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Autore: Ce_    23/12/2012    6 recensioni
Sequel di “Ricomincio da Te’’
Questa è la storia della nuova generazione, la storia di un Hogwarts diversa da come ce la ricordiamo, un mondo magico diverso da quello che conosciamo.
Una storia che non si ripete: la storia di una generazione che vive al di fuori della guerra, ma non della sofferenza....una sofferenza diversa, forse più giuista, forse più ''normale'', ma non per questo meno forte.
Quindi, preparatevi ad andare incontro ai pregiudizi, al peso che un cognome, inevitabilmente, si porta dietro, ai fantasmi del passato che tornano, prepotenti, alla paura di non essere all'altezza, di non essere abbastanza bravi.....all'adolescenza.
Ma non ci sarà solo questo.. troverete anche felicità, speranza, amore, gioia di vivere, rivalsa e una grande forza per andare avanti, nonostante tutto e tutti.
Questa è la storia della nuova generazione, ma anche della vecchia, una storia piena di speranza che difficilmente scompare, perchè tutti noi non finiamo mai di sperare.
Spero di avervi incuriosito,
Ce_
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Louis Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Prima di iniziare a leggere, eccovi, come promesso, i prestavolto dei protagonisti del capitolo:
(basta cliccare sul simboletto per vederli!) :)

Kristen Stewart alias Allison Abel Kristen Stewart alias Allison Abel.
 Chace Crawford alias Louis Weasley (immaginatelo solamente un po' più biondo. 
Buona lettura!

Mai più sola

Ai 20 bambini deceduti nella strage in Connecticut
e ai 6 insegnati che sono morti, cercando di salvare i propri alunni.

 
Allison Abel era una diciassettenne Californiana, inglese da quasi 5 anni.
 
Allison Abel amava la danza contemporanea. L'aveva scoperta grazie a sua madre, che era stata ballerina a sua volta, poi, dopo varie vicissitudini, era riuscita ad entrare alla Royal Ballet School di Londra. Era stato come sognare per lei, le era arrivata finalmente una bella notizia dopo tante brutte.
Amava volteggiare, muoversi, rotolare, saltare con i migliori e i migliori erano proprio quelli della Royal, non avrebbe potuto chiedere nulla di meglio in quel campo, ma Allison aveva anche capito, purtroppo troppo presto,  che la danza non era tutto, c'erano cose più importanti, cose che lei non aveva conosciuto o aveva conosciuto fin troppo bene.
 
Allison Abel non credeva nei legami di sangue. Credeva nell'amicizia, ma ben poche volte era riuscita ad affezionassi davvero a qualcuno. Credeva che ognuno poteva anche scegliersi la sua famiglia adottiva.. Certo, la propria famiglia, quella vera, sarebbe stata sempre una presenza, per lei un oscura presenza, ma gli amici potevano essere una famiglia.
Ciascun uomo aveva il diritto di potersi scegliere la sua famiglia e Allison non l'aveva mai fatto, non aveva mai fatto parte di una vera famiglia se non per poco tempo, ma ora, grazie a Lily, probabilmente, pian piano, si sarebbe sentita parte della loro famiglia e non vedeva l'ora.
 
Allison Abel aveva paura degli uomini. E odiava questa cosa, odiava l'uomo che l'aveva portata fino a quel punto, odiava il fatto che lei non riuscisse neanche a farsi sfiorare da un ragazzo. C'aveva provato più volte, ma nulla, le facevano paura e ribrezzo, forse non erano quelli giusti, o forse non ci sarebbe mai riuscita.. Chissà!
 
Allison Abel era indipendente. E amava esserlo. In realtà, non lo era sempre stata, un tempo aveva fatto parte di una famiglia, aveva intorno a lei persone che l'amavano e la proteggevano, ma era durato ben poco, e anche in quel breve periodo di tempo, c'era  una persona che riusciva a distruggere tutto, ogni volta, ogni suo pensiero positivo, ogni momento felice, ogni suo briciolo di tranquillità e Allison lo odiava con tutta se stessa per averle rovinato la vita.
 
