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Autore: Prongs4    16/12/2012    2 recensioni
La storia, che vede come principale protagonista James Sirius, è ambientata al suo sesto anno a Hogwarts e parlerà dei discendenti dei personaggi che tanto ci hanno fatto sognare e abbiamo amato nei libri della Rowling. E' proprio in questo anno che i vecchi sostenitori di Lord Voldemort tenteranno di tornare al potere, ma tutto ciò sarà solo di sottofondo alla trama che ci racconterà episodi a volte comici, ma anche seri o drammatici e naturalmente storie d'amore. Se vi ho incuriosito, vi prego di leggere il prologo e farmi sapere cose ne pensate!
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO I
Il primo svegliarsi, dopo una sciagura, è un impiccio, è un momento molto amaro. La mente, appena risentita, ricorre all'idee abituali della vita tranquilla antecedente; ma il pensiero del nuovo stato di cose si affaccia subito sgarbatamente; e il dispiacere ne è più vivo in quel paragone istantaneo. (A. Manzoni)
***
Aprendo gli occhi quella mattina, per un momento Harry si sentì spaesato. Era abituato da tanti anni oramai a svegliarsi e vedere accanto a se i capelli rossi di sua moglie, era una delle poche cose certe della sua vita, era il pensiero che lo cullava prima di addormentarsi: svegliatosi avrebbe visto Ginny, il suo sorriso, reso buffo dall'espressione ancora persa per il sonno, eppure così dolce, così unico, così perfetto. E soprattutto il modo migliore per cominciare la giornata. Fu uno shock quando quella mattina accanto a lui non scorse nessuna chioma rossa, percepì un vuoto dentro di sé, come un soffio d'aria gelida che penetra da uno spiffero, come un fulmine a ciel sereno, così l'assenza di quel rosso spiccò davanti ai suoi occhi. La notte però era andata bene, tutto sommato. In teoria avrebbe potuto tornare a casa con la metropolvere per dormire, ma i suoi uomini avevano il compito di darsi il cambio di notte e lui era deciso a restare a fare la ronda con loro costantemente. Per certi versi, a malincuore aveva deciso di riposare per qualche ora in una stanza che la Preside, la professoressa McGranitt, aveva preparato per lui, nella stessa ala dove si trovavano gli studi degli insegnanti. Per lui era stato bizzarro dormire di nuovo a Hogwarts, e ancor più non in un letto a baldacchino. Era inoltre dispiaciuto di non essere riuscito a vedere i suoi figli ancora: James era stato messo in punizione per diverse ore, o almeno così gli era stato detto, e Lily e Albus dopo le lezioni pomeridiane avevano avuto giusto il tempo di fargli un saluto da lontano, prima di rintanarsi in sala comune a studiare. Naturalmente li capiva, tranne James s'intende, ma una volta lì gli avrebbe fatto piacere stare un po' con loro. Fu con uno sbuffo che chiuse gli occhi, prese un bel respiro e si preparò psicologicamente alla inevitabilmente lunga giornata che lo attendeva
***
In un'altra parte del castello, precisamente in un'alta torre a noi ben nota, ovvero quella che ospita i dormitori Grifondoro, un altro tipo di risveglio aspettava i ragazzi del sesto anno, un risveglio per certi versi altrettanto traumatico. Il silenzio che stava per essere infranto sembrava quasi teso, come in attesa di uno scoppio e il suono che rimbombò, cioè quello della sveglia, considerato da alcuni il più terribile dei presagi, fece scattare cinque teste dai loro cuscini, esortandoli ad abbandonare i loro caldi ed accoglienti letti a baldacchino per entrare nella confusione che è la vita. Le reazioni dei ragazzi udendo lo strillo acuto e sonante furono, in realtà, poco originali, soprattutto quella di James, che iniziò ad urlare come una mandragola, superando il rumore della sveglia e svegliando effettivamente i fortunati che si stavano concedendo qualche altro minuto di riposo. Ma dopo i tipici borbottii che seguirono quelle grida, i commenti sommessi e stanchi di chi vorrebbe morire piuttosto che alzarsi, la giornata ad Hogwarts, in quel dormitorio in particolare, proseguì con la solita, tutt'altro che noiosa, routine.
