Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Revalis    09/12/2012    1 recensioni
Su Ksetra ogni essere vivente, alla nascita, viene illuminato da una Stella, sua protettrice. Questa Stella è la guida dell'individuo, colei che mostra la via, influenzandone la vita. Non tutti, però, conoscono la posizione della loro stella, ma possono percepirne la voce ed entrarci in contatto. Alcuni hanno la fortuna di ricevere la benedizione di un Astromante, che può indicare in maniera esatta la posizione della Stella di un essere vivente e dunque tracciare più precisamente il destino. Il protagonista della storia, Rust, non riesce ad individuare la propria Stella; vaga così di posto in posto, guadagnandosi da vivere come cantastorie. Durante l'ennesimo viaggio, però, Rust viene a contatto con qualcosa che cambia la sua strada...
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO II

-La Lacrima dell'Orsa-

 

 

-Come dal nulla primordiale scaturì la luce e l'ombra, noi nella notte accendiamo questo fuoco.

Il cerimonierie passò la torcia al suo assistente, che si avvicinò all'ultimo falò da accendere.

Ci fu una grande vampata, che fece brillare gli occhi di tutti i presenti, insinuandosi nelle profondità della loro mente. Schegge di plasma illuminarono l'aria, desiderose d'arrivare il più in alto possibile.

-Come da quella divisione si creò tutto l'Universo, noi da questo divisione tra la notte e il giorno, tra il freddo e il caldo, tra il fuoco e il buio, traiamo l'essenza stessa dell'Esistenza, che tutto anima; questo fuoco rappresenta per noi il soffio vitale.

Il cerimonierie fece un ampio cerchio in aria con una torcia, e tutti i convitati presero dei particolari fischietti. Per otto minuti essi fischiarono con quegli strumenti, che modulavano il suono in modo del tutto inusuale; esso sembrava infatti un coro di voci di cui non si riusciva ad intuire la tonalità; non era nè maggiore nè minore, non si capiva bene se fosse una voce più maschile o femminile; rappresentava infatti la voce stessa degli astri.

-Come dalla musica del cosmo, perfetta anche senza orchestra, ora noi abbiamo intonato questo canto spettrale, poichè noi stessi adesso non siamo altro che spettri agli occhi dell'Universo.

Dopo quest'ultima frase un anziano signore e un ragazzo si avvicinarono alle fiamme. Il cerimoniere li accolse e fece togliere la veste rituale all'anziano, che rimase dunque nelle sue vesti civili. Il vecchio si aggiustò la camicia, si arrotolò le maniche fino ai gomiti e prese in mano il coltello che il cerimoniere gli stava porgendo a palme aperte, in segno di rispetto.

-Come l'antico si unì all'antico per generare il nuovo, rinunciando ad una sua parte, noi ora presentiamo il frutto di questa unione; padre e figlio senza madre e consorte.

L'anziano, finita la frase, si procurò una ferita nella mano e versò il sangue in una piccola ciotola tenuta dal figlio. L'anziano poi prese la ciotola, vi impresse col sangue le stelle dell'Orsa Minore e la offrì al figlio; egli la prese , bevve il sangue contenuto e, rivolto verso la luce del fuoco, lo sputò tra le fiamme.

-Come alla fine del loro ciclo vitale le Stelle più antiche formarono gli elementi necessari alle Stelle più giovani per continuare la catena della Vita, noi ora effettuiamo questa cessione tra padre e figlio; e il figlio sputa tra le fiamme questo prodotto finale, per perfezionarlo , consumarlo, bruciarlo, alimentarsene.

Il sangue che il ferro delle Stelle ci ha donato, il prodotto ultimo, tramite procedimento inverso viene gettato nelle fiamme prodotte da Ossigeno e Carbonio, doni più antichi ancora.

La cerimonia procedeva nelle sue fasi finali, mentre la mezzanotte si avvicinava.

Rust, immerso nella folla di Uminoriani, osservava estasiato la sacralità del rito che si stava compiendo sotto i suoi occhi, pur volgendo lo sguardo di tanto in tanto al cielo.

Kochab si stava allineando a Polaris, ed improvvisamente tutto ebbe senso nella sua mente.

-Ora invito tutti voi ad osservare particolare concetrazione mentre vi rivolgete alla vostra Stella, cosicchè possano anche loro partecipare alla nostra unione e aiutarci a spazzare via l'innaturale grigiore che copre il cielo, da noi mai conosciuto ad Uminor.

I convitati si prepararono ad entrare in contatto con la loro guida, ognuno a modo suo.

