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Autore: S05lj    04/12/2012    1 recensioni
La storia si svolge nell'universo alternativo di Mortal Kombat 9 ed è un'ulteriore what if.
Shao Kahn indice un nuovo Mortal Kombat, con la differenza che questa volta sembra voler dare la possibilità agli edeniani di tornare indipendenti dal suo reame. Kitana non può lasciarsi sfuggire questa possibilità e chiede aiuto ai terrestri. Sembra si stia per preparare un nuovo Mortal Kombat.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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4.4 La Fine

Raiden e Kitana raggiunsero la cima della piramide, rimanendo piuttosto sconcertati nell'osservare i 3 guerrieri ancora parecchio provati e la statua di Onaga ricoperta di sangue.
Raiden spostò lo sguardo vedendo l'enorme essere infuocato, spettatore imparziale di quella guerra tra uomini.

-Liu Kang presto, avvicinati a Blaze! - Gridò riscossosi da quello spettacolo.

Il monaco fece per avanzare, ma Shang Tsung lo fermò afferrandolo per una spalla.
-Non così in fretta ragazzo. -
L'altro si voltò con uno scatto, gli occhi piena di rabbia, la bocca contratta in un espressione furiosa che gli deturpava i lineamenti altrimenti attraenti.
-Vuoi combattere? -
-C’è una cosa che vogliamo entrambi. - Sorrise lo stregone.
-Aspetta! - Sindel gli afferrò un braccio. -Non hai bisogno di quel potere, l’Outworld è tuo. Onaga è morto, che bisogno c’è di combattere ancora? -
Shang Tsung la guardò quasi sorpreso, poi osservò l’enorme essere di fuoco.
-Non ti permetteranno mai di prendere quel potere. Tu lo sai. Ci sono stati abbastanza morti per oggi… ti prego. Rinuncia. -
Rimase interdetto ad osservare per qualche secondo gli occhi supplichevoli della regina, pensando a quelle parole, aveva ragione, alzò lo sguardo a guardare Raiden e Kitana, anche se avesse vinto, contro Liu Kang, che non poteva essere un risultato così scontato, Kitana e Raiden erano pericolosi quanto lui, e Sindel… si sarebbe dovuto battere anche contro di lei, che da sola era riuscita a tenere testa a Shao Kahn.
Fece un passo in dietro e allargò le braccia nascondendo con un sorriso arrogante tutta la frustrazione per la ritirata forzata a cui era stato costretto.
-E’ tutto tuo. -
Forse non era una mossa saggia permettere a Liu Kang di ottenere un potere supremo, ma alla luce del momento, non poteva competere contro 4 grandi maestri di arti marziali da solo.

Lanciò solo una rapida occhiata alla regina che sembrava volesse dirgli qualcosa, ma non glie ne dette il tempo. Non aveva più motivo di rimanere lì.
-E’ un addio? - Gli chiese Sindel avvicinandosi di qualche passo.
-Non c'è nient'altro che mi trattenga quì. - Rispose, poi la sua attenzione venne catturata dal monaco che si avvicinava all’essere infuocato.
 

-Eccomi. Sono Liu Kang, monaco guerriero, sono giunto qui da te. -
L’essere supremo si voltò ad osservare gli altri. -Ci sono altri guerrieri sulla cima della piramide. -
-Rinunciano al loro diritto di battersi per il potere. -
-E sia dunque. -
Allungò una mano e la sua forma divenne una spirale di fiamme che lo avvolse, ma non lo bruciava, Liu Kang si sentì sollevare da terra, il potere penetrargli nel corpo, nei muscoli, nell’anima, i suoi occhi divennero orbite di fuoco, dalla sua bocca quando parlava fiamme infuocate fuoriuscivano come se tutto il suo essere fosse pervaso da un incendio.
Quando anche l’ultima lingua di fuoco intorno a lui scomparve, Liu Kang toccò nuovamente terra con i piedi. Si guardò le mani sorpreso dal potere che sentiva scorrergli dentro.

-Liu Kang… - Kitana si avvicinò, ma quando il monaco si voltò ebbe una sgradevole sensazione di paura e si fermò.
Sindel si voltò verso Shang Tsung, che si era trattenuto per osservare la scena, e non gli piacque assolutamente l‘espressione sul suo volto.

