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Autore: LoveFerly    04/12/2012    1 recensioni
Bene, questa è la storia di ciò che ho passato. La storia dell'inferno che pian piano mi sta distruggendo. La storia in cui si ritroveranno alcune adolescenti. La storia che forse darà speranza ad alcune. La storia della mia vita. Ringrazio le persone che mi hanno incoraggiata a parlarne.
Genere: Fluff, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Fa male parlare di questo strazio, di ciò che ogni singolo giorno mi aspetta, di quello che il destino ha in serbo per me.

Dopo l'affettuoso saluto dato a mia madre, mi incammino verso la fermata dell'autobus.
Cuffie infilate.
Musica al massimo e testa bassa.
Ad ogni passo le gambe si fanno sempre più pesanti e i ricordi mi trascinano in basso come per farmi cadere, mollare.
Accelero il passo come per sfuggirgli.
Intravedo una faccia conosciuta e affretto ancora il passo.

'Buongiorno Lù!' 'Buongiorno Noe'

Oh, finalmente una presenza umana.

'Beh, allora qualche programma per il pomeriggio Noe?'
'Se sopravvivo per sei ore dentro quella classe, credo che andrò a fare una passeggiata. Te? Niente di bello?'
'Devo andare da mia nonna in ospedale.'
'Ah già. Come sta?'
'Bene, si sta riprendendo.'
'Sono contenta.'


Arriva l'autobus e dopo dieci minuti interminabili arrivo a scuola, Signore aiutami.
Entro in classe, poggio lo zaino ed esco da là.

Suona la prima campanella, tortura.

Due ore di chimica.
In teoria di laboratorio, in teoria eh!

Tutti i compagni continuano a chiedermi gli esercizi per l'ora successiva, tutti iniziano a fare battutine e sento alle mie spalle cori di risatine che hanno lo stesso effetto di una pugnalata.

Suona la campanella dell'intervallo.

Dio, grazie.

Fuggo da là, scappo verso l'unica classe in cui mi sento veramente a mio agio: la 2°B.
Lì dentro ci sono tutte le mie vecchie compagne di classe, con cui posso ridere, sclerare, riprendermi un po'.

Dieci minuti sono troppo pochi.

Suona la campanella e rinizia la tortura.

Un'ora e mezza di inglese, per fortuna la prof è simpatica e mi capisce.

Altra campanella, diritto.

Vabbè, adoro quella prof.
E' l'unica che mi lancia sguardi che solo noi donne riusciamo a capire.

Campanella del secondo intervallo, fortuna.

Torno nella 2°B.

Ora successiva: Religione.
Amo quella prof.
Vi è mai capitato di affezionarvi ad una prof così tanto da non riuscire a stare senza di lei? Bene, allora potete capirmi.
E' la prof migliore del mondo, mi capisce, mi accetta per come sono, mi dice dove sbaglio, mi aiuta a rialzarmi. E' tutto quello che ho là dentro. Ogni volta che mi incontra ha un sorriso a trentadue denti stampato in faccia e, per un millesimo di secondo, il mio cuore si ferma per quel sorriso.
Ora di religione, un casino totale. Alcuni preparano le sigarette per dopo, altri urlano, altri ancora si alzano per fare arrabbiare la prof e io, io piango senza farmi vedere.

Sono state sei ore di inferno, sei ore in cui non hanno smesso un solo secondo di fare battutine, di ridere, di tirare fuori i loro 'gioielli'..
E' un inferno.

Torno a casa, faccio i miei compiti e mi rifugio su Twitter: la mia seconda famiglia.

Lì sono tutti amici, tutti pronti a sostenerti, a fermarti quando stai per commettere un errore, a consolarti quando sei triste, a ridere con te quando sei felice, a crescere insieme.


Verso le quattro/quattro e mezza suona il citofono: 'Ora chi è che rompe?!'
Mi affaccio e vedo il viso del mio migliore amico, con quel sorriso contornato da fossette, con quegli occhi color nocciola in cui trovo speranza.

*Grazie al cielo*,penso, *E' venuto a salvarmi.*
  
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