inizio che sarebbe stato pericoloso, ma avevano comunque accettato quell'incarico. 
<< Proseguite la missione, non avete ancora finito. >> concluse l'uomo, chiudendo infine la comunicazione. Shad obbedì immediatamente, rimettendosi in guardia; la castana rimase per qualche secondo ferma al suo posto, si concesse un profondo respiro per calmarsi, sbatté un paio di volte le palpebree raggiunse correndo il compagno.
Vagarono per qualche minuto per la strada principale senza incontrare alcun Heartless; temevano un grande assalto, perciò cominciarono a tenere le armi alte.
<< Siete troppo agitati. Calmatevi, o non riuscirete ad affrontare ed analizzare oggettivamente la situazione. >> li avvertì il Superiore. Il ragazzo strinse i denti, non era assolutamente possibile rimanere calmi in quella situazione! L'amica sospirò, tentando almeno di seguire il consiglio di Sight.
All'improvviso un Heartless venne fuori dal terreno, attaccando la ragazza, che lanciò un grido di spavento ed alzò la propria arma per difendersi; l'amico menò un fendente in direzione del nemico, che sparì.
Angelica si lasciò cadere seduta a terra, ansimando, spaventata e col cuore che batteva così forte che temeva le volesse uscire dal petto.
-Stai bene?- le chiese il Custode, inginocchiandosi accanto a lei che, tremando, annuì.
<< Dovete imparare a rimanere calmi, ma sempre lucidi, qualunque cosa accada. >> disse l’uomo con un tono risoluto. Il moro si accigliò, imprecando sottovoce. Non poteva pretendere che un giorno per l’altro si abituassero a quelle situazioni così irreali, per loro.
-Ha ragione, mi perdoni- mormorò la ragazza, facendosi coraggio ed alzandosi. Shad si tirò su assieme a lei, rimanendo comunque un po’ scettico, avrebbe dovuto dire qualcosa.. Ripresero comunque il loro percorso.
Degli Heartless apparvero pochi secondi dopo; stavolta la custode impugnò più saldamente la propria arma e si gettò contro i nemici. Con un rapido fendente uccide un mostriciattolo e voltandosi verso destra ne fece sparire un altro. Il Keyblader la seguì immediatamente, correndo, e proseguirono velocemente.
-Shad, all’erta!- avvertì la ragazza, sentendo qualcosa di diverso, mentre il compagno cominciò a mettersi in posizione d’offesa, accelerando il passo.
Si trovarono presto alla fine della via, che sfociava in un’enorme piazza circolare, completamente distrutta. Al centro di questa, si trovava un mostro enorme, nero con lunghi arti superiori, strane antenne sopra al capo ed un lungo ciuffo nero che gli andava a coprire parte degli occhi gialli.
<< Quello è un Darkside, una versione molto più evoluta rispetto agli Shadow che avete sempre visto ed affrontato finora. Prendetela come una sfida personale, va bene? Buona fortuna! >> augurò con voce scherzosa; i due ragazzi si scambiarono una rapida occhiata: possibile che il loro istruttore avesse due personalità opposte?
‘In ogni caso’, pensò Shad, impugnando per bene la propria arma, ‘non è il momento adatto per pensarci’.
Angelica strinse la presa sul Keyblade, partendo all’attacco; mirò alle mani, con un fendente rapido ne colpì una e arretrò con un salto, temendo un contrattacco che arrivò: si gettò a terra, evitando il lungo braccio che stava per colpirla. L’amico ne approfittò, saltò su di esso e cominciò a risalire verso la testa, ma perse l’equilibrio e cadde a terra, deluso. La compagna si rialzò e riprese a correre contro il nemico, provando a colpire dovunque fosse possibile, cercava il suo punto debole. Arretrò, ansimando, aveva finito le idee..
-Angelica!- la chiamò il ragazzo accennando col capo agli occhi del nemico, poi fece sparire la propria chiave. Lei prese la ricorsa verso di lui e saltò; il Keyblader usò le proprie mani come appoggio per la ragazza e le diede più slancio verso l’alto non appena lei atterrò sopra di esse.La castana allora alzò la propria arma e colpì negli occhi il mostro, che lanciò un grido di dolore, reagendo con un colpo diretto alla ragazza, che lo subì; non riuscì ad aggrapparsi al mostro e precipitò verso il basso. Shad la prese prima che potesse toccare terra, ma caddero entrambi una sopra l’altro, gemendo. Entrambe le chiavi sparirono.
-Non pensavo fossi così pesante..- borbottò il moro; la ragazza arrossì immediatamente, balbettò qualcosa d’incomprensibile e voltò la testa dall’altra parte, imbarazzata. Lui sospirò. –Sei ferita?-
-No, sto bene..-
All’improvviso gli ologrammi cominciarono a distorcersi, fino a che non scomparvero del tutto dalla sala. Shad si alzò subito, aiutando poi la compagna, mentre un allarme come quello del giorno prima cominciò a risuonare per i corridoi e le stanze della società.
-Sight, cosa sta succedendo?- domandò il ragazzo, preoccupato, uscendo di corsa dalla sala, seguito dall’amica. Il Superiore abbandonò la propria postazione davanti al computer, aprendo subito la porta che dava sul corridoio principale: adesso la sirena era ancora più forte ed assordante e si sentiva un forte odore di fumo.
-Intrusi. Il quartier generale è sotto attacco, dannazione!- esclamò a denti stretti, imprecando. Fece apparire la propria chiave blu, cosa che fece anche l’alunno. –Uscite nel corridoio e seguite tutti gli altri fanti, vi condurranno sicuramente all’uscita d’emergenza- accennò, guardando furtivamente fuori dalla porta. Cominciavano ad apparire vari Shadow qua e là, ma i fanti che si trovavano in prima linea li stavano già sconfiggendo. ‘Sicuramente con loro saranno al sicuro’ pensò l’uomo, voltandosi per un secondo verso i suoi due studenti, che si stavano guardando: non avrebbero voluto lasciarlo da solo, sicuramente. Allora lui sbuffò.
