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Autore: nicochan    03/12/2012    1 recensioni
Non si sceglie da chi essere attratti e non si sceglie l'evoluzione dell'attrazione.
Una ragazza ferita e delusa da esperienze passate si sentirà di nuovo viva perché si scoprirà infatuata di un compagno di classe. Ma lui la ricambierà? Se si come si classificherà il loro rapporto? Con quali implicazioni?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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A distanza di cinque anni lo ritrovo casualmente su facebook, come persona che potrei conoscere.  Visito il suo profilo  e mi ritrovo ad arrossire davanti allo schermo. Mi fa ancora un certo effetto, come tutte le cose che avrebbero potuto essere e non sono state. Qualcun altro parlerebbe di rimpianti.   
 
Quell'anno di scuola è stato uno dei pochi che mi ha visto abbastanza allegra di fronte agli impegni accademici. La mattina mi auguravo che lui fosse presente e quando lo vedevo fumare l'ultima sigaretta davanti al cancello il mio alteratissimo ritmo cardiaco si stabilizzava. I giorni in cui non c'era invece la tipica morsa allo stomaco rendeva le lezioni ancor meno gradevoli del solito. La mia paura più grande era che abbandonasse la scuola, visto che i suoi risultati si confermavano essere scarsi e che aveva fatto lo stesso un anno prima. Se così fosse stato le possibilità di vederlo si sarebbero attestate in prossimità dello zero, vista la distanza geografica che ci separava (una cinquantina di km) e gli stili di vita del tutto opposti. 
 
Mi crogiolavo nella bellezza di sentirmi attratta da qualcuno che non fosse il mio ex. Mi bastava questo, non volevo assolutamente espormi con lui anche perché il rischio di derisione era alto, visto il tipo.  Con il mio ex continuavo a vedermi per qualche ora di sesso nostalgico.  Lui mi chiamava ed io correvo, consapevole di farmi usare ma incapace di rinunciare anche a questo squallido contatto. Perseveravo ad amarlo ma il mio ritrovato interesse per il genere maschile mi lasciava sperare che più prima che poi l'avrei dimenticato.
 
Io e Federico scherzavamo spesso e con altrettanta frequenza ci scontravamo ironicamente. Era una specie di giocoforza volto a determinare chi di noi due fosse più stronzo nei confronti dell'altro e in generale nei confronti della vita e del microcosmo scolastico. Le battutine di scherno si sprecavano. Io non perdevo occasione per lasciargli intendere di non trovarlo interessante, così da sviare qualsiasi possibile sospetto. Aveva, lo ribadisco, una grande autostima. Una volta, l'ennesima in cui parlava di se stesso in termini entusiastici, gli ho buttato li che poteva avere tanti pregi ma non era di sicuro un tipo modesto. "Ma funziona con le tipe di solito questo tuo sentirti er mejo?" gli ho chiesto. La sua risposta è stata indicativa "Ma si guarda e gli altri lo trovano pure fastidioso. Pensa che sto con la più bella del mio paese e tutti stanno lì a dirle che io non faccio per lei, che non la merito!". "Incredibile...non avrà né occhi né orecchie questa!" gli ho risposto ridendo appena prima che entrasse la prof e io mi girassi verso il mio banco senza che lui potesse ribattere.  Sentivo i suoi occhi puntati sulla mia schiena...
 
Ero gelosa di chiunque gli parlasse per più di due minuti. Quando è arrivata in classe una bambolina francese per fare l'anno all'estero le mie compagne si sono messe a scommettere in quanto tempo lui ci avrebbe provato con lei. "Allora non farti sotto in due giorni con la nostra nuova compagna se no la dai vinta a tutte! Io ho detto che te la tiri troppo per non aspettare almeno una settimana", ho ammiccato quella mattina in cortile. Lui serissimo ha ribattuto che non era per niente interessato e che avrebbe dimostrato a tutte quanto non avesse bisogno di buttarsi sull'ultima arrivata. Quanto sorridevo nel mio cervello in quel momento!
 
Un giorno che pioveva ed io come al solito non avevo l'ombrello eccolo ad offrirmi riparo sotto al suo nel tragitto dalla scuola alla fermata dell'autobus. Quattro minuti interminabili!  La vicinanza era tale che mi sentivo una specie di insegna luminosa sopra la quale c'era scritto "Guardatemi! Sono persa di questo tipo e lo bacerei ora!". Nel consueto tentativo di mostrare un'equilibrio mentale del quale ero del tutto priva cercavo di stargli il meno accostata possibile, tanto che lui ha finito per esclamare "Che cavolo fai a due metri da me, finirai per bagnarti! Avvicinati che mica ti mangio!"...A quel punto non so di che colore sono diventata, credo tra il rosso magenta ed il fucsia. 
Le cose si sono complicate quando siamo andati in gita a Praga per quattro giorni...
  
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