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Autore: Zomi    30/11/2012    7 recensioni
Pazienza, pazienza, pazienza…
La Pazienza governa la carne, rafforza lo spirito, addolcisce il temperamento, estingue l’invidia, sottomette l’orgoglio, imbriglia la lingua, trattiene la mano, doma la tentazione, sopporta il dolore, ma…
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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…MA NON TOLLERA I ROMPI COGLIONI!!!! 

 

Liberò un secco gemito di piacere, gettando il capo all’indietro, sentendo le sue piccole mani diafane calargli la camicia a righe bianche e rosse dalle spalle, mentre gli succhiava il collo con veemenza. Vide, con la coda dell’occhio, l’indumento cadere a terra in un lento fruscio sordo, ammucchiandosi ai suoi piedi.
Con un ghigno, ascoltò il brusio del suo abito ammutolirsi, sogghignando del fatto che nei suoi sogni, l’unico suono che lo assordava, era prodotto dall’elettricità che sfavillava tra i loro corpi, e non dai vestiti che riusciva a toglierle con ferocia.
Ergo, quello non era un sogno.
Ruggì eccitato Zoro, prendendola per i fianchi e alzandola da terra, addossandola alla parete del suo studio, riprendendo a baciarla con furia sulle labbra, dalle quali difficilmente riusciva ormai a staccarsi. La rossa gemette, abbracciandolo per il collo e accerchiandogli la vita con le gambe, intensificando il bacio e strattonandogli qualche piccolo ciuffo di capelli verdognoli, trattenendosi dall’urlare di piacere. Addentrò con precisione tra le labbra dello spadaccino con la lingua, coinvolgendolo con fervore in un bacio passionale ed erotico, che fece aizzare la pelle su tutto il corpo del verde.
Con impeto, Zoro la schiacciò con maggior lussuria contro la parete, reggendola con un braccio sotto le natiche, mentre con la mano libera andava ad alzarle la minigonna in jeans, cercando a tentoni le sue mutandine, ansimando contro la sua delicata gola, sentendola strofinare il capo sul suo, in un chiaro segno di fusa. La strinse con maggior forza, baciandole il collo, mentre Nami gli accarezzava la nuca tesa per l’eccitazione, mentre lo baciava dolcemente sulle tempie, reggendosi a lui per la vita, sorridendo nel sentirlo muoversi verso il divanetto del suo studio, allontanandosi dalla parete su cui la bloccava.
Il ragazzo la fece sedere, con un leggero tonfo, sull’imbottitura rossa del sofà, che dava le spalle alla porta d’entrata della cabina, sogghignando nel vederla sorridergli vogliosa.
Si sedette accanto a lei, abbracciandola per la vita, permettendole così di avvinghiarsi a lui per le spalle e riprendere a baciarsi con foga. Arricciò le labbra compiaciuto, sentendo la lingua d Nami riempirgli il palato con il suo delicato sapore di mandarino, e si avvicinò maggiormente al corpo della navigatrice, scivolando sul velluto del divano, fino a far cozzare tra loro i bacini.
Con mani calde e sicure, scese a palmi aperti lungo i fianchi di lei lentamente, facendola fremere di piacere. Nami incurvò la schiena contro di lui, appiattendo il seno sul petto nudo del samurai, strusciando appena la sua pelle chiara, che sporgeva dalla scolatura della camicetta, sui muscoli guizzanti d’eccitazione del ragazzo.
Zoro ghignò apertamente, facendo scorrere più velocemente le sue mani al di sotto della gonnellina della rossa,  iniziando ad accarezzarle le cosce con tocco vorace.
Risalì con la punta delle dita la curva esterna della gamba, facendola rabbrividire di piacere, solleticandola sul dorso e facendola gemere contro le sue labbra, mentre ancora si baciavano.
Stuzzicato dalla morbidezza e dal candore della sua pelle, infossò le mani tra le sue gambe, aprendole con desiderio e sollevando quella destra, posta verso l’esterno del divano, portandola sopra alle sue, dove iniziò ad accarezzarla per tutta la sua sensuale lunghezza. Lambì le cosce nella parte interna, sfiorando con le dita ruvide e scure la pelle elettrizzata della navigatrice, avvicinandosi sempre più alle sue mutandine rosa, che ormai poteva intravedere perfettamente, dato che aveva alzato del tutto la gonna della rossa oltre il bacino.
Con l’occhio sano rivolto alle sue mani, e la bocca rapita nel bacio, Zoro ringhiò eccitato, spingendosi sempre più vicino alla ragazza e al suo copro, bramandola più dell’aria che respirava. La voleva, la voleva con ogni sua fibra e  molecola.
Con una spinta, sovrastò Nami, allungandosi su di lei, cedendo del tutto ai desideri della sua carne.
Una risatina lussuriosa increspò le labbra di Nami, che indietreggiò con la schiena sul bracciolo del divano, spinta dal busto di Zoro che ringhiò smanioso, mentre spingeva contro il cavallo di lei la sua erezione accentuata.

