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Autore: thedragontosaphira    20/12/2012    11 recensioni
E’ Natale, anche quest’anno Draco Malfoy si accinge a trascorrerlo da solo nel suo grande attico nel centro di Londra. Ma questa volta qualcosa sta per accadere, la magia natalizia è all’opera nelle vesti di una bimba di nome Alyssa Granger, come un piccolo folletto vestito di rosso invade con la sua allegria la vita del playboy. Sotto l’albero di Natale un ricco dono forse lo attende, desideri sognati e mai esauditi…
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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cap 2 fan di natale Grazie a chi ha lasciato un segno del suo passaggio e naturalmente a chi a letto in silenzio.
Il prossimo capitolo sarà anche l'ultimo
Vi auguriamo buona lettura
The Dragon to Saphira



                               


                                   Desideri sotto l'albero
                                    cap.2





" Con la tua immagine e con il tuo amore tu, benchè assente, mi sei ogni ora presente. Perchè non puoi allontanarti oltre il confine dei miei pensieri; ed io sono ogni ora con essi, ed essi con te "
( W. Shakesperare )













 Lasciala qui Granger, o fermati anche tu, se credi. Abbiamo una camera per gli ospiti. -

- Ma io devo lavorare domani e non ho un cambio con me, - riprese lei che cercava di declinare quel invito che le sembrava imbarazzante. Non era davvero il caso di fermarsi a dormire lì.

- Non mi dire che la strega più brillante del secolo non sa trasfigurare degli abiti, e poi anche io devo lavorare, sai? Ma posso farlo benissimo da casa domani e occuparmi di lei allo stesso tempo, sempre se ti fidi di una serpe. – Draco tentava di aggrapparsi agli specchi, non voleva che se ne andassero, non sapeva bene il perché, ma le voleva lì.

- No ma.. Cioè si.. Insomma - sbuffò lei, pensando che sua figlia l'aveva messa in una posizione davvero scomoda. Aveva esaurito le scuse e non sapeva come uscire dall’impasse.

- Sei un po’ confusa direi - sghignazzò l'uomo, conscio di averla messa all’angolo.

- E sia - alla fine disse a malincuore. Si sentiva terribilmente a disagio all’idea di dormire nella casa di Draco Malfoy.

Miles s'inchinò  e, sorridendo, andò a preparare la stanza.

C'era una strana magia nell'aria, e lui sperava che fosse a favore del suo padrone, era stanco di vederlo triste ed insoddisfatto.

Per la prima volta, quel giorno l'aveva visto sereno, dopo tutto quello che aveva passato, pensava che se lo meritasse.

Qualunque cosa ne dicesse la gente, nessuno poteva dire di conoscerlo come lui, e  sapeva che era cambiato.

Aveva sputato sangue per ripulire il suo nome, si era liberato dei falsi amici  ed aveva cominciato da zero, anche se negli affari era un vero squalo.

Poco dopo Draco quasi si scontrò con Hermione, che stava uscendo dal bagno.
Aveva raccolto con delicatezza la piccola tra le braccia e la stava mettendo nel grande letto, che avrebbe condiviso con la madre.

- Scusa - disse lei arrossendo. Miles le aveva fatto trovare sul letto una vecchia camicia del biondo, che ora indossava come  " mise notturna ", e che le lasciava scoperte le gambe. Si sentiva in imbarazzo così conciata, la camicia arrivava appena sotto l’inguine e aveva notato lo sguardo di Draco indugiare sulle sue gambe. Si sentiva le gote in fiamme e sperava che il suo disagio non fosse tanto evidente, ma a giudicare dal lieve sorriso di lui, non ci contava troppo. Maledetta pelle chiara, qualsiasi emozione le si leggeva sul viso.

- Non scusarti, sono io che sono entrato senza bussare, ma volevo mettere a letto la monella. Ah, i  vestiti di Alyssa sono rovinati, domani manderò a prendere qualcosa per lei. – Lo divertiva l’imbarazzo della mezzosangue e stava dilungandosi a parlare, per continuare ad ammirare quello insperato panorama. Inoltre qualcosa lo tratteneva in quella stanza, la tentazione si stava facendo forte…. Ma sapeva che lei non era come le altre.

