Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Robene    16/12/2012    4 recensioni
«Ho capito, sto arrivando!», disse al limite dell’esasperazione; prese il cellulare dal letto e scese di corsa le scale, pronto ad essere trattato da schiavo per l’ennesima volta.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Disney's and Tales.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



 

Zayn ricercò la testa bionda di Niall tra la folla, alzandosi sulle punte dei piedi per vedere meglio, ma non ottenne nulla. Teneva stretto tra le mani un laccetto scuro, dalle estremità che brillavano alle luci psichedeliche.

«Niall!», gridò di nuovo.

Si fece strada verso la direzione dove era scomparso e trovò Harry, in piedi e con i ricci scuri scarmigliati, che guardava verso la folla con aria seccata.

«Hai visto un ragazzo biondo con una camicia bianca e dei pantaloni grigi? E’ più basso di me, ha gli occhi azzurri e-»

«Sì, era con quello che ha portato via il ragazzo con cui ero», lo interruppe lasciandosi cadere sul divanetto rosso dietro di lui. «Non ti affaticare tanto, se ne sono andati.»

«Andati? Ma perché? Chi era? Aspetta, eri con un ragazzo?», chiese col fiatone e gli occhi febbricitanti.

«Potrei farti la stessa domanda», ridacchiò quello ambiguamente.

Zayn sbuffò sonoramente e si sedette accanto a lui, infilandosi in tasca il braccialetto preso dal polso di Niall, tutto ciò che gli rimaneva della serata.

Se chiudeva gli occhi poteva ancora sentire il calore della sua guancia sulla mano, la sua voce incerta e il tocco gentile delle sue dita fredde sul ventre.

«Quanto ci metterà Perrie a scoprire dove sei?», chiese Harry mettendosi più comodo sul cuscino cremisi.

«Spero tanto», si lasciò sfuggire in un sussurro.

«Cosa? Ma con chi eri?», rise l’amico, incredulo.

«Con una persona che rivoglio, e che tu mi aiuterai a ritrovare», sbottò guardandolo negli occhi.

Harry alzò un sopracciglio e «Poi potrò prendermi quello strano con le bretelle?», chiese.

«Non so di chi stai parlando» disse, «ma se è con lui, ben venga».

Il riccio ghignò maliziosamente e annuì, ridacchiando con cipiglio sadico quando Perrie fece la sua entrata nel privè con i capelli laccati in disordine e il vestito sporco di qualche bevanda colorata.

«Zayn! Ti ho cercato ovunque!», sospirò lasciandosi andare sulle sue ginocchia. La guardò per qualche istante, senza sfiorarla nemmeno, e l’immagine sorridente di Niall gli invase la mente, facendolo estraniare per un momento.

«Oggi sei particolarmente bello!», esclamò la ragazza bionda. Non si accorse nemmeno del sapore forte di alcol della sua lingua, ancora occupato a ricordare la morbidezza della bocca di Niall, la forza delle sue mani mentre gli tracciavano i contorni degli addominali appena accennati e il pollice che si infilava nel suo ombelico con lentezza, facendolo fremere.

Baciare Niall non era come baciare Perrie.

Niall non si lasciava dominare, era un contatto più forte, deciso, decisamente più duro.

Ridacchiò dei suoi stessi pensieri e vide il viso di Perrie scostarsi, confuso.

«Perché ridi?», chiese guardandolo negli occhi.

«E’ ubriaco», lo salvò Harry.

 

«Quindi siamo qui per... un ragazzo?», chiese Liam. I suoi lineamenti dolci erano contratti dalla confusione, ma i suoi occhi castani erano divertiti.

«Sì, e che ragazzo! Malik ha finalmente capito che l’altra sponda è bella quanto la tua, Payne!», ridacchiò Harry dando ad entrambi una pacca sulla spalla.

«Vacci piano, io non sono gay», esclamò con voce più incerta di quanto volesse.

Era vero, i ragazzi non lo attraevano. O almeno nessuno lo attraeva oltre il biondino che cercava da giorni.

Il gioielliere uscì dalla tenda arancio con ancora la lente di ingrandimento nella mano destra, l laccetto di cuoio nero tra le dita della sinistra.

«Siete fortunati, ragazzi: è argento, l’orafo che l’ha fabbricato ha inciso le sue iniziali qui», disse porgendo la lente a Zayn ed indicando un minuscolo punto al centro del bracciale, un piccolo cerchio che brillava alla luce della lampada sul bancone.

«Sa chi è?», chiese leggendo una piccola A e una K poco distante.

«Di A. K. ce ne sono a decine qui a Londra, non so proprio a chi appartiene», disse l’uomo con tono dispiaciuto. Liam si sporse verso la lente e gli poggiò una mano sulla spalla.

«Ha una lista dei gioiellieri?», chiese al suo posto. L’uomo ci pensò su, poi annuì.

«Credo di avere qualcosa, aspettate.»

«Cosa farai dopo aver trovato il bel proprietario?», chiese Harry, poggiato alla sua sinistra.

«Gli restituirò il bracciale», disse fieramente. Liam e Harry risero di cuore, facendolo sentire un po’ sciocco: aveva pensato alla risposta per ore, prima di convincersi che fosse solo per quello.