Liu Kang puntò il dito contro Raiden. -Ti sfido! - Gridò con la bocca che gettava lingue di fuoco.
Il Dio del tuono lo guardò incredulo. -Come? -
-Hai sentito bene Raiden. Ti sfido per diventare io stesso il Dio del tuono, protettore della Terra. -
Kitana si voltò a guardare Raiden, poi fece un altro passo avanti.
-Liu Kang no! Tu non sei che un uomo… -
-Io ho il potere! - Gridò furioso.
-Liu Kang ascoltami… - Raiden fece qualche passo avanti. -Non sei tu quello che sta parlando. Torna in te. -
-Io sono completamente in me Raiden. - I suoi occhi altro non erano che fessure dalle quali fuoriusciva una luce intensa. -La tua inettitudine ha fatto morire troppe persone innocenti. Io ho il potere e la forza per essere un Dio migliore di te. Combatti! -
-No. - Raiden allargò le braccia. -Non combatterò. -
-Vorrà dire che sarà più facile del previsto. - Liu Kang partì all’attacco, lasciando dietro di se una scia infuocata, ma Kitana si buttò in mezzo afferrandolo per la vita.
-Fermati! Liu Kang ti prego, torna in te. Torna ad essere l’uomo che amavo. -
Ma lui l’afferrò per il collo, sollevandola da terra, sentì Sindel e Raiden urlare il nome della ninja blu, se l’avvicinò al viso. -Non sono più l’uomo debole che amavi. Adesso sei di fronte ad un Dio. -
La lanciò via come fosse una bambola di pezza e si gettò contro Raiden.

Il Dio del tuono non ebbe scelta, Kitana aveva ragione, non era lo stesso Liu Kang che lui stesso aveva addestrato per il Mortal Kombat.
Indietreggiò e una scarica di fulmini invase il nemico, che non arrestò la sua avanzata.

Sindel si avvicinò a Kitana, non aveva niente di grave, solo qualche sbucciatura.
-Tesoro… -
Kitana stava piangendo osservando il combattimento tra Liu Kang e Raiden.
-Quello non è Liu Kang… - Singhiozzò.
-Il potere lo ha corrotto. - Spiegò Shang Tsung osservando il combattimento.
-Lui non è così. Lui è buono, non si farebbe mai sopraffare dal potere. -

Shang Tsung sorrise divertito, quella si che era una bella rivincita. -Buono? E’ facile essere buoni quando non abbiamo altra possibilità. -
Kitana si alzò furiosa, fronteggiandolo. -Chi sei tu, per parlare così di lui? Sei un essere viscido, cattivo, non sai cosa voglia dire voler bene ad una persona. Lui era un’anima buona. -
-Buono e cattivo è soggettivo, non credi? -

La discussione venne distratta da un colpo di Liu Kang che mandò al tappeto Raiden.

-Raiden non può vincere. E’ troppo potente. - Guardò le donne. -Credetemi, Liu Kang vincerà, e quando avverrà conviene essere a molti regni di distanza. -
-Credi davvero che non debba diventare il Dio protettore della Terra? -
-E’ un uomo Sindel, e nessun uomo potrebbe sopportare un peso e un potere come quello. Non sarà meglio di Shao Kahn. -
Sindel guardò sua figlia, aveva ripreso a piangere, ma le sue mani erano ferme sui ventagli.
Shang Tsung le afferrò una spalla. -Anche voi avete quello che volevate. Andatevene, questa battaglia non è più affar vostro. -
Lei gli sorrise e tristemente guardò sua figlia. -Lo so, ma non posso lasciare che le cose vadano così… se hai ragione, con che coraggio posso lasciare che la Terra subisca lo stesso destino di Edenia? -
-Non è un vostro problema. -
-Me ne sento comunque responsabile. -

Liu Kang era inarrestabile e Raiden era alla sua completa mercé, sembrava aver rinunciato a combattere.
In verità Raiden aveva abbandonato completamente l’idea di combattere contro di lui, non poteva distruggere ciò che lui stesso aveva creato. In quegli occhi infuocati, in quei pugni furiosi, c’era tutto il suo fallimento.
Mentre il sangue gli percorreva le vie respiratorie e gli riempiva la bocca, con la mente ritornò a quel primo duello tra Liu Kang e Kung Lao, per chi di loro sarebbe andato al Mortal Kombat.
Allora fu cieco. Vide in Liu Kang la forza e la determinazione che mancavano a Kung Lao, ma adesso si rendeva conto che la vera forza di un guerriero è l’umiltà e la gentilezza. Kung Lao, anche nelle difficoltà e nel dolore, non aveva mai abbandonato queste due enormi qualità che invece Liu Kang aveva dimenticato.

-Raiden ha bisogno di aiuto. - Sindel fece per soccorrerlo, ma Shang Tsung le afferrò un braccio.
-Non potete batterlo. Usate la testa. -
-Se non posso batterlo, morirò nel tentativo. - Si liberò dalla sua presa. -Lo hai detto tu stesso... quì non c'è niente per te. -
Lo stregone serrò la mascella. -Fate come volete. - Rispose brusco voltandosi e avviandosi verso le scale.
Sindel represse quello strano senso di oppressione che pesava sul suo cuore e si voltò verso il suo avversario.
Doveva concentrarsi. Guardò Kitana al suo fianco che le fece segno con la testa di essere pronta.
Poi insieme corsero verso Liu Kang.