- Non preoccuparti, andrò a casa io a prenderle qualcosa. -  Rispose pronta. Non voleva che si disturbasse anche per quello.                                              
Lui sospirò e disse

- Ti prego, lasciami fare qualcosa per lei, è Natale. Prendilo come un regalo. -

Lei annuì poi lo vide girarsi e dirle

- Buonanotte Granger. -

- Malfoy ? - Chiamò lei, che lo aveva raggiunto e si era alzata in punta di piedi.

- Si ?- Disse girandosi a mezzo busto, e si sentì baciare sulla guancia.

La fissò preso in contropiede  e, senza un perché, le circondò la vita e s'impossessò di quelle labbra che sembravano invitarlo.

Delicato si mosse morbido.. Poi si staccò e ridisse

- Notte Hermione - ed uscì veloce, prima che i suoi bassi istinti venissero a galla rovinando tutto.

 

Mentre percorreva il corridoio e raggiungeva la sua stanza si maledisse  per la sua stupidità.

Hermione intanto era basita, si stava accarezzando con la punta delle dita le labbra ancora scombussolata per l’accaduto. Draco Malfoy l’aveva baciata.
Si aspettava quasi un terremoto da un momento all’altro. Non ci poteva credere.

Mai aveva ricevuto un bacio tanto dolce.

Che diavolo stava succedendo? A lui, a lei…

Poteva il Natale racchiudere veramente la magia?

Piena di dubbi s'infilò nel letto e strinse il corpicino di sua figlia, che in quel momento era l'unica certezza, il suo porto sicuro. Si sentiva incerta e confusa, la sua reazione al bacio le era incomprensibile e si chiese cosa aspettarsi ancora l’indomani.

La mattina dopo venne svegliata da un grattare alla porta ed un mugolio.

Neve chiedeva di entrare.

Ma non fu lei ad aprire alla cagna, ma quel terremoto della figlia, che ormai era come se si sentisse a casa.

- Buongiorno Neve. Miles è in cucina? – Pose quella domanda con assoluta naturalezza. Tanto che Hermione la fissò perplessa. La bambina si muoveva e reagiva come se stare lì fosse un evento nella norma e non del tutto eccezionale.

L'animale intanto scodinzolava felice, ma c'era qualcun altro che arrivò fischiettando.

- Ehi, monella, già sveglia? Hai fame? -

Lei annuì, poi lo vide chinarsi alla sua altezza e chiederle fissandola

- Anche la mamma è sveglia? -

La piccola scosse il capo e disse

- Non ancora del tutto, come dice lei ..Ah si, si sta connettendo con il mondo - Draco rise all'espressione della piccola e, presala in braccio, infilò il capo nella stanza della donna e disse

- Mentre fai pace con te stessa ed il mondo, do la colazione alla tua signorina, sbrigati, le focaccine di Miles con le fragole sono spettacolari e non so se te ne lascerò qualcuna. -  Per tutta risposta un mugugno ed un cuscino che colpì a vuoto la porta lo accompagnarono.

Provò una strana sensazione di calore, qualcosa che gli partiva dalle viscere e saliva fino a far galoppare il suo cuore.

- Buongiorno Miles - disse sorridendo e ricevette un  saluto altrettanto caloroso, per un momento pensò che non voleva svegliarsi, che quello era un sogno e non desiderava finisse.

Mai quella casa gli era sembrata così ricca.

Nessuna donna vi aveva mai dormito, ma sopratutto mai nessuna lo aveva fatto ridere come quelle due, che come un fulmine a ciel sereno gli erano piombate nella vita, che ora sapeva essere stata scialba e noiosa fino a quel momento.

Un colpo di fulmine? Può darsi, anche se lui non credeva a queste svenevolezze da femmina.

Ma di sicuro, avrebbe fatto di tutto perchè restassero con lui. I motivi alla fine non avevano importanza, ma decise di assecondare quello che sentiva nascere prepotente dentro di se.

- Ok, allora per prima cosa Miles ti procurerà degli abiti nuovi, poi porteremo Neve a correre, e poi.. Beh, vedremo nel corso della giornata - disse lui portandosi alla bocca la tazza del the.

- Mi stai dicendo che resto qui con voi? Non vado a scuola? Sei sicuro? – Chiese a raffica la bambina, fissando prima uno e poi l’altro alternativamente.