«Andiamo! Hai scritto che lo stai cercando ovunque! Facebook, Twitter, persino nelle bacheche dell’università. Non puoi voler solo questo da lui», disse Harry con quell’insopportabile sorriso ambiguo di nuovo stampato sulle labbra rosse.

«Ha ragione, stavolta», convenne Liam guardandolo negli occhi.

Zayn sbuffò e «Non lo so, probabilmente mi caccerà prima che possa anche solo salutarlo», mormorò mentre l’uomo rientrava con un paio di fogli in carta rigida nella mano sinistra.

«Qui ci sono i nomi dei gioiellieri con i miei stessi fornitori, forse può aiutarvi», disse porgendolo a Liam. L’amico lo prese e lo passò a Harry, che prontamente strappò i pezzi con i nomi inutili gettandoli nel cestino accanto ad una teca.

«Grazie, tenga», sorrise Zayn, esaltato, lasciandogli una banconota sul banco prima di prendere gli altri due per le braccia e correre fuori dal negozio.

 

La mattina seguente, Zayn era fuori dall’appartamento di Liam con il laccetto attorno al polso per non perderlo e il foglio di carta ripiegato nella tasca posteriore dei jeans. Harry continuava ad insultarlo per averlo svegliato troppo presto, ma non lo ascoltava.

«’Giorno!», sorrise Liam sbucando fuori dalla porta d’ingresso; Danielle, la sua fidanzata, alzò una mano in segno di saluto e sorrise dolcemente, con l’altra a sistemare la borsa a tracolla.

«Ti rendi conto? Non solo questo idiota ci ha fatto perdere ore per visitare sette», disse calcando la voce sull’ultima parola e indicando il numero con le dita esageratamente lunghe, «gioiellerie, ma vuole che l’accompagniamo anche nell’ultima! Dico io, se non è zuppa è pan bagnato, no? E’ ovvio che l’ha fatto quel tizio, perché dobbiamo andare con lui?», disse con andamento incredibilmente veloce.

«Ieri non ha fatto sesso con nessuno», sbuffò Zayn indicandolo con un cenno del capo.

Danielle, stretta al braccio di Liam, ridacchiò divertita e li seguì nella sua Mercedes.

«E’ una follia, giri tutta Londra per trovare un ragazzo che nemmeno è inglese e dici che non sei neppure gay! E’ un insulto!», continuò Harry sedendosi nel sedile anteriore, accanto a lui.

«Io la trovo una cosa romantica», disse invece Danielle, mentre Liam le circondava le spalle con un braccio e le baciava teneramente i capelli.

«Grazie, Nielle», sbottò imbarazzato, guardandoli distrattamente dallo specchietto retrovisore.

«Io girerei tutta l’Inghilterra, se servisse» ridacchiò Liam. La strinse più forte a sé e le alzò il mento per poterla baciare sul naso, con le dita dell’altra mano che giocavano arrotolandosi i suoi ricci attorno.

«Piantatela, mi fate ingrassare», sbottò Harry scivolando con la schiena sul sedile. Lei rise timidamente e nascose il viso sul suo collo. Incredibile come quei due potessero essere dolci anche dopo due anni di fidanzamento; con una routine del genere lui sarebbe diventato isterico dopo due giorni, eppure sarebbe rimasto a guardarli per tutta la vita, sempre persi nella loro bolla ricolma d’amore.

«Un giorno sarò io a doverlo dire!», esclamò Liam dando un piccolo calcio al sedile del riccio.

«Non sporcarmi la macchina!», lo rimproverò Zayn.

«Sto fermo», rise lui. Danielle si accoccolò sul suo petto con una mano sui suoi muscoli e sorrise dolcemente.

Pensò a se stesso, mentre Niall faceva lo stesso e lui gli annusava i capelli.

«Guarda che dobbiamo fermarci qui», borbottò Harry salvandolo da una pessima figura.

Parcheggiò in fretta, precedendo tutti fuori dal negozio e chiudendo la con un “click” metallico quando anche Harry si degnò di uscire dall’abitacolo con uno sbuffo recalcitrante.

Il braccialetto al suo polso sembrava bruciare, lo tolse e lo rigirò fra le mani col cuore che batteva a mille dall’ansia. Era un originale, dunque era probabile che Aiden Karson si ricordasse a chi l’aveva venduto. O almeno così sperava.

«In cosa posso esservi utile?» chiese un uomo sulla novantina d’anni, piccolo di statura e con radi capelli bianchi.

«Cerchiamo Aiden Karson», disse Liam mentre Danielle lasciava la sua mano per correre a guardare una collana che aveva visto in vetrina.

«Ditemi!», esclamò l’uomo pulendosi gli occhiali dalla vecchia montatura con un piccolo pannetto celeste. Harry trattenne il fiato accanto a lui, Liam rimase senza parole per un attimo e... lui non seppe semplicemente rispondere.

Danielle tornò vicino a Liam e alzò un sopracciglio, si voltò verso il gioielliere e gli sorrise educatamente. «Lei si occupa di fabbricazioni artigianali, non è così?» chiese dirigendosi verso il banco da dove li osservava gentilmente.