Molti stavano in silenzio, ma c'era chi danzava, chi cantava, chi suonava; chi osservava il cielo, chi chiudeva gli occhi, chi si metteva in una sorta di posa meditativa, chi baciava il proprio compagno, chi accarezzava i figli, chi se ne stava in disparte. Tutti loro avevano una vita differente, ed erano differenti le diverse preghiere che rivolgevano alle Stelle.

Rust ebbe la fortissima impressione che, in realtà, non si stessero rivolgendo alle Stelle, quanto a loro stessi. Le Stelle che li guardavano dalle distanze siderali erano loro stessi, e loro erano le Stelle sperdute nel cosmo.

Si trattava di una pefetta comunione di corpi e spiriti.

"È forse per questo motivo che non ho mai capito chi io sia? Perchè non riesco a capire a pieno i sentimenti che quegli individui provano?

Possibile che le Stelle non indichino nessuna via? Possibile che esse servano ad illuminare ed amplificare l'essenza stessa dell'Esistenza, che pulsa dentro ogni cosa?"

Il cielo si aprì sopra questi pensieri, che aleggiavano sull'anima di Rust. Tutte le stelle dei presenti stavano splendendo magnificamente, dissipando le nuvole; si riusciva a percepire la luce anche delle stelle non visibili nel cielo, che stavano prestando la loro energia alle loro sorelle pur di essere presenti.

-Adesso, quando la mezzanotte sarà giunta, noi spegneremo questi 108 fuochi che abbiamo acceso, queste 108 piccole stelle che brillano su questa terra; la Lacrima dell'Orsa, il simbolo dell'acqua, è ciò che permette a questa energia di non andare sprecata e alla nostra vita di non essere gettata tra le fiamme. L'acqua, il più prezioso di tutti i beni, figlia dell'Idrogeno, il primo dono del cosmo.

Quando il cerimoniere finì si scostò umilmente, tracciando una linea vicino al falò. Lentamente, dalla folla si fece largo un uomo avvolto in una lunga veste arancione, che si posizionò dove era stato tracciato il segno.

-L'Astromante di Kochab adesso spegnerà questo fuoco, e la cerimonia si avvierà alla sua conclusione.

"Ah, quello è un Astromante. Somiglia moltissimo allo Spirito di Polaris. Hanno persino la stessa veste, o comunque è molto simile..."

-Non possiamo.

Tutti i presenti si bloccarono, come se la voce dell'Astromante fosse stata amplificata. Tutti lo sentirono come una forte vibrazione che gli scuoteva il corpo.

Il cerimoniere si accostò all'Astromante, facendosi portavoce involontario del pensiero che passava i testa a tutti.

-Perchè non possiamo?

-Non tutti i presenti hanno convocato la loro Stella.

Il silenzio si trasformò in brusio, poi in sospetto ed infine in certezza.

Doveva per forza essere lo straniero.

"La gente ha la memoria corta, ma al momento delle accuse ricordano fino troppo bene. Chissà perchè, ma ora si ricordano tutti chi sono."

-Ma...non è quel cantastorie?

-Sì, è lui...ma non vorrà per caso boicottare la nostra cerimonia?

-Ma no, che dici...forse non sapeva...

-E se invece lo avesse fatto apposta?

-Io mi fidavo, mi sembrava una brava persona...

-Oh, oh, ma come è possibile che non abbia una stella? Ci avete pensato?

L'Astromante fece cenno di far silenzio.

-Per favore, per favore, non perdiamo la calma. Nonostante questa mancanza, in questo momento tra di noi è presenta una forza differente, che comunque, mi rincresce dirlo, non appartiene a quella persona.

"Sono all'angolo. È chiaro che sta parlando di me. Solo che non lo seguo comunque."

-Perciò -riprese l'Astromante- non possiamo concludere il rito, ma lui sì. Per cui, vieni pure qui davanti al fuoco.

La decisione era stata presa. La folla, comunque restia, non si divise per permettere il passaggio al nuovo cerimoniere, che dovette farsi largo un po' a fatica, nuotando in un senso di repulsione collettivo.

Quando fu davanti all'Astromante si rese conto che la sua voce e il suo fisico non combaciavano. Aveva una voce quasi da bambino, ma era alto almeno un metro e novanta e la larga tunica gli cadeva addosso precisa, non troppo larga.

Rust sentì la mano sinistra dell'Astromante sulla spalla, mentre l'altra tracciava una linea retta dal cielo alla terra.

