Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Natalja_Aljona    13/12/2012    8 recensioni
Novosibirsk, 2013.
Aljona Sergeevna Dostoevskaja e Lev Fëdorovič Puškin, l’aspirante pattinatrice e l’ex terrorista.
Lei quindici anni di sogni, lui ventidue anni di illusioni.
Lei scandalosamente bionda, coraggiosa e incosciente come poche.
Lui troppo impulsivo e troppo innamorato.
Lei frequenta il penultimo anno del Ginnasio, lui ha passato sei anni in carcere per un attentato a Putin.
Perché lui davvero non ci riusciva, a non idealizzare quel Paese, quella Siberia feroce e opprimente, il cuore bianco e grigio della sua Russia sanguinaria e corrotta, a non cullare l'illusione di una Patria gloriosa sotto le macerie della violenza fine a se stessa e le sue stesse cicatrici di ragazzino che credeva ciecamente nel suo mondo immaginario, nei suoi miti bellissimi e impossibili, perché non c'era davvero quella gloria, non c'era davvero quella Patria.
Non c'era davvero quella luce, c'erano solo loro.
Lev con la pelle mangiata dalla prigione e il cuore rubato da Aljona e Aljona fatta di ghiaccio, musica, libri e capelli.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Звезда моя далeкая


Звезда моя далëкая

Zvezda moya daljokaya

Mia stella lontana

D’amore e d’incoscienza


Album Fotografico

 

Uno

What if I say I will never surrender?

E se ti dicessi che non mi arrenderò mai?

 

Fu antica miseria o un torto subito

A fare del ragazzo un feroce bandito

(Il Bandito e il Campione, Francesco De Gregori)

 

Carcere di Novosibirsk, Siberia Sud-Occidentale

4 Settembre 2012

 

Dei miei vent’anni
Che me ne faccio

Se questo mondo

Mi lascia indietro?

(Avevo un cuore, Mino Reitano)

 

[...]

 

Devi sapere ancor sorridere
Quando il bel tempo se ne va
E resta solo la tristezza
E giorni d'infelicità


Devi sapere celar le pene
E mascherare il tuo dolor
Tenere l'odio in te nascosto
E aver l'inferno in fondo al cuor
Devi sapere restar di ghiaccio
Pur se il tuo cuor brucia di rancor

(Devi Sapere, Charles Aznavour)

 

Che per prendere quella posizione ci volesse coraggio, Lev l’aveva sempre saputo.

Ma con un nonno sconfitto da Stalin, non poteva davvero permettersi di farsi pestare i piedi da Putin.

Con una madre in galera da quando era nato che gli lanciava sguardi struggenti da dietro le sbarre e gli gridava silenziose promesse di rivalsa, implorandolo di prendere il suo posto, e un padre che col fumo delle sue troppe sigarette negli occhi azzurrissimi stilava le sue memorie di figlio di un Antistalinista, non avrebbe potuto crescere diversamente, Lev Fëdorovič Puškin.

I suoi genitori, Anastasija Nikolaevna Rostova e Fëdor Aleksandrovič Puškin, sregolati teppistelli di periferia cresciuti sulla stessa strada dissestata e sotto lo stesso cielo logoro di neve, l’avevano avuto a quattordici e quindici anni e si erano sposati l’anno stesso, a un'età quasi normale per sposarsi a Nostal'hiya, sobborgo di Novosibirsk..

Dita intrecciate, screpolate a sangue dal gelo, sguardi sfrontati nei luminosissimi occhi azzurri di entrambi, tenaci ideali e ardenti follie di Rivoluzione in ogni battito del cuore.

Anastasija, una cascata di capelli biondi ondulati arruffati all’inverosimile e un sorriso distratto e bellissimo, forse troppo azzardato e tremante il giorno del suo arresto, un’insana passione per le bufere di neve e per i cinquanta gradi sotto zero con cui era cresciuta, era stata condannata a trent’anni di galera per l’omicidio di un poliziotto nel dicembre del 1991, undici mesi dopo la nascita di Lev, durante una manifestazione contro il Governo.

Fëdor, ex studente del Genio Militare di San Pietroburgo e sovversivo politico per destino, dalla nascita, folti capelli nerissimi e lo sguardo più tormentato e distrutto che si potesse sostenere, sulla pelle le cicatrici di un’infanzia bruciata a dimenticare gli occhi dell’uomo che aveva sparato a suo padre e un’adolescenza trascorsa tra i baci di Anastasija e il Manicomio Criminale, precedenti penali che nessuno gli avrebbe mai perdonato e un’autentica ossessione per Dostoevskij e il suo Преступление и Наказание, Prestuplènie i Nakazànie, Delitto e Castigo.

