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Autore: Soul of the Crow    20/12/2012    4 recensioni
Mi ero ripromessa di continuare la mia raccolta, ma avevo in mente questa fic già da un bel pezzo per non pubblicarla: le Divinità della Morte e della Vita lottano da diverso tempo, ma la prima deciderà di risvegliare un'anima per appropriarsi di quelle degli altri umani. E se la sua avversaria avesse inviato un suo Emissario per impedirglielo?
Alcuni personaggi di IE GO, e alcuni miei OC, saranno i protagonisti di questa fic e le pairings principali saranno la RanTaku e la KyouTen, ma potrei decidere di metterne altre nel corso della storia.
Se vi interessa, vi aspetto dentro con i dettagli.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Kirino Ranmaru, Nuovo personaggio, Shindou Takuto
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'My favourite IE GO pairings'
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 Circa un’ora dopo… nel Giardino delle Rose…
 
A poco a poco, Shindou si era risvegliato, e nonostante il dolore alla testa, si era reso conto di non essere più in cima alla torre: quel posto era pieno di rose bianche, ad eccezione di un sentiero di terra battuta che conduceva ad una zona di terreno rialzata.
- Dove sono e come ho fatto a venire qui? - disse il Mietitore cercando di mettersi seduto, ma poi si ricordò di un particolare:
- Ho dovuto fare tutta quella strada, e alla fine non sono nemmeno riuscito a… - non fece in tempo a terminare la frase che sentì dei lamenti, e dopo essersi rialzato, capì anche da dove provenivano le lamentele: si trattava di Kirino, in quel momento sdraiato sulla zona di terreno rialzata.
Il Mietitore corse in direzione del rosa e si rese conto di ciò che aveva causato con quel colpo che gli aveva inflitto: Ranmaru era ancora un umano, e aveva il petto completamente fasciato, ma le bende erano già sporche di sangue; non era finita lì: la sua carnagione era diventata molto più pallida, e anche i capelli avevano acquisito una colorazione spenta. Takuto gli prese per un attimo una mano e notò che era diventata fredda come il ghiaccio.
Vicino all’ormai ex Angelo, si trovava una rosa bianca, ma aveva perso quasi tutti i petali.
- In fondo, l’ho ridotto in condizioni simili a quelle di questa rosa. Ho rovinato tutto a causa di una bugia, e come questa rosa tra poco perderà tutti i petali, anche lui morirà… ma nel suo caso, scomparirà per sempre. - pensò Shindou, mentre stringeva ancora di più il fiore tra le dita di una mano, incurante delle spine che avevano cominciato a pungerlo. Il Mietitore credeva di sentire delle lacrime che cercavano di uscire, ma dovette reprimerle: lui non voleva mostrarsi un debole, e soprattutto non davanti ad un nemico.
Passarono diversi minuti, in cui le due voci che avevano tormentato Takuto poco tempo prima sembravano essere ritornate, ma non continuò ancora per molto perché il Mietitore sentì una presa non molto forte alla mano che non teneva il fiore; quando Shindou riaprì gli occhi, si accorse che si trattava di Kirino: l’umano continuava a tenergli la mano e aveva aperto di poco gli occhi che però erano diventati di un azzurro quasi grigio.  Stava cercando di mettersi seduto, ma si vedeva che era ancora molto debole a causa del colpo.
Pochi secondi dopo, il rosa si accasciò nuovamente a terra e chiuse gli occhi, e il Mietitore era consapevole che non sapeva come aiutarlo.
Stava per andarsene, quando dietro di lui comparve un’altra Guardia Angelica: era una donna alta e magra dai lunghi capelli castani con qualche treccia azzurra e occhi color zaffiro. Aveva grandi ali argentate e indossava un’armatura simile a quella che aveva Ranmaru quando era ancora un Angelo: era la Dea della Vita, ma ovviamente il Demone non lo sapeva.
