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Autore: ImBritIrish    11/12/2012    1 recensioni
Jessy Jey:Io non posso averti perchè sono una fata! E le fate non possono innamorarsi degli esseri umani. Hai capito ora?!!? Perchè non posso amarti liberamente?Perchè posso solo desiderati senza mai averti?!?
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*Pov Jessy Jey*

Zaira:Pronta?
Io:Si.
Louis:Sicura che vuoi che non veniamo?
Io:Ci saranno Riccardo e Zaira, non vi preoccupate. Vi chiamerò appena ho saputo qualcosa.
Niall:Ma posso venire anche io se vuoi.
Io:Niall sarebbe troppo per te. L'hai detto stesso tu che devi avere del tempo per abituarti a tutte queste cose nuove. Venendo con me vedresti tutto insieme e troppo in fretta. Meglio cosi credimi.
Niall:Mi chiami se succede qualcosa?
Disse rivolgendosi a Riccardo. Lui gli sorrise e annuì. Presi i borsoni, salutai tutti e con Zaira e Riccardo al mio fianco andai.
In un paio di minuti ero nel mio mondo con due esseri umani.
Io:Non fiatate, non fate casini e non dite a nessuno cosa siete, non lo pensate e quant' altro.
In coro mi dissero un ''va bene''.
Neanche due secondi che avevo messo piede in quel mondo, da me tanto odiato,che vennero verso di noi i miei genitori.
Neanche il tempo di respirare che già sono qui.
Presi fiato e continuai ad avanzare. Non li degnai nemmeno di uno sguardo, andai diritta verso casa. Mi serviva un po' di tempo per riordinare le idee, poi avrei potuto affrontarli.
Io:Ragazzi questa è la casa. A destra c' è la mia stanza, più avanti quella dei miei fratelli, poi la camera alla fine del corridoio è dei miei e quella a sinistra è il bagno. Questo è il salone e quella è la cucina.
Annuirono e mettemmo tutte le borse in camera.
Dovevamo stare attenti ad ogni cosa, a quello che pensavamo, che dicevamo, che facevamo, perchè se si veniva a sapere di ben due umani sarebbe stata la mia fine.
Feci l'incantesimo con cui la porta avrebbe avuto gli occhi, cosi da dare la possibilità di riposarsi a Riccardo e Zaira.
Mentre loro dormivano io andai in terrazza. Osservai per un po' il paesaggio, assaporai tutti i ricordi che mi venivano in mente. Poi pensai all'ultimo episodio che mi era successo.
Non era normale che io svenivo solo per ricordare momenti non facili per me. Ci pensai e ripensai, arrivando poi alla conclusione che purtroppo anche se non era normale era cosi.
Mi sedetti in un angolo, con il sole proprio rivolto sul mio viso, aprì il libro degli incantesimi e iniziai a studiarne di nuovi. Mancavano più o meno due mesi, l'ansia saliva, ed io non sapevo ancora se studiare per partecipare alla gara, o studiare semplicemente per imparare io nuovi incantesimi.
Scossi la testa come per cancellare quei pensieri, che mi tormentavano da quando avevo di nuovo i poteri, e ritornai a studiare.
Stavo provando ad usare più poteri insieme, e la cosa era abbastanza complicata.
Io:Dai ci devo riuscire. Mi basta leggere nel pensiero di Riccardo anche per solo due secondi.
I miei tentativi furono inutili. Non riuscivo a leggere nel pensiero, o fare qualsiasi altra cosa, mentre avevo già un incantesimo in atto. Era difficile e stancante.
X:Ma guarda chi si rivede.
Sapevo benissimo chi era, ma sapevo anche che non l'avrei sopportato neanche per un secondo.
Io:Guarda che quello che mi ha lasciata da sola sei tu, non io. Giusto per ricordartelo, fratellino.
Mio fratello. Eravamo l'opposto l'uno dell'altro, ma quando ero più piccolina mi ricordo che andavamo d'accordo. Lui si confidava con me, io gli davo consigli, e viceversa. Poi incontrò la donna dei suoi sogni e..beh...addio Jessica.
Thomas:Io sono andato via di casa, tu dal nostro mondo. Chi è stato più distante? Io? Credo proprio di no.
Io:Io sono andata via fisicamente ma ogni volta che avevate bisogno di me c'ero e ci sono. Tu invece sei andato via, non c'eri mai, non eri mai disponibile, e ogni volta che dovevo parlarti ''avevi da fare'' con la tua donna. Ogni volta che stavo male, ma stava male anche lei decidevi di stare accanto a lei e non me. E lo so quella era ed è la tua famiglia, che ora è di lei che devi prenderti cura, però io ci sono stata male di tutto questo. Mi ha fatto male veder andar via il mio Toti.
