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Autore: animapurpurea    14/12/2012    3 recensioni
Una fitta lancinante la travolse in pieno addome, ma non capiva se quello che stava provando fosse dolore. Forse non provava semplicemente più nulla.
Si inumidì le labbra un ultima volta, come per assaporare l’essenza di colui a cui erano appartenute.
Si sentì improvvisamente leggera. Poi tutto si fece buio.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 2.

Diede un’ultima pennellata, distese il colore ed ecco che anche l’ennesimo quadro era completato.
Fece qualche passo indietro e osservò da lontano quel capolavoro: un immenso volto di tigre misto a quello di un uomo, realizzato alla perfezione.
Si passò una mano sporca di vernice tra i capelli scuri rivolti verso l’alto e l’altra sul mento con fare pensieroso, non lo convinceva, come al solito.
Secondo lui le pennellate erano indecise, come una mano tremante, i lineamenti informi e i colori smorti.
Per lui non andava mai bene, lui non era mai abbastanza bravo, né con le parole né con la pittura. Secondo lui era sbagliato.

Non era mai abbastanza.

Era nutrito dall’insoddisfazione causata dalla sue stesse opere anche se aveva sempre amato disegnare, sin da piccolo quando passava ore e ore nella bottega del padre imparando il mestiere da lui.
Dal carattere ambiguo e riservato, Zayn non capiva il grande potere che aveva; nelle sue mani risiedeva la magia: i colori prendevano vita creando meravigliose linee che andavano poi a comporre qualche specie di enigma sulla tela. Indecifrabile. Perfetto. Tratti precisi, senza sbavature.
L’immagine che gli si veniva a formare nella testa non gli dava pace fino a quando non prendeva le dovute sembianze su foglio, tela o ceramica che fosse.
Provava quell’orribile sensazione causata da un vuoto incolmabile ed è per questo motivo che sfogava la sua rabbia nell’arte.
Prova di ciò era il suo laboratorio, inaccessibile a qualsiasi altro essere umano, tappezzato di schizzi, quadri, sculture di ogni genere che rendevano impossibile la vista delle pareti scure e del pavimento. Quest’ultimo era completamente ricoperto da tracce di colore, sembrava anch’esso un quadro: una tela che rispecchiava la confusione di pensieri che gli attraversava la mente.
Cicche di numerose sigarette Wiston Blue erano seminate su ripiani, cavalletti e barattoli di vernice, perfino una bottiglia di whiskey semivuota giaceva per terra accanto a numerosi pennelli e a un grande ventilatore sempre acceso.
Le uniche fonti di luce erano delle candele, ormai consumate, sparse qua e là, un piccolo lampadario appeso al soffitto e una finestra, sempre aperta, che dava sulla strada.
La porta, la quale permetteva l’unico passaggio verso l’esterno, era in legno battuto, caratterizzata da piccoli intarsi dorati e da una frase di Van Gogh che sembrava pian piano dissolversi, come un colore che viene sfumato; essa citava: ”I dream my paintings, then I paint my dreams” peccato che, nella maggior parte delle volte, quelli che Zayn dipingeva erano gli incubi che lo tenevano sveglio la notte.
Fuori invece, tutti i dipinti in eccesso erano accatastati vicino alle numerose statue di Buddha, alla sua moto o ancora appoggiati alle pareti della struttura.
Si era creata una vera e propria galleria d’arte che generava curiosità e mistero nei passanti, i quali non sapevano a chi attribuire tali opere.
Egli però rifiutava di mostrarsi, era bloccato, non ce la faceva, non voleva. Era già molto conosciuto, ma non lo sopportava.
Basti pensare che, per non essere visto, arrivava in laboratorio sempre secondo orari assurdi.
Molte volte i suoi amici avevano tentato invano di convincerlo, ma egli non demordeva e non abbandonava il suo ideale. Preferiva restare nell’anonimato e continuare a dipingere su tela gli scorci della giungla che era la sua mente.
Zayn aveva plasmato il suo mondo intorno all’arte e ormai trascorreva la maggior parte del tempo in quel luogo. Era casa sua e al suo interno si respirava tutta la sua immaginazione, la sua bizzarria, la sua passione, la sua esperta capacità.

L’aria sapeva di colore e fatica.

Egli stesso era una tela per via dei numerosi tatuaggi che ricoprivano la pelle ambrata.
Forse erano uno scudo, o forse erano la prova concreta della sua stessa arte.