-Non è un consiglio, ma un ordine! Sbrigatevi!- urlò quasi, con un’espressione feroce sul volto. Doveva farli assolutamente scappare, ci avesse dovuto rimettere la propria vita.
Il Keyblader guardò per un secondo in basso, poi si lanciò verso il corridoio. L’amica rimase ferma per qualche secondo, poi seguì il proprio compagno, evocando a sua volta l’arma mistica.
Raggiunsero in fretta un gruppo di fanti che stava correndo in direzione dell’ascensore, unico modo di muoversi tra i vari piani del complesso che i due ragazzi conoscessero. Tutti i soldati erano armati di una strana spada dalla punta allargata rispetto al resto della lama e dall’impugnatura simile a quella delle loro chiavi. Ognuno di essi indossava una tenuta protettiva bianca con lo stemma della società.
Alcune porte lungo il passaggio erano state serrate ermeticamente dall’interno, mentre da molte altre soldati e dipendenti uscivano e si univano alle loro fila, parlavano tra di loro, forse per mascherare l’agitazione generale.
La ragazza continuava a guardarsi in giro, preoccupata, tutta quella confusione le metteva ansia e confusione, a malapena capiva in che parte del corridoio si trovassero.
-Stai tremando- le fece notare il Keyblader, mentre l’amica strinse la presa sulla propria arma, accorgendosi solo in quel momento che il suo compagno stava dicendo la verità.
-Ho paura, Shad..- ammise, abbassando lo sguardo; rallentò l’andatura, ma alcune persone dietro di lei le andarono contro, facendole perdere l’equilibrio per qualche secondo.
-Non ci succederà nulla; sei una ragazza forte, non dovresti dire queste sciocchezze- le disse lui, tentando di tranquillizzarla, ma lei scosse il capo, non lo guardò neppure.
-Allora hai paura per Sight?- chiese; Angelica fece un lieve cenno di sì con la testa. –Ha il grado di Superiore ed è stato incaricato di prepararci alla guerra, ci deve essere un motivo per ciò, giusto? Vedrai, non faremo in tempo ad uscire dalla società, se è davvero questo che dobbiamo fare, che lui sarà già con noi- disse, sorridendole.
-Va bene..- mormorò lei in un soffio, più per tranquillizzare lui che se stessa, ma si sforzò di tirare su il capo e di osservare più attentamente ciò che stava accadendo.
Improvvisamente l’intera coda si arrestò e si sentirono delle urla provenire dalle prime file: le prime sembravano di dolore, ma altre erano sovrastate da una voce assai più potente di un uomo, lo stesso che, probabilmente, aveva condotto tutti fino a quel momento.
-Il corridoio è bloccato dai nemici, tornate indietro e prendete la strada secondaria!- urlò, diretto a tutte le persone presenti. Un forte mormorio allora si alzò dall’ultima parte della coda, a cui era arrivato immediatamente l’avvertimento.
-Anche l’altra uscita è bloccata, è crollata ieri nel terremoto!- urlò qualcuno, mentre altri ancora discutevano sugli altri percorsi possibili. I due Keyblader si guardavano intorno, girandosi in direzione in cui sentivano qualcuno parlare più forte degli altri, confusi. Shad prese un respiro profondo, tentando di calmarsi: erano fermi da minuti interi, possibile che nessuno specialista si fosse accorto di tutte le persone bloccate nel corridoio?
-Dividetevi in due gruppi!- urlò allora la voce, impartendo altri ordini che però non furono uditi da nessuno di loro, erano troppo lontani, ma dalle voci dei fanti vicini, riuscirono a capire qualcosa. A quanto sembrava, esisteva un passaggio segreto sotto al complesso, ancora più in profondità, che era stato creato appositamente per quel tipo di emergenze. ‘Corridoio per la Fuga d’Emergenza?’ pensò la castana, mentre sul proprio volto comparve un leggero sorriso, sembrava una di quelle cose che aveva inventato qualche anno prima per gioco.
-Muovetevi!- urlò di nuovo l’uomo e la fila si spezzò in due: a quanto pare, avevano ricevuto ordini precisi, in quanto non ci furono discussioni su chi dovesse andare per primo; più probabilmente, avevano già effettuato delle simulazioni di situazioni di quel tipo, forse anche completate sempre con successo. Angelica e Shad finirono nel gruppo diretto al corridoio sotterraneo.
Si voltarono e corsero velocemente fino a dove erano partiti, per poi arrivare al punto più lontano del piano. Ancora i nemici non li avevano raggiunti, probabilmente quelli che erano rimasti all’entrata li stavano distraendo, pensò il ragazzo, sospirando. Avrebbe preferito tornare indietro e combattere insieme agli altri. La Keyblader fremeva sul posto, non riusciva a capire perché ci stessero mettendo così tanto per trovare quel passaggio segreto.
-Vado ad aiutare- accennò infine al compagno, scattando verso la prima fila prima che lui potesse rispondere. Ma si trovò ben presto bloccata tra centinaia di persone che avevano avuto la sua stessa idea. Sospirò, tentando di farsi strada tra quella moltitudine di persone; alcuni si spostavano non appena la vedevano, ma perché? ‘Oh..’ pensò, capendo. ‘Mi conoscono..’ Riuscì in questo modo ad arrivare in testa a tutto il gruppo, dove alcuni fanti si erano sparpagliati e tastavano ogni centimetro di parete o pavimento alla ricerca del passaggio segreto.