«Sì, signorina. Le serve qualcosa in particolare? Un anello di fidanzamento, forse?», chiese quello. Liam arrossì e Harry rise di gusto, mentre lei sorrideva tranquilla.

«No, volevo sapere se per caso ha un registro dei clienti e dei gioielli che ha preparato. Stiamo cercando una persona, ma di lui sappiamo solo il nome e che ha un bracciale in cuoio e argento, probabilmente di sua creazione», spiegò Danielle; Liam sorrise nel sentirla parlare e saltellò vicino a lei, prendendola dalla vita e baciandole una tempia.

«I nomi dei miei clienti sono privati, lo sapete, no?», disse dubbioso.

«E’ importante, non abbiamo cattive intenzioni», disse Harry.

Zayn si sentiva morire. E se quell’uomo non avesse ricordato nulla? A novant’anni suo zio a mala pena ricordava il suo nome.

«Posso vederlo?», chiese scrutando l’oggetto tra le sue dita da sopra gli occhiali. Si avvicinò al bancone e lo poggiò delicatamente, come se fosse fragile.

«La prego, mi dica che è suo», gemette senza farsi sentire da Harry, che intanto rideva e prendeva in giro Liam. Il vecchio annuì raggiante.

«Forse posso aiutarvi; ho una certa età e non ricordo più molte cose, ma dovrei avere una vecchia rubrica coi lacci in cuoio», disse alzando un dito per aria come se stesse insegnando qualcosa. Si alzò dallo sgabello su cui era seduto e si chinò, aprendo cassetti e rovistando fra quelli che sembravano fogli di carta.

Il cuore di Zayn sembrò scoppiare; si portò una mano sulla nuca e si morsicò le labbra, ansioso e pieno d’aspettativa.

«Sei incredibilmente sexy quando parli in modo così adulto, honey», mormorò Liam stringendo Danielle tra le braccia; lei lo scostò scherzosamente, facendogli la linguaccia.

«Forse perché sono più adulta di te, babe», lo prese in giro, scuotendo i capelli ricci e facendolo ridere.

«Sicuri di non volere un anello?», chiese l’uomo con un sorriso ingiallito e rovinato. Danielle rise e si poggiò al suo petto, lasciandosi cullare; Liam le baciò la fronte mentre lei chiudeva gli occhi e le scostò i capelli dal collo per posare un altro bacio sulla pelle scoperta.

«Non sono cose da scegliere con lei, la mia deve essere una sorpresa», disse tappandole le orecchie.

Danielle si dimenò leggermente e lo guardò sconvolta. «Cosa hai detto?»

«Che poi dobbiamo ricordarci di comprare i biscotti, quando andiamo a fare la spesa!», disse guardandola con le labbra pronunciate e gli occhi brillanti. Zayn non badò agli occhi luminosi di lei e al piccolo colpo che dava alla sua spalla; quella piccola agenda marrone piena di polvere lo attirava e lo distruggeva.

«Forse, se smetteste di fare i piccioncini, Zayn non rischierebbe più un infarto», disse Harry. Liam lo fulminò con lo sguardo e si limitò a tenere la sua fidanzata stretta da un fianco, mentre lei rideva e gli accarezzava il braccio con le dita lunghe ed affusolate.

L’orafo prese una lente e l’avvicinò alla piccola placchetta d’argento, sfogliando contemporaneamente l’agenda.

«Ricordo questo bracciale», sussurrò più a se stesso. Sfiorava le piccole smagliature del cuoio con delicatezza, come se fossero ferite. «Era per un bambino, se non sbaglio. Sua madre era venuta con lui in negozio, era irlandese; mi disse che voleva qualcosa che gli rimanesse nel tempo e che erano in vacanza», mormorò grattandosi il mento.

«Sì!», esclamò Zayn con un filo di voce. Harry gli posò una mano sulla spalla e sorrise.

«Aveva dei bellissimi occhi celesti», ricordò il gioielliere, guardandolo da sopra gli occhiali.

«Azzurri», lo corresse.

L’uomo rise e annuì. «Horan», disse prima di girare l’agenda per fargli leggere il nome.

Nel foglio ingiallito spiccava una frase sbiadita: “Horan M. – 1999

«Sai il nome della madre di Niall?», chiese Harry coi gomiti poggiati al vetro del banco e uno dei suoi ciondoli fra le labbra.

«Sì, sai com’è: gli ho chiesto il nome di sua madre e in che anno è stato in Inghilterra prima di trasferirsi, ma non gli ho chiesto il numero di telefono», disse in tono acido. Il vecchio, Danielle e Liam trattennero un sorriso, mentre Harry lo fulminava con lo sguardo.

«Quindi ora sappiamo il cognome», disse Danielle scostandosi da Liam per vedere meglio.

«Ma non sappiamo dove trovarlo», disse Liam.

«Io conosco qualcuno che si chiama Horan, se non sbaglio», biascicò invece Harry.

Tutti gli occhi si puntarono su di lui.

«Chi? Cosa?», chiese Zayn con impazienza.

«Non è un ragazzo, sono due sorelle. Le ho viste al locale prima di incontrare Louis, l’amico del biondino», disse cercando di ricordare.