- Quante domande Alyssa, non seccare Draco - disse una voce insonnolita alle sue spalle.

- Eh si, resterai con lui, ma prometti di comportarti bene.- Ammise alla fine.

 Lei battè le mani, saltando sulla sedia, e chiaramente rovesciò il suo succo sulla tovaglia candida.

- Alyssa! - esclamò la donna.

- Scusa - disse mesta la bambina - Non volevo, se Miles mi da una spugna, pulisco io. -

Draco, che stava osservando la scena, disse

- Non ti preoccupare, siamo maghi, non scordare - e con una mossa veloce del polso disse

- Tergeo. -

- Ohh, sai che la mamma a casa usa poco la magia, dice che dobbiamo stare attenti. Noi viviamo  in un quartiere babbano, non lontano dai nonni, e dice che è più divertente fare le cose con le proprie mani. -

-  Beh, io sono un mago e non rinnego le miei origini. -

- Taci serpe, non rinnego niente, solo la uso con intelligenza e solo quando serve - disse lei piccata.

- Ohhh, abbiamo offeso sua maestà la regina dei grifoni - la canzonò lui.

- Oh, il principe delle serpi si sta srotolando e comincia sputare il suo veleno - lo punzecchiò.

- Principi e Regine? Che storia è questa? - Chiese curiosa Alyssa.

Draco ghignò e cominciò il racconto incantando la bambina.

- Devi sapere che molto tempo fa in un castello lontano c'era una bambina, che poi divenne una ragazza che veniva chiamata Regina, per il suo carattere acido, e per la sua fama di so tutto io, ma non solo per quello, camminava per i corridoi e non dava confidenza a nessuno, ostentando sempre la sua aria di superiorità. -

- Ma per favore, taci. Parli proprio tu? Non ricordi come era crudele il Principe delle serpi e come trattava chi lo circondava? Per lui gli altri erano tutti inferiori.-

La piccola, a bocca aperta, faceva andare lo sguardo sui due che sembravano sfidarsi con lo sguardo.

- Già, ma erano.. Questa è la parola chiave - disse lui.

- Oh, non mi dire, e tutto questo tuo buonismo da dove proviene? -

- Siamo agguerrite già la mattina e direi che la cosa mi piace. Tu non offri una chance all'avversario vero? Per te non esiste il grigio, beh, ti distruggo un mito, il grigio c'è con le su molte sfumature, senza parlare del resto. Sono cambiato Granger, prendine atto. – Il tono era improvvisamente diventato semiserio.

Già era cambiato e lei ne aveva preso atto, eccome se l'aveva fatto.

Era migliorato, non solo nello spirito ma anche fisicamente, non che fosse mai stato brutto, ma ora decisamente era maturato e nell'insieme, quello che vedeva, le piaceva e faceva scalpitare i suoi ormoni, che erano in un stato di catalessi da un po’.

Diciamo pure cinque anni.

Lui si alzò e, prendendo un fiore dal vaso al centro della tavola, disse

- Mi spiace è Natale e siamo a corto di rametti di ulivo. Pace? - E le porse una rosellina bianca.

Lei sorrise e rispose

- Perchè abbiamo litigato? -

Sua figlia, che sembrava godere di quella scena, seria disse

- Direi proprio di si, come fanno i papà e le mamme. -

- Alyssa, ora basta con questa storia - la riprese secca Hermione. Cosa si era messa in testa quella bambina. Doveva dissuaderla subito.

- Lasciala dire, ti dirò, non mi dispiacerebbe una figlia sveglia ed intelligente come lei. – Osservò divertito. Ed il bello era che stava dicendo effettivamente la verità.

- Beh, allora provvedi, credo che molte delle tue spasimanti saranno liete di accontentarti. – Ribattè pronta lei. Conosceva la sua fama di playboy e sapeva che molte donne entravano ed uscivano dal suo letto. Una di loro forse,una bella purosangue dal pedigree immacolato, sarebbe stata adatta a sfornargli un erede. Quella idea stranamente non le piaceva per nulla e le diede una specie di stretta al cuore.

- Ho detto che mi piacerebbe lei, non un'altra bambina. E poi nessuna delle donne che ho frequentato potrebbe anelare a tanto. -

- Quindi la vuoi già bella che pronta. – Osservò intimamente sollevata.