Lui sosteneva che Rodja Raskol'nikov avesse ragione.

Esistevano valide ragioni per uccidere, ed esistevano uomini che avevano il diritto di uccidere.

L’assassino di suo padre non era tra queste.

Quanto a Lev, a quindici anni, il 4 settembre 2006, il giorno del trentesimo compleanno di sua madre, aveva cercato di sparare al Presidente.

Non lo volevano proprio capire, i Russi, che la Rivoluzione Bolscevica di Lenin non era servita a niente, ch’erano tornati al punto di prima, che Vladimir Vladimirovič Putin era il degno erede di Stalin e dello zar?

E così, dopo aver sputato in faccia al giudice che aveva decretato la sua condanna, era da sei anni che scontava la sua pena.

Sei anni in cui era riuscito a farsi rispettare dai suoi compagni di cella, con il suo stoico silenzio e i suoi occhi cristallini, unica traccia tangibile di un'onestà incrollabile che nessuna condanna sarebbe riuscita a strappargli, sei anni in cui non aveva mai abbassato la testa davanti a un secondino, a quella presunta Giustizia che non valeva mai per quelli come lui.

Ma quel giorno, il 4 settembre 2012, data del trentaseiesimo compleanno di sua madre, le cose sarebbero cambiate.

Era giovane, Lev, aveva solo ventun anni.

Con la sua aria persa e sognante da poeta di guerra e il carisma da Alcibiade siberiano, i suoi folti capelli biondissimi, color oro, e i limpidi occhi di quel celeste chiaro incredibilmente splendente che talvolta sfumava nel grigio argento, la pelle nivea, il suo metro e settantotto e il fisico vagamente prestante, ma fin troppo magro ed ossuto, era di una bellezza sfuggente ed eterea, sciupata e illuminata al tempo stesso dai sei anni di carcere.

Era così giovane, Lev, e così diverso dagli altri delinquenti che si era abituati a vedere, determinato e ribelle come pochi, ma senza un velo di tenebra negli occhi né un terribile o dolce segreto impigliato nello scintillio del suo sguardo turchino, che psicologi, psichiatri e assistenti sociali avevano creduto di poterlo ancora recuperare.

Lui non condivideva le loro speranze, e aveva infranto tutte le loro illusioni, ma sapeva che adesso, almeno nei primi tempi, per toglierseli definitivamente di torno, avrebbe dovuto essere al di sopra di ogni sospetto.

Del resto, non era mai stato un provocatore né un facinoroso.
Non vedeva l’ora di tornare da suo padre, a casa sua.

Non vedeva l’ora di tornare nel suo quartiere, a Nostal’hiya.

 

Ci fosse lei, ci fosse lei

Che la volevo io non gliel’ho detto mai

(Ci fosse lei, Claudio Baglioni)

 

[...]

 

E fu così, lei dentro un sogno

Lei stessa un sogno, una vaghezza

Io le invidiavo la purezza

Dell’impossibile


Tu non mi devi sempre credere
Ma sempre credi in me
Non voglio che tu sia un ostaggio
In questo disperato viaggio

(Signora delle ore scure, Claudio Baglioni)

 

[...]

 

Se guarderai

Io sono qui, non vivo più

Cammino ma non so perché

Senza di te che senso ha?

(I lupi intorno a noi, Charles Aznavour)

 



Note

 

Звезда моя далёкая - Zvezda moya daljokaya - Mia stella lontana.

Bellissima canzone di Dmitrij Malikov.

La “stella” di Lev è la Libertà, la Rivoluzione.

E un po’ lo diventerà anche Aljona, la protagonista ;)
Ma diciamo che questo titolo vale per un po' tutti i personaggi della storia, come per esempio Anastasija e Fëdor, i genitori di Lev.

D’amore e d’incoscienza: Colpo di Fulmine, Giò di Tonno e Lola Ponce.

What if I say I will never surrender - E se ti dicessi che non mi arrenderò mai? - The Pretender, Foo Fighters.
Le citazioni in copertina sono prese da Blaze Of Glory di Jon Bon Jovi, Wanted Dead Or Alive e Lay Your Hands On Me dei Bon Jovi e Before The War dei Black Star Riders.
Lev e Aljona -che conoscerete nei prossimi capitoli- nella mia mente sono Jon Bon Jovi e Gabriella Wilde, e le traduzioni delle frasi in russo nella copertina sono le seguenti:
Sibirskij geroy, Eroe siberiano, e Sibirskaja figuristka, nego zvezda daljokaya: Pattinatrice siberiana, la sua stella lontana.