-Oh, la Keyblader!- esclamò qualcuno, innescando la stessa reazione nei gruppetti lì vicino. Lei arrossì immediatamente, imbarazzata come non era mai stata. Prese un respiro profondo e fece segno ai soldati di calmarsi: con tutto quel baccano sarebbe stato troppo facile essere scoperti.
-Qual è il problema?- chiese a tutti la castana, guardandosi attorno. Il corridoio era cieco, ma doveva esserci per forza un’uscita, se li avevano fatti arrivare fin là.
-Deve sapere che in questa società ci sono varie leggende metropolitane, tra cui quella del corridoio nascosto- si fece avanti un giovane fante, con voce limpida e per niente spaventata.
-Quindi non siete nemmeno sicuri che esista veramente?-
-Purtroppo, è così- rispose un secondo soldato, adulto e più risoluto. –Però noi tutti crediamo che ci sia davvero, da qualche parte: abbiamo imparato a credere nelle leggende, in questi ultimi anni- aggiunse in seguito, ottenendo il consenso da parte di molti commilitoni attorno a lui.
-Allora continuiamo a cercare- accennò la ragazza, avanzando verso il muro e cominciando a toccare la parete in cerca di una leva, di una manovella, o comunque di qualcosa di simile. Molti soldati, incoraggiati, seguirono il suo esempio. Quando ci furono troppe persone addossate al muro, intente nella ricerca, qualcuno s’inginocchiò sul posto e prese a controllare anche il pavimento attorno a sé. Dopo qualche minuto, due urli s’alzarono contemporaneamente: qualcuno dal fondo del gruppo diede l’allarme, i nemici stavano già arrivando, troppi persino per un gruppo numeroso come il loro, mentre, dal centro della fila, alcuni fanti gridavano di aver finalmente trovato lo stramaledetto ed agognato passaggio segreto. Tutti si fecero da parte per aprire la botola che costituiva l’ingresso: era molto grande e per scendere al suo interno era necessario usare quattro scalette divise che scendevano ognuna lungo un lato del passaggio.
Lo stesso fante che aveva risposto poco prima ad Angelica, l’uomo, la prese per un braccio, scortandola velocemente verso la botola.
-La priorità assoluta è la vostra salvezza, tutti noi scenderemo subito dopo di voi due Keyblader- spiegò alla ragazza che lo guardava, confusa, mentre il proprio compagno veniva portato verso la scaletta opposta alla sua. Altri due fanti scesero per primi, come avanguardia, poi fecero scendere anche i due custodi.
La scala era umida e fredda come il ghiaccio, probabilmente non era mai stata usata prima d’ora, era come nuova, considerò Shad, facendo attenzione a non scivolare.
-Libera!- avvisarono i due fanti, facendo subito luce con delle torce; gli altri soldati cominciarono a scendere dalle due scalette libere. Il moro toccò terra per primo, mentre la ragazza era poco più in alto, ma completamente bloccata.
-Angelica, cosa succede?- domandò quindi lui, avvicinandosi. La ragazza guardò giù, con un’espressione spaventata sul proprio volto.
-L-la scala si interrompe qui..- disse tremando la castana, deglutendo. L’amico sospirò, ma si spostò di qualche passo per vedere meglio dove si trovasse la compagna. Una piccola fila di fanti si andava formando sopra di lei, doveva sbrigarsi a scendere...
-Lascia la presa, ti prenderò io, se hai paura di saltare da sola da lì- la rassicurò. –Sono proprio sotto di te-.
Angelica annuì, chiuse gli occhi e si lasciò cadere; l’amico la prese al volo, stavolta senza cadere, ma fece comunque un passo indietro. Quando la ragazza riaprì gli occhi, arrossì, imbarazzata.
-S-sono davvero così pesante?- mormorò, abbassando lo sguardo. Lui sorrise, ridacchiando.
-Sì- rispose, divertito, mettendola giù.
Si allontanarono in fretta dalle scale per poi raggiungere le prime file; cominciarono a guardarsi un po’ attorno.
Il buio corridoio cominciava a riempirsi di soldati che parlavano tra di loro, aggiornavano sulla situazione i commilitoni man mano che scendevano o cominciavano ad ispezionare il luogo in cui si trovavano, in cerca di eventuali nemici.
Alcuni tra i soldati che erano scesi per ultimi corsero verso di loro, esortandoli a fuggire, mentre quelli rimasti su si affrettarono a scendere: i nemici avevano superato il posto di blocco degli altri fanti. I militari che si trovavano in prima fila cominciarono a correre per il passaggio, raccomandando a quelli più indietro di chiudere la botola non appena fossero scesi tutti e trascinarono con loro i due Keyblader. Li misero nel mezzo di un piccolo gruppo, con l’intenzione di proteggerli da qualsiasi pericolo.
-Rimanete sempre dietro di me- disse il primo fante che aveva parlato alla ragazza e, nel frattempo, dava ordini al resto del gruppo; doveva essere una persona importante oppure molto capace, pensò Shad, evocando la propria arma. ‘Meglio comunque non fidarsi del tutto’.
Il corridoio adesso era impregnato d’umidità, percorso com’era da centinaia di tubi per l’acqua calda collegati al complesso sopra di loro; l’unica cosa davvero visibile era ciò che veniva illuminato dalle torce dei soldati.
Si sentivano rumori di piccole esplosioni e deboli urla, probabilmente le ultime di quei dipendenti che non avevano avuto la possibilità di difendersi. Angelica rabbrividì più volta ad ascoltare quei rumori, ma decise di non mostrarsi debole per nessun motivo: le avrebbe ignorate.
Dopo qualche minuto, sentirono un suono molto più forte e con un che di definitivo: la pesante botola d’ingresso al corridoio era stata chiusa.
