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Autore: Fog_    18/12/2012    2 recensioni
Seth è una angelo custode, ma odia fare il "baby sitter agli umani".
Bliss è la sua protetta, ma preferirebbe spararsi piuttosto che avere quel ragazzo intorno.
Ma una delle cose che entrambi dovrebbero imparare è che niente è come sembra.
Perchè Seth in realtà non è l'angelo spavaldo che finge di essere, no. Lui convive ogni giorno con la convinzione di aver ucciso l'unica persona a cui voleva bene; lui a Bliss ci tiene davvero; lui vorrebbe solo essere salvato.
Perchè Bliss in realtà è più forte di quello che sembra, eppure ha ancora della debolezze che non riesce a combattere e Seth è una di queste. Lei non è solo l'anoressica a cui è scomparso il fratello, no, lei è la miccia per far esplodere una guerra che si teme da troppo tempo.
Cosa faresti se il mondo che hai sempre creduto reale ti voltasse le spalle? Cosa saresti disposto a sacrificare per salvare la persona che ami? Cosa sceglieresti tra angeli e demoni, tra bene e male?
Seth avrebbe risposto il male.
Bliss il bene.
Ma le cose possono sempre cambiare.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3
Segreti sepolti

 
BLISS
 
«è passato un anno dall’ultima volta che io e te ci siamo incontrati qui» disse Logan non appena gli fui abbastanza vicina. Mi appoggiai sulla ringhiera che costeggiava il terrazzo, al suo fianco, e lasciai che lo sguardo vagasse lungo i profili tozzi dei palazzi di Brighton e poi oltre, sulla ruota panoramica, lungo la fine del molo, nel mare. Tutto, pur di non guardare Logan.
«Erano i sedici anni di Josh» sussurrai sperando che le mie parole si perdessero nel vento. Erano passati dodici lunghi mesi, eppure non mi credevo ancora abbastanza forte per parlare con lui, con loro, di quella notte.
«hai giurato di amarmi» la sua frase mi entrò lentamente nel cuore, riscaldandomi. Per un attimo ero tornata a quel momento, con Logan che sorrideva e le sue braccia che mi stringevano, la figura spigolosa di mio fratello che aveva interrotto tutto per avvisarci dell’arrivo della torta. Sorrisi amaramente. Se avessi saputo cosa sarebbe successo dopo sicuramente non l’avrei mandato a quel paese in tutte le lingue del mondo. «Ti manca?»
Pensaci Bliss, ti manca tuo fratello? Ti manca Josh?
A quella domanda, però, non potevo rispondere e basta. Mi costrinsi a guardarlo, almeno per qualche secondo. Era Logan, era lui, era l’amore della mia vita. Stare lì come due estranei non sembrava da noi. Noi che passavamo insieme intere giornate, noi che ci conoscevamo troppo bene per poterci mentire, noi che eravamo sempre stati un “Noi”. E nello stesso posto in cui per la prima volta eravamo riusciti a capirlo ci fronteggiavamo, niente carezze, niente abbracci. Bliss e Logan, una cosa separata.