«Sai dove abitano?», chiese riprendendo il bracciale.

«No, ma so che Andy si è fatto una loro amica», disse scrollando le spalle.

«I giovani d’oggi sono troppo complicati», borbottò l’orafo. «A cosa ti serve trovare quel ragazzo?», chiese scrutando Zayn. Lui si irrigidì e Danielle rise, attirando l’attenzione su di sé.

«Vuole ridargli il bracciale, no?»

Non avrebbe saputo dire quanto voleva bene a quella ragazza, davvero.

 

«Sei sicuro che sia qui?», chiese Liam; si sistemò gli occhiali da sole e scese dalla macchina, seguito dagli altri.

«L’indirizzo è questo», mugugnò Harry rileggendo il messaggio che aveva ricevuto da Andy un’ora prima.

Zayn si sentiva sconvolto; non sapeva se essere esaltato, impaurito, triste, felice, terrorizzato. Se quel ragazzo era davvero là dentro, cosa sarebbe successo? E come avrebbe reagito?

«Ci sei?» gli chiese Liam.

«No, ma entriamo lo stesso», disse senza fiato. I tre risero e lo seguirono mentre suonava il campanello con l’indice che tremava appena.

Strinse i pugni e cercò di rimanere impassibile, aspettandosi di vedere il viso di Niall comparire dalla porta.

«I signori desiderano?»

«’Fanculo», sbottò senza pensarci. Davanti a lui non c’era il viso del biondo, ma un uomo che somigliava a un pinguino aristocratico, con un orribile codino a tenere i capelli neri e lo sguardo altezzoso.

«Prego?», chiese quello.

«Lo scusi», disse Harry spingendolo di lato. «Stiamo cercando la famiglia Horan, è questa?»

«Lei chi è, mi scusi?», chiese guardandolo con sospetto.

«Sono Harry Styles», rispose il riccio guardandolo con aria di sfida. Zayn imprecò: tutti lui se li doveva trovare gli amici egocentrici?

Sentì dei rumori provenire dall’ingresso e degli urletti eccitati.

«Oddio, Harry!», esclamò una ragazza bassina con voce stridula. La delusione colpì Zayn come uno schiaffo. E le guance rosse? Gli occhi azzurri? Dov’erano i tratti che aveva il suo Horan? La guardò attentamente e trovò solo dei capelli castani chiusi in uno chignon, due occhi nocciola e un sorriso troppo largo.

«Abbiamo sbagliato famiglia», disse fra i denti.

«Jen, chi è?», urlò un’altra ragazza.

«Styles e... oddio!», urlò guardando lui e Liam. Danielle si irrigidì e si strinse il braccio del castano con una mano, guardandola con aria di sfida.

La sorella, solo un po’ più alta della suddetta Jen, corse alla porta per poi saltare ripetutamente in punta di piedi e tirarli dentro.

«Siete qui per cercare la proprietaria del bracciale, non è così?», disse con voce stridula. «Jordan, vai a prendere qualcosa da bere!», ordinò poi.

«Lo avete trovato? Che gioia, credevo di averlo perso per sempre!», civettò Jen mettendogli il proprio polso magro proprio sotto il naso. Lo scostò con una piccola smorfia e si guardò attorno.

«Ma che dici, lo indossavo io, non ricordi di avermelo prestato?», disse la seconda fulminandola con lo sguardo. La ragazza più bassa lanciò un sibilo arrabbiato e le diede un colpo sul braccio.

«Non è qui», gemette. Liam e Harry gli posarono una mano per spalla e Danielle lo guardò dispiaciuta.

«Fatemelo provare!», urlò la seconda sorella.

«Annie, sai che non ti starà mai!», sbraitò Jen tirandola indietro.

«Quel bracciale è mio!», urlò cercando di sfilarlo dalle dita di Zayn. La guardò, disgustato e decisamente arrabbiato, e fece un passo indietro con occhi freddi.

«Non avete un cugino, un fratello?», chiese Liam mentre Jen cercava di avvicinarsi e Danielle si metteva tra i due con espressione sdegnata.

«Nella nostra modesta casa ci siamo solo noi, mio caro!», disse una voce alla loro sinistra. Una donna con i capelli rossi tirati sopra la nuca e un completo floreale che scivolava sinuosamente sul corpo rifatto li raggiunse nella sala. Harry le dedicò uno sguardo attento, incorreggibile come sempre, mentre lei rivolgeva un cenno al mezzo pinguino e questi saliva su per le scale davanti a loro, subito dopo aver poggiato cibo e bevande.

«Modesta», ripeté in un mormorio Liam, guardando i divani di pelle e il tavolo da caffè in cristallo.

«Secondo voi quanti anni ha?», sussurrò invece il riccio, ricevendo uno sguardo di rimprovero da parte di Danielle.

«Credo di aver sbagliato abitazione, allora. Ci scusi», disse Zayn con tono glaciale, già pronto ad andare via in preda allo sconforto.

«Aspettate! Non ci avete fatto provare il bracciale!», esclamò Annie correndo davanti a lui ed impedendogli di uscire.