-I nemici stanno arrivando, alcuni sono stati costretti a rimanere nella società!- riferì qualcuno, mentre altri ripetevano la notizia anche alle persone più lontane. Il Keyblader strinse i denti, erano stati troppo lenti..
Un’esplosione improvvisa fece voltare tutti quanti: si sentivano chiaramente clangori di spade e colpi d’arma da fuoco.
-Correte!- ordinarono, ma in molti furono indecisi su cosa fare; il moro schioccò la lingua, combattuto. Infine sospirò, mandando al diavolo i propri dubbi.
-Tu vai avanti, io torno indietro ad aiutare- accennò, diretto all’amica, sicuro della propria decisione.
-Aspetta, è troppo rischioso, non puoi andare da solo!- urlò quasi la castana, disperata. –Lascia almeno che venga con te..- mormorò in seguito, terrorizzata all’idea di poterlo perdere.
-Non fare la bambina- rispose lui, freddo. –Ormai ho deciso. Ascoltami, vai avanti, ti raggiungo tra poco- disse, poi si voltò e corse via, schivando tutti quei fanti che tentarono di fermarlo; spinse e si fece largo tra tutti quelli che, invece, stavano solo fuggendo. Strinse i denti dalla rabbia notando che, a parte lui, nessun altro aveva pensato di andare ad aiutare i propri compagni rimasti indietro.
Appena vide spuntare il primo nemico, si mise in posizione d’attacco: scattò in avanti senza nemmeno pensarci, fece sparire il suo obiettivo con alcuni rapidi fendenti e schivò per poco un attacco da parte di un secondo nemico. Indietreggiò con un salto, ansimando.
‘Dannazione, questi non sono Shadow..’ pensò, impugnando meglio il proprio Keyblade: erano esseri bianchi, senza occhi e per bocca quella che sembrava una cerniera e avevano sulla testa uno strano simbolo nero. La loro mobilità e velocità era maggiore rispetto a quella di qualunque altro essere lui avesse mai visto.
-Shad!- urlò qualcuno vicino a lui; il moro si voltò, cercando con lo sguardo chi lo stesse chiamando, finché non vide un fante dai capelli castani, forse un po’ in disordine, che stava per avere la meglio su uno dei mostri.
-Nexen!- lo chiamò di rimando il ragazzo, correndo verso di lui; attaccò velocemente il nemico, che sparì.
-Ah, ti ricordi ancora il mio nome- accennò il diciassettenne, sorridendo. –Ma perché sei qui? Dovresti essere in mezzo a tutti gli altri assieme ad Angelica!-
-Ho sentito che qui c’era un po’ di confusione e sono venuto a dare una mano- spiegò lui, mentre l’altro ragazzo scattò in avanti, trafiggendo un altro mostro con la propria spada. -.. Ma forse non ne avevate bisogno- ammise poi, ridacchiando.
-Anche se le nostre Keyknife non falliscono mai- sospirò il castano, ruotando l’arma bianca, -ti garantisco che ci hai aiutati. Ti sono di nuovo debitore- concluse, facendo un piccolo inchino. –E adesso andiamocene, prima che arrivino degli altri Dusk- accennò, facendo segno anche agli altri fanti di seguirlo, per poi cominciare a percorrere di nuovo il corridoio. In poco tempo e con andatura spedita, riuscirono a raggiungere il gruppo: probabilmente avevano avuto anche loro delle difficoltà ed erano stati rallentati.
-Angelica starà bene?- domandò il soldato, preoccupato. Shad annuì senza pensarci due volte.
-Sembra debole, ma quando vuole sa tirare fuori tutto il proprio coraggio; se non fosse così, non sarebbe nemmeno riuscita a fuggire dalla propria casa, due giorni fa..- accennò; il compagno annuì, avendo capito.
-State in guardia!- urlò qualcuno e ci fu un piccolo coro di ‘Agli ordini’ sparso di qua e di là in risposta; in lontananza, qualcuno stava già combattendo.
-Ah, eccola!- esclamò Nexen, scattando in avanti. –Angelica!- la chiamò, toccandole una spalle, e lei si voltò, sorridendo, visibilmente sollevata.
-Nexen!- esclamò, sorpresa. –State tutti e due bene?- domandò subito dopo, guardandoli; annuirono e lei sospirò di sollievo.
-E tu?- chiese poi il moro.
-Sto bene anche io- accennò lei di rimando, sorridendo.
Alcuni dei soldati attorno a loro cominciarono allora a mostrare segni di preoccupazione: ancora non avevano visto nemmeno il minimo indizio sull’esistenza della via di fuga, come avrebbero fatto se non ci fosse stata veramente?
I commenti aumentarono, finché molti non si buttarono in battaglia per evitare di pensare a quell’eventualità.
-Via libera!- avvertirono finalmente i soldati in prima linea e ripresero ad avanzare, aumentando via via il passo. Il Keyblader si voltò indietro, temendo che quegli strani mostri potessero inseguirli: vide qualcosa di bianco in lontananza, ma non abbastanza chiaramente da poter essere sicuro.
La compagna gemette improvvisamente, incespicando; Nexen la prese prima che potesse cadere, mentre l’amico si voltò verso di lei.
-Cosa ti succede?- domandò il castano, preoccupato; la Custode tremava tra le sue braccia e tentava disperatamente di non chiudere gli occhi.
-Un’altra visione?- ipotizzò il moro, i sintomi sembravano quelli. Lei ansimò, con grande sforzo si rimise in piedi e con uno scatto fece apparire il Keyblade e trafisse un nemico alle loro spalle.
-Grazie al cielo.. l’ho visto..- gemette di nuovo, sentendosi stremata. I due ragazzi rimasero immobili per qualche secondo, confusi e stupiti, ma poi si precipitarono dalla ragazza.
