Звезда моя далëкая
Zvezda moya
daljokaya
Mia stella lontana
D’amore
e d’incoscienza
Uno
What if I say I will never surrender?
E se ti dicessi che non mi
arrenderò mai?
Fu antica miseria o un torto subito
A fare del ragazzo un feroce bandito
(Il Bandito e il Campione, Francesco
De Gregori)
Carcere di Novosibirsk, Siberia Sud-Occidentale
4 Settembre 2012
Dei miei vent’anni
Che me ne faccio
Se questo mondo
Mi lascia indietro?
(Avevo un cuore, Mino Reitano)
[...]
Devi sapere ancor sorridere
Quando il bel tempo se ne va
E resta solo la tristezza
E giorni d'infelicità
Devi sapere celar le pene
E mascherare il tuo dolor
Tenere l'odio in te nascosto
E aver l'inferno in fondo al cuor
Devi sapere restar di ghiaccio
Pur se il tuo cuor brucia di rancor
(Devi Sapere, Charles Aznavour)
Che per prendere quella
posizione ci volesse coraggio, Lev l’aveva sempre saputo.
Ma con un nonno sconfitto
da Stalin, non poteva davvero permettersi di farsi pestare i piedi da Putin.
Con una madre in galera da
quando era nato che gli lanciava sguardi struggenti da dietro le sbarre e gli
gridava silenziose promesse di rivalsa, implorandolo di prendere il suo posto,
e un padre che col fumo delle sue troppe sigarette negli occhi azzurrissimi
stilava le sue memorie di figlio di un Antistalinista, non avrebbe potuto
crescere diversamente, Lev Fëdorovič Puškin.
I suoi genitori,
Anastasija Nikolaevna Rostova e Fëdor Aleksandrovič Puškin, sregolati
teppistelli di periferia cresciuti sulla stessa strada dissestata e sotto lo
stesso cielo logoro di neve, l’avevano avuto a quattordici e quindici anni e si
erano sposati l’anno stesso, a un'età quasi normale per sposarsi a Nostal'hiya, sobborgo di Novosibirsk..
Dita intrecciate,
screpolate a sangue dal gelo, sguardi sfrontati nei luminosissimi occhi azzurri
di entrambi, tenaci ideali e ardenti follie di Rivoluzione in ogni battito del
cuore.
Anastasija, una cascata di
capelli biondi ondulati arruffati all’inverosimile e un sorriso distratto e
bellissimo, forse troppo azzardato e tremante il giorno del suo arresto, un’insana
passione per le bufere di neve e per i cinquanta gradi sotto zero con cui era
cresciuta, era stata condannata a trent’anni di galera per l’omicidio di un
poliziotto nel dicembre del 1991, undici mesi dopo la nascita di Lev, durante
una manifestazione contro il Governo.
Fëdor, ex studente del Genio Militare di San Pietroburgo e sovversivo politico per destino, dalla nascita, folti capelli nerissimi e lo sguardo più tormentato e distrutto che si potesse sostenere, sulla pelle le cicatrici di un’infanzia bruciata a dimenticare gli occhi dell’uomo che aveva sparato a suo padre e un’adolescenza trascorsa tra i baci di Anastasija e il Manicomio Criminale, precedenti penali che nessuno gli avrebbe mai perdonato e un’autentica ossessione per
Dostoevskij e il suo Преступление
и Наказание,
Prestuplènie i Nakazànie, Delitto e Castigo.
Lui sosteneva che Rodja Raskol'nikov avesse ragione.
Esistevano valide ragioni
per uccidere, ed esistevano uomini che avevano il diritto di uccidere.
L’assassino di suo padre non era tra queste.
Quanto a Lev, a quindici
anni, il 4 settembre 2006, il giorno del trentesimo compleanno di sua madre,
aveva cercato di sparare al Presidente.
Non lo volevano proprio capire, i Russi, che la
Rivoluzione Bolscevica di Lenin non era servita a niente, ch’erano tornati al
punto di prima, che Vladimir Vladimirovič Putin era il degno erede di
Stalin e dello zar?
E così, dopo aver sputato
in faccia al giudice che aveva decretato la sua condanna, era da sei anni che
scontava la sua pena.