Fece per dire qualcosa, ma un bussare insistente alla porta li interruppe. La madre imprecò e si avvicinò a passo spedito, per poi essere travolta dai nuovi arrivati.

Sentì Harry esultare silenziosamente con un grande ghigno malizioso sul viso rivolto ad un ragazzo dai capelli castani e gelidi occhi celesti.

«Oh, una riunione e non ci avete invitati?», disse scostando malamente Jen dal fianco di Harry e dedicandogli uno sguardo pieno di sottintesi. Si sedette sul divano e Harry seguì tutte le sue mosse con sguardo famelico.

«Speravamo sareste arrivati ugualmente», disse con tono complice; il castano rise senza interrompere il contatto visivo e gli fece posto, facendolo sedere accanto a lui.

Zayn sentì le farfalle nel suo stomaco agitarsi e un barlume di speranza si fece spazio nella sua mente. Se quello era il ragazzo che se ne era andato con Niall aveva ancora qualche possibilità di trovarlo, no?

«Uh, biscotti!», esclamò una voce alle sue spalle. Un ragazzo tarchiato, con un orecchio coperto di piercing e spalle eccessivamente larghe per la sua statura, si fiondò sul piatto posizionato da Jordan sul tavolo di cristallo.

«Idiota», sbottò il castano; quello masticò con noncuranza e gli alzò contro il terzo dito della mano destra, guardandolo con aria indifferente.

Da dove erano sbucati? Erano davvero quelli gli amici di Niall? Scorse il tatuaggio sul polso di Josh e subito si sentì osservato con circospezione dai suoi occhi piccoli e castani, mentre si portava alla bocca un altro biscotto, tutto intero.

«Scusate, siamo stati maleducati», disse il castano alzandosi. «Io sono Louis, il maiale qui è Josh», disse porgendogli la mano. Lui la strinse e quello fece lo stesso con Liam e Danielle, mentre Josh faceva un cenno col capo e salutava sbrigativamente con la mano.

Vide di sfuggita gli occhi verdissimi di Harry fissi sul sedere di Louis, e che quello se ne era pure accorto. Quando Louis tornò vicino al divano si poggiò con una mano alla spalliera dietro la nuca di Harry, che mosse la testa sul suo braccio nudo, accarezzandolo con i ricci scuri e guardandolo negli occhi con un mezzo sorriso.

«Ora basta! Si può sapere che ci fate qui?», strillò Jen.

«Come, non possiamo vedere la scena da film dove Malik trova la sua principessa?», chiese Louis sbattendo le ciglia più volte.

«Film e cibo gratis, io non me lo perdo!», aggiunse Josh mostrandole il terzo biscotto al cioccolato. Zayn non poté fare a meno di sorridere, si sentiva come se un’enorme bolla di sapone gli circondasse i polmoni.

«Non ti ho detto di mangiare i miei biscotti!», esclamò Annie portando via il piatto. Josh lo riprese con agilità e sguardo di sfida; la ragazza non poteva niente contro quei bicipiti, Zayn dubitava che persino Liam, nonostante fosse più alto, potesse pareggiarlo in uno scontro.

«Posso sapere cosa vi porta qui?», chiese la madre delle due con voce forzatamente cordiale. Louis si distrasse dallo sguardo che continuava a consumare sia lui che Harry e la scrutò con un sopracciglio alzato.

«Dov’è il caro Jordan?», chiese Josh tenendo stretto al petto il piatto dei biscotti.

«Si sta occupando dei suoi doveri!», rispose fulminandolo duramente.

Zayn guardò entrambi i ragazzi, che ora si guardavano complici; vide Josh poggiare lentamente il piatto sul tavolo e sentì Jordan imprecare dal piano di sopra. Il suo cuore prese a battere freneticamente e la testa vorticare per un istante. Niall era lì, Jordan serviva solo a bloccarlo.

Louis fece un cenno a Josh, poi tutto divenne confuso.

Il castano si lanciò su Jen, la più vicina alle scale, atterrandola contro il tappeto; Annie cercò di aiutare la sorella, ma Danielle prese la palla al balzo e si lanciò su di lei, con anni di duri allenamenti da ballerina alle spalle; Josh fece uno scatto e schivò la madre, che venne atterrata da Harry con un sorriso malvagio e una gomitata, aiutato poi da Liam che la tenne ferma insieme a lui.

Corse dietro Josh senza nemmeno pensarci, il ragazzo assestò un pugno sul naso di Jordan, che barcollò, prese le chiavi dalla tasca della sua giacca e gliele lanciò senza una parola, poi si dedicò a lui, che faceva decisamente più resistenza delle tre al piano di sotto.

«Liam!», urlò. L’amico corse su per le scale ad aiutare Josh mentre ancora cercava la chiave giusta dal mazzo che gli era stato lanciato.

«Cazzo», imprecò cercando quella giusta.

«La verde!», urlò Niall da dentro.

«Qui non c’è nessuna chiave verde!», ribatté rigirandosi per l’ennesima volta ogni chiave fra le dita, prendendosi qualche attimo per sorridere al suono della sua voce.

«Ha una chiave nel reggiseno!», urlò Harry dal piano di sotto.