Shang Tsung non era mai stato un uomo irrequieto, sapeva sempre il perché di ciò che gli avveniva intorno, o di quello che provava. Eppure quella volta c’era qualcosa di strano. Era arrabbiato con Sindel, quella testona, che non gli aveva voluto dare retta. Stupida che non era altro, affrontare Liu Kang nonostante tutto il potere che aveva assorbito.
Si voltò notando come le due donne volassero lontane a seguito di un’esplosione di Chi.
Serrò la mascella, non erano fatti suoi.
Scese il primo gradino e vide i guerrieri sulla piramide che arrancavano.
La guerra stava giungendo al termine.
Alla fine aveva ottenuto ciò che voleva.
Sentì la voce di Sindel alle sue spalle che gridava. Rimase immobile imponendosi di non voltarsi, come aveva sempre fatto. Era un grosso errore guardarsi in dietro… ti puoi accorgere degli sbagli che hai commesso… pentirti delle decisioni non prese… accorgerti delle persone che ti sei lasciato alle spalle per proseguire nel tuo cammino. Accorgerti del significato che hanno.
Il suo piede si posò sul gradino successivo, ma si immobilizzò.
Lentamente si voltò ad osservare ancora una volta il combattimento.
Cìera qualcosa che proprio non gli andava giù.

Sindel venne colpita alla bocca dello stomaco da un pugno talmente forte che temette fosse in grado di perforarla, poi da quello stesso pugno piantato nel suo ventre si scaturì una forza sorprendente che la fece letteralmente volare all’indietro.
Cadde e rotolò sulle pietre della piattaforma sbucciandosi gambe e braccia.
Quando alzò lo sguardo vide con somma gratitudine, Raiden che aveva ingaggiato nuovamente la lotta con il monaco. Kitana si lanciò a dargli una mano.
Sbuffò buttando fuori tutta l’aria dai polmoni, in tutto quel tempo non erano riusciti neppure a colpirlo una volta per sbaglio e tutti loro erano prossimi al crollo.
Dolorante e malmessa si rialzò pronta ad affrontare un altro round, quando una mano le toccò la spalla.
-Fermatevi. -
Non poté trattenere la sorpresa nel vedere il volto dello stregone.
Era tornato in dietro.

-Perché sei qui? - Gli chiese .
-Mi è venuto in mente un motivo per restare. -
Shang Tsung distolse lo sguardo dal suo sorriso e osservò Liu Kang, mentre faceva volare in aria Kitana con un calcio che le sarebbe costato qualche costola. I suoi occhi solitamente neri cominciarono a brillare di una luce verde molto intensa, la stessa luce che scaturivano gli occhi di Ermac.
-Cosa vuoi fare? - Gli chiese preoccupata.
-Voi mettetevi in salvo. Ci penso io a lui. -
Sindel gli posò una mano sul petto. -No! Non posso permettertelo. Lo affronteremo insieme… -
-Non c’è modo di sconfiggerlo. Dovreste averlo capito anche voi. -
-Vuoi sacrificarti? - Sindel lo afferrò per una spalla. -No! - Gridò presa dal panico. -Sei impazzito? Non hai la certezza di poterlo battere neppure in questo modo. -

-Sapete come ha fatto Liu Kang a battere Shao Kahn? -
La regina parve perplessa lo guardò non capendo dove volesse andare a parare.
-Aveva paura per le persone che doveva proteggere. -
Sindel non se ne rese neppure conto, ma i suoi occhi cominciarono a versare calde lacrime.
-Non voglio che tu lo faccia. -
Un dito corse veloce a raccogliere una lacrima dalla sua guancia. -E’ passato così tanto tempo, da quando qualcuno ha pianto per me… Non immaginavo che mi facesse così piacere. - Chinò appena la testa. -Vi ringrazio. -
Fili di luce verde cominciarono a levarsi dal suo corpo, manifestazione concreta del potere che racchiudeva.
-Adesso andatevene. - Perfino la sua voce non era più quella che conosceva, sembrava che centinaia di persone parlassero all’unisono.
Sindel rimase immobile, completamente paralizzata da ciò che stava accadendo sotto i suoi occhi, il suo cervello neppure sembrava voler connettere con la realtà. Lo vide voltarsi, la luce che lo attorniava farsi più intensa e dirigersi verso il nemico.