- Beh, se trovassi la donna giusta, chissà magari mi  potrei cimentare e provare a creare tanti piccoli me.- Ghignò, fissandola intensamente.

- Che Merlino c'è ne scampi - esclamò lei con la faccia schifata.

- Sono così orribile? – Chiese alzando un sopracciglio. Sorrideva, come se credesse che fosse impossibile. Era consapevole dell’impatto del suo indubbio fascino sulle donne, ma stavolta non si sentiva tanto sicuro. E se non le fosse piaciuto?

Colpita ed affondata, ecco cos'era Hermione in quel momento.

Quindi cercando un escamotage, disse

- Caratterialmente, beh, dici di essere cambiato, ma io in realtà non ti conosco, quindi passo, fisicamente non sei malaccio, ma non rappresenti il mio standard di uomo di certo. – Si era posta in autodifesa, tentando di distoglierlo da qualunque cosa stesse macchinando, perché da come parlava e la guardava sembrava stesse flirtando con lei.

- E sentiamo, come lo vorresti questo Principe azzurro? - Chiese lui con sguardo indagatore.

Intanto Miles, capito il gioco sottile del suo padrone, aveva preso la piccola e con la scusa di scegliere dei vestiti su catalogo, l'aveva trascinata via.

Hermione stava pensando ad una risposta appropriata e non si era resa conto, che lui la stava chiudendo in un angolo

- Allora per prima cosa deve amare me e mia figlia allo stesso modo. L'aspetto fisico è relativo, deve avere cervello da vendere, essere altruista, ma sopratutto avere quel pizzico in più che non guasta. – Disse convinta lei.

- E sarebbe? – Insistette. Voleva capire, avere le informazioni necessarie per aprirsi una changes con lei.

- Ambizioso, ma non troppo, e soprattutto mi deve saper far ridere. -

- Tutto qui? Ed io che credevo chissà che - rispose alzando una spalla.

- E ti pare poco? – Chiese lei. La popolazione maschile per la maggior parte conteneva una marea abnorme di stronzi assoluti, l’uomo che lei voleva era una rarità o forse semplicemente non esisteva. In ogni caso lei ne aveva avuto abbastanza.

- No, ma credo che ci siano milioni di uomini così. – Osservò lui perplesso. Gli uomini erano davvero degli imbecilli. Come avevano fatto a farsi scappare quella donna fino ad ora?

 Lei abbassò il capo e, prendendo le tazze che mise nel lavello, rispose in un soffio

- Non è così, con me non ha funzionato… - Il tono era amaro, l’espressione cupa, quasi dolente.

 Lui le era andato vicino e, prendendola per la vita e girandola verso di se, chiese

- Cosa non ha funzionato? – Era curioso, voleva sapere, capire cosa non era andata come doveva.

- Io.. Io non sono una conquista facile… E inoltre Alyssa ..Beh, puoi immaginare. -

- No, mi spiace, non lo capisco. Allora non ti meritavano, nè te e nemmeno Alyssa. Erano degli stupidi. – E mai era stato tanto convinto di quello che diceva.

- Draco, non è facile. Alyssa non sa chi è il padre  e, credimi, l'ho fatto solo per proteggerla. Sai cosa vuol dire essere rincorsa giorno e notte da magipaparazzi? Si credo che lo sai, non voglio questa vita per mia figlia, lei è Alyssa Granger punto! – Era stata stuzzicata in un punto molto sensibile. Prima Ronald Weaslay, poi un paio di uomini con cui aveva sperato per un po’ di potere aprire un discorso di un certo tipo, ma uno dopo l’altro una delusione senza fine.

Come un fiume in piena aprì gli argini e, sedendosi raccontò di quello che aveva provato, di come si era sentita, ma sopratutto di come gli altri l'avevano fatta sentire.

Una conquista facile, ma non la donna con cui avere un futuro.

-..E da allora gli uomini sono stati banditi dal mio mondo. Lo so, sono patetica – Concluse mogia.

- No, sei solo una donna che ha sofferto e trovato degli stronzi sul suo cammino - poi abbracciandola aggiunse

- Sei splendida, con il tuo cuore colmo di amore per tutti, proprio come lo eri da bambina. Ti ammiro. Poche donne avrebbero fatto quello che fai tu ogni giorno, amare tua figlia per due. -

Le lacrime scendevano sul viso della donna e lui, alzandole il mento, con due dita le asciugò.