 
E la pazienza non governò più la carne…

 
La navigatrice lo accolse tra le sue braccia, abbracciandolo per le spalle e portandoselo sul petto, dove lo spadaccino iniziò a baciarla. Con le sue labbra sottili e ricurve in un ghigno diabolico, cominciò a sbottonarle la camicetta lilla, aprendola sul florido petto.
Aumentò l’intensità dei baci, facendoli scivolare sulla scolatura sempre maggiore, posandoli sulle curve rigonfie e mugugnando per il piacere di assaggiare la dolcezza della pelle della cartografa.
Nami incurvò la schiena contro il viso del verde, facendolo sprofondare maggiormente tra i suoi seni e accarezzandogli i capelli. Ansimava a corto di fiato per l’emozione di vivere il sogno che troppo spesso aveva sperimentato in innumerevoli notti calde ed erotiche, eccitandosi e bagnandosi indecentemente.
Finalmente Zoro era lì, su di lei, a sfiorarla e baciarla con impeto, assecondando ogni suo più peccaminoso desiderio carnale.
-Ahhh…- gemette, abbassando lo sguardo sul capo di Zoro che si stava strusciando sul petto, stringendo a coppa entrambi i suoi seni nelle mani, premendo tra le dita i capezzoli turgidi che si facevano notare, spingendo contro il tessuto della camicia e del reggiseno rialzandoli, generando in lei un piacere profondo e infinito, che la scaldava nel centro di lei, propagandosi in mille ramificazioni nel suo corpo, infiammandola.
Abbandonò la chioma ribelle sul supporto del sofà, ansimando alle carezze del ragazzo, che continuava a spogliarla con i suoi baci. La rossa si sentiva già nuda, senza alcuna protezione o difesa, sotto al tocco deciso ma leggero di Zoro, come se la stesse delicatamente, fin da quel momento, facendo sua, sfiorandola non solo sulla pelle ma anche dentro lo spirito, che non scalpitava più d’orgoglio e testardaggine, bruciando di un amore segreto e trattenuto, forte della suo ego, ma si lasciva esplodere di piacere, permettendo al verde, e a se stessa, di amarsi completamente.

 
…non rafforzò più lo spirito…

 
Le candide gambe della cartografa tornarono ad accerchiare il samurai per la vita, costringendolo a montarle completamente sopra e a stendersi anche lui sul divano.
Maliziosamente, Zoro spostò le calde mani dai seni di Nami sui suoi fianchi, stringendoli e alzandosi lievemente dalle curve della ragazza, volgendole un diabolico ghigno. Puntato con le braccia sul suo corpo, iniziò a strusciare violentemente il bacino ancora vestito contro l’intimità semi scoperta della rossa, sfregando maggiormente la sua erezione sulle mutandine rosa, umide degli umori della rossa.
-Naahhh… s-smett… mmhhhh… s-smettila…- si lamentava Nami, posando le mani sulle spalle tese di lui, reggendosi e rispondendo alle spinte controbattendole con il bacino, ansimando in un finto capriccio.
-Smettere?- ghignò Zoro, sbottonandole anche gli ultimi bottoni della camicia, aprendola sul florido petto di lei e mettendo in bella mostra il reggi petto rosa, che si alzava e abbassava affannatamene a causa dell’ansimare irregolare della ragazza.
-A me pare che vuoi che continui…- le prese le cosce e le allargò maggiormente, puntando il suo membro tra di esse e schiacciandolo su di lei, facendola gridacchiare e buttare il capo all’indietro sul bracciolo del divano, mentre le sue mani lo graffiavano passionalmente sulle spalle, perse nel piacere.
-Allora? Vuoi che smetta?- chiese demoniaco, ridacchiando in risposta alla rossa, che lo fulminò con lo sguardo accigliata per la sua cattiveria.
-Do-dovresti essere più dolce, in certe occasioni...- gli ricordò, togliendosi di torno la camicia, e sfilandosi i tacchi.
Lo spadaccino ghignò compiaciuto, stendendosi sopra di lei e abbracciandola per la vita. La baciò castamente sulle labbra, sfiorandole appena la pelle sulla schiena nuda e ritraendo l’erezione dal suo cavallo, frenando la sua lussuria incandescente.
Si stava improvvisamente trattenendo, anche troppo, per i gusti di Nami.
-Dolce così va bene?- sussurrò languido, accarezzandole il capo e ritraendosi da lei, allontanando il suo calore. Nami rabbrividì e lo ritrasse a se aggrappandosi a lui per il collo.
-No!!!!- urlò buttandosi contro e facendolo stendere sull’altro lato del divano –Torna… torna…- cercò la parola giusta -… torna piccante… e non smettere!!!-
Zoro sogghignò, afferrandola per il sedere e baciandola con foga, strozzandola quasi con la lingua.
-Lo sapevo…- ridacchiò malefico, annullando ogni più minima traccia della sua dolcezza, se mai ce ne fosse stata in lui.