- Chi sei? Che cosa vuoi da me? - le domandò Takuto.
Diana dovette sorvolare sul fatto che le avesse dato del “tu”, e rispose a Shindou:
- Non ti dovrebbe importare chi sono, ma se la cosa t’interessa, conosco un modo per guarire il tuo amico. - era una parola “grossa” per il Mietitore: per quel che gli riguardava, lui e Kirino avevano smesso di essere amici la sera in cui uno aveva scoperto la vera identità dell’altro.
- E quale sarebbe? -
- Prima che te lo dica, devi capire che cosa vuoi realmente: hai scoperto il segreto delle due Melodie, sei riuscito a superare i trabocchetti disseminati tra i vari piani della torre, e infine hai affrontato una creatura creata dai poteri della Divinità della Vita. Se ho ben capito, però, sei confuso su quello che vuoi fare; quindi è il caso che tu ti chieda perché sei arrivato fin qui. Che cosa ti ha spinto? -
Takuto era rimasto in silenzio per tutto quel tempo, ma una cosa ormai gli era chiara:
- Chiunque sia, quest’Angelo ha ragione: da quando quelle voci hanno cominciato a tormentarmi, non so più cosa fare. A quale delle due devo dare ascolto? - ecco cosa continuava a pensare il Demone, ma per un attimo il suo sguardo si posò nuovamente sulla rosa bianca che stringeva fra le dita, e poi a Ranmaru: in quel momento, si decise a dare ascolto alla voce che aveva continuato a ripetergli che aveva rovinato la sua amicizia con il rosa e che gli aveva fatto del male.
- Forse dentro di me c’è ancora un lato umano, e quella parte di me vuole aiutare Kirino. - ammise Shindou dopo un tempo che era parso un’eternità, e senza accorgersene, una lacrima si era fatta strada sul suo volto ed era caduta sui petali della rosa bianca, facendola risplendere di un bagliore argentato e facendo ricrescere i petali che erano caduti.
- Quella rosa ti aiuterà a curarlo, ma ti avverto: se la userai, t’indebolirai molto, probabilmente ti regredirai fino a tornare un Globo dell’Anima e dovrai essere sottoposto al Giudizio delle Anime. Sei ancora convinto di ciò che vuoi fare? - gli domandò la Signora della Vita.
Il Demone annuì, per poi concentrare i suoi poteri nel fiore: dopo pochi secondi, i petali e l’aura argentata della rosa si diressero in direzione del rosa avvolgendolo.
Ci fu un bagliore accecante, ma quando la luce si affievolì, Ranmaru era tornato ad essere un Angelo:
- Che mi è successo? - a quella frase, seguì un gemito: il petto doveva fargli ancora male.
- Vedo che sei guarito. - disse la Divinità della Vita, ma il rosa era concentrato su qualcun altro: inutile dire che si trattava di Takuto, ma non fece in tempo a dire o fare alcunché, che il Demone sparì e tornò ad essere una Sfera dell’Anima.
- Qualcuno potrebbe spiegarmi che è successo finora? - domandò ancora Kirino.
- è una storia lunga, ma ora è meglio che ti riposi: io porterò quel Globo nel Regno di Mezzo perché venga sottoposto al Giudizio delle Anime. - gli rispose Diana.
- No, voglio pensarci io. - la voce della Guardia sembrò quasi un sussurro alla Dea della Vita, ma la aveva sentita ugualmente.
- Mi spiace, ma stavolta rimarrai qui: Ichinose e Aki ti aiuteranno. - ripeté la Divinità con un tono che non ammetteva repliche, per poi aggiungere tra sé e sé:
- Anche se le mie Guardie mi hanno dimostrato più volte che anche i Diavoli possono cambiare, rimango della convinzione che certe cose non cambiano mai. E questo io lo so meglio di tutti… - fu l’ultimo pensiero da parte della Signora della Vita, prima di teletrasportarsi nel Regno di Mezzo.
 
 
Angolo di Emy
Spero che vi sia piaciuto come sono andate a finire le cose, ma non è ancora finita: Shindou deve essere sottoposto al Giudizio delle Anime, mentre Diana e Arelia si stanno regredendo.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
  
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