-Stai bene?- le chiese il moro, guardandola; lei annuì, anche se sembrava non sarebbe riuscita a muovere un passo.
-A-andiamocene, prima che ne arrivino altri..- balbettò il fante e l’altro ragazzo si mostrò d’accordo; prese per mano l’amica e ricominciarono a correre il più velocemente possibile. Raggiunsero il gruppo quando questo si trovò fermo davanti ad un grosso muro nero.
-Uh..? Doveva esserci un’uscita, qui..- mormorò Nexen, tentando di ricordare la leggenda, ma erano mesi che non la leggeva, preso com’era stato dagli addestramenti e dalle ricerche nelle varie città. D’improvviso, però, si batté una mano sulla fronte, illuminandosi. –Le vostre armi!- esclamò, eccitato. I due ragazzi si guardarono, non capivano perché fosse così su di giri.. Da tutte le parti, altri soldati che avevano avuto la sua stessa intuizione continuavano a chiedere dei Prescelti e, non appena li ebbero trovati, li portarono davanti al grande muro; Nexen, che non aveva la minima intenzione di lasciarli soli, li seguì.
Tra le fila di fanti calò il silenzio totale: nessuno di loro osava fiatare, forse qualcuno tratteneva anche il respiro. Si poteva sentire chiaramente il rumore dell’acqua che scorreva nei tubi.
La castana arrossì, odiava essere così al centro dell’attenzione, mentre il suo compagno sospirò, non poteva fare altro che sopportare.
-Dovete alzare i Keyblade verso la porta, credo- accennò il castano. –Non so se dovrete pronunciare qualche formula, o qualcosa del genere- aggiunse in seguito; i due amici annuirono e si concentrarono sulle proprie armi. Shad alzò per primo la chiave verso il muro, illuminandone la punta; teneva gli occhi ben fissi sulla parete, impassibile e concentrato, ma non lasciò la mano alla propria compagna.
-Io qui ti invoco, o Luce- mormorò la ragazza, chiudendo gli occhi, -obbedisci a noi, tuoi padroni e guardiani dell’Equilibrio!- esclamò, mentre due fasci di luce partirono da entrambe le armi mistiche e colpirono il muro che si aprì a mostrare un piccolo portone bianco.
-E quello cos’era?- domandò il moro alla Keyblader, accigliato, mentre lei arrossì violentemente, abbassando lo sguardo e tentando di spiegare, ma al suo posto parlarono i fanti che, dopo aver riso per un po’ del piccolo litigio, si affrettarono a difendere la ragazza. Lei diventò ancora più rossa, ringraziandoli poi sottovoce.
-Andiamo!- ordinò il comandante del gruppetto, che rispose subito cominciando a correre attraverso l’uscita, trascinando con loro anche i tre compagni.
Si ritrovarono in un altro corridoio ancora, meno oscuro di quello di prima, ma capirono subito di essere finalmente usciti dalla società: poggiavano i piedi su un terreno dalla consistenza morbida, di certo non era fatto di ferro o quant’altro era utilizzato nella KSC, e dalle ‘pareti’ uscivano radici e foglie. La tensione si era un po’ allentata, nessuno era dell’idea che i nemici sarebbero riusciti a seguirli fino a quel punto. Corsero per un po’, sempre in salita, finché non uscirono finalmente all’esterno, nella foresta, probabilmente la stessa in cui erano stati portati i due Custodi la prima volta.
-Ah, finalmente!- esclamò una voce maschile, la voce di un uomo. –Temevo vi foste persi per strada!- rise, uscendo allo scoperto.
-Sight..- mormorò Angelica, sollevata, il suo compagno aveva ragione, stava bene. I fanti s’inchinarono davanti a lui in segno di rispetto e il terzetto li imitò.
-Felice di vedere che siete riusciti a fuggire- disse, tranquillo. –Ah, riposo, riposo- aggiunse poi; i soldati obbedirono. –Bisognerà camminare ancora per qualche chilometro, dobbiamo attraversare la città più vicina per poter usare gli elicotteri- spiegò, fece segno ai due Keyblader e a Nexen di stargli vicini e cominciarono la marcia.
-Sono contento di vederla, Superiore- disse il castano, facendo di nuovo un piccolo inchino.
-Grazie al cielo c’eri tu con loro due, Nexen, temevo potessero rimanere indietro- accennò l’uomo, sorridendo. Vedendo poi le espressioni perplesse dei due allievi, rise. –Lui è uno dei fanti migliori di tutta la società, nonostante la sua giovane età- spiegò, mentre il soldato arrossì. ‘Mi sembrava troppo strano che fosse riuscito a sconfiggere così facilmente quei mostri’ pensò il moro. ‘Forse potrà insegnarci qualcosa di più sul combattimento..’
Sight parlò poco durante il tragitto, sembrava molto occupato ad ascoltare alcune comunicazioni attraverso il suo auricolare, mentre i tre ragazzi chiacchierarono del più e del meno, evitando accuratamente gli argomenti più spinosi.
-Ah!- esclamò d’un tratto il castano, facendo spaventare l’amica. Alcuni suoi commilitoni si avvicinarono.
-Cosa succede, Nexen? Un nuovo graffio sulla tua Ken?- gli chiesero, scherzosi,  mentre lui ridacchiò.
-A quanto pare, è così- sospirò in seguito. –La luciderò meglio del solito, stasera, e vedrò se si può fare qualcosa..-
-Chi è Ken?- domandò il Shad, curioso.
-E’ la sua fidanzata!-
-Ma va, state zitti!- intervenne il fante, tentando di tappare la bocca ai compagni, ma senza successo; ridevano tutti, sembrava si stessero divertendo. –Ken è solo la mia Keyknife- rispose, indicando la spada che teneva legata alla cintola.