 
…non addolcì il temperamento …

 
Al caldo sopra al petto del verde, Nami riprese a baciarlo, posando le mani sulle sue possenti braccia.
Lo sentiva fremere di una strana eccitazione febbricitante, che lo scuoteva nel profondo, nemmeno che con le sue carezze gli sfiorasse l’anima.
Risalì con i palmi aperti sui bicipiti contratti nell’abbracciarla per la vita, sfiorandolo con la sola punta delle dita sulla gola palpitante, e scendere infine, lentamente e appena posano le dita sulla pelle, sul busto.
Allargò le dita sul torace, accarezzandogli i pettorali e sentendo i suoi capezzoli scuri eccitarsi al suo leggiadro tocco. Spostò i baci dalle labbra dello spadaccino al resto del viso, avvicinandosi alla lunga cicatrice dell’occhio sinistro. La bagnò delicatamente con un bacio, facendo tremare Zoro di un ghigno soddisfatto, mentre la stringeva al petto grato di quella cura tanto bramata.
Con le mani discese fin sugli addominali, Nami continuò a baciare morbidamente la ferita del compagno, ricucendola a modo suo con tutto il suo affetto. Sentiva il verde mugugnare di piacere sotto ai suoi baci, diviso dalla goduria con cui le sue labbra lo lambivano e il tocco delicato e peccaminoso della navigatrice che lo sfiorava sul busto.
Le sue esili e malandrine dita, incendiavano ogni cicatrice in cui incappavano, ridisegnandola e levigandone la dura pelle chiara che la segnava. Guidata da quelle tracce scure del passato di Zoro, la rossa scese lentamente fino al termine del costato, sfiorando la cintura dei pantaloni.
La seguì fino al lato destro del ragazzo, dove percepì un taglio netto e marcato, che tranciava in due la pelle bronzea, ferendola gravemente. Piano, con delicatezza e cura, le dita della sua piccola mano risalirono lungo quell’appendice invecchiata, tracciandola nella sua risaputa rotta, che l’avrebbe condotta fino alla spalla sinistra del ragazzo.
Premette con maggior decisione le labbra sull’occhio cieco, Nami, odiando profondamente l’uomo che aveva così brutalmente segnato la sua ragione di vita, il suo buzzurro adorato, ferendo non solo lui ma anche lei, nel profondo della sua anima.
-Nami…- sentì mugugnare di piacere Zoro, scosso dal suo tocco, e rapida andò a baciarlo nuovamente sulle labbra, accerchiandogli il viso con le mani, rassicurandolo che più nessuno avrebbe osato toccarlo. Ora c’era lei accanto a lui, a proteggerlo.
A fior di labbra, scese sul Pomo d’Adamo, inumidendolo di baci, raggiungendo lussuriosa la punta sbiadita della profonda cicatrice che sfregiava il suo petto, iniziando a baciarla con decisione, bramosa di cancellarla.
Una mano leggera dello spadaccino l’accarezzava tra i capelli, mentre lei scendeva lungo il suo torace, ricucendo quel taglio mortale e sentendo, dentro di lei, aumentare a dismisura l’odio verso Mihawk. Avrebbe pagato caro quell’affronto orribile, e anche tutte le altre cicatrici con cui si era divertito a marcare il suo buzzurro. Un brivido freddo le attraversò la schiena nuda, sotto alla carezza di Zoro, riconoscendo chiaramente una ferita che gli tranciava di netto il palmo della mano che la toccava.
Quante, quante erano quelle maledette cicatrici che lo segnavano?
Venti? Trenta? Cento?
Lo baciò con maggior passione sul busto, ricoprendo ogni più minimo taglio con le labbra, numerando i baci e non le lesioni, sovrastando il crescente rancore verso Occhi di Falco con la certezza che avrebbe avuto ciò che si meritava, sia da lei, che da Zoro, quando l’avrebbe sconfitto nel loro ultimo scontro. Baciò ancora la cicatrice che accecava il verde, premendo con forza le labbra sui punti scuri della ferita, e facendolo mugugnare deliziato.
L’odio si spense rapidamente, a quel suono di piacere intenso, scontrandosi con il crescente desiderio di entrambi di amarsi.
Nuovamente le loro labbra si intrecciarono vogliose…

 
…non spense più il rancore…
 

Con mezzo sorriso, Nami si mise a cavalcioni sulle gambe di Zoro, aprendogli i pantaloni e iniziando a filarglieli.
Il verde alzò lievemente il bacino, aiutandola nel denudarlo, mentre le cingeva i fianchi sbottonandole la gonna, che frusciò scivolandole giù per le gambe piegate, ammucchiandosi contro i suoi boxer scuri e tesi per l’organo eccitato che nascondevano. Nami ridacchiò, alzandosi dal divano e togliendosi di torno la gonnellina, sfilando totalmente braghe e scarpe al samurai.
-Questi li togliamo che non servono…- soffiò sensuale, tornando a montare il verde e riprendendo a baciarlo sul petto.
Giunse a sfiorare con le labbra l’elastico teso dei boxer, che iniziò a inumidire di baci, leccando lussuriosamente la pelle che sporgeva dal tessuto, facendola drizzare eccitata. Portò una mano a coppa sul rigonfiamento del cavallo, baciando l’ombelico del giovane e premendo con forza l’organo teso.
-Mmmhh… che abbiamo qui?- sorrise malandrina, alzando lo sguardo sul viso di Zoro, ghignante e ansimante per l’emozione.
-Scoprilo, no? …mocciosa…- la punzecchiò, portando una mano su quella della rossa e spingendola ad abbassargli l’intimo.
Nami arrossì, puntando gli occhi sul pube del verde che affiorava oltre i boxer, trattenendo il respiro e cercando di non fargli notare il fremito della sua mano. Distolse lo sguardo, presa dall’imbarazzo, permettendo così a Zoro di allentare la presa sul suo polso e di ghignarle apertamente in faccia, prima di alzarsi a sedere e stringerla al petto, portando le mani sulla sua schiena a slacciarle il reggi petto, che cadde, inerme e grato al verde, tra di loro.
-Maledetto!! L’hai fatto apposta!!!- abbozzò mezzo broncio Nami, coprendosi appena con le mani le cime dei seni, per poi denudarli nuovamente e sorridere sornione allo sguardo allibito del verde, che la fissava scioccato il petto.
-Che c’è buzzurro?- gli si fece più vicino, abbracciandolo per il collo e schiacciando, apposta, i capezzoli turgidi contro di lui –Non hai mia visto una donna nuda?-
L’occhio sano del samurai si dilatò maggiormente, non spostandosi minimamente dal seno della rossa su cui era paralizzato. Non aveva mai visto niente di più armonioso e bello.
La pelle era così candida e morbida da sembrare neve, fresca ma non fredda, giusta per ritemprarlo dal calore eccessivo che lo stava cocendo da dentro, ma anche così dannatamente calorosa, da bruciarlo al contatto. Le curve si modellavano a meraviglia sul suo petto, alzandosi e abbassandosi, come se fossero state disegnate da un pittore di fama mondiale. E il dolce profumo di mandarino che si alzava da quei seni paradisiaci?
Non c’erano parole per descriverlo, solo gemiti e ansimi che gli grattava in gola, per il piacere che provava nel sentirlo così vicino a lui, accattivante e lussurioso, lambendolo e strusciandosi come un gatto su di lui. Deglutì a vuoto, abbracciandola per la vita mentre lei lo baciava sul viso, sussurrandogli parole dolci e supplichevoli di farla sua, mentre smuoveva i suoi seni contro il suo petto.
Zoro si sentiva in paradiso, totalmente immerso in una nuvola al profumo di mandarino, morbida come panna e rossa come i capelli della sua mocciosa, che ora lo implorava di amarla. Non seppe il perchè, ma si ricordò improvvisamente di un commento del cuoco, di qualche giorno addietro, in cui aveva paragonato Nami ad una spuma al mandarino, leggera e dolce, di una torta.
La gelosia crebbe in lui, montata a neve come panna al ricordo, risentendosi nelle orecchie la stridula voce da casanova del biondo cinguettare quanto la “sua ” Nami fosse bella e decisamente morbida, dalla pelle candida e delicata come un fiore di mandarino, e che mai nessuna altra sarebbe stata bella quanto la “sua” Dea ramata.
Dannato!!!
Nami era SUA, non del cuoco, e nessuno poteva anche solo sognare la sua morbidezza o dolcezza: solo lui.
Con un ringhio bramoso, si buttò a capofitto sul petto di lei, baciandolo e affondando nuovamente il volto tra quelle due meraviglie rosee, affogando in esse e leccandole come fossero state di crema. Fece gridare Nami di piacere, stendendola sul divano e accarezzandola su tutto il corpo, annegando di piacere nel sentire il tocco leggero della rossa calargli i boxer neri e ansimargli nell’orecchio mentre lo sfiorava ovunque, baciandolo con foga e facendogli assaporare il suo sapore di mandarino e la morbidezza della sua pelle. Zoro strinse con forza il corpo caldo di lei sul suo, strusciandosi contro le umide mutandine che ancora la vestivano, baciandola sul collo.
“Alla faccia del cuocastro…” non riuscì a trattenersi dal pensare, mentre le sfilava con entrambe le mani gli slip fradici
.