«E tu come fai a saperlo?», chiese la voce femminile di Louis.

«Aspettami», disse poggiando una mano sulla porta, come se Niall potesse sentirlo sopra tutto quel baccano.

Scese le scale rischiando di cadere sui suoi stessi piedi, prese al volo la chiave e non guardò Harry, seduto a cavalcioni sulla donna mentre sfidava Louis con occhi fiammeggianti.

«Sono qui!», esclamò infilando la chiave nella toppa e girandola con un nodo indescrivibile allo stomaco.

La porta si spalancò con troppa forza, spinta da una parte e tirata dall’altra, e lui cadde su qualcosa di troppo morbido per essere il pavimento.

«Cazzo, ti ho fatto male?», domandò vedendo il ragazzo che si toccava la testa con una smorfia.

«No, ormai è destino che io finisca a culo in terra ogni volta», rispose il biondino sotto di lui.

Zayn si immobilizzò. Era ancora più bello di quanto ricordasse, con le guance ancora più rosse, la fronte leggermente sudata e un solo occhio azzurrissimo che lo studiava, mentre l’altro restava chiuso in quella buffa espressione dolorante.

«A questo punto credo che ci sia il bacio del cavaliere che salva la damigella in pericolo», disse con quello strano accento.

Rise e «Ti stai dando della damigella in pericolo?», chiese senza alzarsi dal suo corpo.

«Be’, di solito i cavalieri non devono essere salvati, non posso mica fare quella parte», disse imbronciato, portando la mano che teneva sulla testa al suo collo.

«Saresti bellissimo con un vestito da damigella addosso, lo sai?», ridacchiò sfiorandogli il naso con il suo.

«Sì, magari con quello di Cenerentola», scherzò alzando il mento.

Stavano per baciarsi, finalmente, quando la voce adirata di Josh li interruppe. «Magari i bambini li fate dopo, che ne dite?»

«I maschi non fanno bambini, idiota!», urlò Louis dal piano di sotto.

«Sono questi i tuoi amici?», rise sfiorando le sue labbra.

Niall annuì, rotolò sopra di lui e «Louis sa essere particolarmente isterico ed insopportabile, forse è meglio chiamare la polizia», disse alzandosi e tirandolo con sé.

 

Due ore dopo, alla centrale, le urla stridule di tre donne infestavano tutti gli uffici.

«Col cavolo che ti sposo, ora!», sbraitò una donna dagli scarmigliati capelli rosso fuoco contro un uomo vestito di tutto punto, tanto da sembrare ridicolo.

«Sapevi che stavano insieme?», chiese Josh accanto a Zayn. Il biondino che teneva dalla vita ridacchiò e negò col capo.

«Quella casa era peggio di una telenovela, Nialler», disse Louis, seduto sulle lunghe gambe di Harry; quest’ultimo, spaparanzato sulla seggiola in plastica blu, teneva una mano sulla sua coscia e una sotto la sua maglietta, a grattargli la schiena con dolcezza. «Mi fai il solletico», rise piegandosi su di lui e poggiando la fronte sulla sua.

«Secondo te quanto durano?», sentì dire a bassa voce da Danielle, che gettava occhiate di sottecchi ad Annie, poco distante.

«Io dico che durano un mese al massimo», disse Josh.

«Non credo che Harry si farebbe lasciare facilmente», scherzò Liam prendendo la mano della riccia.

«Secondo me finiranno a letto ad ogni litigio, dunque non si lasceranno mai», ipotizzò Niall.

«Ha ragione», convenne Josh.

«Tu che ne pensi, Zayn?», chiese l’irlandese girandosi verso di lui.

Zayn sbatté le palpebre per qualche secondo, a corto di risposte, e lo strinse leggermente a sé, fissandolo con labbra strette.

«Se dovete baciarvi, stavolta non vi interrompo», disse Josh scrollando le spalle. Niall arrossì e rise, ma lui scosse la testa, guardando le sue labbra e lottando contro il suo istinto.

«Non ora», mormorò al suo orecchio, ricevendo in risposta uno sguardo confuso e deluso. Gli sorrise appena e lui gli baciò lo zigomo con espressione ancora dubbiosa.

«Bene, avete lasciato tutti una deposizione», disse un uomo in divisa uscendo dal suo ufficio con una cartelletta in mano. «Signor Horan, dovrà presentarsi qui domani alle undici, per fare la denuncia.»

Niall, ancora rigido e amareggiato tra le sue braccia, annuì e ringraziò.

«Potete andare», disse congedandoli.

«E ora?», disse Danielle, una volta fuori.

«Ora io vado dalla mia ragazza, ché ho fame e non la vedo da ieri sera», disse Josh sbattendosi una mano sulla pancia.

Louis, vicino ad Harry, alzò gli occhi al cielo. «Quella ragazza ti lascerà, prima o poi», disse.

«Non è vero», sorrise teneramente il castano, già col telefono in mano e un’espressione contenta.

«Grazie, davvero», sbottò all’improvviso Niall, ora vicino a Liam; Josh rise e si avvicinò per prenderlo tra le braccia e stritolarlo, mentre quello sorrideva e si nascondeva sul suo collo, intimidito.