-Da quando è diventato fante, non si scolla da lei, quindi non statelo a sentire!- tornò alla carica il gruppetto. –Si è innamorato della propria arma!- cantilenarono, formando vari cuori con le mani. La castana rise.
-A terra!- urlò all’improvviso Sight, portando giù con sé i due Custodi: subito dopo, un elicottero passò in volo sopra di loro, fermandosi poco più in là, e cominciò a sparare contro qualcosa che non riuscirono a vedere. –Ci sono dei nemici nello spiazzo più avanti, rimanete in questa posizione fino al mio segnale- accennò il Superiore, diretto più ai due alunni che agli altri fanti: erano tutti uomini fidati ed intelligenti, li conosceva da anni, non avrebbero commesso errori.
Il moro si concentrò: riusciva a percepire la presenza di alcuni Heartless, ma non abbastanza chiaramente da essere d’aiuto. Nexen deglutì, tentando di capire se quell’elicottero fosse lì per difenderli o meno e, soprattutto, se fosse attrezzato contro gli attacchi di elemento oscuro: l’aveva provato lui stesso, essere sopra uno di quei velivoli e venir attaccati da un’Antima era la cosa peggiore che potesse capitare..
‘Dannazione, Nexen! Concentrati!’ si ordinò, tenendo una mano vicino all’elsa della spada.
Gli spari cessarono quasi subito, ma era probabile che il pilota avesse solo decimato i nemici in modo tale che loro potessero finire il lavoro da soli, ipotizzò sospirando il Superiore, facendo segno a tutti di alzarsi e di prendere le armi. Lui stesso fece apparire la propria spada-chiave e prese a correre attraverso la foresta.
Si ritrovarono in uno stretto sentiero sterrato dove ancora erano rimasti degli Shadow, sparsi di qua e di là lungo la via. Angelica singhiozzò, arretrando d’istinto di qualche passo: oltre ai nemici, erano presenti anche molti cadaveri riversi a terra e circondati dai mostriciattoli. Sight strinse i denti.
-Cosa ci facevano dei civili qui?!- tuonò, diretto all’auricolare, l’espressione adirata come mai prima d’ora. –Non mi interessa, Seeker, non dovevi lasciarli entrare nell’area!- urlò, poi chiuse la comunicazione e si lanciò all’assalto: con uno scatto trafisse uno Shadow, poi si abbassò improvvisamente per evitare un attacco e spazzò via i mostriciattoli vicino a lui. Un piccolo contingente si sparse per la stradina per cercare eventuali superstiti, mentre gli altri cominciarono ad aiutare il Superiore.
Shad toccò lievemente il braccio dell’amica rimasta sconvolta dall’accaduto e lei sussultò leggermente; prese un respiro profondo, per poi stringere la presa sulla propria chiave.
-Aspettate, non potete andare, è troppo pericoloso per voi!- tentò di fermarli il castano. –Non siete ancora pronti!-
L’altro giovane gli sorrise, conciliante.
-Non preoccuparti, possiamo affrontare tranquillamente una situazione del genere- accennò e, prima che l’amico potesse ribattere, partirono entrambi all’attacco.
Il Keyblader, agile, affrontava velocemente ogni nemico che gli si parava davanti, non si fermava nemmeno per un secondo; con un fendente laterale uccise due mostriciattoli, poi prese la rincorsa ed attaccò in salto un gruppetto isolato. Angelica rimase  poco più indietro: controllava spesso che la propria posizione fosse corretta e questo la rallentava non poco nei suoi movimenti che erano comunque abbastanza veloci e forti da sconfiggere gli esseri.
Si gettarono infine insieme sull’ultimo nemico, facendolo sparire. Sight li osservò per un attimo, soddisfatto, poi si diresse verso il primo gruppo di fanti.
-Ci sono sopravvissuti?-
-No, nessuno, Signore- rispose uno di quelli; l’uomo sospirò e fece segno a tutti di continuare a marciare nella stessa direzione di poco prima.
-Pensi ancora che non siamo pronti, Nexen?- gli chiese il Custode, un po’ spavaldo, mentre l’amica sorrise tristemente, non era esattamente una di quelle qualità di cui poter andare fieri..
-Siete passabili- rispose al sui posto l’uomo, che camminava davanti a loro. –Ma Shad, devi controllare sempre le tue posizioni, lasci scoperte e quindi vulnerabili troppe parti del tuo corpo; Angelica, devi essere più veloce, contro dei nemici di genere diverso saresti stata svantaggiata- accennò, facendo sbuffare il ragazzo e il fante loro amico rise della sua reazione.  –Ma come primo combattimento sul campo non è male-.
 
Arrivarono alla città che era già pomeriggio inoltrato. Tutta la compagnia era stremata per la marcia, anche se nessuno si lamentava. Non si erano fermati nemmeno una volta, forse avevano rallentato un po’ il passo due ore prima, ma niente di più. Forse anche il Superiore stesso, che si trovava in prima fila, risentiva della lunga camminata.
Si affacciò subito al burrone che permetteva i vedere il complesso urbano dall’alto e batté subito un pugno sulla pietra, imprecando.
-Maledizione.. gli Heartless ci hanno anticipati!- esclamò, arrabbiato con se stesso per quell’ennesimo errore; si alzò subito e corse verso il luogo, seguito immediatamente dal resto del gruppo. –Fanti, perlustrate la zona!- ordinò. I soldati prepararono le armi ed aumentarono il passo, superando il Superiore. –Shad, Angelica, voi due seguitemi, e Nexen, vieni con noi e tieni d’occhio loro due- aggiunse poi. I tre annuirono solamente, preparandosi ad eventuali attacchi. La città era stata invasa da poco tempo,  ancora c’erano persone che tentavano di resistere ed edifici che crollavano, facendo tremare la terra. Un contingente di soldati si fermò ad aiutare i superstiti e i feriti, mentre l’altra parte del piccolo esercito cercava possibili vie di fuga.