-Questa notte lo spirito di Polaris è disceso su quest'uomo, conducendolo fin qui. Sta a lui estinguere queste fiamme; in lui noi riponiamo la nostra fiducia.

Le parole dell'Astromante riflettavano la fede che riponeva nella grande coscienza della Natura, quella abnegazione ottenuta con estrema fatica.

La folla, tuttavia, non era affatto contenta. Uno straniero, per di più incapace di richiamare la propria Stella, non poteva assolutamente sostituirsi ad un Astromante, nè a nessun altro Uminoriano; la Lacrima dell'Orsa era faccenda troppo importante per lasciare che tutto finisse così.

L'Astromante ovviamente si accorse che la luce delle Stelle si stava tingendo di un colore di morte.

Imbestialito, tuonò: -VOI NON VOLETE CHE QUEST'UOMO COMPLETI IL RITO!

La voce apparì innaturalmente amplificata, questa volta sul serio.

-Voi non lo volete per una vostra misera PAURA! Voi non immolate voi stessi per l'equilibrio nemmeno in questo piccolo frangente! NON SIETE DEGNI...-pausa- di essere illuminati da quelle Stelle.

L'Astromante cercò ci ricomporsi, ma una piccola scintilla di dubbio ancora c'era.

-Voi volete una prova, non è così? ECCO LA VOSTRA PROVA!-

La veste ondeggiò nell'aria, e un lampo d'argento partì dalla mano dell'Astromante. In una frazione di secondo aveva preso il coltello di mano all'anziano padre e lo aveva puntato al cuore di Rust.

In quello stesso istante la luce di Polaris si fece abbagliante e un sottile raggio perforò l'atmosfera, colpendo in pieno Rust; un fortissimo campo elettromagnetico si sprigionò dal suo corpo, immobilizzando l'Astromante.

Il saggio era in torsione, con il coltello nella mano destra afferrato al contrario. Era completamente scoperto.

Rust lo guardò dritto nell'oscurità del cappuccio. Si sentiva potente come non mai, talmente pieno di energie sconosciute da non riuscire a contenerle; dopo un paio di tentativi di autocontrollo perse il senso di sè, entrando in una specie di follia.

Sentendosi minacciato, spostò tutto il peso del corpo all'indietro, caricò un montante e poi si slanciò contro l'Astromante, facendo perno su un piede. Lo colpiì in pieno stomaco, facendolo volare a terra.

L'Astromante atterrò di schiena e non accennò a rialzarsi per una manciata di secondi, che sembrarono lunghissimi per la folla. Sputò un po' di sangue e si rialzò.

L'aura attorno a Rust si spense e improvvisamente tornò cosciente.

-Vedete? Costui, da voi tanto disprezzato, ha su di sè una protezione molto potente. È giusto che sia lui, stanotte, a riconciliarci con il cielo... e con noi stessi.

L'Astromante era genuinamente impressionato dalla forza sprigionata. Non si aspettava nulla del genere.

I convitati erano ancora più stupiti. Avevano visto chiaramente che lo straniero era rimasto immobile, e che il colpo era stato sferrato dalla sua aura, che aveva assunto la forma di uno spirito; una specie di essere di luce semisolida che, oltre a metter al tappeto l'Astromante aveva abbattuto ogni loro dubbio.

Ristabilito l'ordine fu possibile continuare la cerimonia, anche se Rust continuava a non capirci nulla; spense il falò sotto la supervisione del cerimoniere e dell' Astromante, che nel frattempo sembrava che stesse recitando un qualche mantra.

Spento il primo falò, gli altri seguirono automaticamente, tutti d'un colpo. Tutto piombò nel buio, e dalle ceneri dei falò si levarono piccolissimi frammenti di quello che sembrava cristallo. Erano come piccole lacrime galleggianti, ed ognuna di esse fu attirata verso il cielo, finchè non divennero invisibili, disperse nell'immensità della notte.

Per la prima volta da quando si trovava lì Rust decise di aprire bocca.

-Cosa è successo?

L'Astromante si avvicinò lentamente a Rust, come a volergli far attendere la risposta.

-La Lacrima dell'Orsa si è frammentata; è ascesa alle Stelle di ognuno di questi individui. Così doniamo parte di noi agli astri.

Rust non riusciva a capacitarsi. Lo spettacolo di quelle gocce d'anima che se ne andavano sempre più su lo lasciava completamente atterrito e svuotato.