Il minimo che potevo fare era dirgli cosa provavo davvero.
«Si Logan, mi manca. Mi manca tanto che ho incubi e attacchi di panico, tanto che ormai come vestiti uso solo le sue felpe, tanto che non riesco neanche ad entrare in camera sua. Mi mancano le piccole cose, la colazione della domenica al nostro solito bar e le gite in campagna, il modo in cui mi chiedeva consigli e mi confessava le sue paure, anche quel suo fare geloso non appena qualcuno mi si avvicinava»
«C’è da dire che in quello lo aiutavo anche io»
Riuscì persino a farmi ridere con quella stupida interruzione. Perché lui era così, lui era proprio come credevi che fosse. Un ragazzo forse un po’ troppo buono, viziato, spendaccione, megalomane e nonostante tutto genuino, con quel sorriso che riusciva ad illuminarti la giornata e gli occhi d’oro fuso in cui leggevi ciò che pensava. E in quel momento li vedevo spenti, nonostante stesse combattendo per mantenere un’aria spensierata.
«Manca anche a me. Mi manca Josh, mi manchi tu, mi mancano i vecchi tempi e anche se non lo ammettono manchi anche agli altri» confessò quando si arrese alla malinconia. Una malinconia buona però, di quelle che senti quando parli di qualcosa che un tempo ti ha reso felice e ti lascia crogiolare per un po’ nelle gioie passate. Forse è sbagliata, ma ti fa sentire meno solo.
Un messaggio interruppe il silenzio pressante.
Era di Allyson e mi avvisava che sarebbe andata via con Seth. Mi chiedeva anche se riuscivo a trovare un passaggio a casa o volevo che mi riaccompagnassero loro, ma piuttosto di rivedere gli occhi glaciali di quel ragazzo mi sarei fatta volentieri un paio di chilometri a piedi.
«Problemi?» domandò gentile Logan notando forse la mia faccia corrucciata. Era impressionante come il solo pensare a Seth mi rabbuiasse.
«Niente di che, forse mi toccherà tornare a casa a piedi»
E stare in ansia per Allyson tutta la notte aggiunsi mentalmente.
«Ma che sciocchezze dici? Ti riaccompagno in limousine. Sai che il venerdì sera è sempre a nostra disposizione.»
Un’altra ondata di ricordi mi investì come uno tsunami e mi impedì quasi di muovermi, ma la mano di Logan si poggiò sulla mia spalla e quel contatto così familiare mi riportò alla realtà. Troppe emozioni tutte insieme.
«Tranquilla, mi ricordo ancora dove abiti» mi lasciai guidare da lui di nuovo all’interno del Crush e, mentre speravo di non incontrare Cher o Zach, mi resi conto di come quel posto sembrava diverso solo perché Logan era lì a camminare al mio fianco. In realtà non era mai stato solo in locale in se per se ad essere la mia seconda casa, ma erano loro, loro e tutto ciò che eravamo un tempo.
 