Allison Abel era stufa, stufa di tutto, stufa della vita.  Stufa di tutta quella situazione di merda che si trovava ad affrontare quasi da quando era nata.
Stufa dei suoi fantasmi del passato che, prepotentemente, tornavano fuori e le impedivano di vivere come avrebbe voluto. Stufa della gente che continuava a lamentasi della sua vita e non sapeva neanche lontanamente cosa voleva dire la parola "dolore". 
Stufa di sorridere, sempre, indossando quella maschera spavalda, sorridente e tremendamente falsa.
Stufa di respingere le persone a causa della sua tremenda paura di legarsi a qualcuno. Stufa e basta.
 
In realta, Allison Abel  era sempre stata sola. Era spavalda, sempre sorridente, scherzosa, ma sola.
 
 
<< Oh Merlino! >> quella rossa da strapazzo la stava davvero portando all'esasperazione << Lily, va dalla tua famiglia, ti aspettano. Io sto bene, so badare a me stessa. >> 
<< No, non voglio andare. Loro non capiscono, mio padre non mi vuole vedere,perche dovrei andare da loro? >> era la mattina di Pasqua e Allison stava cercando di convincere la sua coinquilina ad andare alla Tana per il pranzo di famiglia, ma fino ad allora i suoi tentativi erano stati vani.
<< Dovresti andare perché loro sono la tua famiglia e, nonostante tutto, ti vogliono bene. Credimi, Lily, io che non ho avuto la reale possibilità di avere una famiglia degna di questo nome, posso dirti che queste sono le uniche cose importanti. Ti prego, va'. Fallo per me, fallo per i tuoi fratelli, fallo per Domi che non vede l'ora di riabbracciarti,  se non vuoi farlo per te stessa. Ti prego >> era stata subdola, Allison, aveva usato la sua infanzia poco felice per spingere Lily ad andarsene, ma sembrava funzionare.
<< Scusa, so che per te questa cosa è stupida e non volevo offenderti >> solamente da quelle parole si poteva capire che  Lily Potter era davvero entrata nel cuore di Allison, era la prima persona a farlo dopo anni.
<< Lily non mi offendi, tranquilla... È solo che tengo troppo a te per permetterti di non considerare la tua famiglia. Tu che ce l'hai ancora, devi farlo. >> Lily era un delle due persone a cui Allison aveva rivelato il suo passato in California, la sua vita prima della Royal.
<< Ci andrò solo se verrai con me >> le disse, spiazzandola. No, non ci sarebbe andata, ancora non era pronta.
<< No, è fuori discussione. Starò benissimo qui, tu va tranquilla >> aveva paura di vedere una famiglia felice, quella era la verità.
<< Ally, non ti lascerò qui da sola, che tu lo voglia o no. Devi cominciare, e se vuoi io ti aiuterò,  a superare questa paura che hai della “famiglia felice”, anche perché noi non siamo una famiglia felice. Perciò adesso alzi il tuo adorabile culo e vieni alla Tana con me. >> sempre fine, Lily Potter.
<< Ok. >> Allison si arrese, lo fece per Lily, perché doveva tornare dalla sua famiglia. 
<< Perfetto, va a prepararti.. Tra poco andiamo! >> le sorrise la rossa, mentre lei si dirigeva al piano di sopra..
 