Louis saltellò vicino a loro, tirandosi Harry dietro e «Adoro gli abbracci di gruppo», disse lanciandosi sulla schiena di Josh mentre anche il riccio, Liam e Danielle si univano alla stretta.

Rimase interdetto per qualche secondo, poi si sentì prendere una mano e un secondo dopo era in mezzo a loro, con due labbra soffici premute sulle sue e una stretta ansiosa attorno al polso.

«Scusa», biascicò Niall staccandosi con espressione colpevole, come se avesse appena fatto un errore.

Zayn rise, addolcito dai suoi occhi lucidi, e gli prese il volto tra le mani. «Non era questo che avevo in mente», sussurrò sulle sue labbra schiuse, «ma sogno questo dalla sera della festa». Poggiò la bocca già socchiusa sulla sua, prendendolo poi dai fianchi per portarselo più vicino.

Fischi d’apprezzamento e risate si levarono dagli amici che li chiudevano in un cerchio, mentre le guance di Niall scottavano sulle sue.

«Io ho davvero fame», mugugnò Josh.

Si scostò dalle labbra del biondo con un sorriso di leggerezza e scrollò le spalle. «Possiamo vederci stasera, al Funky Buddha. Potremmo conoscerci tutti un po’ meglio», propose a tutti, senza allontanare Niall.

«Conoscerci meglio stasera?», chiese Harry osservando Louis.

«Stasera potremmo parlare», lo sentì sussurrare; lo vide avvicinarsi al suo orecchio e mormorargli qualcosa, provocando un ghigno malizioso sulle labbra del riccio.

«Ci vediamo stasera!», esclamò Harry tirandolo per una mano. Louis salutò con un cenno e un enorme sorriso sul volto; Josh diede una pacca a tutti e un bacio disinvolto sulla guancia di Danielle, che rispose con un sorriso al pari di Liam, poi sparì dietro l’angolo.

«Quindi ci vediamo stasera?», chiese proprio lui, con le dita strette a quelle della fidanzata.

«Se vi va», disse con un sorriso che non riusciva proprio a togliere dal proprio viso.

«Ci saremo», ribatté Danielle. Si avvicinò a Niall e lo abbracciò stretto, sussurrandogli «Trattalo bene, ci ha rotto le palle per giorni parlando di te!».

«Cos’è questa mania di abbracciarlo sempre?», chiese Zayn con sguardo fintamente offeso.

«E’ come un pupazzo, solo che anche lui ti abbraccia!», rise Liam, imitando la sua ragazza e stringendolo teneramente a sua volta.

La risata divertita del biondo gli arrivò squillante e si sentì scoppiare il cuore.

 

«Sicuro che posso stare qui? Insomma, non vorrei disturbarti», disse Niall.

Zayn rise e si voltò verso di lui. «Puoi stare qui tutto il tempo che vuoi, te l’ho detto.»

Dopo aver constatato di essere soli, Niall si era grattato la nuca e l’aveva guardato con una smorfia di preoccupazione. Non sapeva dove andare, ora che la casa della zia era stata sequestrata, e Zayn gli aveva offerto di stare da lui senza ragionarci due volte.

«Non ho nemmeno dei vestiti puliti», si lamentò guardandosi attorno. Zayn gli sorrise e gli fece cenno di seguirlo.

Lo portò nella sua cabina armadio, prese dei pantaloni e una maglia, poi indicò un cassetto con la biancheria. «Lì, ecco, lì ci sono dei boxer puliti», disse insicuro. Niall sapeva che era teso, non sapeva come comportarsi con uno del suo stesso sesso, era comprensibile. «Ah, questo è tuo», disse porgendogli il bracciale di sua madre, recuperato dalla tasca dei suoi jeans stretti.

«Grazie», disse con un sorriso.

Si diresse verso il bagno che gli indicò con passi veloci e i vestiti puliti in mano, chiudendosi la porta alle spalle. E ora? Entrò nella doccia con calma, pensando ad un modo per far evolvere le cose senza farlo sentire a disagio, ma la sua vita aveva preso a scorrere troppo velocemente perché lui riuscisse a capirci qualcosa.

Una volta uscito dal bagno e vestito, era rimasto sulla soglia con il naso immerso nel tessuto per sentirne il profumo, trovandosi ad arrossire dei suoi stessi gesti.

«Va tutto bene?», chiese Zayn con espressione imbarazzata; Niall nascose le mani dietro la schiena e annuì vivacemente, saltellando appena per raggiungerlo.

«Volevo ringraziarti», mormorò velocemente seguendolo fino in camera sua.

«L’hai già fatto, no?», ridacchiò il moro voltandosi verso di lui velocemente, trovandolo in punta di piedi mentre cercava di non perdere l’equilibrio. Lo prese dalla vita con una risata e quello si nascose sulla sua spalla, più imbarazzato che mai.

«Mi dispiace», balbettò stringendo appena la sua maglia.

«Di cosa?», sussurrò lui cercando di catturare il suo sguardo.