 
…non estinse oltre l’invidia…

 
L’esile slip rosa cadde a terra senza protestare, ammucchiandosi sopra ai boxer neri dello spadaccino. Nami si alzò col busto, puntandosi con i gomiti sul materasso del divano, lasciandosi osservare da Zoro, teso sopra di lei.
Lo vedeva fissarla rapito, l’occhio luccicare di felicità ed eccitazione, le labbra umide dei suoi baci. Il verde le si avvicinò al collo, baciandolo a stampo, scendendo dalla gola verso il petto, segnando ogni centimetro di pelle della rosso con la bocca, succhiandola qua e là.
Nami si beava di tutti quei baci, orgogliosa che anche lui gemesse di piacere nel sfiorarla. Iniziò ad ansimare più pesantemente, avvertendo i baci farsi più marcati e peccaminosi, avvicinandosi alle cime dei seni, che vennero succhiate dalle labbra del verde.
Gettò il capo all’indietro, aprendo le labbra liberando piccoli gemiti di godimento, muovendo il bacino contro l’erezione di lui, eccitandosi sempre più. Zoro continuò a baciarla sul petto, compiaciuto di farla gridacchiare a quel modo sublime e maledettamente lussurioso, prima di scendere sul ventre e inumidirlo con la lingua.
-Oh Zoro…- ansimò la rossa, rapita dai baci e afona per l’emozione -… ti… ti amo… ti amo…-
Parlava tra un respiro e l’altro, ansando e alternando i gemiti alle parole, che diminuivano alla riduzione di pelle che separava la bocca dello spadaccino alla sua intimità.  Ma lei voleva che lui sentisse ancora la sua voce, ancora quelle meravigliose parole. Che le ascoltasse anche nel momento in cui l’avrebbe fatta sua, ricordandosi ora e sempre che lo amava.
Nami era orgogliosa di quelle semplici due parole.
Era fiera di amare un uomo tanto onesto e forte, così ligio ai suoi ideali da farla arrossire per l’integrità del suo cuore, che le aveva affidato, amandola.
-Ti amo… ti amo… ti amo…- ripeteva sempre più a corto di fiato, mentre le labbra di Zoro sfioravano la pelle del suo  grembo -… ti amo… ti amo…-
Le parole le si strozzavano in gola per l’eccitazione, ma voleva che lui le sentisse ancora. Voleva che sapesse che non avrebbe più sottomesso la sua lingua con cui gli prometteva tutta se stessa, che dichiarava di amarlo con un orgoglio estremo e liberatorio, libero di essere vissuto con il loro amore.
-Ti amo…- urlò in un gemito languido e dolce, nell’esatto momento in cui lui le baciò il cavallo introducendo la lingua tra le sue labbra, sorridendo fiera del suo amore.

 
…non sottomise l’orgoglio…
 

Zoro la baciò sull’intimità, spingendo la lingua dentro di lei e facendola gridare di piacere. Succhiò goloso i suoi umori, aggrappandosi a mani piene sulle cosce frementi per la sua audacia, e mordicchiando voglioso le rosee labbra dilatate del sesso della navigatrice.
-Aaahhh… Z-zoro… aaaahhhh…-
Ghignò compiaciuto dei gemiti che le provocava, e preso dalla bramosia, tornò a baciarla sulla bocca con frenesia, accarezzandole l’intimità e ghignando mentre l’attirava a se, per possederla.
Gli veniva da ridere, a ripensare come la situazione fosse degenerata in soli pochi minuti, trasformando un semplice pomeriggio di navigazione nel suo sogno proibito di amore. Accidenti, tutti i loro Nakama erano sul ponte a giocare e a godersi la frescura del mare, alleviandosi dal calore del sole, e loro due invece se ne stavano avvinghiati tra loro, sudaticci e bollenti a fare l’amore. E tutto perchè non era più riuscito a trattenere la sua lingua.
Stava camminando sul corridoio interno della Sunny, pensando ai fatti suoi, quando era passato davanti allo studio di Nami e vi aveva buttato dentro un’occhiata.
Lei era lì, arrampicata sulla sua scrivania, intenta a rimettere a posto un librone enorme sopra una mensola, allungandosi nella sua meravigliosa figura femminile.
Le sue gambe, sotto l’esile gonna, si protendevano verso l’alto, slanciando il corpo della rossa e invitando l’occhio a seguirle fin sotto la minigonna, per indugiare poi sul bel fondo schiena sodo e andare oltre, correndo su per la schiena protratta nell’alzarsi, e ricoperta da una cascata di ricci di brace, che ondeggiavano allegri, brillando di mille riflessi arancione, mossi dai raggi del sole che filtravano dall’oblò dello studio.
-Buzzurro…- si era accorta di lui, Nami, notandolo addossato a braccia conserte sullo stipite della porta, tutto ghignate e perso a fissarla –Che fai?-
-Ti guardo…- le aveva risposto candidamente, leccandosi le labbra guardandola in viso.
-E perchè fai quella faccia?- ridacchiò al suo occhio brillante di desiderio e al ghigno compiaciuto di ciò che vedeva.
-Perché mi piace ciò che vedo…- era avanzato verso di lei, approfittando del suo imbarazzo momentaneo e abbracciandola per la vita, soffiandole nell’orecchio -… anzi, amo ciò che vedo…-
Nami era arrossita ancor di più, sorridendo smagliante alla dichiarazione, incredula che finalmente lo spadaccino sciogliesse la propria lingua, rivelandole i suoi sentimenti.
-Anch’io amo ciò che vedo…- aveva alzato gli occhi su di lui, sorridendo al suo ghigno e alzandosi sulle punte per baciarlo. Subito, le loro lingue, usate così spesso per ferirsi nelle loro scaramucce, e incapaci di tanta tenerezza tra loro, si sfiorarono incerte, incredule del loro incontro, per poi assaporarsi meglio e legarsi in una danza frenetica di parole mai dette e sentimenti, che espressi a voce, avrebbero perso il loro reale peso d’amore.