Arrivarono a casa dei nonni di Lily un po' prima di ora di pranzo, entrarono in quella strana dimora che Lily chiamava "la Tana" e furono accolti da una donna grassottella, i capelli, che un tempo dovevano essere stati di un bel rosso, come quelli della nipote, erano quasi interamente grigi, ma il sorriso era il più dolce che la mora avesse mai visto.
<< Lils! >> corse ad abbracciare la nipote << Merlino, quanto mi sei mancata! Ma stai mangiano? Diventi sempre più magra >> 
<< Nonna, mangio anche troppo >> rispose Lily, godendosi quell'abbraccio stritolatore. Le braccia della donna che circondavano la nipote, l'espressione dolce, Allison non le aveva mai viste prima. Si iniziava davvero male.
<< E tu devi essere..? >> la donna si rivolse gentilmente a lei.
<< Allison, signora.. La coinquilina di Lily.. Non vorrei disturbare... >> 
<< Disturbare? Ma cosa dici, cara? Dai, andate a poggiare le cose di sopra, tra poco arriveranno tutti >> Molly, così aveva scoperto che si chiamava la nonna di Lily, le sorrise dolcemente ancora una volta.
<< Ancora non arriva nessuno? >> chiese Lily.
<< No.. Ma sono a momenti >> detto questo, la donna torno in cucina, mentre loro salivano al piano superiore.
<< Non fare caso a mia nonna, lei è sempre così esuberante, ma ha un cuore enorme. >> si giustificò Lils. Aveva paura per lei, o meglio, aveva paura della sua reazione di fronte a tutte quelle persone che si volevano bene e che potevano considerarsi una vera e propria famiglia.
<< Lì, sto bene.. Sta tranquilla >> non finì neanche la frase che il campanello al piano inferiore suonò. Tesero le orecchie, Allison riuscì a distinguere bene la voce di Louis e un sorriso le spuntò inevitabilmente sulle labbra, poi una seconda voce familiare, di ragazza, si girò di scatto verso Lily che la guardava sorpresa.. 
<< Cosa ci fa lei qui? >> dissero all'unisono e si fiondarono al piano di sotto, appena sbucarono dalle scale videro una testa bionda che parlava con la nonna, lei e Lily non ebbero neanche bisogno di guardarsi per decidere cosa fare. Presero la rincorsa e si buttarono letteralmente sopra a Dominique, urlando come delle matte.
<< Che diavolo ci fai qui? >> chiese Allison mentre erano ancora strette in un abbraccio a tre.
<< SORPRESA! >> trillò la bionda. Gli aveva detto che non sarebbe tornata per le vacanze e, invece, era li, li con loro.
<< Dannata Veela! Non fare più questi scherzi >> la prese in giro Lily quando si staccarono.
<< Allora, dai! Devi raccontarci un sacco di cose >> erano tutte eccitate, Dominique, nonostante la conoscesse da poco, era entrata nel suo cuore quasi alla pari di Lily.
E la Weasley era l'altra persone a cui aveva raccontato la sua triste storia.
<< Salve anche a voi, ragazze >> fece Louis ironico, poiché nessuno lo aveva minimamente calcolato.
Nella stanza erano rimasti solo loro quattro.
<< Sta un po' zitto, Weasley! Qui si parla di cose serie >> lo ribeccò Allison, ma poi andò davanti a lui e gli posò un lieve bacio sulle labbra << buona Pasqua >> gli sussurrò, soffiando sul suo viso, Louis si aprì in un sorriso mozzafiato in risposta.
<< Oooooh... Allora è vero quello che si dice per lettera, eh? State insieme? >> gli chissà Dominique curiosa.
<< Si! >>
<< No! >> si squadrarono per un lungo istante prima di scoppiare a ridere entrambe, quella li era una vera e propria guerra persa. 
<< Dopo pranzo ti raccontiamo un po' tutto, tranquilla >> disse Lily all'indirizzo della cugina, poi, tutti e quattro andavano verso la cucina per dare una mano alle donne.
Pian piano la Tana si riempì e Allison conobbe tutta la famiglia Weasley, Lily la presentò a tutti come sua coinquilina e carissima amica e lei le fu molto grata per quel secondo aggettivo, vedeva che la rossa le lanciava spesso occhiate preoccupate, come se temesse una sua esplosione da un momento all'altro, ma fino a quel momento aveva la situazione sotto controllo, ancora non si era passati alla modalità "famiglia felice" che tanto la faceva star male.
Il campanello suonò per l'ultima volta, era la famiglia Potter al completo.
<< Buona Pasqua a tutti! >> urlò James entrando, ma il suo sorriso gli si congelò sul volto appena vide il viso pulito di Dominique.
I loro sguardi si incatenarono per alcuni istanti, senza che nessuno dei due riuscisse a mollare, poi il maggiore finse indifferenza e cominciò a salutare il resto della famiglia, stando ben attento a saltare la bionda.
<< Tu devi essere Allison, vero? >> una donna alta, con i capelli rossi raccolti in una lunga treccia e gli occhi dolci le si parò davanti. 
<< Si. Sono Allison Abel, la coinquilina di Lily.  >> porse la mano alla donna.
<< Oh, io sono Ginny, sua madre >> Ginny Rispose alla sua richiesta, stringendole la mano.
<< E’ un piacere conoscerla, signora Potter. >> fece educata
<< Oh, è un piacere anche per me. Ho sentito parlare così tanto di te, che non vedevo l'ora di conoscerti. Lily dice che sei una ragazza in gamba >> si complimentò con lei
<< Faccio del mio meglio >> Allison sorrise e vide Lily venire verso di lei.
<< Mamma, già stai tormentando Ally? >> chiese tranquilla.
<< Cara Lily, io non tormento proprio nessuno. >> scherzò la donna, abbracciando dolcemente sua figlia. 
Voglia di vomitare. 
Vomitare a basta. Aveva uno strano nodo allo stomaco e una gran voglia di vomitare e piangere. Quell'abbraccio, quei sorrisi tra madre e figlia, quelli le avevano fatto davvero male, forse perché un tempo anche lei era stata parte integrante di quel rapporto con sua madre e in quel momento le mancava.
Respirò a fondo, pian piano. Cercando di calmarsi.
Appena Ginny si diresse verso gli altri per salutare si sentì meglio.
E, al suo posto, si avvicinò Albus con al seguito un uomo identico a lui, solamente più anziano. Quello doveva essere il padre di Lily, il famoso Harry Potter. Colui che non riusciva a capire sua figlia.
<< Ciao Allison! >> la salutò Al, poi indicò l'uomo dietro di lui << papà, lei è Allison, la coinquilina di Lily, Allison, lui è mio padre >> Albus stava facendo le presentazioni, visto che conosceva bene sua sorella e sapeva che lei non l'avrebbe mai fatto.
<< Piacere di conoscerla >> sorrise a Harry Potter, ma lui non sembrò molto entusiasta della cosa, continuava a fissare sua figlia insistentemente, in cerca di un qualche cambiamento, biascicando un piccolo "piacere" in risposta.
 