Restò lì senza dire niente, mi osservava, mi scrutava, mi studiava, voleva leggermi l'anima, ma non gliel' avrei permesso, non questa volta.
Thomas:Ma io per te e per il resto della famiglia c'ero, ci sono e ci sarò.
Abbassai lo sguardo, e anche il tono di voce. Questa volta non avrei fatto scendere lacrime.
Io:Non è cosi. Dove eri quando io avevo bisogno di te? Dove eri quando mi tagliavo? Quando i ragazzi a scuola mi prendevano in giro per il mio aspetto? Quando non mangiavo per giorni? Quando ho tentato di suicidarmi? Quando mangiavo e poi cercavo di vomitare tutto? Dove eri quando il mio di mondo stava andando in frantumi? Non c'eri.
Thomas:Ma io...
Io:Tu di tutto questo non lo sapevi. Ne sono consapevole, ma non hai mai pensato di dire ''Ora do' uno sguardo alla vita di Jessica, magari ha bisogno d'aiuto.'' ? No, non l'hai fatto e questo mi basta per capire.
Thomas:E tu? E tu invece l'hai mai pensato?
Io:Io? Ogni giorno. Puoi chiederlo a Zaira. Ogni giorno vedo il tuo presente. E ho visto quando hai litigato con lei, ho visto quando avete chiarito, ho visto quando hai pianto per lei, vedo ogni giorno che ti fai il culo quanto l'universo per farle avere una vita degna di una regina.
Thomas:Io non lo sapevo.
Io:Come tutto il resto, d'altronde. Non ti preoccupare, ormai mi sono abituata alla tua assenza, quindi non preoccuparti a ritornare. Ciao.
Thomas:Scusa...
Io:Non ho bisogno delle tue stupide scuse.
Mi girai e me ne andai, lasciandolo da solo lì.
Zaira:Hey Jey che è successo?
Io:Niente.
Riccardo:Jey?!?
Io:Toti. Ma ora è l'ultimo dei miei problemi.
Ripresi nervosamente a provare due incantesimi contemporaneamente.
Pochi secondi, mi ci sono voluti solo pochi secondi per lanciare il libro in aria e piangere.
Io:Ma perchè tutti insieme! Perchè i problemi, i ricordi, vengono tutti insieme?!?!
Riccardo:Calmati. Vedrai che si sistemerà tutto. Ora non piangere.
Zaira:Affronteremo una cosa alla volta tutti insieme. Eh, cosa dici?
Piansi. Questa fu la mia risposta. E, come l'ultima volta, iniziarono a ritornare alla mente tutti i ricordi, i problemi cosi all'improvviso. Non capivo, non era possibile, mai mi ero sentita cosi, mai era successa una cosa cosi, era come per magia. Come l'ultima volta ebbi un flash e poi le immagini passavano veloci nella mia testa, poi nero totale ed ecco che svenivo.
Non era trascorso molto tempo, mi sentivo dare leggeri schiaffi, e strattonarmi, aprì gli occhi e vidi sfocato, ero frastornata, stordita. Non capivo molto di quello che stesse succedendo in torno a me.
Zaira:Deve parlarvi.
Riccardo:Sono successe un po' di cose.
Io:Ragazzi adesso parlo io. Sto meglio, posso farcela. Grazie per l'aiuto.
Andammo in cucina, mia mamma mi preparò una camomilla, e iniziai a parlare. Le raccontai tutto per filo e per segno e lei ogni tanto annuì.
Moira:E quindi tu cosa vuoi sapere?
Come faceva a non capire? Ero stata cosi chiara nella spiegazione.
Io:Vorrei sapere perchè mi chiamo cosi. Perchè non lo può sapere nessuno. Perchè questa Eliza lo sa.
Annuì e se ne andò in un'altra stanza per poi ritornare con uno strano libro in mano.
Moira:In questo libro troverai tutte le risposte.
La guardai sconvolta. Le stavo chiedendo aiuto, le stavo dando un'altra possibilità e lei la usava cosi? Dandomi solo un libro senza spiegare? Non è possibile.
Presi quel libro e restando ancora una volta delusa, persi tutte le mie cose e andai fuori da quella casa, seguita da Riccardo e Zaira.