 
…non imbrigliò oltre la lingua…
 

Nami divaricò le gambe per far spazio al samurai, abbracciandolo per il collo e non staccando le labbra dalle sue. Lo lasciò scivolare tra le sue cosce, accarezzandole dolcemente il fianco mentre calibrava le forze per possederla. Si puntò sul bracciolo con entrambe le mani, reggendosi sopra di lei per non pesarle sul corpo, mentre smuoveva le gambe per darsi largo.
Piano, baciandola sul viso per rassicurarla, entrò in lei, strappandole un leggero gemito d’incredulità per la sua delicatezza. Aspettò che il suo ventre si abituasse a lui, alla sua intrusione, prima di iniziare spingere. Si mosse sulle gambe, affondando in lei, continuando a fissarla negli occhi e baciarla sulle labbra con leggeri soffi, gemendo all’unisono con il suo ansimare. Nami era sopraffatta da tutte le emozioni che provava: gioia, piacere, amore, euforia, calore, appagamento…
Si strinse alle spalle del ragazzo, biasciando esili baci sulla pelle sotto l’orecchio del ragazzo, ansiamondogli proprio sotto al padiglione, soffiando lussuriosa e bramosa di sentirlo ancor di più. Ma c’era una cosa che desiderava maggiormente.
Boccheggiando, sciolse la presa di un braccio, e cercò, a lato del capo, immersa tra le onde di fuoco dei suoi crini, una mano di Zoro, che strinse con forza, suggellando la loro unione non solo corporea ma anche spirituale. Lo spadaccino strinse a sua volta le dita della ragazza tra le sue, chiudendo di scatto gli occhi per una spinta più profonda e piacevole, che fu accompagnata da una spinta del bacino della rossa, che si avvicinò a lui, aumentando la penetrazione. Il palmo fresco e sicuro della cartografa si unì a quello caldo e accogliete del samurai, stringendo la presa che legava le loro dita, stringendosi e fondendosi, proprio come i loro corpi e le loro anime, stavano facendo in quell’istante.

 
…non trattenne ulteriormente la mano…

 
Nami gemette acutamente, raggiungendo un primo orgasmo.
La sua chioma ribelle sussultò sul bracciolo del divano, e il suo collo si tese all’indietro, mentre le labbra liberavano un suono paradisiaco e liberatorio, proveniente direttamente dall’animo della giovane, che strinse maggiormente la mano a quella del verde, graffiandolo con l’altra sulla schiena per l’eccessivo piacere.
-Zoro!!!- gridò il suo nome, spalancando gli occhi sul suo viso sudato per lo sforzo, sorridendogli animata.
Lo spadaccino continuò a spingere in lei, fissando la gola candida e fresca della rossa, che palpitava sotto di lui, ansimando e partecipando all’atto d’amore. Quel collo così puro, diafano, meravigliosamente liscio e fresco, lo eccitò terribilmente, costringendolo ad introfularsi più in profondità nel corpo della rossa, scoprendo luoghi e sensazioni del suo, e della compagna corpo, che mai avrebbe sognato di provare. Con impeto e incontrollabile desiderio, si gettò sulla gola di Nami, succhiandola e leccandola energicamente, mordendola con le punte dei canini e strappandole gemiti acuti e di compiacimento. Succhiò con forza la pelle, fino ad arrossarla e a lasciare un cerchietto violaceo in bella vista sul candore dell’epidermide.
-C-così lo vedranno t-tutti…- ansimò lei, protestando esilmente, mentre si lasciava guidare dall’amante in un mondo di soli piaceri.
-Non m’importa…- la baciò sulle labbra, ghignando -… voglio che-che lo sappiano… non voglio più trattenere il desiderio di se-sentirti mia…- gettò il capo all’indietro sentendo l’orgasmo sempre più vicino -… non domerò più la tentazione di amarti…- alzò gli occhi su di lei, sorridendole con le labbra sghembe -… sei mia e voglio che lo sii sempre…-
Con le parole, oltre un bacio intenso da parte della cartografa, Zoro ricevette anche un orgasmo meraviglioso, che gli permise di sfiorare il paradiso e viverlo pienamente, svuotandosi nella sua donna e sentendola gemere per un secondo amplesso, più sensuale e smanioso del precedente, ma allo stesso modo dolce per entrambi.