Erano appena alla terza portata e Allison, probabilmente, era l'unica a non aver mangiato quasi nulla.
Si sentiva un po’ in colpa per quello, ma Lily quella mattina si era sbagliata, non ce l'avrebbe fatta, non era pronta per affrontare una situazione del genere, avrebbe dovuto cominciare più tranquillamente, avrebbe dovuto frequentare una famiglia più piccola e meno felice, per la prime volte dopo anni e i Weasley erano tantissimi e, soprattutto, si volevano un bene dell'anima, Allison lo vedeva dai loro sguardi.
<< Lils.. Devi far pace con tuo padre. Lui ti vuole bene.  >> sussurrò all'orecchio dell'amica.. Era un po' che fissava Harry Potter e aveva letto una certa tristezza nei suoi occhi.
<< Non ricominciare >> sentì di nuovo quella sensazione di vomito all'altezza della bocca dello stomaco.
Lei avrebbe dato di tutto pur di avere un padre come quello di Lily, nonostante non riuscisse a capire le sue scelte, e invece a lei era capitato un bastardo della peggior specie.
Era sull'orlo di una crisi isterica. Tutti ridevamo, tutti si guardavano felici, come se quella era l'unica cosa di cui avessero davvero bisogno.
James e Dominique si scambiavano sguardi pieni d'amore, anche se sembrava che gli unici a non accorgersene fossero loro due, Molly e Arthur Weasley abbracciavano tutti con i loro sguardi dolce, Percy accarezzava i capelli alla minore delle sue due figlie, Hermione parlava con Rose e sembrava che si  divertissero, Teddy e Victorie tenevano la mano allacciata sotto il tavolo.
<< Scusate, dobbiamo fare un annuncio >> il metamorfomagus si alzò insieme 
alla moglie, tutta la famiglia li ascoltava attenta.
<< Dite, ragazzi >> disse Bill, visto che non si decidevano a parlare.
<< Siamo incinti >> disse Teddy, rosso in viso..
Ci furono urli di giubilino, le donne piangevano per la gioia, mentre gli uomini si scambiavano pacche sulle spalle con il futuro papà, si abbracciavano, si stringevano, si volevano bene
Tutti in piedi per festeggiare l'arrivo di un nuovo Weasley-Lupin.
Allison fu sicura che quella sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso, li osservò tutti, soffermandosi sui suoi amici: Louis la guardava sognante, come se fosse la cosa più preziosa del mondo, Lily e Dominique le lanciavano sguardi preoccupati, sempre in attesa di una sua esplosione, ma nessuno sapeva quanto quella esplosione fosse vicina. 
Non ce la faceva più, si sentiva male, la testa le girava furiosamente, lo stimolo del vomito sempre in agguato, ma non voleva rovinare la Pasqua a quella famiglia, se ne sarebbe andata, anche perche non avrebbe retto un altro secondo.
Si alzò di scatto e corse verso il giardino, una mano a tenersi la pancia e le lacrime che le solcavano il viso pallido.
 

