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Autore: Nihal guerriera    25/06/2007    1 recensioni
Il ragazzo si guardò la ferita: non era molto profonda, ma sanguinava parecchio. La ragazza si sedette per terra e, prendendosi la faccia tra le mani, continuò a piangere. - Cosa devo capire?- urlò Andrew -Capisco solo che quella che consideravo un’amica sta cercando di uccidermi e non so perchè!- Aires lo guardò. I suoi dolci occhi azzurri erano lucidi e il respiro affannoso. - Chi sei davvero Aires? Perchè mi hai fatto questo?- chiese lasciandosi cadere a terra. **** E' la prima ff ke pubblico....ditemi cosa ne pensate in bene o in male!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL BENE & IL MALE -Accidenti a questa dannata porta!- Era una notte di marzo e Aires stava imprecando con la porta sul retro di casa sua. Come ogni notte era uscita di nascosto e tornata allo stesso modo. Peccato che quella sera avesse dimenticato a casa le chiavi. Bussare non poteva: avrebbe svegliato la sua famiglia, che era ignara di ciò che la figlia faceva di notte. Le alternative erano due: dormire fuori e farsi trovare lì la mattina dopo, dando delle spiegazioni oppure arrampicarsi sull'albero che arrivava fino alla finestra della sua stanza. Aires scelse la seconda opzione. Si era già arrampicata una volta e, nonostante si trattasse di tanto tempo fa, si ricordava il metodo. Con un po' di fatica e qualche graffio alle mani, arrivò alla sua finestra, che per fortuna aveva lasciato leggermente aperta. Soddisfatta di se stessa si disinfettò i graffi scarlatti e, dopo essersi messa il pigiama, scivolò sotto le coperte, pronta ad archiviare dentro di se quell'ennesima notte d'inferno. **** Quando aprì gli occhi era già mattina e la sveglia stava suonando. Aires guardò fuori dalla finestra: era una bella giornata. Se la notte precedente era stata come tutte le altre, quella mattina sarebbe stata diversa. I suoi professori non la volevano sopportare oltre e perciò, l'avevano fatta assegnare a un'altra classe, che avrebbe conosciuto quel giorno. Scese dal letto e si vestì, poi andò a fare colazione e uscì in fretta di casa. I suoi genitori avevano insistito tanto per accompagnarla, ma lei non aveva voluto. Loro ritenevano fosse un giorno importante, Aires invece pensava fosse un giorno come un altro e perciò andò a scuola da sola. La fermata dell'autobus era poco distante. Quando arrivava lì si sedeva sempre ad aspettare e intanto pensava. Il pullman impiegava una ventina di minuti ad arrivare all'istituto superiore Melker. Aires frequentava il quarto anno del corso di lingue. Adorava il francese e lo spagnolo, ma odiava la storia e la matematica. Entrata nell’istituto, si recò in segreteria, poiché non sapeva a quale classe era stata assegnata. -Sono Aires Seabay, potrebbe dirmi qual è la mia nuova classe?- chiese in fretta alla segretaria, che non fece in tempo a rispondere perché qualcuno parlò prima di lei. -Venga con me signorina Seabay.- disse una voce femminile alle sue spalle. - Sono la sua nuova insegnante e la sua classe è la 4F. Prego mi segua.- Così dicendo, la donna si avviò in fondo al corridoio. Aires, senza dire nulla, la seguì. Arrivate all’ultima aula, la professoressa le fece cenno di aspettare fuori. Sbuffando la ragazza si sedette sull’unica sedia che c’era e dopo qualche minuto la donna si affacciò sulla porta e la invitò ad entrare. -Questa, ragazzi, è la vostra nuova compagna, si chiama Aires Seabay.- I ragazzi dissero un timido -ciao- e osservarono la nuova arrivata. Aveva i capelli lisci e castani, raccolti in una treccia, due grandi occhi color nocciola e un corpo snello. Portava un berretto marrone messo di lato, che lasciava intravedere un mare di ciuffi ribelli, una maglia bianca con sopra una canottiera marrone e un paio di pantaloni dello stesso colore. Aires si guardò intorno, individuò l’unico banco vuoto e, dicendo un veloce -ciao-, si andò a sedere. -Bene, possiamo cominciare la lezione.- disse l’insegnante, cercando di richiamare l’attenzione degli studenti, ancora intenti a osservare la ragazza. -Oggi leggiamo un brano scritto dal grande Shakespeare.- disse entusiasta la donna. Tutti allora tirarono fuori i loro libri, tranne Aires che non li aveva. La professoressa iniziò a leggere e la ragazza intanto guardava fuori dalla finestra. -Signorina Seabay!- tuonò ad un certo punto la donna -Perché non segue la lezione?- - Semplicemente perché non ho il libro.- rispose impassibile lei. -Beh, dovrà procurarselo. E si tolga immediatamente quel cappello, è maleducazione.- concluse. Sbuffando la ragazza si levò il berretto. La lezione continuò e quando suonò la campanella del pranzo tutti se ne andarono. Aires uscì dall’aula e si recò alla mensa. Quando finì di mangiare mancavano ancora una ventina di minuti alla fine della pausa pranzo, perciò andò nella sua vecchia aula che era vuota. -Dunque, vediamo un po’- così dicendo iniziò a frugare abilmente nelle borse dei suoi ex compagni. Trovò parecchi soldi, alcuni cellulari e un paio di occhiali da sole firmati. -Bene! Kurz sarà entusiasta!- disse tra se. Infilò tutto nella borsa e si allontanò guardinga. La lezione pomeridiana fu identica a quella del mattino, se non più noiosa poiché la materia trattata era geometria. ****
  
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