 
…non domò più la tentazione…

 
Uscì da lei delicatamente, scivolando tra gli umori dei loro sessi.
Il calore dei loro corpi ancora lo scaldava, ritemprandolo della fatica e cullandolo ancora nel ricordo delle sensazioni dell’atto d’amore, che gli inondavano le vene.
Si sdraiò contro lo schienale del divano, abbracciando Nami per le spalle e avvicinandola per baciarla ancora, mentre le sue piccole mani lo accarezzavano sul viso, alternando i baci ai tocchi delicati.
-Mmmhhh… ti voglio ancora…- mugugnò Nami, strattonandolo per le spalle sopra di lei.
Il samurai le sorrise, osservandola attratto dal suo viso: le gote erano ancora rosse per l’afflusso di calore e sangue al viso, piccole goccioline di sudore le imperlavano la fronte, le labbra, socchiuse e lucide, bramavano altri baci, e gli occhi, quei bellissimi occhi color cioccolato, non vedevano che lui.
Ghignò, baciandola a fior di labbra.
- Lo speravo…- ghignò lui, strusciandosi sul suo petto florido e caldo, ricominciando a scoprire nuovamente il suo corpo.
-Ma non ti serve un po’ di tempo per… ecco… ricaricarti?- alzò un sopracciglio maliziosa, notando di già la maggior sensibilità del membro del compagno.
-Sono Roronoa Zoro, io…- le ricordò con un ghigno, indicandosi il petto con un pollice alzato -… non ho bisogno di ricaricarmi: sono sempre carico… soprattutto per certe attività… soprattutto per te…-
La rossa ridacchiò, abbracciandolo per la vita e baciandolo desiderosa. Le lingue s’intrecciarono ormai esperte, sguisciando disinvolte tra loro e stringendosi smaniose.
Le mani si perdevano tra i loro corpi, unendosi, sfiorandosi, trovandosi e perdendosi su ogni curva, mentre le due figure tornavano a fondersi. Zoro aveva perso ogni senso, totalmente abbandonatosi al corpo dell’amante.
Aveva occhi solo per lei, mani solo per il suo corpo, lingua solo per baciarla, parole solo per dirle quanto l’amava, polmoni solo per respirare il suo profumo e orecchie solo per suoi gemiti… o quasi, perchè avvertì immediatamente il leggero bussare che intervenne nel silenzio quasi intonso dello studio.
Alzò gli occhi oltre lo schienale del divano, fissandoli sulla porta, mentre Nami continuava a baciarlo passionale, totalmente sorda al picchiare alla porta. L’occhio sano dello spadaccino studiò per un paio di secondi l’uscio, per poi infischiarsene del tutto e tornare a puntarsi sul viso adorante di lui della sua donna. Stava per entrare nuovamente in lei, eccitato e con il suo fallo pulsante di lussuria, quando udì quella maledettissima voce.
-Oh Nami adorataaaaaaaaaaa!!!!-
Un ringhio gli salì in gola, facendogli tremare le labbra d’ira contro quelle carnose della navigatrice. Che cavolo voleva ora, quel dannato cuoco?!?
-Pasticcino mio!!!! Ti ho portato una bella tazza di the fumante, mia dea!!! Che dici di far merenda con il tuo Mr Prime preferito?!?-
Le labbra di Zoro si incurvarono in una smorfia di gelosia, mentre la cartografa lo baciava ancora perdutamente smarrita in lui. Non aveva voglia di fermarsi per liberarsi di Sanji, e poi riprendere da dove lasciato. No, troppa fatica. E poi si sarebbe raffreddata l’atmosfera. Di certo il biondo se ne sarebbe andato via presto, non ricevendo alcuna risposta dall’interno dello studio, ma, ahimè, Zoro non era dello stesso pensiero, ne tanto meno ragionevole quanto la cartografa.
Con un baritonale ringhio, si alzò sui palmi delle mani, latrando contro la porta, staccandosi così dal corpo della rossa. Separò rabbioso il petto da quello morbido e accogliente di lei, alzando il busto oltre lo schienale del divano, fulminando con l’iride nera la porta dello studio. Nami lo fissò in volto ansimando, e capì subito ciò che gli passava per quella tastaccia di verza.
-No, non ci provare…- lo ammonì severa con un sussurro, abbracciandolo per il collo per riportarlo su di lei e trattenerlo lì, ma ormai la gelosia aveva il sopravvento sugli ormoni impazziti di calore del verde.
-Lo ammazzo…- ringhiò, al continuo cinguettare del latin lover oltre la porta in legno.
-Zoro, non badargli… bada a me…- gli schiacciò il suo prosperoso seno sul petto per convincerlo, ma il verde ascoltava soltanto il battere ostinato del pugno del cuoco sulla porta e la sua voce acuta e sdolcinata.
-Namiuccia mia bella!!!!!!! Mio angelo ramato!!! Su amor mio, apri la porta, ti ho portato un the caldo caldo e tanti bei pasticcini dolci…-
Zoro aveva contatto tre aggettivi possessivi di troppo in quelle scemenze al glucosio, e per lui erano decisamente troppe. Con scatto veloce si alzò dal divano, ergendosi nudo ed eccitato davanti a Nami, che lo fissò leggermente sbalordita dal suo fisico scultoreo, prima di riprendersi e sentire una fitta di dolore al petto. Oh kami, venir separata così, dal proprio uomo in un momento del genere era doloroso come un pugno.
Ora sentiva freddo, non il piacevole calore del corpo di Zoro, e la sua nudità la mise in imbarazzo, imponendole di coprirsi con un braccio il seno. Con un’occhiataccia severa, fulminò il verde, che ringhiava ancora contro la porta.
-Mia sirena!!! Su apri… giocheremo ad imboccarci: un pasticcino a te, uno a me, uno a te, uno a me…-
-Zoro non ci pensare nemmeno!!!!- sibilò la rossa, vedendolo avanzare verso la porta.
Il suo non ascoltarla la fece arrabbiare, irritandola e accentuando il suo piccolo dolore. Possibile che la gelosia fosse più forte della lussuria?
-Buzzurro!!!- lo richiamò, non reggendo più la dolorosa rabbia.
 