 

Questa storia è nata nella mia mente il 21 Novembre, e sul mio computer sabato sera.

Ѐ da un po’ che ci penso, e ora che ho le idee più o meno chiare, dopo millemila paranoie, ho deciso di postarla.

I personaggi sono tutti una parte di me, anche se alcuni ancora non li conosco bene, ma a Lev e alla sua famiglia in particolare ho lasciato il cuore, nonché un bel po’ di neuroni bruciati ;)

La Siberia è il mio sogno da quando avevo dieci anni -ora ne ho quindici-, e sogno di potermi trasferire lì, un giorno.

Ho un’insana passione per il freddo, il gelo, proprio, quello che penetra nelle ossa, e in particolare per le temperature sotto zero come i meno otto gradi che ci sono oggi nella mia città, e in Siberia c’è il mio clima ideale.

Ma io adoro la Russia in generale, da Settembre sto studiando il russo, e spero di essermi documentata bene su tutto.

Ho una fonte diretta in carne ed ossa a cui faccio mille domande al secondo da anni -povera, povera la mia adorata Lyuda, la mia insegnante -ucraina- di russo ;)-, quindi dovrebbe essere tutto abbastanza attendibile, anche se il quartiere dei protagonisti, Nostal'hiya, e di conseguenza le sue vie e i suoi edifici, sono tutti inventati.

Un altro argomento importante di questa storia sono i cognomi, sempre citazioni di scrittori, personaggi storici e personaggi di romanzi russi che adoro: Lev Nikolaevič Tolstoj e i suoi meravigliosi Natal’ja Il'inična “Nataša” Rostova e Nikolaj Il’ič Rostov, protagonisti di Война и Мир, Vojna i Mir, Guerra e Pace, Fëdor Michajlovič Dostoevskij, Aleksandr Sergeevič Puškin, Nikolaj Vasil’evič Gogol’ e Anton Pavlovič Čechov.

Alcuni avvenimenti, soprattutto della storia della famiglia di Lev, saranno molti legati ad alcuni episodi della storia di questi personaggi, ma ogni volta che userò un cognome famoso per un mio personaggio o ci sarà qualcosa di importante da puntualizzare al riguardo scriverò nelle note due righe sull’originale, quindi non serve assolutamente avere chissà quali conoscenze di letteratura russa, diciamo che queste “coincidenze letterarie” saranno relative, c’entreranno solo in parte, anche perché la storia è ambientata nella Russia dei giorni nostri, sebbene con vari collegamenti allo Stalinismo per il nonno e il bisnonno di Lev.

A proposito di Lev... Scordatevi il bel tenebroso/bello e dannato, con lui.

Lui bello lo è, ma di tenebroso e dannato ha ben poco, per quanto all’inizio possa sembrare.

Certo è anche un ragazzo cresciuto troppo in fretta, con tutti i problemi che questo comporta e le sue reazioni fin troppo impulsive a questa sua situazione, ma non ha segreti inconfessabili, cerca di far pesare il meno possibile sugli altri i suoi complessi, e il suo passato non lo nasconde mai a nessuno.

Non è, ovviamente, sempre angelico e allegro, ha pur sempre passato sei anni in galera per aver cercato di sparare a Putin, non è un tipo tranquillo neanche a pregarlo, e talvolta è anche un discreto bastardo, ma non sempre e non solo.

Ѐ un personaggio estremamente complicato, lui, e spero di riuscire a presentarvelo bene nei prossimi capitoli e di farvi affezionare e innamorare di lui almeno quanto me ;)

Il nome del quartiere di Lev e Aljona, Ностальгія, è ucraino -poi vedremo perché- e significa Nostalgia.

Ѐ un bel po’ particolare, il loro quartiere, ma ne parleremo a suo tempo.

Io come al solito rischio di fare delle note più lunghe del capitolo, ma dato che questo è il primo sono un po’ giustificata, no? ;)

Per quanto riguarda la protagonista femminile, non comparirà subito, cioè, la conosceremo tra pochi capitoli, ma solo dopo aver presentato bene Lev.

Quindi per il momento non rivelo niente su di lei ;)

Spero davvero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e che anche il resto della storia e dei personaggi possano piacervi!

 

A presto,

Martina

 

 

 

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Natalja_Aljona