Camminavamo in silenzio, quando mi accorsi che qualcuno ci stava seguendo. Con un gesto lo feci capire agli altri, cosi iniziammo a camminare a passo svelto. Provavo a leggergli nella mente ma non ci riuscivo, non conoscendolo non potevo vedere il presente o il passato e nemmeno il futuro. Andammo verso il vicolo stretto, ma molto illuminato, e deserto, per un po' perse le nostre traccie ed ebbi il tempo di far nascondere Riccardo e Zaira, in modo da non metterli in pericolo.
Feci finta di niente, ma sentivo i suoi passi farsi sempre più vicini, più veloci, più pesanti. Oramai è a pochi passi da me.
Io:Chi sei e cosa vuoi da me.
X:Voglio avvertirti.
Io:Di cosa?
Che cosa mai poteva sapere quello che stavo passando uno sconosciuto.
X:Di stare attenta.
Io:A chi e perchè.
X:Alle persone di questo mondo. Non sono tutte quello che credi.
Io:A chi ti riferisci? Chi non è quello che credo?
X:Le persone ultimamente hanno comportamenti strani. Non sono più le stesse, c'è qualcosa che le ha cambiate, sono controllate da qualcuno, sono state trasformate.
Io:Da chi? Chi sta facendo tutto questo?
Un fischio, mal di testa forte, talmente forte che le forze sono venute a mancarmi, a me come allo sconosciuto.
Ecco che finiva tutto. Ma lo sconosciuto era in fin di vita, mi avvicinai. Dovevo sapere, cosi gli ripetetti le domande.
Io:Da chi sono controllati? Chi li sta cambiando? Chi sta facendo tutto questo?
X:Cu....cur....curun...
Era morto. Non aveva finito di dirmi nemmeno il nome.
Gli tolsi la maschera che aveva sul volto. Non potevo crederci, non era possibile.
Lanciai un urlo. Mi lo aveva portato via. Questa era diventata una cosa personale ora.
Ma prima di fare tutto, dovevo seppellirlo.
Riccardo:Chi è?
Io:Mio padre.
Riccardo:Ma non è lui. E' troppo giovane.
Io:E' lui. Mi ha detto che li stanno trasformando e lui è diventato più giovane. Ne ho viste di foto sue e di mamma da ragazzi, e credimi so riconoscere mio padre.
Zaira:Cosa hai deciso di fare?
Io:Ora lo faccio seppellire, poi andrò da mamma e glielo dirò e poi torneremo dagli altri e inizierò a studiare il libro, a cercare di capire chi è questo Curunqualcosa, e dovrò vedere a cosa si riferivano queste informazioni che mi ha dato lui.
Lo sistemai con le braccia incrociate sul petto e le gambe stese, e poi con la levitazione lo portai al cimitero dove l'avrebbero sotterrato.
Zaira:Ma qui non fate funerali o cose del genere?
Io:No. Qui sei stesso tu che sotterri la persona, poi per dirlo agli altri parenti, o vai casa per casa, o vai lì, in quell'ufficio tutto nero e bianco e fai cancellare il nome della persona morta. E poi stesso quell'ufficio lo annuncia a tutti i parenti.
Zaira:Ma è orrendo.
Io:Lo so. Ma funziona cosi e di certo non sarò io a cambiare la regola.
Riccardo:Tu hai detto di questo a un bel po' di persone.
Io:E poi mi sono presa tutte le responsabilità. Ma una cosa è prendermi la responsabilità di otto persone, un'altra cosa è prendermi la responsabilità di un cento mila persone.
Riccardo:Non fa una piega il tuo ragionamento.
Aprì la tomba di famiglia e lo sistemai lì. Andai velocemente all'ufficio e sbrigai tutte le pratiche. Nel giro di cinque minuti sarebbero venuti qui tutti i parenti sparsi per il mondo.
Zaira:Pensavo, non è che potresti chiedere qualcosa ai tuoi parenti? Insomma almeno loro qualcosa ti dovrebbero saper dire.
Io:Hai presente l'acqua e il fuoco? Questo siamo io e miei parenti. Ero l'unica che diceva le cose come stavano in faccia, questo a loro non piaceva ed ora c'è un muro tra me e loro.
Riccardo:Nemmeno uno? Non c'è nemmeno uno che ti vorrebbe aiutare?
Io:Ahahahah no. Purtroppo no.
Zaira:Tentar non nuoce.
Io:No, Zaira, no. Ti ricordi cosa sei? Se loro lo vengono a sapere mi decapiterebbero.
Zaira:Allora noi restiamo qua. Se qualcuno ci nota e si avvicina glielo chiedi.
Annuì. Sapevo che non si sarebbe avvicinato nessuno, ma non volevano credermi.
Ormai erano le dieci di sera e anche se i parenti continuavano a venire, nessuno si era avvicinato a me.