…non sopportò più il dolore…

 
Zoro si voltò a fissarla.
Era accovacciata sul divano, il petto semi nascosto dallo schienale che aveva oltrepassato con pochi passi, le mani ai fianchi e lo sguardo pieno di risentimento. Corrugò la fronte, ripensando ai suoi passi e alzandone uno verso di lei, per tornare a scaldarla e amarla, ma la gelosia che ormai gli circolava a mille nel cervello, gli ricordò dell’odioso terzo incomodo oltre l’uscio di legno, e delle sue frasi smielate, che, in supporto a tale rabbioso sentimento, giunsero tuonati alle sue orecchie.
-Nami-swan!!!!!!!!!! Amor mio!!!! Ma perché non apri?!? Ti sta facendo bella per me?!? Oh, mia sirena, ma non devi, sei sempre bella per il tuo Mr Prince… anche se presumo che il tuo massimo splendore lo raggiungi senza niente addosso…-
Con una lentezza assassina, Zoro volse lo sguardo sulla porta, ruotando il capo con uno scricchiolare inquietante.
-Lurido ammasso insensato di merd…-
-Non ci provare nemmeno buzzurro!!!- intervenne Nami, inginocchiandosi sul materasso le divano e alzandosi oltre lo schienale, mettendo così in mostra tutto il suo florido davanzale –Lascia stare e torna qui!!!!-
Lo spadaccino fulminò ancora una volta la porta, per poi sbuffare con le labbra sghembe. Assottigliando lo sguardo, retrocesse fino al sofà, fissando negli occhi la sua mocciosa, che sorrideva vittoriosa. Lo vide tornare verso di lei, e subito si rimise supina sul divano, divaricando le gambe e sorridendogli passionale, invitandolo a rilassarsi con lei. Lo seguì sedersi sul lato opposto del divano, e ghignarle diabolicamente, mentre gattonava fin su di lei con le braccia lungo il profilo del divano.
Se lo ritrovò a pochi centimetri dal viso, con il suo denso profumo di alcol proprio sotto al naso, e le labbra arricciate in un ghigno obliquo a sfiorarle la bocca. Lo abbracciò istintivamente per il collo, attirandolo a se, mentre socchiudeva gli occhi e apriva le labbra per baciarlo, dimenticandosi del tutto di Sanji e del suo uggiolare sdolcinato al di fuori dello studio, se non che, invece che le sottili e saporite labbra del samurai, Nami si ritrovò con la camicia del verde indosso, appoggiata maldestramente sulle sue spalle.
-Copriti che se non prendi freddo…- le chiuse qualche bottone sul petto Zoro, prima di infilarsi i boxer e gettarsi, a passo di marcia, sulla porta sussultante di pugni del cuoco.
Scioccata, la rossa non poté che assistere, ammutolita, a tutto ciò che avvenne.
Con uno slancio idrofobo, Zoro aprì verso l’interno della cabina la porta, rigando in faccia al biondo latin lover che, pungo alzato per l’ennesimo colpo per bussare, sgranò gli occhi spalancando la bocca muta di ogni scemenza da donnaiolo, fissando esterrefatto il verde apparire dall’interno dello studio della sua adorata Nami.
La sua iride chiara si dilatò davanti allo scultoreo corpo dello spadaccino semi nudo di fronte a lui, squadrandolo da capo a piedi e notando immediatamente la sua erezione allucinate rialzare il tessuto nero dei boxer.
-Tu…- lo indicò con un dito della mano, libera dal reggere un vassoio straripante di biscotti e con la teiera del the fumante, tentando di formulare una farse di senso compiuto, ma Zoro lo interruppe in principio.
-Ti consiglio di smetterla…- ringhiò, allargando le braccia e posando i palmi, pulsanti di rabbia, delle mani sugli stipiti della porta -… o te ne pentirai amaramente…-
Sanji morse violento il filtro della sigaretta che gli pendeva dalle labbra, incurvandole in una smorfia rabbiosa.
-Che… ci… fai… lì…?- chiese scandendo ogni singola parola, stringendo le nocche delle mani fino a farle sbiancare.
-Ti avverto cuoco: una sola moina verso la mia mocciosa e io…-
-La TUA mocciosa?!?- s’infuocò il biondo, gettando a terra il vassoio ricolmo di prelibatezze e preparandosi a malmenare il verde –Che cavolo ci fai TU nello studio della mia Dea?!? E che cavolo vuoi dire con “la TUA mocciosa”?!? Lurido porco, che cavolo stai facendo qui mezzo nudo e con quel missile tra le gambe????!!!!???-
Zoro latrò idrofobo dinanzi a quell’odioso “Dea” scandito con tanta sicurezza dal compare, e avanzò di un passo contro di lui, brandendo un pugno come minaccia, mentre assottigliava lo sguardo e univa le sopracciglia in un'unica riga sottile di nervosismo sulla fronte.
-La tua Dea?!? Senti un po’, sopracciglio a rotolo di carta igienica, punto primo, Nami al massimo è la MIA Dea, punto secondo, se ti azzardi ancora una mezza volta a chiamarla con certi soprannomi ti affetto, terzo, quello che faccio mezzo nudo ed eccitato nello studio della mocciosa sono affari miei!!!-
-Affari tuoi?!? LURIDO PORCO!!!! HO CAPITO ORA: TI PIACE GIOCARE CON LE CARTE NAUTICHE DELLA MIA SIRENA, EH?!? DEPRAVATO DI UN MARIMO DI MERDA!!! CHE FAI!? TE LE STRUSCI TRA LE GAMBE FINO A FARTELO DIVENTARE DURO, E POI TI MASTURB…-
-MALEDETTO CRETINO!!!!- lo interruppe il verde, afferrandolo per il colletto inamidato della camicia azzurra che indossava e iniziando a strattonarlo –Io non sono un simile pervertito!!!! E comunque sappi, che Nami è mia, e che ho aspettato fin troppo per averla e non sarai di certo tu a trattenermi ancora dal possederla!!!-
-Che cosa?!? Tu che vorresti fare?!? MAI!!!!! Una creatura tanto dolce e innocente come la mia dolce Nami non sarà mai tua: il qui presente Mr Prince la difenderà a costo della vit…!!!-
-Per l’ultima volta…- lo strozzò quasi Zoro, stringendo per il collo Sanji –Nami è la mia donna, chiaro? Ci amiamo, tanto, e io ho portato tanta, tantissima pazienza per averla… ho imparato a sopportare la gelosia, a sottomettere l’orgoglio e tante altre cosa, ma ho anche imparato che la pazienza sopporta tutto, ma, accidenti, non tollera i rompi coglioni come te!!!!!!!!!!!!!!-
Liberò la presa e lasciò indietreggiare di qualche passo il biondo nel corridoio, che lo fissava stralunato, perso nel caos più totale.
-Vi amate? Tanto? Non vorrai mica dirmi che lì dentro con te c’è…- tartagliò tremante, indicando con un dito teso la porta semi aperta che oscurava l’interno dello studio della rossa.
Zoro ghignò arricciando le sue sottili labbra maleficamente, mentre spingeva l’uscio ad aprirsi del tutto, dimostrando al biondo pirata che all’interno della cabina, inginocchiata sul divano e coperta dall’esile camicia a righe del samurai, c’era la navigatrice, in muto ascolto del loro conversare.
Non appena la vide, con i capelli scompigliati e un vistoso succhiotto sul collo, Sanji sbiancò, dilatando gli occhi e fissandola stupefatto.
-M spiace Sanji…- mormorò Nami, chiudendosi maggiormente la camicia, nascondendo il petto -… ma io e Zoro…-
-Oh mia Dea!!!!!!!!!!!!! Ma sei meravigliosa con quella camicia addosso!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!- si sciolse in mille cuoricini Sanji, volteggiando nell’aria davanti a quella sublime visione semi nuda della rossa, per niente ferito dal spere della relazione dei due.
–Meravigliosa, sublime, sensazionale, serafica, paradisiaca, incantevole, bellissima, eccelsa visione angelica!!!!!!!!!! Oh Nami, my lady, sei bellissimaaaaa!!!!!!!-
Con una giravolta, tentò di buttarsi su di lei, ma la porta, chiusa con rabbia da Zoro, lo bloccò al di fuori dello studio, schiantandosi contro la sua figura.
-Stupido cuoco rompi ciglioni…- mugugnò il verde, incarognito dal fatto che la sua bastardata non avesse fatto cadere in disperazione il compagno come desiderava.
Nami sospirò scuotendo il capo, togliendosi la camicia a spogliandosi nuovamente, mentre lo spadaccino si denudava e tornava da lei, per scaldarla con il suo corpo.
-Sei stato un fetente…- lo baciò sulle labbra, abbracciandolo per le spalle –Avrebbe potuto morire lì sul colpo…-
-Tanto meglio…- mugugnò Zoro, baciandola con foga e dimenandosi col bacino per introfularsi tra le sue dolci gambe -… peccato che non sia successo…-
-Idiota!!!!- gli mollò uno scappellotto sulla nuca, facendolo sghignazzare.
-Scherzavo…- le leccò il collo, strusciandole il capo sul mento -… ti amo, lo sai?-
-Umpf… non sperare di cavartela con così poco…- ridacchiò la rossa, baciandolo sulle tempie e scaldandosi al contatto con la sua pelle.
Ben presto, lo studio si riempì nuovamente di gemiti e sussurri ansimati, di piccole parole bramose d’affetto, carezze sfuggite a tentazioni erotiche e baci impazienti di essere dati, che a poco a poco andavano a sostituire tutta quella pazienza portata con tanta fatica in tutto quel tempo sprecato ad aspettarsi e ad amarsi da lontano.
Pina piano, la pazienza venne sostituita del tutto dal loro nuovo legame d’amore, così simile alla calma, capace di sopportare tutto ma non di essere interrotto o intralciato, perché come la pazienza aveva loro insegnato…
 

