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Autore: Etzel_Moore    03/12/2012    0 recensioni
Salve... questa è la prima volta che scrivo e necessito della vostra opinione perchè vorrei partecipare a un concorso di scrittura al mio liceo e vorrei sapere se vi piace come scrivo... spero che commentiate im molti e criticate a volontà che mi saranno molto utili. Grazie in anticipo.
Qui vi porto alcune righe della mia storia
Genere: Fantasy, Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La luna brillava alta nel cielo. I suoi deboli raggi davano al paesaggio scuro e silenzioso un tocco d’arte misterioso. C’era una leggera brezza, una di quelle che fa venire voglia di uscire semplicemente per sentire l’alito leggero del vento sulla propria pelle. Anche Ithan era uscito proprio per quella ragione. Una volta tornato stanco e affamato dal suo lavoro non era riuscito a resistere al richiamo dell’incantevole paesaggio e della freschezza dell’aria, ormai molto rara da riuscire a respirare. Non ci aveva pensato neanche una volta prima di buttarsi dalla finestra della sua stanza, far comparire le sue enormi ali di piume color cenere ed iniziare a fluttuare nel cielo leggero come una piuma. Certo era stato un po’ incauto e precipitoso a non controllare se era visto da qualcuno oppure no, ma era un rischio che valeva correre per potersi rilassare in quella notte. Si sentiva libero. Libero dal pensiero del mucchio di lavoro che lo aspettava sulla cattedra, dalla decisione da prendere riguardo ai recenti avvenimenti nella sua comunità, dall’opressione che provava nel dover sedurre ogni singola notte qualcuno per potersi nutrire e dove, certe volte, si finiva col fare sesso, uomo o donna che sia. Certo il secondo atto non era una cosa della quale lamentarsi, anzi, ma si sentiva da sempre un vigliacco a dover nutrirsi da qualcuno a sua insaputa e senza consenso. La sua mente aveva scacciato tutti quei pensieri in in un angolo ben profondo della sua mente, lasciandola vuota, completamente concava per poter meglio assorbire quel respiro leggero e sollecitante che toccava il suo corpo, capelli, viso. Inalava quella freschezza come un drogato che sniffa la sua sua droga. Improvvisamente la sua mente si mise in allerta. Cos’è questo buon odore? Era un profumo molto forte e assai buono. Uno di quelli che se non vuoi morire asfissiato devi andartene via il più presto possibile. Ma lui non riuscì a scappare. Rimase intrappolato. Era da tanto che non sentiva un profumo tanto dolce di cibo. E lui aveva fame. Saapeva che sarebbe stato troppo rischioso rispondere al richiamo degli istinti, soprattutto i suoi, ma ormai la sua mente era offuscata da quell’odore. Era come se lo stesse chiamando e lui non riusciva a non rispondere a tale richiamo. Cominciò a dirigersi verso la fonte dell’odore. Via via che si avvicinava l’odre diventava sempre più intenso e con esso anche il suo offuscamento mentale. Si ritrovò davanti ad una finestra chiusa con la tapparella abbassata. Se Ithan fosse stato un comune mortale entrare sarebbe stato impossibile a meno che non avesse rotto il vetro e tagliato la tapparella, ma lui mortale non lo era. Le ali che sbattevano un attimo fa scomparvero e il suo corpo si dissolse il piccolissime particelle di polvere, rese luccicose ai raggi opachi della luna. La piccola massa di polvere scivolò sotto la fessura della finestra passando per la tapparella per poi ritornare a prendere la forma di un giovane ben piazzato. La stanza era buia ma gli occhi di Ithan, abituati all’oscurità, riuscivano a vedere ogni cosa in full hd. E finalmente riuscirono a vedere la fonte dell’odore: un taglio parte a parte sul palmo della mano destra. Ora che era così vicino, l’odore lo stava facendo impazzire. Diede un’occhiata alla proprietaria della mano: una ragazza giovanissima – sui diciotto-diciannove anni – inadattissima per poter soddisfare la sua fame. La sua ragione cercò di prevalere, ma, come quasi sempre accade, prevalse la voglia, l’istinto, la necessità, la fame. Si adagiò sul letto posando le sue mani sui due bordi opposti del letto, trovandosi con un balzo veloce ed impercettibile sopra di lei in una frazione di secondi. La ragazza, a sua insaputa, aveva un aspetto seducente, con quella cannottiere scollata, priva di reggiseno e con la gola completamente scoperta alla sua vista, quasi come se chiedesse il contatto con le sue labbra. La fame di Ithan aumentò ancora e la sua ferocia nutritiva stava prendendo il sopravvento. Per impedirle di lottare in caso si fosse svegliata, prese entrambe le sue mani e le tenne ferme con una sua. E la bestia si svegliò: gli occhi di Ithan di un azzurro gelido divennero di un rosso infuocato, i canini, assieme alle dita delle unghie, aumentarono di lunghezza, punta e affilatezza e si sprigionò tutta la forza disumana in lui presente. Affondò, senza esitazione e con una precisa consapevolezza di dove puntare, i propri denti nella vena pompante della gola della ragazza. Un dolore indescrivibile svegliò la ragazza con gli occhi spalancati ed un urlo straziante che rimbombò nella testa di Ithan, ma che non lasciò mai la gola di lei. Era disorientata, non riusciva a muovere le mani, non le usciva alcun suono dalla gola, gli occhi eruttavano lacrime calde mentre lei cercava di divincolarsi, ma inutilmente. Ma lui rimase indifferente su qualsiasi delle reazioni di lei. La bestia amava quel sangue e non avrebbe smesso finchè non sarebbe stato sazio. Ithan l’aveva capito fin dal primo istante che era uno di quei pochi sangue che rovinano la vita. Una di quelle che t’incantano, ti persuadono a volerlo ancora e ancora, che ti rendono la vita impossibile senza di esse, tanto da farti divetare un drogato dipendente. Nessuna creatura delle ombre sarebbe mai riuscito a sfuggire a quella delizia; perfino Ithan ne era stato incapace. Succhiava, succhiava tanto forte che la ragazza quasi si sentì soffocare più e più volte. La ragione di Ithan sapeva che doveva smettere o per lei sarebbe stata morte certa, ma la bestia non era ancora sazia e continuava. E succhiava... succhiava ancora. Finchè si accorse che la lei aveva smesso di dibattersi. Si era fermata. Immobile. Inerte. Solo allora Ithan riprese il proprio controllo e si accorse di che cosa avesse fatto. Un errore imperdonabile. Inaccettabile. Non da parte sua. Non da uno che dopo aver vissuto così tanto tempo, giudicato tanti componenti della sua comunità per reati del genere con la pena dell’ergastolo – o peggio: morte – dovrebbe essere il primo a tenere il sangue sempre freddo. Aveva fatto lo sbaglio della sua vita dopo millenni di esistenza. Cosa aveva fatto? Si scostò subito da lei e la fissò. La fissò immobile per un tempo che parve un’eternità, ma, con grande sollievo, lei riaprì gli occhi di scatto, respirando con un ritmo allarmante. Gli occhi di lei caddero sulla figura della bestia. Rimasero la fissarlo, finchè non cominciarono i primi sintomi di dolori atroci, profondi, insopportabili. La sua voce era tornata e le sue urla rieccheggiarono in tutta la stanza e pochi istanti dopo irruppero nella stanza la sua famiglia, mentre una polvere scura ed argentea scivolava fuori dalla finestra della stanza.
  
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