 
SETH
 
La camera di Allyson era buia e silenziosa, intrisa di un profumo di rose e decisamente patriottica dato che c’erano stampe con il motivo della bandiera inglese ovunque.
Fissavo il soffitto mentre lei dormiva al mio fianco, interamente coperta dal piumone. Respiri lunghi e profondi, il segno che era già al settimo sonno.
Non ero stato io a voler andare a letto con Allyson. Io mi sarei accontentato di entrare in camera sua, poi il piano era farla addormentare lasciandole credere  che avessimo passato una notte di fuoco mentre cercavo indizi sulla sua migliore amica in giro per la stanza, ma non appena l’avevo vista tirarmi nervosamente verso il letto non avevo saputo resistere. Mi aveva guardata speranzosa, come se quasi non ci credesse che uno come me potesse essere attratto da una come lei, mi aveva baciato ed io l’avevo accontentata.
Ma il tempo dei giochi era finito.
Mi alzai cercando di non fare rumore e mi rivestii, poi iniziai la ricerca. Non sapevo esattamente cosa stavo cercando, ma doveva avere a che fare con Bliss e il suo oscuro passato, sempre che ci fosse davvero qualcosa di oscuro da scoprire. Qualcun altro avrebbe pensato che fosse solo una persona poco socievole o, che so, una sfigata, una con la lebbra, ma io no. Sentivo che c’era qualcosa di più, qualcosa di lasciato in sospeso, e me ne convincevo sempre di più con il passare dei giorni. Avevo ancora i suoi occhi stampati nella mente e ne ero certo, quegli occhi avevano qualcosa di particolare. Un indizio, ecco cosa mi serviva. Un suggerimento.
Girai a vuoto per la stanza almeno una decina di volte, non sapendo dove vedere, andando alla cieca. Un’occhiata nell’armadio pieno di vestiti dai colori offuscati dal buio, una al cassetto della scrivania, una sulle mensole accanto al letto. Lì tutto aveva un tocco alla Allyson, che si trattasse di un fiocchetto o dei soliti colori rosso, bianco e blu. Niente sembrava fuori posto, mentre qualcosa di Bliss lo sarebbe stata. Lei sembrava sempre essere fuori posto. Anche in questo ci assomigliavamo.
Alla fine finii con l’osservare minuziosamente tutte le foto appese sulla parete dietro la scrivania. Sembravano tutte recenti e più della metà erano foto delle due ragazze insieme, come se la vita di Allyson fosse davvero iniziata solo quando aveva incontrato Bliss. Allyson e Bliss al mare, Allyson e Bliss in diverse capitali europee, Allyson e Bliss ad un concerto, Allyson e Bliss ovunque. Ma mentre la prima era sempre uguale, la seconda appariva sempre diversa. Talvolta non sembrava neanche lei, con il viso più magro di quanto già non fosse e delle occhiaie violacee sotto gli occhi, poi già nella foto successiva sembrava bellissima e con un sorriso a diecimila watt. Era tanto fotogenica che avrebbe potuto fare la modella.
Accarezzai le pellicole lucide con la punta delle dita e mi lasciai trasportare dall’istinto, il mio cervello stava lavorando così tanto che sembrava fare rumore. Bliss. Fino a quella sera nessuno l’aveva mai nominata. Cher però aveva parlato di lei. Logan era sembrato turbato. In quelle foto sembrava un’eroinomane, un’insonne, uno zombie. Qual’era la connessione tra tutte quelle informazioni?
Allyson si rigirò nel letto, inquieta, ma non mi preoccupai che potesse svegliarsi. Piuttosto tornai alla mia ricerca lasciando cadere la mano sulla scrivania e riprendendo a tastare ovunque. Il computer, decine di post-it sparsi, libri di scuola, una pila di album fotografici e riviste. Qualcosa doveva pur esserci però.
«Seth» la voce della ragazza mi fece quasi sobbalzare e nel girarmi verso di lei con il braccio feci cadere tutta quella catasta. «Seth, cosa stai facendo?»
«Niente Ally, non riesco a dormire» le risposi con tono dolce, improvvisando un sorriso nel buio. Ci fu un frusciare di coperte e un respiro profondo, poi la ragazza sprofondò con il viso nel cuscino ed io tornai al disastro che avevo combinato. Raccolsi gli album colorati e gli rimisi al loro posto, disposti esattamente com’erano prima, poi mi piegai sulle riviste e mi bloccai.
Il cuore perse un battito.
Su una delle copertine era attaccato un foglietto bianco, la firma spigolosa di Bliss spuntava nell’angolo a sinistra e il resto del testo era stato scritto con mano incerta,come se la penna avesse creato dei solchi sul foglio.
Fa ciò che vuoi di questi, tutto purché spariscano dalla mia vista.
Se fossi stato umano, probabilmente, mi sarebbero tremate le mani mentre aprivo la rivista.