<< Salve, sono Allison Abel e sono sola, ancora per poco, spero >>

 
***

 
Che stava succedendo? Perché Allison era fuggita in quel modo? Quella ragazza non gli faceva capire nulla.
Tutto nella stanza della Tana si era fermato, gli sguardi dei presenti erano puntati su Lily, in cerca di una spiegazione.
<< Non dovevo portarla, sapevo che sarebbe successo. Cazzo! >> imprecò la rossa rivolgendosi a Dominique, come se gli altri non esistessero.
<< Lily ci hai provato, non è colpa tua. Ma non andare tu, è giunta l'ora che Louis sappia. >> cosa doveva sapere? Merlino, Louis Weasley si stava preoccupando davvero.
Voleva scoprire la verità, era stufo di tutto quel mistero. Doveva prendere la situazione in mano.
<< Vado io, Lily. Devo sapere >> la rossa annuì, così lui, seguito dagli sguardi attenti dei suoi familiari, si diresse verso il giardino.
Si guardò intorno, ma in un primo momento non vide nulla, poi scorse una figura china vicino ad un albero e si mise a correre, era Allison.
La trovò appoggiata con una mano all'albero per sorreggessi mentre vomitava anche l'anima, solo l'anima, visto che non aveva mangiato nulla per tutta la durata del pranzo.
Non disse nulla, Louis, l'unica cosa che si sentì di fare in quel momento fu mettere una mano sulla fronte della ragazza per scostarle i capelli, mentre con l'altra mano le accarezzava  la schiena con movimenti circolari. 
La vide vomitare tutta la sua rabbia e il suo dolore, ma quando finì la vide piangere, le lacrime le rigavano il volto, inesorabilmente, i singhiozzi le impedivano di respirare.
Louis cercò di calmarla invano, il respiro della mora si faceva sempre più roco, come se non riuscisse a trovare più l'aria di cui aveva bisogno, il biondo temette davvero una crisi respiratoria, così la aiuto a mettersi in piedi, sorreggendola, la guardò negli occhi.
<< Sta calma, ok? Allison sta calma... Respira con me.. >> cominciò a fare respiri profondi, sperando che la ragazza lo imitasse e così fu.
Inspira ed espira.
Allison lo guardava sconvolta, le lacrime che non smettevano di scendere.
Inspira ed espira.
I suoi cappelli erano umidicci e impastati di vomito.
Inspira ed espira.
Louis la guardava preoccupato ed impotente.
Inspira ed espira.
Sembrava che si stesse calmando.
Inspira ed espira.
<< Lou >> fu un sussurro strozzato quello di Allison. << va via.. Ti prego >>  tutto si aspettava in quel momento, tranne quelle parole.
<< No, Allison.. >> fu la risposta secca di lui
<< Va via, cazzo, Louis. Va via. Non voglio che tu mi veda così. Non sono la persona giusta per te, non sono la persona giusta per nessuno. Sono solo una stronza che riesce a rovinare la Pasqua anche a delle persone che ha appena conosciuto. Tu meriti di meglio. >> si stava allontanando e chiudendo a riccio, ma Louis non l'avrebbe permesso. Doveva sapere.
<< Sono innamorato di te, Allison, sono innamorato di te, non posso ignorare questa cosa e lasciarti qui. Tu sei tutto ciò di cui ho bisogno e sei molto di più di ciò che merito. >> la mora non disse nulla, non disse neanche che anche lei era innamorata, bastò uno sguardo e Louis lo capì da solo, così la strinse a se, e Allison riuscì a sfogarsi.
Pianse ancora, come se non riuscisse a bloccare quelle lacrime amare e piene di dolore.
Louis era stato appena colpito dalla consapevolezza che Allison non era ciò che voleva far sembrare, l'aveva capito già da tempo che quel suo sorriso perenne e l'aria strafottente era solamente una maschera, ma avere una conferma definitiva gli fece male, più male di quanto si sarebbe aspettato.
 