- Basta piangere, se vuoi, io sarò al tuo fianco. Chissà che questa strana amicizia non porti qualcosa ad entrambi. -

- Mi ..Mi stai facendo delle avance Malfoy? - Chiese lei, mentre tirava su con il naso e non credeva alle sue orecchie. Era basita, non faceva sul serio. O si?

- Diciamo che mi sono innamorato, credi nei colpi di fulmini? – Sorrise lui.

Lei lo guardò sbigottita, allargando i suoi occhioni così simili a quelli della figlia.

- Si, mi sono presa la più grossa sbandata della  mia vita, ha capelli ramati, due occhi color dell'ambra ed ha cinque anni, ahimè - ghignò lui strappandole un sorriso. Il sollievo la invase, scherzava, ma certo. Che cosa mai aveva creduto? Anche se una vocina le sussurrava che in fondo ci era rimasta male.. Tuttavia stare lì nell’attico della sua nemesi, fatto talmente incredibile da avere del miracoloso, era il segnale che qualcosa stava succedendo. L’aria stava cambiando. Che sua figlia avesse ragione? Che la magia del Natale esistesse davvero? Domande e sempre le stesse. Poi mise da parte i pensieri e si preparò ad uscire.

- Ora va, che arrivi in ritardo, io sarò qui al tuo rientro. - Lei fece un sorriso di circostanza, ma sulla porta disse

- Ti spiace se approfitto così di te? Dimmelo se sono sfacciata o se sto esagerando. -  Il viso dell'uomo si illuminò

-Fa di me ciò che vuoi - disse allargando le braccia, strizzandole l’occhio.

- Ehmm, mancano pochi giorni a Natale e vorrei comprare un paio di regali che mi mancano, posso contare sul tuo appoggio con Alyssa? Sai, lei crede in Babbo Natale. - Un po’ deluso dalla risposta, disse

- Certo fa quello che devi, la peste la tengo impegnata io, o meglio Neve. -

- Grazie Malfoy, non credevo che nell'arco di ventiquattro ore te l'avrei detto così tante volte, e a te poi… -

- Come ti ho detto persone e situazioni cambiano. Ah, che ne diresti se ci chiamassimo per nome? Ormai siamo " quasi " amici del cuore,  e poi io sono innamorato follemente di tua figlia. – Ghignò, facendo un po’ il buffone.

- Va bene Mal.. Draco -  e corse via, non prima di aver mandato un bacio a sua figlia, raccomandandole di comportarsi per bene.

Pena : Babbo Natale non  avrebbe esaudito i suoi desideri.

La piccola rise ed alzò una spalla, in fondo, anche se per vie traverse, aveva ottenuto già un anticipo.

Arrivata al lavoro, Hermione avvisò suo padre e chiaramente parlò con Harry, al quale raccontò tutto o quasi, omise il bacio e gli abbracci. Ed infine promise di spiegare tutto alla famiglia Weaslay la sera stessa. Era certa che in questo caso l’amico non avrebbe capito ed in fondo nemmeno lei era certa di capire o di sapere cosa stesse succedendo.
 In quanto a Harry Potter, aveva la vista più lunga di quanto lei pensasse, era tanto che non la vedeva sorridere serena, e se tutto ciò era grazie a quella serpe, beh, avrebbe abbassato il capo ed accettato.

Harry era molto protettivo con lei, forse più di suo padre stesso.

Aveva fiducia nel giudizio dell'amica, ma per lui Malfoy era uno da monitorare, se solo l'avesse fatta piangere, lui lo avrebbe ucciso ed a mani nude.

La giornata passò veloce, sia per lei che per il quartetto a casa.

Miles era felice, vedere ridere il suo padrone lo riempiva di gioia.

Con la piccola era andato al parco per far correre Neve, ma non l'aveva mai persa di vista.

Avevano pranzato in un posto che la piccola pareva amare, Mac Donald.
 Lui era rimasto perplesso quando il commesso gli aveva porto un vassoio con su dei cartoni, ma cercando di non dare a vedere il suo disagio, fece tutto quello che Alyssa eseguiva alla perfezione.