La pazienza governa la carne…
…Rafforza lo spirito…
…Addolcisce il temperamento…
…Spegne il rancore…
…Estingue l’invidia…
…Sottomette l’orgoglio...
...Imbriglia la lingua…
…Trattiene la mano…
..Doma la tentazione..
..Sopporta il dolore…
… MA NON TOLLERA I ROMPI COGLIONI!!!!

 
 


 
ANGOLO DELL’AUTORE:
Ringrazio devotamente tutti quelli che hanno lasciato un commento a questa FF, in articolar modo e affetto a Zonami84, Fra_chan22 e Carin, le mie sorelle di Fan fiction.
Ringrazio, ancora ma non con meno attaccamento
1 - Akki_
2 - Aluah11
3 - bic
4 - blessed with a curse
5 - dubhe93
6 - forbicerosa
7 - kika96
8 - kiko90
9 - Kodomo
10 - Libricina
11 - martychanfantasy
12 - metaldolphin
13 - missnina91
14 - Moyoko
15 - Nami_88
16 - shaula
17 - Shike
18 - shikira
19 - TheLulu96
20 - TwinElis
21 - valibry
22 - Yuki 31
23 - zeki_love
24 - Zonami84
25 - _elelued_
Che hanno seguito la storia,
 
1 - ayamechan
2 - Cuore_Angelo
3 - frinsi
4 - giu94lovezoro
5 - lady eva
6 - m e l y_chan
7 - merendero
8 - Mitica Rosa_pessima94
9 - Rogi
10 - Skillet98
Che l’hanno preferita,
Grazie, grazie, grazie, perchè l’avete letta nonostante la dilatazione estrema della pubblicazione dei capitoli e l’eccessiva fluffuosità usata. Grazie perchè siete stati presenti in ogni riga e capitolo, a recensire e criticare gli errori grammaticali e sintattici, a seguire questo lungo cammino di pazienza e stramberie, a leggere le pazzie di una ragazza che nel cervello ha solo un neurone striminzito e logoro, con le palle strapiene di One Piece. Grazie mille, a tutti…

Zomi

   
 
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