La sfogliai lentamente, pagina per pagina, con quella maledetta curiosità che cresceva ogni secondo che passava e il fatto che a metà del plico non avessi ancora trovato niente mi innervosì abbastanza.
Poi, improvvisamente, eccolo lì.
Il nome di Bliss accanto a quello di Cher, Logan e Zach, nero su bianco, come se niente fosse. Sentivo di poter impazzire.
Quello che seguiva era un articolo, anzi, il primo numero di una rubrica intitolata “Brighton life” curata da loro tre. Parlavano dei locali più in, dei negozi che non ci si poteva perdere, delle bancarelle migliori giù al molo. Seguiva una guida illustrata ai “must” della stagione con foto di un certo Josh Strathmore, un qualche parente di Bliss, dove posavano appunto i tre ragazzi. Forse fu allora che il mio cuore scoppiò.
Lì, su quelle pagine, c’era una bellissima Bliss che sorrideva abbracciata a Cher, la stessa Cher che l’aveva schermita non appena era entrata al Crush, la stessa Cher che non guardava neanche in faccia chi non si vestiva come diceva lei. Anche Logan era con loro, la faccia spensierata di un bambino, delle fossette che non gli avevo mai visto sugli zigomi e gli occhi di chi non aveva altro da chiedere dalla vita. Doveva essere innamorato, forse di Cher. Tutti erano innamorati di lei.
“Sei nuovo qui” aveva detto Zach solo poche ore prima, ma mi resi conto di ciò che voleva dire solo in quel momento. Ero mancato decenni da Brighton, non potevo pretendere di tornare e scoprire tutti i segreti che con tanta fatica erano stati seppelliti in pochi giorni. Dovevo essere paziente, avvicinarmi a Bliss, tenermi stretto i miei nuovi amici e le cose sarebbero venute da se. Alla fine, alla base dell’allontanamento della ragazza dagli altri, avrebbe potuto esserci qualsiasi cosa e non era il caso di agitarsi per così poco. Forse mi ero solo fatto troppi film.
Passai il resto della notte a leggere gli altri articoli e guardare i loro scatti. Sembravano davvero felici.
Chissà cosa voleva dire stare così bene.
«Non te lo saresti mai aspettato, vero?» disse Allyson intorno alle quattro, la voce assonnata soffocata dai cuscini.
«Cosa? Bliss passione modella?» scherzai chiudendo l’ultima rivista, improvvisamente stanco. Raggruppai le decine di settimanali e li rimisi sulla scrivania, consapevole di poterli riprendere ogni volta che avessi voluto. Allyson mi avrebbe sempre lasciato entrare.
«Io mi riferivo a Bliss e Cher insieme, ma si, penso che anche vederla in versione modella sia abbastanza shoccante»
«Perché hai tu quelle riviste?»
«Lei sta cercando di dimenticare»
«Cosa? Perché?»
«Scusa, ma ho promesso di non dire niente. E comunque non so molto neanche io.»
Sentii nelle sue parole il penso di quella promessa, come se una catena di ferro legasse le due ragazze. Nessuno sarebbe riuscito a spezzarla, neanche io. Lei non mi avrebbe detto niente di preciso, ma potevo andare sul vago.
«Perché scrivevano quella rubrica?» le domandai mentre mi infilavo sotto le coperte, lei si avvicinò e poggiò la testa sul mio petto. La lasciai fare.
«Cher diceva di voler aiutare la povera gente comune a vestirsi meglio, Logan scriveva da dio e Josh era un fissato di fotografia. Ci sono scatoloni pieni di sue foto a casa loro .»
«Chi è Josh?»
«Il fratello di Bliss»
«E lei cosa faceva?»
Uno sbadiglio coprì metà della mia domanda. Allyson strofinò la guancia contro la mia maglia, chiuse gli occhi. Stava per lasciarmi.
«Lei era il critico culinario, ma..»
«Ma cosa?»
«Ma…» le parole rimasero sospese nel silenzio mentre la ragazza si riaddormentava definitivamente. Lo capii dal suo respiro, dalla sua mano inerme poggiata accanto alla mia, dalla sua improvvisa staticità.
Magari al suo risveglio sarei riuscito a cavarle qualcos’altro, per il momento però potevo ritenermi soddisfatto. Anche la mossa successiva era ormai chiara. Vedere altre foto avrebbe contribuito alla mia ricerca e Allyson aveva detto che a casa Strathmore c’erano scatoloni pieni di scatti di quel Josh, quindi mi sembrava lecito dover andare a fare un sopraluogo e vedere cosa riuscivo a scovare. Un nuovo dubbio mi si insinuò in mente, come mai non avevo mai visto questo fatidico fratello?
Dovevo decisamente entrare il quella casa.
Nel frattempo, mentre chiudevo gli occhi, il cellulare della ragazza avvisò dell’arrivo di un nuovo messaggio. Era per terra, vicino al letto, così grazie allo schermo illuminato riuscii a leggere.
Era Bliss.
 