Girarono per la Londra babbana seguiti da Neve,  e risero quando un anziana signora fece i complimenti alla piccola, dicendo che assomigliava tutta al papà, beh, tranne per il colore dei capelli.

Mangiò zucchero filato e salì sulle giostre.

Quello fu per Alyssa uno splendido giorno, forse il più bello da quando ne aveva memoria.

Si sentiva una principessa e Draco era il suo cavaliere dalla brillante armatura.

Al rientro a casa, corse a farsi il bagno e a mettere il pigiama, che Miles le aveva procurato schiacciandole l'occhio. Poi entrò con noncuranza nel salone e si accoccolò vicino a Malfoy, che stava controllando dei documenti.

- Sai così sono più comoda, ma tu non c'è l'hai la televisione? -

Riponendo i documenti, Draco prese un telecomando dal tavolino di fronte a lui e, pigiando un tasto, fece scorrere il quadro sopra al camino.

- Ogni sua richiesta è un ordine, TV al plasma, con DvD e tutto quello che desidera. -

- Vorrei vedere Disney Channel - chiese la piccola, a cui le palpebre stavano calando, era quasi ora di cena e lui disse

- Che ne dici, se dico a Miles di portarti un bicchiere di latte ed un paio di tramezzini? -

- Si, come vuoi. – Mormorò la piccola sbadigliando . Draco si alzò  per andare a chiedere la cena per la sua ospite, ma al ritorno la piccola dormiva rannicchiata.

La giornata era stata lunga ed intensa e lei, stremata, alla fine aveva ceduto.

Appellò un plaid e la coprì.

Sembrava che fosse una sua prerogativa addormentarsi dappertutto, tranne che nel suo letto.

In quel momento una trafelata Hermione fece la sua comparsa.

- Scusa ci ho imp...- Ma si bloccò, quando lui le fece segno di fare piano.

- Non può essersi addormentata, non a quest'ora, cosa hai fatto a mia figlia? - Chiese tra il sorpreso  e lo scettico. Di solito per mandarla a letto bisognava combattere e ora invece dormiva di peso.

- Niente, siamo stati in giro tutto il giorno, meno male che aveva fatto una ricca merenda, non ha cenato, è crollata. -

- Oh beh, poco male, si rifarà a colazione domani. -

- Beh, allora togliamo il disturbo. – Concluse lei, dispiaciuta di dovere svegliare la bambina.

- Non vorrai svegliarla spero?! -

- Facciamo così, vai casa, ti cambi ed andiamo fuori a cena noi due, alla faccia dei fidanzati e delle fidanzate, che non ci hanno saputo apprezzare. Miles sarà felice di badare a lei. -

La sua più che una richiesta sembrava una preghiera, e lei, pensandoci su, disse

- Italiano ti va? Conosco un ristorantino dove fanno un risotto ai funghi che è uno spettacolo, ma offro io è il minimo. -

Lui scosse il capo e disse

- Sul ristorantino ci sto, ma non sia mai detto che un Malfoy si faccia pagare la cena da una signora. -

- Bene allora, qui fra mezzora? -

- Non vuoi che venga a prenderti davanti casa, facendo morire d'invidia le vecchiette, che sbirceranno da dietro le tende? – Ghignò lui.

- No , tranquillo - disse lei, cercando di non sembrare un approfittatrice.
Anche se in fondo fare chiacchierare i vicini non le sarebbe spiaciuto. Quei pettegoloni avrebbero avuto di che sparlare.

Lui invece corrugò la fronte.

- Ti vergogni di farti vedere con me? -

- No, assolutamente. - Sapeva che lui era conosciuto anche nel mondo babbano, meno che nel mondo magico, ma anche li i paparazzi lo avevano immortalato. Non voleva assolutamente che si offendesse, solo che stare al centro dell’attenzione, non era una cosa che le piacesse tanto.

Quindi riprese, cercando di sviare la conversazione rapidamente

- Ok allora, tra un ora qui - e velocemente scrisse l'indirizzo. Poi sorridendo, dopo aver baciato sul capo la piccola, si smaterializzò

Un ora dopo era pronta e, scesa sotto casa, vide Draco aprirle lo sportello di una splendida BMW.