Liu Kang era sopra di Raiden e lo stava colpendo ripetutamente al volto con pugni fortissimi.
Sentendosi da chiamare da un eco di centinaia di voci, voltò la testa e vide Shang Tsung al centro della piramide.
-Abbiamo un vecchio conto in sospeso noi due. -
S
i alzò e sorrise sadicamente, la sua pelle sembrava bruciarsi dall’interno, intorno agli occhi e alla bocca era divenuta completamente nera con vene incandescenti che si accendevano e spegnevano in diversi punti.
-Muori! - Gli si lanciò in contro, mentre il suo corpo si circondava di fiamme e luce rossastra.
Shang Tsung sorrise, poi a sua volta partì contro il suo avversario.

Raiden si alzò a sedere, vide i due uomini corrersi in contro, entrambi al massimo della propria energia, quando furono abbastanza vicini urlando, entrambi si colpirono con un pugno al volto.
Ci fu un’esplosione di luce, la terra tremò, l’onda d’urto si propagò in tutta la landa, scenario di quella sanguinosa guerra, poi il raggio di luce si sollevò in aria spaccando le nubi del cielo, un altro boato e infine il silenzio.
Dei due guerrieri, nessuna traccia, ma dagli squarci nel cielo coni di luce illuminarono quel panorama irreale.
Raiden, lentamente si rialzò in piedi, un urlo alla sua sinistra lo fece voltare, Sindel stava piangendo, abbracciata a Kitana, che la teneva stretta fra le braccia.
Il Dio del Tuono si avvicinò lentamente, arrivando vicino a loro e ai margini della piattaforma finale della piramide.
-Guardate. -
Anche Kitana e Sindel si alzarono in piedi, osservando la scalinata della piramide ed il terreno sottostante.
La guerra era finita, i guerrieri sopravvissuti avevano smesso di combattere, molti di loro, esausti erano seduti sugli scalini, oppure appoggiati ai loro amici, altri stavano cercando superstiti tra i morti, altri ancora stavano festeggiando.
Raiden cercò con gli occhi Kung Lao, lo vide in mezzo ai Tarkatan, che gli stavano facendo un saluto reverenziale, riconoscendolo come grande guerriero, lui sorrideva e ringraziava, vicino a lui Mileena era saltata al collo di Baraka per la felicità, mettendo in evidente difficoltà il generale.
Raiden scosse la testa. Mai più sarebbe stato così cieco. Kung Lao aveva la stoffa del campione, ma non per la forza, per la sua gentilezza e umiltà. Quella era la prova degli Dei Anziani.
Una prova che non riguardava solo il vincitore del potere assoluto, ma una lezione per tutti i guerrieri. Ognuno di loro su quella scalinata aveva finalmente capito il motivo per cui combatteva. Avevano chiuso il capitolo più oscuro delle loro vite.
Nonostante la sua natura divina, non riusciva ancora a comprendere il sacrificio di Shang Tsung. Un uomo come lui, non si era certo sacrificato per altruismo, no, era stato l'amore per qualcosa che gli apparteneva a spingerlo a tanto. Orgoglio forse, così aveva avuto finalmente la sua rivincita su Liu Kang, forse il suo spirito combattivo lo aveva spinto alla guerra fino alla fine, o forse... voltò lo sguardo verso Sindel ricordandosi come lo avesse supplicato di non andare.


Il Dio del Tuono, protettore della Terra alzò lo sguardo verso il cielo, ancora spaccato dalle crepe di luce e finalmente, sul suo viso, si poté allargare un sorriso di pace e serenità.

Epilogo
La bufera di neve sembrava essersi finalmente placata.
Il viandante si fermò in cima ad un dirupo guardandosi attorno, i suoi occhi neri vagarono sul paesaggio circostante.
Doveva essere quello il posto, le energie mistiche lo portavano dritto in quel punto.
Respirò a fondo l'aria gelida invernale della montagna, abbassandosi la sciarpa rossa che teneva davanti alla bocca, rivelando un pizzetto nero ben curato.
Gli occhi dell'uomo erano neri come le profondità dell'universo, ma in quegli occhi neri, una luce verde cominciò a vorticare velocemente.
Alzò le mani pronunciando poche parole e uno strano vortice di colori che andavano dal verde al bianco apparve davanti a lui.
Erano passati così tanti anni dall'ultima volta che aveva varcato un portale, e da allora aveva passato molti anni nelle profondità della terra ad addestrarsi per contenere il potere che era riuscito ad accumulare in quell'ultimo scontro. Aveva rischiato di impazzire, e più volte aveva pensato che il suicidio fosse un'ottima soluzione per porre fine a quel dolore e a quelle voci incessanti.
Ma adesso...
Sorrise abbassando il cappuccio marrone, rivelando lunghi capelli corvini legati in una coda bassa.
Adesso era giunto il momento di ottenere ciò che gli era stato promesso. L'Outworld.

  
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