Zayn continuava a camminare per la stanza, snervato, in cerca di qualcosa che scatenasse in lui l’ispirazione.
Si mordicchiava un labbro. Si grattava la nuca. Si fermava un attimo. Rifletteva. Tamburellava in maniera spossante un piede sul pavimento e poi riprendeva. Era insoddisfatto, infastidito, stufo anche di se stesso.
Decise quindi di accendersi una sigaretta per poterci pensare su; gustò ogni tiro che prendeva, dal sapore del filtro a quello del tabacco esalato che gli invadeva il corpo e gli inebriava le narici.
Pian piano essa si consumava, lui si divertiva facendo dei cerchi di fumo con la bocca e allo stesso tempo provava a rilassarsi senza arrecar danno.
Arrivato all’ultimo tiro, avvolto in una nuvola di vapore grigio, con ancora l’esalazione nei polmoni, una figura si abbozzò nella sua testa, a lui stava darle vita.
Spense ciò che rimaneva del rocchetto e corse al cavalletto scaraventando a terra tutto ciò che in quel momento gli era inutile.
Come in preda a un raptus, iniziò a dipingere con foga e velocità ciò che la mente gli dettava.
Zayn era assente, lo sguardo indecifrabile, nel quale due brillanti pupille parevano annegare in una distesa scura come il cioccolato. Solo le sue mani si muovevano con rapidi gesti gettando strisce di colore. Erano delicate come il calare del vento al tramonto e abili, non si arrestavano. Appartenevano alla tela.

Sulla baia di Phuket, a Patong, già era calata la notte, ma lui continuava: univa a fluidi e spessi tratti linee più sottili e delicate per rendere il tutto più armonico ed equilibrato, leggero.
Il ragazzo si fermò un momento, bevve un goccio di whiskey, si asciugò le labbra passandoci velocemente un braccio sopra e poi subito si rimise a lavoro.
Ciò che si stava creando davanti ai suoi occhi aveva le parvenze di un volto femminile candido e fresco.
Il lavoro venne ultimato poco dopo e Zayn, osservandolo accuratamente, capì per la prima volta cosa fosse la soddisfazione: le leggere pennellate, di vari colori, erano andate a plasmare il viso di una ragazza dalla pelle sottile, quasi di porcellana, come se si potessero intravedere le vene sottostanti, che in parte era coperto da una fluente chioma scura scompigliata dal vento; la mano sinistra invece, posta su una guancia, era colta nell’azione di bloccare i capelli.
Le labbra erano rosee e morbide, schiuse leggermente in modo tale da far intravedere a malapena i denti bianchi; un occhio era nascosto come per simboleggiare una particolare fattezza, mentre l’altro aveva il colore di uno smeraldo e una piccola goccia di sangue che scorreva dritta sporcando la purezza in sé dei lineamenti.
La giovane aveva un’espressione recondita, spaesata, tormentata, come se si cogliesse un accenno di sgomento nel suo sguardo.
Era un dipinto sfuggente, incantatore, di perdizione.
Era l’essenza di una bellezza scomposta che veniva, in qualche modo, oltraggiata e che non sarebbe stata più in grado di tornare come prima.

Zayn era speciale, aveva una tecnica affinata e un talento talmente prorompente da non poter essere trattenuto neanche dalle apparenti barriere dei quadri o dai bordi di un foglio o tantomeno dai margini dei colori. Esso sfociava al di fuori di una semplice tela o di un pennello, era un’esplosione di colori, emozioni e pensieri che ti colpiva dentro, che aveva una forza di attrazione tale da scatenare scintille e da lasciarti un ricordo indelebile.
Ma a questo talento mancava qualcosa, un qualcosa che lo completasse, un qualcosa di totalmente opposto che lo spingesse a realizzare ciò che mai avrebbe pensato di poter essere in grado di compiere.

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Corner of souls
Hola racazzi(?) lol
Ecco a voi il capitolo su Zayn, anche lui uno dei personaggi principali uu
In questo capitolo mi sono impegnata davvero tanto perché avevo un sacco di idee nella testa che volevo esporre, però non ne sono molto soddisfatta cwc
Poi volevo dirvi che l'immagine che ho postato è quella più simile al dipinto fatto da Zayn, quindi abbiate pietà(?) lol
Btw ditemi comunque cosa ne pensate. VI SCONGIURO, RECENSITE!
Io muoio di solitudine e penso che la storia faccia cagare (?) ewe
Prometto di non annoiarvi ulteriormente, infatti vi lascio i soliti due link delle storie che vi consiglio e poi evaporo uu
She belonged to him as he to her, they together were sparks, they were united by a bond as strong as the sea.
We’re gonna build another world together

Al prossimo capitolo,
Sawadee,
Al.
  
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