- Non sapevo che sapessi guidare. – Osservò stupita sedendosi.

- Non sai molte cose di me, posseggo un i-phone, navigo in internet ed ho un profilo su facebook. -

- Mi prendi in giro? - Chiese lei, mentre chiudeva lo sportello.

- No, perchè dovrei? -

Lei scosse il capo divertita, questo non poteva essere Draco Malfoy, quello che aborriva i babbani e tutto ciò che li riguardava, così sussurrò

- Dimmi chi sei veramente, e che ne hai fatto del furetto biondo? -

- Diciamo che l'ho messo in gabbia allora e che qui, davanti a te, hai il  suo gemello buono. – Rispose serio.

Rise, e si divertì quella sera.

Dimentica di tutti i suoi problemi, ma soprattutto delle sue paure. Il suo accompagnatore seppe metterla a suo agio e fu praticamente perfetto. Infatti Draco le fece i complimenti per il vestito e la riempì di attenzioni, ad un certo punto  notando al pianoforte  un uomo sulla cinquantina muovere le dita in dimenticate melodie, chiamò il cameriere e chiese se poteva suonare una musica speciale, l'uomo sorrise annuendo.

 

- Ti va di danzare? -

- Uhmm, non so se ti conviene, a parte che non sono una grande ballerina, sai, lo champagne ha un pessimo effetto su di me. – Cercò di glissare lei.
A ballare era un’imbranata assoluta e di sicuro lui era un ottimo ballerino, faceva di certo parte della sua educazione da purosangue. Non era il caso di esibirsi in una pessima figura.

Ma lui, non ascoltando ragioni,  era già in piedi e, presale la mano, la portò in pista.

- Non devi fare nulla, solo dondolarti su piedi, è la canzone che per me è speciale. Non so se la conosci, ma io l'adoro, è di una cantante babbana molto nota. Chiudi gli occhi e fatti trasportare dalla melodia, credo che in fondo ci rappresenti… -

Le note riempironola stanza che lei riconobbe subito.

- Ma è ...Halo di Beyoncè. -  Stretta tra le braccia di Draco, il cuore le batteva come un orda di Thestral impazziti, si era creata una strana atmosfera.

Lui annuì e, stringendola,  sussurrò

- Vedi le barriere stanno crollando… - Il tono era pieno di sottintesi che lei non era sicura di capire. Ma il suo tono e le parole le diedero i brividi, forse aveva semplicemente paura di capire…

Poggiò il capo contro il suo petto e, mentre ascoltava le sue parole, si fece cullare dal suo abbraccio delicato.

- Anche se non ho mai avuto dubbi, ti vedo avvolta nella tua aura.. Ed ora posso dire di avere trovato il mio angelo. – Le sussurrò all’orecchio.

Con gli occhi chiusi Hermione fece volare la sua fantasia, la lasciò a briglie sciolte, sognando una vita diversa al fianco di un uomo improbabile, ma che la stava facendo sciogliere.  Draco si muoveva lento, anch’egli coinvolto dall’atmosfera, continuando a mormorare le parole della canzone

- Sto correndo un rischio...Ma non ti allontanerò.. Ovunque io guardi...Ti vedo ... E sei la mia salvezza, e tutto ciò di cui ho bisogno è scritto sul mio viso. -

Lei riuscì a biascicare, ammettendo a bassa voce,

- Hai cambiato alcune parole, ma è vero, per certi versi ci descrive. –

Si chiese quanto davvero li rappresentasse quella canzone, e cosa Draco stesse esattamente cercando di dirle, perchè non aveva dubbi sul fatto che volesse farle capire qualcosa. Ma quello non era il momento delle riflessioni, si strinse a lui, incapace di staccarsi, continuando quella lenta danza che sapeva di loro.

Lui sorrise e le baciò il capo, immergendo il naso nei suoi capelli che sapevano di mughetto e che aspirò nutrendosene.

Non sapeva nè il perché, nè il per come, ma nel giro di quarantotto ore lei era diventata importante, niente altro gli interessava, e sapeva che se l'avesse raccontato, l'avrebbero preso per pazzo.

Aspettò che finisse la canzone e, sciogliendosi a malincuore dal caldo abbraccio di lei, le chiese

- Andiamo a casa da Alyssa? - Lei annuì, le girava un po’ la testa, lui pagò velocemente il conto, la fece sedere in auto e guidò in silenzio verso casa.