<< Hai il diritto di sapere, a questo punto.. Sediamoci, non sarà una storia molto divertente. >> Allison si era calmata, finalmente, e Louis intravide dietro ai suoi occhi quella luce che l'aveva sempre caratterizzata.
<< E io ti ascolterò, qualunque cosa sia. >> si sedettero e Allison cominciò a parlare, gli occhi già lucidi.
<< Mi chiamo Allison Abel, ho dicassette anni e vengo dalla California, precisamente da Los Angeles. Mio padre si chiamava Frank Abel, il mio fratellino Matt e mi madre era Michelle Godman >> aveva appena scoperto di essersi innamorato di una statunitense.. Aspetta.. chiamava? era? E ora? Dov'erano i suoi genitori? La mora continuò a parlare.
<< So che a te non dirà nulla, ma mia madre era una ballerina abbastanza famosa che decise di abbandonare la danza quando si sposò per badare alla famiglia, fu il suo errore più grande, comunque, io ho frequentato la "U.S.A witchcraft school of Los Angeles", la Hogwarts Californiana, per farti capire e, in contemporanea, andavo a lezione di danza contemporanea. Mio fratello aveva 7 anni in meno di me, mentre mio padre era la persona più bastarda e viscida che io abbia mai conosciuto. Sposò mia madre quando entrambe avevano 25 anni e sembrava la persona più gentile del mondo, ma non voleva figli, e, se proprio doveva, voleva figli maschi, ma più tardi. E invece nacqui io, guarda un po', troppo presto e troppo femminile per i suoi giusti. Non mi voleva, era stato uno sbaglio, un inconveniente sono figlia di un preservativo rotto* >> le lacrime solcavano di nuovo le guancie della ragazza, Louis le mise un braccio intorno alle spalle, per farle sentire che lui c'era.
<< Dalla mia nascita, Frank, mio padre, non fu lo stesso, diede a mia madre la colpa di tutto e cominciò a massacrarla di botte, i primi ricordi di mio padre sono le sue urla, mentre era chiuso con mamma in camera loro, le urla di mia madre, le mie urla che venivano calmate sempre da mia madre che, piangendo, piena di lividi e, a volte insanguinata, veniva a rassicurarmi, ma era sempre troppo poco credibile. Questa storia andò avanti per un bel po', finché non fui abbastanza pronta anche io per essere menata. All'età di 5 anni mi menò per la prima volta, ricordo che avevo dolore dappertutto, ricordo la mia impotenza di fronte a mio padre che mi sovrastava cattivo e mia madre che, inutilmente, cercava di fermarlo, ma non ci è mai riuscita. >> La voce di Allsion era scossa dai singhiozzi, ma la ragazza andò avanti, prendendo la forza da Louis << mio fratello nacque quando io avevo 7 anni e la situazione si calmò per poco tempo… perchè una mattina, tre anni dopo la sua nascita, mia madre accompagnò Matt all'asilo e lui non tornò più. Ricordo perfettamente quel giorno, io stavo male, così ero rimasto a casa, verso le 10:00 squillò il telefono e fui io a rispondere. Ricordo che era la polizia, che io gli passai mia madre. Vidi la sua faccia diventare pallida fino all'inverosimile e le lacrime solcare il suo viso. Mi prese in braccio, mi mise in macchina e andammo insieme all'asilo di mio fratello. C'era gente dappertutto, persone che piangevano, ambulanza, polizia. Un tappeto per terra era ricoperto da corpi di bambini e donne morte, tra quei corpi c'era mio fratello. >> Allison fu bloccata da un singhiozzo più forte. Louis non poteva vederla così, si stava facendo solo del male ricordando quel passato atroce
<< Allison basta farti del male, ti prego.. >> la supplicò, ma la ragazza fece segno di voler continuare.
<< Scoprì solo alcuni giorni dopo che un pazzo era entrato a scuola di mio fratello e aveva scagliato vari Avada Kedavra ai bambini e alle insegnanti. Quei tre anni di pace furono cancellati da un solo giorno. Mio padre ricominciò ad essere violento, mia madre non c'era più, al suo posto un fantasma. Ho pochi ricordi di quel periodo, ricordo solo che i miei unici momenti di pace erano le lezioni di danza, diventavo sempre più brava e amavo ballare, poi un giorno, avevo 10 anni e mezzo, tornando da scuola, trovai mia madre per terra in una pozza di sangue e mio padre con un coltello in mano. Mi minacciò, mi disse che se ne avessi fatto parola con qualcuno avrei fatto la sua stessa