«Non volevo essere un peso. Sì, insomma, non sono così imbranato di solito, non c’è sempre bisogno di salvarmi», borbottò con un adorabile broncio che gli corrucciava le labbra e rendeva le sue guance ancora più rosse; Zayn rise e gli lasciò un bacio rumoroso sulle labbra, facendolo tremare di timidezza.

«Adoro salvare le principesse in pericolo, biondino», sussurrò stringendoselo più vicino e facendo sfiorare i loro nasi, «E adoro te, le tue guance e la tua voce», continuò baciandolo di nuovo, stavolta più dolcemente. Niall sospirò appena e si aggrappò alle sue spalle per alzarsi in punta di piedi e baciarlo come si doveva, mentre Zayn piegava la testa per avere più accesso alla sua bocca.

«Perché hai continuato a cercarmi, dopo quella notte?» mormorò al suo orecchio.

«Perché eri meraviglioso» spiegò Zayn dolcemente, facendolo sorridere.

«Non hai una ragazza?», biascicò nascondendo il volto bollente nell’incavo del suo collo.

«Chi? Capelli biondi, occhi azzurri e un bel sorriso?», domandò scherzoso; Niall lo guardò negli occhi e si rabbuiò, annuendo mentre lui scoppiava a ridere e lo faceva sedere sul letto, accostandosi a lui poco dopo. «Non credevo fossi una ragazza», disse sforzandosi di non offenderlo con la sua espressione divertita.

«Idiota», sibilò Niall dandogli un piccolo pugno sul petto; Zayn rise di nuovo e lo strinse tra le braccia, facendoli finire entrambi sdraiati.

«Credo di essermi innamorato di te», sussurrò baciandolo dietro l’orecchio.

Un attimo dopo si stavano baciando di nuovo, molto più a fondo di quanto avessero mai fatto, Niall fremeva tra le sue braccia e Zayn sentiva la testa vorticare nel sentire il calore del suo corpo.

Si spogliarono lentamente, guardandosi negli occhi con un sorriso, accarezzandosi con tocchi gentili e calmi. Non avevano fretta, per una volta erano liberi di vivere quel momento, e Zayn si sentiva frastornato e felice al tempo stesso, grato di aver trovato, proprio lui, una creatura così dolce e forte insieme, bella quanto divertente. Si possedettero con tutta la calma del mondo, i respiri affannati ma le labbra a cercarsi teneramente, le mani che non si allontanavano mai dal corpo dell’altro e pelli calde. Vennero vicini, sdraiandosi poi l’uno accanto all’altro con ancora quei sorrisi appagati che aleggiavano sui volti appena sconvolti, stringendosi di più come se avessero paura di perdersi.

«Così sarei il tuo ragazzo?», chiese Niall in un mormorio contro la sua clavicola, con le dita di Zayn che gli sfioravano la schiena.

«Sempre se vuoi», disse quello, sforzandosi di risultare calmo.

Niall ridacchiò e lo guardò in viso. «Mi hai cercato per giorni, mi hai portato fuori da quella casa e mi hai regalato la tua prima volta», rise con una mano ad accarezzargli la coscia, che lui chiuse inconsapevolmente, facendolo ridacchiare ancora di più. «Come potrei non voler essere il tuo ragazzo, Zayn?», chiese baciandolo subito dopo.

«Dici che sarà necessario dirlo agli altri, stasera?», biascicò sulle sue labbra, accarezzandogli il polso coperto dal bracciale, abbandonato sul cuscino.

«Non credo», sorrise lui osservando le dita color caffellatte giocare con la placchetta argentata.

«Dovrò dirlo a mio padre, quando scoprirà che non vivo più da solo», disse Zayn, quasi soprappensiero; Niall trattenne il fiato e lo guardo spaventato. «Non preoccuparti, piccolo», mormorò dandogli un bacio leggero sulle labbra rosse. «Staremo insieme, non ti permetterò di andare via, tanto meno di tornare in Irlanda. Mio padre ci accetterà, credimi. Possiamo stare qui tutto il tempo che vogliamo», mormorò intrecciando nuovamente le loro dita con un sorriso.

«A questo punto cosa succede nelle favole?», chiese Niall baciandogli il naso.

«Credo che i due si bacino», disse con una finta smorfia pensierosa.

«Forse siamo un po’ in ritardo per questo», ridacchiò ammiccando ai loro corpi nudi.

«Bisogna rispettare il copione», ribatté lui alzando la testa per baciarlo a fondo.

 

 

 

 

 

 

 

EHI! Vi aspettavate Robi, eh? E invece no, queste sono le note di Irene! LOL, mi sento figa perché nel capitolo precedente ci sono le sue anche se la storia è mia. :P

Chiedo un enorme scusa se non mi son fatta vedere prima, ma la scuola è una bestia e io non sono una combattente abbastanza rapida, quindi il tempo che mi rimane è sempre troppo poco per fare qualcosa di utile con questo sito. Passando al capitolo, che ve ne pare di Cenerentola? Mi sono divertita fin troppo a scriverla, a parte i discorsi che Soulmate ha pubblicato nel capitolo precedente, lol. (Nessuna offesa, Gomez!)

Btw, mi piacerebbe se lasciaste un commentino, anche miiiiiinuscolo.

Luff ya,

Nene

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Robene