Sei anni in cui era riuscito a farsi rispettare dai suoi compagni di cella, con il suo stoico silenzio e i suoi occhi cristallini, unica traccia tangibile di un'onestà incrollabile che nessuna condanna sarebbe riuscita a strappargli, sei anni in cui non aveva mai abbassato la testa davanti a un secondino, a quella presunta Giustizia che non valeva mai per quelli come lui.
Ma quel giorno, il 4
settembre 2012, data del trentaseiesimo compleanno di sua madre, le cose
sarebbero cambiate.
Era giovane, Lev, aveva
solo ventun anni.
Con la sua aria persa e
sognante da poeta di guerra e il carisma da Alcibiade siberiano, i suoi folti
capelli biondissimi, color oro, e i limpidi occhi di quel celeste chiaro
incredibilmente splendente che talvolta sfumava nel grigio argento, la pelle
nivea, il suo metro e settantotto e il fisico vagamente prestante, ma fin
troppo magro ed ossuto, era di una bellezza sfuggente ed eterea, sciupata e
illuminata al tempo stesso dai sei anni di carcere.
Era così giovane, Lev, e
così diverso dagli altri delinquenti che si era abituati a vedere, determinato
e ribelle come pochi, ma senza un velo di tenebra negli occhi né un terribile o
dolce segreto impigliato nello scintillio del suo sguardo turchino, che psicologi,
psichiatri e assistenti sociali avevano creduto di poterlo ancora recuperare.
Lui non condivideva le
loro speranze, e aveva infranto tutte le loro illusioni, ma sapeva che adesso, almeno nei primi tempi, per toglierseli definitivamente di torno, avrebbe dovuto essere al di sopra di ogni sospetto.
Del resto, non era mai stato un provocatore né un facinoroso.
Non vedeva l’ora di
tornare da suo padre, a casa sua.
Non vedeva l’ora di tornare nel suo quartiere, a
Nostal’hiya.
Ci fosse lei, ci fosse lei
Che la volevo io non gliel’ho detto
mai
(Ci fosse lei, Claudio Baglioni)
[...]
E fu così, lei dentro un sogno
Lei stessa un sogno, una vaghezza
Io le invidiavo la purezza
Dell’impossibile
Tu non mi devi sempre credere
Ma sempre credi in me
Non voglio che tu sia un ostaggio
In questo disperato viaggio
(Signora delle ore scure, Claudio
Baglioni)
[...]
Se guarderai
Io sono qui, non vivo più
Cammino ma non so perché
Senza
di te che senso ha?
(I lupi intorno a noi, Charles
Aznavour)
Note
Звезда моя далёкая
- Zvezda moya daljokaya - Mia stella lontana.
Bellissima canzone di
Dmitrij Malikov.
La “stella” di Lev è la
Libertà, la Rivoluzione.
E un po’ lo diventerà
anche Aljona, la protagonista ;)
Ma diciamo che questo titolo vale per un po' tutti i personaggi della storia, come per esempio Anastasija e Fëdor, i genitori di Lev.
D’amore e d’incoscienza:
Colpo di Fulmine, Giò di Tonno e Lola Ponce.
What if I say I will never
surrender - E se ti dicessi che non mi arrenderò mai? - The Pretender, Foo
Fighters.
Le citazioni in copertina sono prese da Blaze Of Glory di Jon Bon Jovi, Wanted Dead Or Alive e Lay Your Hands On Me dei Bon Jovi e Before The War dei Black Star Riders.
Lev e Aljona -che conoscerete nei prossimi capitoli- nella mia mente sono Jon Bon Jovi e Gabriella Wilde, e le traduzioni delle frasi in russo nella copertina sono le seguenti:
Sibirskij geroy, Eroe siberiano, e Sibirskaja figuristka, nego zvezda daljokaya: Pattinatrice siberiana, la sua stella lontana.
Questa storia è nata nella
mia mente il 21 Novembre, e sul mio computer sabato sera.
Ѐ da un po’ che ci
penso, e ora che ho le idee più o meno chiare, dopo millemila paranoie, ho
deciso di postarla.