Zaira:Okkey avevi ragione.
Io:Non vuoi mai credermi. Ora possiamo andare?
Annuirono e iniziammo a camminare.
X:Jey!Jey!Jey! Aspetta!
Una voce di un bambino che diceva il mio nome? E che vorrà mai?
Io:E tu sei?
Dico girandomi e trovandomi il bambino a pochi centimetri da me.
X:Non ti interessa sapere chi sono, ti serve solo prendere questa. Leggila solo quando sei al sicuro, qui ci sono troppi occhi indiscreti.
Io:Ma non c'è praticamente nessuno.
X:Non ha forma colui che osserva, è il suo spirito che osserva tutto.
Io:Uno mi dice che questo trasforma le cose, un altro dice che osserva. Ma posso capire chi cazzo è questo?
Il bambino non c'era più, era scomparso. Beh almeno non era morto.
Diedi un urlo isterico, che l'eco prolungò per più di un minuto.
Riccardo:Ora torniamo a casa tua, diciamo della morte di tuo padre a tua madre e poi facciamo ciò che vuoi.
E infatti cosi facemmo.
Andai a casa, restai fuori la porta, avvertì mia madre e senza dirmi niente mi chiuse la porta in faccia. Mi girai e come se non bastasse ecco che mi ritrovavo quell'altro guaio d'avanti.
Io:Mi avete rotto le palle. Tutti. A questa dico che è morto il marito, ero disposta a stare un po' con lei e mi chiude la porta in faccia, quel bambino che mi da una letterina, papà che fa il misterioso, tu che scassi le palle perchè dici che sono stata io ad allontanarmi. Sul serio, andatevene un po' tutti a fanculo.
Thomas:Papà è morto?
Io:Si. E' morto. Ed io devo scoprire il perchè.
Riccardo:Non è che potresti darle una mano, tu?
Io:Diventerei pazza più tosto di farmi dare una mano da lui.
Dissi con disprezzo nella voce.
Zaira:Scusaci un' attimo, eh.
Io:Zaira è un mago ti po' sentire anche se sei dall'altra parte del pianeta.
Zaira:Allora te lo dico qui. Ora come ora è l'unico mago che hai dalla tua parte. Quindi o accetti e ti fai dare una mano o non troverai mai la soluzione.
Thomas:La biondina qua ha ragione.
Io:Lo faccio solo perchè voglio capire cosa sta succedendo in questo mondo e alla mia famiglia.
Riccardo:Prendi tutto ciò di cui hai bisogno vieni con noi. Tra cinque minuti qui. Ti aspettiamo.
Sparisce e dopo cinque minuti esatti riappare con un borsone enorme.
Io:Ragazzi siamo tornati!
Il tempo di posare il borsone a terra che mi sono trovata le braccia di Niall che mi stringevano, e le sue labbra che mi davano il bentornata.
Louis:E lui sarebbe?
Thomas:Sono Thomas, piacere.
Harry:Un altro maghetto?
Thomas:Si. Qualcosa in contrario?
Io:Thomas non hanno niente in contrario, si chiama simpatia, hai presente? Quella che tu hai perso da anni. Comunque ragazzi questo è mio fratello, mago anche lui, ovviamente. Thomas questi sono Zayn, Harry, Louis, Liam e lui è il mio ragazzo, Niall. Resterà qui con noi, perchè nel mio mondo stanno succedendo un sacco di casini e non posso perdere anche lui.
Niall:Anche lui?? Cos'è successo?
Io:Papà è morto e mia mamma non mi parla.
Niall:Mi dispiace tanto.
Io:Non ti preoccupare. Ora non c'è tempo per piangersi addosso. Ora devo solo capire e cercare risposte.
Detto questo me ne andai in un'altra stanza e lessi la lettera di quel bambino.''Pagina 69, 8.'' Ecco tutto quello che diceva. Niente che mi spiegasse perchè stesse succedendo tutto quel casino. Di quale libro dovevo vedere pagina 69? E perchè poi? Invece di iniziare ad avere risposte, stavo solo creando più domande.

 

 

 

Spazio scrittrice.
Anche se non mi avete detto se dovevo
continuare o no la storia ho deciso di farlo lo stesso.
Perchè?
Per le persone che l'hanno messa nella seguite,
perferite, ricordate, quelle poche che l'hanno
recensita inizialmente e poi, l'ho iniziata
e voglio portarla a termine, non mi piace lasciare
le cose a metà.
Detto questo ringrazio chiunque la stia leggendo.
Vostra
ImBritIrish. Xx :D

  
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