Il Superiore ricevette un messaggio vocale tramite il proprio auricolare; lo ascoltò subito ed infine annuì. Diede una rapida occhiata attorno a sé, poi cambiò direzione. –Sto arrivando-.
Si diressero subito verso un vecchio edificio nel centro della città, dove si trovavano anche alcuni fanti in tenuta blu,  probabilmente erano gli aiuti che erano stati inviati loro, pensò l’uomo, facendo per entrare nello stabile.
-Signore, pericolo!- tentò di fermarlo uno di questi prima che potesse farlo. –Ci sono dei Dusk, all’interno!-
-Non preoccuparti, siamo abbastanza da potercene occupare senza problemi- lo tranquillizzò, poi entrarono nel palazzo in rovina.
All’interno, si trovavano solamente macerie provenienti dai piani superiori ed alcuni corpi senza vita sepolti sotto di esse. L’uomo si fermò per un secondo, osservando con la coda dell’occhio la mano di uno di quelli: era adornata con un particolare anello dorato con sopra il disegno di una chiave. Sospirò.
-James Michael, comandante dell’Operazione Fuga..- mormorò Nexen, riconoscendolo. –Solo lui portava un anello come quello..-
Il Superiore annuì, poi s’incamminò verso il secondo piano senza dire una sola parola. Fortunatamente, le scale erano ancora integre, pensò il Custode, sospirando, ma il rumore di spade e gemiti attirò subito l’attenzione di tutti e quattro, portandoli a correre.
Alcuni fanti stavano combattendo contro degli esseri bianchi ed alti, che si agitavano come serpenti, strisciando da una parte all’altra della stanza per poi alzarsi ed attaccare i soldati.
-Cosa.. sono..?- mormorò Angelica, puntando la propria chiave davanti a sé.
-Si chiamano Dusk, una razza di Nobody, gusci vuoti lasciai dagli Heartless!- accennò Sight, correndo ad aiutare i sottoposti. L’allievo lo seguì immediatamente, menando subito un fendente contro il primo Nobody, riuscendo ad allontanarlo da un soldato in difficoltà; impugnò la spada con entrambe le mani, brandendola in verticale. Il nemico respinse l’attacco e il contraccolpo fece cadere a terra il moro, che gemette. La compagna gli si parò davanti, difendendolo dal colpo nemico successivo; spezzò la guardia del mostro e lo fece sparire con un fendente orizzontale.
-Grazie- accennò l’amico, rialzandosi, e si rimise in posizione d’offesa.
Sight si voltò di scatto, colpendo un nemico vicino a loro, che finì contro un muro; Nexen si gettò su di esso, sconfiggendolo.
I due nemici rimasti furono velocemente sconfitti dagli altri fanti.
-State tutti bene?- domandò loro il Superiore, ottenendo una risposta positiva; sospirò di sollievo, abbassando leggermente la propria arma. Angelica si guardò attorno: c’erano delle scale che portavano anche al terzo piano, ma vide delle crepe sul soffitto. ‘O è crollato il quarto piano, oppure..’ pensò, ma venne interrotta dall’apparizione di un grandissimo Darkside, che attaccò subito i fanti, gettandoli contro il muro. Nexen corse verso i commilitoni, mentre i due Prescelti partirono all’assalto.
Lo colpirono alle mani e alle braccia, tentando di farlo abbassare, ma quello non cedette; tentò invece di attraversare il pavimento con le mani, creando alcuni Shadow da esso. Il ragazzo arretrò subito con un salto, ma la sua compagna non fu abbastanza veloce: la parte di pavimento sotto di loro cedette improvvisamente, facendoli precipitare al piano inferiore. La castana urlò, spaventata, ma riuscì ad aggrapparsi all’ultimo secondo al bordo della piattaforma, gemendo per lo sforzo. Il Keyblader corse da lei, prendendola per un braccio.
-Ti tiro su io, stai tranquilla- tentò di calmarla, vedeva i suoi occhi marroni pieni di lacrime e di paura; lei annuì debolmente, non riusciva nemmeno a parlare. Si sforzò di sollevarsi di qualche centimetro, poi lui la prese e la riportò sul piano; fecero qualche passo per allontanarsi dalla parte ancora pericolosa, poi la castana cadde in ginocchio, tremando.
-Stai bene?- le domandò Sight, inginocchiandosi vicino a lei; l’allieva annuì, deglutendo.
-Ha dei tagli sui palmi- accennò il suo compagno, sospirando. Il Superiore prese delicatamente una mano della ragazza, voltandola: molti dei tagli erano poco più che graffi, mentre altre ferite erano un po’ più profonde. La Keyblader la ritirò con forza, abbassando lo sguardo, poi si alzò. Prese un respiro profondo ed evocò di nuovo la propria arma mistica.
-D-devo sconfiggerlo..- mormorò, la sua voce tremava ancora dallo spavento; i due mori si guardarono, preoccupati, ma Shad richiamò a sua volta il Keyblade.
-Andiamo- accennò e la compagna annuì. Prima che il Superiore potesse fermarli, presero la rincorsa e saltarono giù dal piano, attaccando in salto il Darkside, che urlò di dolore e cominciò ad agitare le braccia per colpire i due ragazzi, ma li mancò. Caddero tra le macerie, inciampando e rialzandosi subito, infine si rimisero in posizione d’offesa. La ragazza spiccò un salto, atterrando sopra il braccio sinistro del mostro, che tentò di scrollarsela di dosso, ma lei fu rapida e si aggrappò ad esso, poi con uno scatto raggiunse il voltò del mostro e lo attaccò. L’amico, intanto, distraeva l’Heartless colpendolo alle mani e al busto, ma i suoi attacchi non ebbero alcun effetto; strinse i denti, raggiungendo la compagna. Lo attaccarono insieme un’ultima volta, usando tutta la loro forza, facendo finalmente sparire per sempre il Darkside. Caddero di nuovo da qualche metro d’altezza, ma nessuno dei due si ferì.