I personaggi sono tutti
una parte di me, anche se alcuni ancora non li conosco bene, ma a Lev e alla
sua famiglia in particolare ho lasciato il cuore, nonché un bel po’ di neuroni
bruciati ;)
La Siberia è il mio sogno
da quando avevo dieci anni -ora ne ho quindici-, e sogno di potermi trasferire
lì, un giorno.
Ho un’insana passione per
il freddo, il gelo, proprio, quello che penetra nelle ossa, e in particolare
per le temperature sotto zero come i meno otto gradi che ci sono oggi nella mia
città, e in Siberia c’è il mio clima ideale.
Ma io adoro la Russia in
generale, da Settembre sto studiando il russo, e spero di essermi documentata
bene su tutto.
Ho una fonte diretta in
carne ed ossa a cui faccio mille domande al secondo da anni -povera, povera la
mia adorata Lyuda, la mia insegnante -ucraina- di russo ;)-, quindi dovrebbe essere tutto abbastanza attendibile, anche se il quartiere dei protagonisti, Nostal'hiya, e di conseguenza le sue vie e i suoi edifici, sono tutti
inventati.
Un altro argomento
importante di questa storia sono i cognomi, sempre citazioni di scrittori,
personaggi storici e personaggi di romanzi russi che adoro: Lev Nikolaevič
Tolstoj e i suoi meravigliosi Natal’ja Il'inična “Nataša” Rostova e Nikolaj
Il’ič Rostov, protagonisti di Война
и Мир, Vojna i Mir, Guerra e Pace, Fëdor
Michajlovič Dostoevskij, Aleksandr Sergeevič Puškin, Nikolaj
Vasil’evič Gogol’ e Anton Pavlovič Čechov.
Alcuni avvenimenti,
soprattutto della storia della famiglia di Lev, saranno molti legati ad alcuni
episodi della storia di questi personaggi, ma ogni volta che userò un cognome
famoso per un mio personaggio o ci sarà qualcosa di importante da puntualizzare
al riguardo scriverò nelle note due righe sull’originale, quindi non serve
assolutamente avere chissà quali conoscenze di letteratura russa, diciamo che
queste “coincidenze letterarie” saranno relative, c’entreranno solo in parte,
anche perché la storia è ambientata nella Russia dei giorni nostri, sebbene con
vari collegamenti allo Stalinismo per il nonno e il bisnonno di Lev.
A proposito di Lev...
Scordatevi il bel tenebroso/bello e dannato, con lui.
Lui bello lo è, ma di
tenebroso e dannato ha ben poco, per quanto all’inizio possa sembrare.
Certo è anche un ragazzo
cresciuto troppo in fretta, con tutti i problemi che questo comporta e le sue
reazioni fin troppo impulsive a questa sua situazione, ma non ha segreti
inconfessabili, cerca di far pesare il meno possibile sugli altri i suoi
complessi, e il suo passato non lo nasconde mai a nessuno.
Non è, ovviamente, sempre
angelico e allegro, ha pur sempre passato sei anni in galera per aver cercato
di sparare a Putin, non è un tipo tranquillo neanche a pregarlo, e talvolta è
anche un discreto bastardo, ma non sempre e non solo.
Ѐ un personaggio
estremamente complicato, lui, e spero di riuscire a presentarvelo bene nei
prossimi capitoli e di farvi affezionare e innamorare di lui almeno quanto me
;)
Il nome del quartiere di
Lev e Aljona, Ностальгія, è ucraino -poi vedremo perché- e
significa Nostalgia.
Ѐ un
bel po’ particolare, il loro quartiere, ma ne parleremo a suo tempo.
Io come al solito rischio
di fare delle note più lunghe del capitolo, ma dato che questo è il primo sono
un po’ giustificata, no? ;)
Per quanto riguarda la
protagonista femminile, non comparirà subito, cioè, la conosceremo tra pochi
capitoli, ma solo dopo aver presentato bene Lev.
Quindi per il momento non
rivelo niente su di lei ;)
Spero davvero che questo
primo capitolo vi sia piaciuto e che anche il resto della storia e dei personaggi
possano piacervi!
A presto,
Martina