fine e io non parlai. Da allora la sola valvola di sfogo di mio padre diventai io. La prima volta che mi violentò avevo 11 anni e tanto dolore dentro, ricordo tutto perfettamente, la sua rabbia mentre mi baciava, il suo disprezzo, il mio ribrezzo e il dolore che provavo ogni volta che lui entrava dentro di me, furiosamente, con rabbia >> Louis strinse i pugni per la rabbia, quello non era un padre, non poteva esserlo. << poi, finalmente, un giorno, il mio unico zio, mi riportò a casa e ritrovammo mio padre morto, appeso per il collo ad una corda. Andai a vivere da mio zio, ripresi le lezioni di danza e mi proposero di venire a studiare qui, ero piccola, ero sotto shock per tutto quello che mi era successo e, fidati, sono tuttora sotto shock e credo che lo sarò per il resto della mia vita, ma ne  avevo passate di peggio, andare a vivere a Londra da sola non sarebbe stato un problema. Così arrivai qui e per un periodo vissi con Robert, l'insegnate della Royal, mio zio morì di tumore, due anni dopo. Tutti i legami con la mia famiglia si erano spezzati. Ero sola, completamente sola e lo sono stata fino al vostro arrivo, mi avete salvata dal baratro totale, ma non credo che guarirò mai completamente. >> Louis era senza parole, alla fine del racconto non sapeva davvero cosa dire.
Non credeva neanche possibile che una persona sola potesse passare tutto quello e sopportare tanto dolore, soprattutto ad un età così giovane, strinse a se Allison, non sapendo cos'altro fare e anche a lui sfuggirono un paio di lacrime, ma doveva essere forte, per lui e per lei e lo sarebbe stato.
<< La camera che è comparsa nella Stanza Delle Necessità era la mia camera e quella foto era stata scattata da mio fratello di due anni, è l'unico ricordo felice che ho della mia famiglia. Per il resto, non sono più riuscita a legarmi alle persone, a vedere famiglie felici, finché non siete arrivati voi, e io vi sono infinitamente grata per quello che fate per me, e sono innamorata di te, Louis, ma prima è stato troppo, non ero pronta.. Finché si tratta di stare con te, Lily, Domi, James e Albus ok, ma vedere tutta la famiglia, Teddy e Victorie che aspettano un bambino… è stato troppo, non fraintendere, sono felicissima per loro, ma non ero ancora pronta. >> le baciò delicatamente la tempia. Non servivano quelle spiegazioni, Louis aveva capito.
<< Affronteremo rutto questo insieme, Ally. Io sono con te, tutti noi lo siamo. >>
<< No, Lou, noi due non possiamo stare insieme, te l'ho detto.. Ti porterò solo guai >> Allison si alzò e si appoggiò all'albero per paura di cadere, era ancora tremendamente scossa.
<< Non mi interessa, lo sai! >> Louis non avrebbe buttato la spugna.
<< NON FARMI RIDERE! NON TI INTERESSA IL FATTO CHE PROBABILMENTE NON FARò MAI L'AMORE CON TE PERCHé DOPO TUTTO QUELLO CHE HO PASSATO CON MIO PADRE NON RIESCO AD ANDARE OLTRE UN BACIO CON UN RAGAZZO? NON TI INTERESSA IL FATTO CHE OGNI VOLTA CHE MI TOCCHERAI  IO MI ALLONTANERÒ PERCHé RICPRDERò IL TOCCO DI MIO PADRE? NON TI INTERESSA IL FATTO CHE AVRÒ PERENNEMENTE PAURA? EH? >> stava urlando Allison, urlando e piangendo, di nuovo.
Louis era scosso. Cosa cazzo le aveva fatto quel mostro per ridurla in quel modo? Era pieno di rabbia, ma l'amava e l'avrebbe aiutata. 
<< No, non mi interessa. Perché ti amo, affronteremo tutto questo insieme, riuscirai a diventare la donna che sogni di diventare, e se non ci riuscirai ci sarò io, e non mi importa se non riuscirò a toccarti per tutta la vita o a fare l'amore con te, mi basta starti vicino >> era la verità, quella. Avrebbe fatto di tutto per lei.
<< Lo dici adesso.. Ma poi? >> 
<< Rispetterò te e il tuo volere, qualunque cosa succeda. È una promessa. >> Allison sorrise, quella volta. Dopo ore, sorrise di nuovo.
Louis la prese per mano.
<< Torniamo dentro? >> la ragazza esitò, ma poi annuì, forse dopo aver raccontato tutto a Louis ce l'avrebbe fatta. 
Si incamminarono di nuovo verso la tana, entrambe con gli occhi arrossati, ma uniti più che mai.
<< Lou? >> domandò la mora prima di entrare, e strinse la mano del compagno, come per accertarsi che fosse davvero li, che non fosse un sogno.
<< Sono qui, non sarai mai più sola. >> 
 