Si era reso conto che la donna era crollata, vuoi la stanchezza, vuoi complice l'alcool.

Arrivato a casa, lanciò le chiavi al parcheggiatore e, sollevandola delicatamente tra le braccia, salì all'attico.

Percorse l'atrio, la casa era immersa in un assoluto silenzio, arrivò davanti alla sua stanza, poi cambiò repentinamente idea, fece dietrofront e la portò in camera sua.

" No," si disse, se voleva conquistarla, non doveva comportarsi come gli tutti quegli stronzi che l'avevano fatta soffrire.

L'adagiò nel letto occupato per metà da Alyssa. Le sfilò le scarpe e la coprì con il piumino.

- Buonanotte principessa  - mormorò e con le dita le sfiorò il viso.

Il gesto compiuto fu difficile, di solito si approcciava diversamente con le donne, ma lei era diversa dalle altre e, se voleva avere qualche possibilità con lei, doveva agire con cautela. Soddisfatto di se stesso, si diresse verso la sua camera con un lieve sorriso sulle labbra. Le parole di Halo ancora nella testa ed il profumo di lei nelle narici.

Il vento stava cambiando…

La mattina dopo la casa sembrava ancora silenziosa.

Nessun rumore,  niente che dimostrasse che gli occupanti erano svegli.

Era sabato...Ma non per tutti..

Uno scalpiccio di piedini nudi, un sospiro e per poco a Draco non venne un infarto.

Qualcosa si era catapultato nel suo letto e gli era piombato addosso.

- Buongiorrrrrrno Draco, che fai ancora a letto? - Chiese il ciclone che si era abbattuto nella sua stanza.

Mugugnando rispose

- Mfff.. Alyssa, prima che arrivassi tu.. Dormivo - E si girò dall'altra parte, coprendosi il capo con un cuscino.

- Ma tu dormi sempre così? – Insistette lei.

- Così come? -Chiese brontolando con la voce impastata dal sonno

- Nudo. -

- Non sono nudo, ho su i boxer. – Puntualizzò.

- Ma sei praticamente nudo! – Ribattè ridacchiando.

- E come dormono gli altri? – Chiese, cercando di levarsela dagli attributi.

- Con il pigiama. – Rispose ovvia.

- Io non uso pigiami. – Spiegò un tantino esasperato.

Ma dov’era sua madre quando serviva?

- Posso infilarmi sotto le tue coperte? – Chiese, cercando di commuoverlo con i suoi occhietti lucenti.

- No, sono nudo. – Rispose , cercando di rimanere serio.

- Vedi lo dici anche tu. – Disse trionfante la piccola.

- E perchè? Mamma è vestita? -

- Siamo rientrati tardi ,-  in quel momento avrebbe voluto un telecomando per spegnerla.

- Dove siete stati? – L’interrogatorio continuava.

-Alyssa ti prego, è praticamente l'alba! Non vuoi dormire ancora un po’?- Chiese vanamente speranzoso.

- Come fai a dire che è l'alba, se non guardi l'ora? – Chiese incuriosita.

- Perchè ho sonno. – Sospirò.

- Draco? -

- Si? -

- Tu ci vuoi bene? – La sua vocetta si fece sottile ed incerta.

 Draco si rigirò nel letto sospirando

 – Certo, ma ora voglio dormire ancora un pochino, ti prego - e si tirò su le coperte sul capo.

- Va bene, ma solo un pochino - e dopo averlo ricalpestato per bene, sulla porta disse

- Un ora, non di più - il tono era secco. Poi uscì chiudendosi la porta alle spalle, e raggiunse Miles, che fece scoppiare a ridere, mentre diceva sospettosa

- Mia madre dorme vestita, Draco dorme nudo e nessuno dei due si vuole alzare. Mi sa che quei due mi nascondono qualcosa. -

- Vieni terremoto, lasciali riposare, guarda ti ho fatto i pancakes, e sopra ci puoi avere tutto quello che vuoi. -

La piccola battè le mani e compita disse

- Ti ho mai detto che ti voglio bene? - Lui scosse il capo, commosso.

- Beh, ora lo sai. – Sorrise la piccola.

 
   
 
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