***
Sala Grande

“Sai James, dovresti smettere di illudere quelle povere ragazze” la constatazione, che per certi verso potrebbe essere interpretata come un rimprovero, lasciò il suddetto James a dir poco esterrefatto.
“Come scusa? Fred, mi deludi! Da quando in qua sei così moralista?! E poi bada bene, io non faccio loro nessuna promessa! Certo, forse potrebbero supporre da alcuni miei gesti e affermazioni che io provi un reale e profondo interesse per loro, ma io non ho mai detto nulla del genere” ribatté con un tono sufficiente e sorpreso al contempo.
“Magari era anche divertente all'inizio. Ora stai esagerando, e per di più quelle quattro gallinelle ti deconcentrano dalla cose davvero importanti, ovvero gli scherzi. Mio padre vuole che qualcuno testi le sue ultimi invenzioni, e come possiamo farlo se trascorri le tue giornate passando da una ragazza all’altra?” Chiese Fred alzando un sopracciglio e scuotendo appena la testa, come se si trattasse di un rompicapo particolarmente complicato. James rise della sua espressione contrariata: gli scherzi erano sacrosanti per suo cugino, così come per lui lo era il Quidditch e la ‘compagnia’ femminile.
“Ehi, ti ricordo che l’ultima è durata ben tre settimane!” fece notare James al cugino, prima di scoppiare a ridere vedendolo scuotere la testa con rassegnazione.
La sua risata venne interrotta da un voce familiare alle sue spalle “Buongiorno ragazzi, mi fa piacere vedervi così allegri!” La testa di James scattò all’indietro con rapidità sorprendente mostrando un cipiglio perplesso e sconcertato. “E tu perchè diavolo sei qui?” chiese con ben poco tatto.
“Per la tua gentilezza” rispose Harry con sarcasmo.
“Bene, ora che ne hai avuto un assaggio puoi anche andartene.” disse incoraggiante, accennando con la mano alla porta della Sala Grande.
“Non credo proprio.”
“Che bello…”
rispose ironico JS, stranamente irritato. Sembrava voler aggiungere dell’altro ma, per sua grande fortuna probabilmente, fu interrotto da Fred, che salutò Harry ad alta voce, quasi urlando, forse per esser certo di coprire le parole, senza dubbio poco gentili, che stava per pronunciare il cugino.
“Ciao, Fred” disse Harry, che aveva l’aria di saper benissimo quale fosse l’intento del nipote.
In quel momento si avvicinò al gruppetto Roxanne, sorella di Fred, e anche lei guardò lo zio con sorpresa, riuscendo però, a differenza del cugino che ancora guardava torvo il padre, a sorridergli calorosamente. “Ehi, ma che bella sorpresa” (A quelle parole JS fece un verso al contempo sarcastico e sprezzante, che Roxanne preferì ignorare) . “E’.. è per caso successo qualcosa?”.
“Oh, Roxy. No no, stanno tutti bene”. la tranquillizzò Harry.
“Menomale! Vi spiace se vi rubo Fred per qualche minuto? I nostri genitori ci hanno mandato una lettera diversi giorni fa e non gli abbiamo ancora risposto.”
“Arrivo, Roxanne! Ci vediamo dopo, Jamie! Vedi di stare alla larga dal gentil sesso, mentre sono via.” si raccomandò scherzosamente Fred, facendogli l’occhiolino e dandogli una pacca sulla spalla.
“Ah, ma io vengo con te.” disse prontamente JS, alzandosi e affiancando il cugino.
“Sono certo che, anche lasciando mio padre solo, non si perderà!”. “Non mi perderò di certo - confermò Harry con un mezzo sorriso - ma mi farebbe piacere avere un po’ di compagnia”.