*Luciano Ligabue: Figlio di un cane.
 
NDA
Salve gente!
Lo so, lo so! So che è il 23 dicembre, so che sono maledettamente in ritardo e so che merito la fustigazione.
Ma questo è il capitolo a cui tengo di più in tutta la storia, come molti di voi già sanno, amo questa coppia e questi due avevano bisogno di un chiarimento.
Che dire? La storia di Allison è tremendamente triste ed è inutile dire che nella mia testa era strutturata così fin dall’inizio, perchè, purtroppo, sarebbe una grandissima bugia. 

Dico purtroppo perché, come probabilmente avrete capito, ho voluto ricordare la strage in Connecticut della settimana scorsa.
Forse la dedica non era appropriata, forse è offensiva e tremendamente inutile, ma mi sono sentita in dovere di farla e potete criticarmi per questo, ma ci tengo davvero tanto. So che non cambierà nulla, che non impedirà altre stragi, ma era una cosa giusta da fare, a mio parere. Per il resto, ripongo tutta la mia fiducia nel presidente Obama.
Ok, basta con la tristezza.
Ringrazio infinitamente tutti voi che siete arrivati fin qui e soprattutto le fantastiche ragazze che mi recensiscono.
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3) (e i bambini della nostra ciurma, ovviamente <3)
-scarlett90 ( :* )
-LolaMalfoy
-_LenadAvena_
-danyazzurra (*_*)
Spero che mi farete sapere cosa ne pensate anche di questo capitolo, visto che ci tengo davvero tanto.
Un bacione,
Ce_
   
 
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