BLISS


Io e Logan non parlammo molto durante il viaggio di ritorno.
Bevemmo qualcosa dalla riserva di alcolici di Zach, qualcosa di illegale in almeno venti stati, e parlammo del più e del meno imbarazzati.
Più che altro ci guardammo.
Mi erano mancati i suoi sguardi.
«Buonanotte»mi salutò non appena la macchina si fermò davanti al giardino di casa. Tutto sembrava silenzioso, ma la finestra del salone era ancora illuminata.
«’Notte Logan» risposi sorridendogli mentre un pezzo di me sarebbe volentieri rimasto con lui. Sarebbe sempre stato così.
Allungai la mano e feci per aprire la portiera, ma lui mi bloccò e in un attimo scese dalla macchina e venne dalla mia parte per aprirmi lo sportello. Il solito Logan fissato per il galateo.
Afferrai la mano che mi offriva e mi lasciai tirare al suo fianco. Quando le sue labbra si posarono sulla mia fronte qualsiasi problema improvvisamente sparì e per un attimo tornammo ad essere i Logan e Bliss di sempre. Solo per un attimo però, perché quando si staccò fu come se niente fosse successo.
Rientrò in limousine e mi lasciò con un ultimo sorriso. Non avrei potuto chiedere di più.
Una volta in casa attraversai il corridoio fino al salone, intenzionata ad avere anche la buonanotte dei miei genitori.
«Stanno finendo le scorte, abbiamo bisogno di altro sangue. Morirà altrimenti.»
Non era una novità sentirli parlare di certe cose, ma mi fecero venire la pelle d’oca. Odiavo il sangue, odiavo la morte, di certo non avrei seguito la loro carriera da medici.
«Ormai è vicino…»
«Se state parlando del mio compleanno sì, è molto vicino, e voglio un regalo fantastico» esultai gettandomi sul divano tra loro che non avendomi visto entrare si presero un mezzo infarto.
«Amore, sei tornata» disse mio padre, accarezzandomi la testa.
«Tranquilla, sarà un regalo magnifico» fece invece mia madre, sorridendo tranquilla. Amavo la mia famiglia.
«Com’è andata? Duro il ritorno al Crush?»
«Oh, Allyson ha incontrato l’amore della sua vita e…Logan mi ha riaccompagnato a casa»
«Logan, il ragazzo perfetto»
«Già»
Nei momenti di silenzio che seguirono ci perdemmo tra le immagini che trasmetteva il mega televisore appeso alla parete. Il tele giornale, come sempre. Un’abitudine che avevamo preso un tempo nella speranza di avere notizie di Josh.
«Ah Bliss, oggi è venerdì, hai già preso il ferro?»
«No papà, me ne sono dimenticata»
«Tranquilla, te lo vado a prendere»
 
Quella notte mi svegliai di soprassalto.
Un altro incubo, come sempre.
Mi misi seduta sul letto e strinsi con la mano l’incavo del gomito dove un cerotto copriva il buco fatto dalla siringa. Pulsava come non mai.
Un bel regalo per i miei sedici anni sarebbe stato quello di smettere le iniezioni di quel dannato ferro. Ogni volta era una tortura.
L’orologio sulla parete indicava le quattro di mattina, fuori dalla finestra il vento sbatteva contro la serranda. Chiusi le palpebre per un secondo e un paio di occhi color del ghiaccio invasero il buio. Rabbrividii.
Era stato su di loro il mio incubo quella notte.
Un pensiero mi passò per la testa e mi fece scattare verso il cellulare poggiato sul comodino. Mandai un messaggio ad Allyson, nonostante fossero le quattro di notte, nonostante sicuramente stesse dormendo.
Dovevo togliermi il brutto presentimento che mi stava corrodendo.
Stranamente, però, Allyson rispose.
 
Tranquilla Bliss, è sana e salva e dorme beatamente. Tu piuttosto perché sei ancora sveglia?
Smettila di pensarmi.
 
Immaginai il ghigno sulla faccia di Seth e mi venne voglia di lanciare il cellulare contro il muro. Dannazione, odiavo quel tipo.
Nonostante l’impulso di mandarlo a quel paese lasciai cadere il cellulare tra le coperte e tornai sdraiata. Mi strinsi nella felpa di Josh che tutte le notti mi proteggeva e presi a fissare il soffitto.
Il cuore, per qualche strano motivo, mi batteva all’impazzata.
Sicuramente non mi sarei riaddormentata.


Logan Arrow




Bliss Strathmore





Seth Porter

   
 
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