Capitolo 2: ORMAI VAMPIRO Dopo pochi minuti a terra, sentii Helen chiamarmi con la voce disperata; allora mi alzai e le dissi: -non, non ti preoccupare, sto bene, più o meno!-. -Temevo di averti perso per sempre, ma, a proposito, come mai sei svenuto?, all’ inizio pensavo ti avesse ucciso per rubarti il portafoglio!- In verità, non sapevo cosa fosse successo veramente, perché appena sono caduto in terra credo di aver battuto la testa, e questo spiegherebbe perché sono svenuto. Dopo essermi alzato Helen mi aiutò a raggiungere casa mia, poi, voltandosi mi disse: -ci vediamo domani, e fammi sapere come stai, visto che mi sono preoccupata molto per te!- -Okay, a domani!-; appena entrato in casa misi del ghiaccio in testa, e vista l’ ora decisi di andare a dormire. Durante la notte mi alzai varie volte perché mi veniva da vomitare, ma oltre a questo mi sentivo strano: il collo ricominciò a farmi male, sentivo freddo e mi rivoltavo dal dolore, ed è a quel punto che iniziai a pensare che forse quell’ uomo mi aveva fatto qualcosa di strano, così capii: il morso, il dolore, quella persona comparsa dal nulla…, mi stavo lentamente trasformando in una creatura che non pensavo neanche che esistesse: un VAMPIRO. Ma perché proprio io, cosa avrei detto a Helen, e sarebbe stato pericoloso per lei stare con me ora che ero un vampiro? La mattina dopo chiamai Helen e le dissi che non sarei potuto andare con lei quel giorno, perché stavo ancora un po’ male; lei capì, e mi augurò di guarire e riattaccò. Feci una piccola ricerca in internet, visto che non riuscivo a dormire, e scoprii che non potevo uscire di giorno e dovevo nutrirmi di sangue umano. Sentii bussare alla porta e appena aprii trovai una piccola combriccola di tre ragazzi che mi somigliavano tantissimo. Senza chiedere niente entrarono in casa, e il ragazzo moro e alto mi disse: - piacere, sono Carl, loro sono Lucas e la sua fidanzata Alexsia-, disse indicando le due persone dietro di lui. -Piacere- dissi io un po’ preoccupato, insomma, tutti lo sarebbero se vedessero entrare in casa propria tre perfetti sconosciuti. - Non ti preoccupare, non ti vogliamo fare del male- disse Alexsia – noi siamo come te, vampiri-, perfetto! Allora non ero l’ unico vampiro in città. –Certo che no- mi rispose Lucas, -ce ne sono tanti come noi, come te. - Aspetta, come hai fatto a sapere cosa penso?- - è il mio potere, vedi, ognuno di noi ha un potere, Carl può teletraspostarsi da un luogo ad un altro solo pensandoci- - E tu Alexsia che potere hai?- le chiesi - Lo scoprirai tu stesso!- Mi disse – Okay, ma come mai non siete morti polverizzati ne venire qui?- -E perché mai saremmo dovuti bruciare?- mi chiese Carl. - Be, ho letto su internet che i vampiri non possono stare alla luce del sole, se no muoiono- - Idiozie- risposero tutti insieme