“Come vuoi..” acconsentì James con un piccolo sbuffo, tornando a sedere. Roxanne e Fred si allontanarono, quest’ultimo con la promessa di tornare presto, sollecitato dallo sguardo impaziente del cugino, che lo fissava come se lo stesse facendo andare al patibolo. Fred non poté fare a meno di sorridere della sua espressione scocciata.
Infine James, con una disinvoltura ben poco convincente, si voltò verso il padre, sospirando e dicendo con tono grave e consapevole: “Sei venuto ad arrestarmi, non è così? Beh, dopotutto sapevo che questo giorno sarebbe arrivato”.
“No, stranamente non sono qui per questo… non ancora comunque” aggiunse ridacchiando sottovoce, prima di sedersi sulla panca accanto a JS.
“Che ci fai da queste parti allora?”
“Mah.. ero in zona e.. ho pensato.. di venire a fare un salutino…”
Lo sguardo di James gli fece capire che non se l’era bevuta. Harry cercò di cambiare rapidamente argomento; aveva deciso di non dire niente di quello che stava succedendo ai suoi figli, per non preoccuparli. “Tu non dovevi andare a lezione, James?”.
“Prima mi chiedi restare con te e poi cerchi di liberarti di me? Comunque ho la prima ora buca. Anzi - precisò – sono libero tutto il giorno.” Si mordicchiò, quasi senza accorgersene, il labbro inferiore, segno che stava mentendo.
“Mmh – annui Harry – certo, come no. Vai in classe da solo o ti ci accompagno io?”.
“Ma dai! Ho doppia ora di pozioni la mattina ed Erbologia nel pomeriggio.” spiegò JS leggendo il suo orario da un foglietto.
Il fatto che non avesse ancora memorizzato l’orario delle lezioni, nonostante la scuola fosse già iniziata da circa un mese, non era che l’ennesima prova della sua scarsa partecipazione e del suo disinteresse per lo studio.
Anche Harry sembrò pensarla in questo modo. “Non puoi mancare alle lezioni, ci sono i M.A.G.O. l’anno prossimo! Devi studiare. Per non tener conto del fatto che, soprattutto pozioni, è una materia fondamentale. Te ne accorgerai tu stesso.”
“Devo forse ricordarti che continuo a seguire pozioni solo perché tu mi hai costretto? E poi, ti faccio notare – disse in tono esasperato – che io farò il giocatore di Quidditch, in cosa potrebbe essermi utile il preparare pozioni? Ad avvelenare gli avversari, magari? Poi però dovresti arrestarmi davvero, e…”
“Mi arrendo – lo interruppe il padre – ma io ti ho avvertito.” 
“Si, lo hai fatto. E terrò sempre ben a mente le tue parole. Contento?” “ Tantissimo. Ma sai cosa mi renderebbe più felice?”
James finse di pensarci su. “Un bell’aumento di stipendio?”
“ No! Che tu andassi a lezione!”
“ Vedo che ci hai proprio rinunciato…”. Rise James.

Alla fine, incredibile ma vero, James, pur di sottrarsi alle grinfie del padre, si diede alla fuga, non prima di essersi soffermato a guardare, per interminabili istanti, una graziosa ragazza dai morbidi capelli castano scuro e gli occhi chiari. Tutto ciò fino a quando, immerso nei suoi pensieri, andò a sbattere con la porta di un’aula che si rivelo essere - ahinoi – proprio quella di pozioni.

*ANGOLO AUTRICE*
Dopo svariati secoli, sono tornata! Non credevate di vedere questo giorno, eh? (Oh forse lo speravate u.u) Cooomunque, che ne pensate? E' decente, se non altro? Aspetto le vostre recensioni, e in cambio prometto di aggiornare in tempi più rapidi xD
A prestoo :)
Prongs
P.S, Avrete certamente capito che J.S. sta per James Sirius, ma ci tenevo a precisarlo.
  
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