"Un conto è raccontare le cose. Un conto è viverle...Ma io non sono mai arrivato ad essere così bravo da raccontare qualcosa di così bello. È come...essere circondati da tante piccole Stelle, come se ci trovassimo lassù, nel cielo, in mezzo a quei brillanti incastonati in un panno nero, apparentemente immobili e così piccoli..."

Quando tutto terminò, gli Uminoriani, anche loro svuotati, si diressero verso le loro abitazioni. Molte luci del piccolo villaggio, che illuminato dalla luce artificiale appariva molto meno arretrato di quanto sembrasse, si accesero e si spensero subito dopo.

La città si mise a dormire, colpita da un profondo collasso, una purga spirituale.

Questa processione durò stranamente pochissimo, e in breve tempo tutto fu buio e silenzioso di nuovo.

Solo i respiri di Rust e dell'Astromante spezzavano il silenzio.

I due non si guardavano. Uno se ne stava seduto a gambe incrociate, mentre l'altro, ancora scosso, era in piedi. Stava decidendo se parlare o no con il tizio che riempiva la veste.

"Sì che ci parlo. Ci sono troppe cose che voglio sapere."

L'Astromante girò leggermente la testa verso Rust, che si stava avvicinando, intenzionato a chiedere spiegazioni.

-Hai qualcosa da dirmi, straniero? Perchè sei ancora qui?

-Ecco, appunto. Perchè TU stai qui? Non vai a dormire come gli altri?

-No, io devo restare qui fino all'alba, come intercessore per le lacrime. Quando poi Kyr apparirà sarà lui a condurle fino a destinazione.

-Perchè tutto questo?

L'Astromante si aspettava qualche domanda, però era infastidito lo stesso.Piegò leggermente la testa di lato a destra e a sinistra, e si mise a guardare dritto davanti a lui.

-Perchè questa cerimonia abbia luogo la mia Stella, Kochab, deve trovarsi ad una distanza da Polaris doppia rispetto alla distanza dall'orizzonte. Questo allineamento è chiamato Lacrima dell'Orsa. Il rituale è compiuto, ma io devo restare qui a parlare con la mia stella, perchè invii le lacrime a Polaris e poi a Kyr. Solo che questa volta le Lacrime sono già a Polaris, ma non si sa mai. Resto comunque a controllare e a parlare con la mia stella.

-Le lacrime...sono già a Polaris?

-Sì. Per questo dovevi fare tu il rituale. Se sei stato condotto qui, vuol dire che gli astri avevano altri piani.

-Come...già, lo spirito di Polaris...eppure..Ma come hai fatto?

-Eh? Non vedi che sono un Astromante? Che domanda è? L'ho capito subito.

-Allora sai anche che quella non è la mia Stella.

-Già. Ti è stata garantita temporaneamente la protezione di Polaris. Quello che mi chiedo adesso è se tu effettivamente conosca bene il rituale per convocare la tua Stella...

-Io, veramente...

-Ho capito. Se vuoi posso rivelarti dove si trova, così non dovrai più sperare in un intervento esterno.

L'Astromane si girò verso Rust.

"Non capisco. Non capisco nulla di tutta questa storia, come è possibile che non sia mai riuscito ad ottenere i favori di un Astromante e che adesso me ne trovi uno davanti che si offre di sua spontanea volontà..."

Rust guardò nel cappuccio della Stella di Kochab. Senza saperlo, era la seconda volta che lo faceva, e per la seconda volta fissò il vuoto più tetro.

-Ricordati una cosa, però. Gli Astri influenzano, ma non costringono.

-Non mi importa. Finalmente potrò capire me stesso e il mio posto sia in cielo che in terra.

L'Astromante fu perplesso. Quell'ultima frase gli aveva fatto capire che c'era qualcosa che non andava.

-Un momento. Tu non riesci a sentire la tua stella, o sbaglio?

Lo sguardo che ricevette in risposta fu inequivocabile.

-Ma da dove vieni, tu?

-Io sono nato nella zona del Mare Chiuso, ma ormai sono almeno due anni che vago per Ksetra.

-Dal Mare Chiuso, eh...come ti chiami?

-Rust.

L'Astromante sussultò. Quel nome lo aveva attraversato come una freccia avvelenata.

-Rust del Mare Chiuso, dici?

-Beh, sì, è quello che ho detto.

-Allora tieniti pronti.

L'Astromante si alzò in piedi e improvvisamente una strana energia lo circondò; un'aura bianchissima e fredda si espanse fino ad esplodere, lanciando al contempo un raggio argento che colpì Rust in pieno petto; egli però ne uscì illeso, di nuovo in trance. Si lanciò nuovamente all'attacco dell'Astromante, stavolta con tutto il corpo.