Il ragazzo si sedette ansimando su un piccolo cumulo di macerie, mentre la ragazza rimase immobile, guardando con sguardo vacuo il posto dove fino a poco prima c’era stato il loro nemico. Il Superiore si affacciò, guardando di sotto e sospirando di sollievo.
-State bene?- domandò, alzando il tono della propria voce. L’allieva si voltò verso di lui ed annuì, sorridendo, mentre l’altro mostrò il pollice, soddisfatto del proprio lavoro.
-I fanti?- domandò la castana, preoccupata.
-Stanno bene, ma uno di loro ha perso l’uso delle gambe.. me lo caricherò sulle spalle- accennò, guardando dietro di sé per un secondo. –Non abbandonerò un mio soldato-.
-Siete stati grandi!- si sentì urlare subito dopo dal secondo piano; i due compagni sorrisero, riconoscendo la voce di Nexen.
-Ma se non ci hai nemmeno visti combattere!- rise Angelica, mentre l’amico si mostrò loro; rise anche lui, divertito. Sight tornò indietro, prese il fante ferito sulle spalle e cominciò a scendere le sale, seguito da Nexen e dagli altri soldati. Una volta che si ricongiunsero ai due Keyblader, uscirono dall’edificio.
 
-Aaron, dannazione, muoviti! Lloyd e il Direttore sono già fuggiti, cosa aspetti?!-
Nonostante l’avvertimento, l’uomo strinse i denti e continuò a combattere gli Heartless rimasti per le strade. Gli Shadow erano fin troppo deboli per resistere ai suoi attacchi, con un solo fendente riusciva ad eliminarne almeno una decina contemporaneamente. Ma quando vide che anche gli edifici tra cui si trovava cominciavano a cedere, si arrese alle insistenze del pilota e salì sull’elicottero, che subito dopo si alzò in volo.
Pochi secondi dopo, l’intera città fu distrutta.
Rimase solo un cumulo di detriti.
 
I fanti mandati in ricognizione non avevano trovato nessun altro oltre a quel piccolo gruppetto di cinque elementi che si era fermato al di fuori del palazzo dove era morto il Comandante dell’Operazione Fuga, il loro Comandante, più quei pochi fanti che erano rimasti bloccati al secondo piano, salvati dal Superiore. Perciò avevano deciso di riprendere la via della foresta, in attesa di ricevere aggiornamenti.
Ma erano passate ore e ancora non sapevano ancora nulla.
Angelica gemette, portandosi le mai chiuse a pugno al petto: i tagli cominciavano a dolerle e non aveva nemmeno qualcosa con cui fasciarli.. Sospirò.
I suoi due compagni le lanciarono una rapida occhiata, preoccupati, ma sapevano che sarebbe stato inutile chiederle di nuovo come stesse, avrebbe sicuramente mentito di nuovo.
Il sole era tramontato da poco, la temperatura si stava abbassando molto velocemente: dovevano trovare subito le truppe ausiliarie oppure un rifugio che fosse abbastanza sicuro, pensò Sight, ma in mezzo alla foresta non era certo un’impresa da poco.
All’improvviso gli parve di sentire un rumore in lontananza; ordinò all’intero gruppo di fermarsi e di nascondersi, sospettoso. ‘Non possono essere Heartless..’ pensò, tentando di intuire.
<< Signore, finalmente vi abbiamo trovati! >> esclamò qualcuno tramite il suo auricolare.
-Wright..?- domandò il Superiore, stupito. –Dove siete?-
<< Sì, Signore, sono io! Stiamo per atterrare ad un chilometro da voi, in uno spiazzo libero dalle piante. >> rispose. L’uomo ringraziò.
-Il velivolo della società è poco più avanti: tra pochi minuti potrete riposare- comunicò al gruppo, che emise un sospiro di sollievo generale. Corsero per quella poca distanza che li separava dagli aiuti e finalmente si ritrovarono in una vasta radura, dove era atterrato con successo un grande aereo da cargo che sicuramente sarebbe stato abbastanza spazioso da poter portare tutti loro.
Il portellone si aprì, mostrando un uomo, forse più giovane del Superiore, con lunghi capelli biondi e lisci ed occhi azzurri freddi come il ghiaccio, che scrutò tutto il gruppo fino a quando non trovò i due Custodi. Poi rivolse lo sguardo al proprio collega.
-Sight- lo salutò, la sua voce era piatta e priva d’espressione.
-Lloyd- ricambiò il moro.
-Sono quelli i pivelli che possiedono il Keyblade?- domandò ed il commilitone, sospirando, annuì. Non dicendo altro, il biondo fece segno a tutti di entrare nel velivolo, sparendo poi al suo interno.
 
 
Angolo dell’Autrice:
*si costruisce una barricata per prevenire lancio di oggetti* Sì, lo so, sono tremendamente in ritardo (praticamente, ho impiegato di nuovo due mesi per scrivere queste pagine ç___ç), vi chiedo scusa. Ma tra impegni scolastici e non, è davvero poco il tempo che riesco ad impiegare per scrivere..
Parlando del capitolo, devo dire di non essere per niente soddisfatta di com’è venuto fuori ^^” Trattandosi di un capitolo importante, speravo di riuscire a farlo meglio, ma questo è stato il mio massimo.. Cercherò di rimediare con il prossimo capitolo, tentando anche di non metterci di nuovo così tanto >.<
 
Shyar
   
 
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