Fu facilmente schivato e prontamente ricevette un colpo sulla nuca, che lo fece piegare in avanti; l'Astromante scavalcò la sua schiena e, atterrato dala lato opposto, lo colpi violentemente con una gomitata sulla spina dorsale.

Rust si piegò dalla parte opposta e cadde in ginocchio, alzando gli occhi al cielo.

-Non guardare in alto, non c'è nessuna stella a brillare per te!

L'Astromante lo colpì con un calcio, poi ancora e ad ancora con colpi vari finchè l'aura del suo avversario non si esaurì.

Rust tornò in sè senza riportare troppi danni. Questa volta, però, era ben cosciente che era stato attaccato. Si alzò e, in segno di sfida, guardò il suo aggressore. Sapeva di non avere possibilità, eppure lo fece lo stesso.

L'aura dell'Astromante diventò gradualmente arancione, vedendo che Rust era ancora in piedi.

-Rust, è inutile! Lo spirito di Polaris ti protegge ancora, ma io sono Kochab, il Guardiano del Nord! Insieme a mio fratello Pherkad proteggiamo la Stella Polare, ma la mia stella, dopo Thuban, è stata a sua volta la Stella Polare. Io sono l'antagonista di Polaris in tutto e per tutto, ed è per questo che ti devo fermare adesso, che sei in possesso di un potere che sono in grado di annientare! Solo adesso capisco che tu non hai nessuna Stella che ti protegge, ed è mio compito impedirti di ottenerne una. Le Stelle non agiscono per capriccio, e se non ti proteggono c'è un motivo! Polaris ti ha condotto fin qui per aiutare quella brava gente e poi morire, adesso mi è chiaro!

"Questo parla troppo, ma su una cosa ha ragione; non ho nessuna Stella. Ma ora che lo so, non posso certo morire qui. Non posso!"

Rust, in preda alla rabbia, cercò l'unica costellazione che poteva aiutarlo, l'unica che poteva esprimere il sentimento di rivalsa contro l'Orsa Minore.

La luce di tutta la costellazione del Dragone si impossessò di lui, unendosi con lo spirito di Polaris. Questa alleanza ossimorica fece splendere in modo estremamente cupo l'aura di Rust, che perse totalmente il controllo. I falò intorno si riaccesero, iniziando a danzare intorno ai due contendenti.

L'Astromante, però, possedeva la lucidità e la conoscenza di sè che a Rust mancava.

Ironicamente creò un campo elettromagnetico simile a quello da cui era stato imprigionato; caricò il medesimo montante che lo aveva atterrato e si preparò a sferrarlo direttamente al mento di Rust.

Kochab, però, non ebbe modo di colpirlo.

Poco prima di abbattersi su di lui, una lacrima era caduta dal volto etereo dello spirito di Polaris, che si era manifestato davanti al volto di Rust.

L'Astromante ritirò il pugno e indietreggiò.

-La Lacrima dell'Orsa...

L'Astromante si bloccò. Si stava per togliere il cappuccio, quando la mano di Rust si alzò per bloccarlo.

-Perchè mi risparmi?

-Rust del Mare Chiuso...lascia la mia mano.

-Io non sono Rust. E non ti lascerò la mano.

Il Guardiano del Nord abbassò il capo. Improvvisamente si spense, e così fece Rust. I fuochi li seguirono.

I due si guardarono. L'Astromante si liberò e mise quattro passi di distanza da Rust.

-Ascoltami bene. Quando Kyr sorgerà, guarda ad Ovest. La costellazione che starà tramontando in quel momento sarà la tua guida per il tuo prossimo viaggio. Viaggia, Rust, viaggia finchè non riuscirai a capire che siamo più di carne e sangue, viaggia finchè non riuscirai a capire perchè soffro, piango, gioisco, temo, amo, vivo...come tutti, eccetto te.

-Ma...la mia stella?

-Solo il cielo potrà dirti se sei meritevole di ottenere la tua guida. Vivi, Rust, non raccontare.

Detto questo, l'Astromante si voltò definitivamente e sparì nella notte.

Rust fu lasciato solo, e in quel momento tutto il peso della sua esistenza lo stava schiacciando. Ciò che era era diventato troppo grande, sarebbe collassato in sè stesso senza carburante da bruciare per espandersi...così come una Stella.

Mai come allora il suo nome gli era pesato tanto.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Revalis